“Il modo migliore per vivere con onore in questo mondo è essere
ciò che pretendiamo di essere” (Socrate)
“Grazie
a Dio l’uomo non sa volare, e devastare il cielo come ha devastato la terra”
(Henry David Thoreau)
Liliana Segre: vittima tra le vittime
Da
zoticone vernacolare, isolato nel suo borghetto dietro la Luna, mi sono
inevitabilmente sfuggiti i meriti per i quali la signora Liliana Segre, a parte
il suo indubitabile fascino emanante sollecitazioni formidabili alla simpatia,
sia assurta al prestigioso e prodigioso rango di senatrice a vita della
Repubblica Italiana. Condivido necessariamente la dolorosa indignazione dei
tanti per la sorte crudelissima che le è stata inflitta da ragazza. Ma non
credo possa essere l’aver subito ingiustizia ed essere rimasta circondata da
morte e devastazione, la motivazione per cui l’infallibile Mattarella l’ha
incluso, in quel parnaso di non eletti. Altrimenti non basterebbe che le Camere
Alte del mondo intero avessero le dimensioni della tundra siberiana per
accogliere tutti e tutte coloro che, adolescenti, si sono visti circondati da
morte e distruzione e ne sono scampati. E mi riferisco solo all’epoca da Bush
in giù.
Un’impresa epocale. E globale.
Detto
ciò, se i meriti di prima mi sono ignoti, quello monumentale di oggi glielo
riconosco in pieno. E come non potrebbe essere così davanti a una donna che,
pur nella fragilità dei suoi novant’anni, ha prodotto il generosissimo sforzo
di affrontare, con la semplice proposta di una Commissione Parlamentare, lo
smisurato e scellerato universo dell’odio, del razzismo, antisemitismo,
nazionalismo, etnicismo, di tutto quello che si oppone con turpi metodi alla
serena avanzata del bene corretto e globale. Di quale immane lotta sia paladina
Liliana, nell’autunno del nostro scontentissimo scontento, provo a fornire
alcune, del tutto inadeguate, risposte.
Non
senza aver condiviso, con commosso trasporto, il vastissimo e travolgente coro
che, come una sola voce, si è arruolata in questa epocale battaglia. Penso al
solido unanimismo di tutti i media, penso all’immancabile Saviano, penso a
Greta Thunberg, che ispirata dal nobile intento, ha subito chiesto ai vigilanti
di Facebook, di sopprimere seduta stante ogni pur vago riferimento a odio per
una Green New Economy che oltre a salvare l’umanità, le continuerà a far
percorrere le vie che l’hanno innalzata all’attuale livello di benessere e
giustizia sociale. E guardando molto in alto, penso al nostro Saggio sul l
Quirinale che, antesignano della campagna lanciata da Liliana, ha ribadito che
i capisaldi irrinunciabili della lotta all’odio sono e devono restare in
perpetuo Nato, UE, Euro e le alleanze che, fin dalla fine della guerra, hanno
vegliato acchè nel nostro paese non prevalesse l’odio, l’invidia sociale, il
razzismo di classe, la xenofobia bene espressa nell’infame slogan di Yankee
go home.
Antisemitismo contro 450 milioni di esseri umani
Quali
contundenti armi non ci ha messo in mano la senatrice a vita! A partire dalla
prima delle sue dolorose preoccupazioni: l’antisemitismo. Pensate ai 450
milioni di arabi, secondo gruppo etnico del mondo dopo i cinesi Han, tutti
semiti e tutti abbastanza maltrattati a forza di guerre ininterrotte, milionate
di morti, complotti destabilizzanti, desertificazioni, pessima stampa! Mario
Monforte, che ne sa una più del demonio, ai semiti arabi aggiunge anche gli
akkadi, i gutei, gli assiri e babilonesi, gli aramei. Parlavano tutti semita.
Perfino gli ebrei che, tuttavia, o non lo sono (ashkenaziti), o lo sono essendo
stati arabi prima di diventare ebrei (sefarditi), ma nondimeno sono
universalmente considerati degni di protezione dall’antisemitismo.
Una lunga storia di odio
Ciò
che poi la commissione della senatrice a vita consente, anzi imporrà, è una
guerra totale e senza tregua a chi si appropria di beni altrui, che siano
monete o terre, in virtù di una vantata superiorità, solitamente vera nel suo
contrario. Che sono poi xenofobia, razzismo nella fase dell’erezione. Ciò a cui
qui la Commissione Segre allude, anche se si guarda dall’esplicitarlo, è,
senz’ombra di dubbio, il colonialismo nelle sue varie e via via ammodernate
forme. Si va dalle crociate, con Goffredo da Buglione che ad Acri non lasciava
sul collo una sola testa degli autoctoni infedeli, al “fardello dell’uomo
bianco” di Kipling, emissario della Regina nell’India di tutti paria del
vicerè. Fardello che si è abbattuto su qualche miliardo di persone bisognose di
fardelli, fino all’intervento delle Ong per facilitare lo spostamento di quelle
persone da casa loro a casa altrui.
Nazioni eccezionali
Avremo
finalmente strumenti giuridico-parlamentari, insieme al vitale supporto
dell’oligopolio mediatico-partitico-bancario-militare, che ci daranno modo di
inaugurare finalmente un’era di pace, non più turbata da nazionalismi
antistorici che rivendicano alla propria comunità “destini manifesti,”
basati su una presunta “nazione eccezionale”, o sul “mandato divino del popolo
eletto”. Quel mandato divino e quel destino manifesto che, grazie a
Costantino, Teodosio, Torquemada e successori fino a noi, ha ridotto all’1% il
patrimonio letterario, filosofico e artistico costruito dai classici in un
millennio. Lottando con Liliana e Greta contro nazionalismo ed etnicismo,
fomentatori di violenza, sapremo liberarci, non solo delle fisime patriottiche
di paesi che hanno infierito sui loro civilizzatori e, oggi, sui portatori di
democrazia e diritti umani, da Cuba al Venezuela, dalla Siria all’Afghanistan.
Ma anche di coloro che, per profitti stellari e abietta xenofobia, provvedono i
nuovi colonizzatori di armamenti che radano al suolo popoli e civiltà non
compatibili con una gestione politicamente corretta del mondo.
Una commissione contro guerre e sanzioni. Finalmente!
Sicuramente,
come ci insegna con particolare vigore “il manifesto”, saremo ora in grado di
meglio affrontare quanto dai progressisti viene chiamato “discriminazione
dei Diversi”. Impediremo che si blandiscano giovani di pelle scura perché
lascino casa, famiglia, comunità, terra, storia, per favorire la Coop, Don
Ciotti, Zanotelli, Bergoglio e Amazon, dopo seimila chilometri di angustie, in
virtù di 14 ore nei campi per 14 euro. Inesorabilmente il mandato della
senatrice è anche che si rifiuti che, solo per il fatto di non essere
anglosassoni o europei, a certi paesi, seppure affetti da abietto sovranismo,
vengano inflitte sanzioni, di indiscutibile natura razzista e xenofoba, a volte
anche antisemita, quasi sempre nazionalista ed etnicista, mirate a sfoltirli a
forza di malattia e fame.
Lotta alle fobie
Il
fatto che “il manifesto” e altri strumenti di comunicazione (una faccia una
razza) sfrenatamente plaudano alla senatrice a vita e al suo parto, che affida,
a chi ha tutti i titoli per giudicare, la missione di separare il bene dal male
e mettere a tacere le bocche de renitenti alla bonifica, non toglie che anche
costoro, non sempre immacolati, subiscano gli effetti benefici della campagna.
Coerenza con l’adesione alla commissione anti-odio esige che abbiano fine e
giusta punizione certe forsennate campagne xenofobe. Campagne che pervadono
tutto il nostro respirare, come russofobia e sinofobia, ma anche talibanofobia,
o sirofobia e, soprattutto, islamofobia. Campagne fondate sull’accumulo
spasmodico di fake news, tipo Russiagate, attinte da chi a Bagdad, 2003,
ho visto poter pubblicare i suoi servizi in dipendenza da tre bottoni
installati dal Pentagon nelle redazioni. Rosso, non pubblicabile; giallo, da rivedere;
verde, pubblicabile. Ma forse già allora si trattava di neutralizzare, con la
verità, l’incontenibile odio degli iracheni.
Con Liliana contro la stampa falsa e bugiarda
Cos’era
la stampa, baby, mi si era già chiarito a vedere BBC e ITV riferire sulla
strage di Bloody Sunday a Derry, a cui avevo assistito e che avevo documentato
in maniera opposta a quanto veniva detto dagli schermi, quella sera e per altri
quarant’anni. Quella di Bagdad non era che una modesta conferma. Ma anche a
Tripoli, dove un’ombra di odio, mai scorta dal “manifesto”, deve aver
lievemente increspato il ghigno di Hillary per la sodomizzazione alla baionetta
di Gheddafi. Nulla, peraltro, rispetto ai suoi meriti in quanto donna,
defraudata da quell’odiatore (e odiato) seriale di Trump (sempre secondo “il
manifesto”). Avremo Liliana al nostro fianco sicuramente anche contro questa
“vedova nera” di Libia, Honduras e Ucraina. E contro i suoi finanziatori, a
Riyad, quelli del modernizzatore Mohammed bin Salman, quello della vivisezione
di Khashoggi.
La Commissione Odio contro l’UE
Sollevandoci
a un livello geopolitico, traiamo dal messaggio Segre l’insegnamento
inconfondibile e incontrastabile della fuoruscita, oltreché dalla Nato, per i
motivi nazionalistico-xenofobi citati sopra, dall’UE e dall’euro. Due entità
che hanno consacrato il nazionalismo carolingio bi-etnico franco-tedesco,
fondato su un odio millenario verso i paesi del Mediterraneo. Odio
irrefrenabile in individui come Moscovici, Dombroski, Juncker. Un odio
esplicitatosi con l’assalto a mano bancaria a Grecia e Italia, colpevoli di
continuare a far scorrere nel sangue e circolare nelle sinapsi il retaggio di
una civiltà che è la negazione di un Nuovo Ordine Mondiale fondato sull’odio di
chi non si omologa all’1%.
Oppure
c’è anche l’odio per i bambini di certe maestre d’asilo, di certe suorine
francescane, di certi fucilatori al limitar di Gaza, di cui “il manifesto” non
dice, di certi spacciatori di morte chimica, a volte farmaceutici, a volte
perfino “migranti” neri, di cui “il manifesto” non dice. Ma di cui sicuramente
Liliana Segre si occuperà. Gliene siamo grati.
E,
per chiudere, abbassandoci invece a livello di terra, aria e mare, non credo
possa essere sfuggito alla finissima sensibilità delle madri e dei padri della
Commissione Odio, il razzismo specista di chi va per le fratte e se la spassa
sparando a esseri viventi per mangiarseli e anche no. O chi nei laboratori e
mattatoi degli scienziati pazzi esercita la sua xenofobia (avversione
all’estraneo) tagliando a fettine cani, spellando volpi, elettrificando visoni,
accecando conigli, torturando vitelli, polli e maiali. Ma forse andiamo oltre
il seminato….E sicuramente Norma Rangeri, che, da modesta critica televisiva, è
assurta per meriti Deep State alla direzione dell’edizione italiana di
quell’organo, me ne vorrà. Indimenticabile una sua inveterata contro di me
quando, al TG3 feci, secondo lei, servizi splatter “inutilmente agghiaccianti”
quando mostravo le sevizie sofferte da certe scimmiette cui si fracassava il
cranio con lenta pressione, per vedere quanto la testa del conducente umano avrebbe resistito all’urto.
Sono
certo che Liliana Segre e la Commissione Odio saranno al fianco mio e degli animali anche non umani, anche quando si tratta di tirare le orecchie alla loro corifea Rangeri.
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