Napoli, Università Federico II, La polizia aggredisce chi protesta contro gli accordi tra università italiane e israeliane.
Byoblu-“Che idea ti sei fatto”. Davide Porro con
Roberto Hamsa Piccardo, già rappresentante delle comunità islamiche in Italia,
Fulvio Grimaldi, Lorenzo Bernasconi, Istituto Machiavelli
https://www.byoblu.com/2024/04/08/gaza-orrore-senza-tregua-che-idea-ti-sei-fatto/
Un’analisi di cosa succede e di cosa si prospetta in Medioriente,
a partire dal genocidio in atto a Gaza, dalla rivolta generale palestinese, dallo
scontro tra Stato Sionista e Asse della Resistenza in Libano, Siria, Iraq,
Yemen, all’indomani dell’attacco israeliano all’ambasciata iraniana a Damasco.
Una panoramica che parte dalla ritirata della FOI (Forza di
Offesa Israeliana) dalla metà sud di Gaza, dopo sei mesi di offensiva del
presunto “esercito più potente del Medioriente” che non è riuscito a
controllare la Striscia, annientare Hamas e a ottenere il rilascio dei coloni
israeliani catturati. Sconfitta secca. Catastrofe morale irreversibile.
Ciò che viene sempre trascurato, anche in ragione di una
pervicace disinformazione dei noti media di servizio, è la feroce repressione
condotta in Cisgiordania dai coloni, affiancati dalla FOI, contro quanto rimane
della presenza autoctona, che si vorrebbe destinata, qui come a Gaza, a
scomparire dalla faccia della Terra. Ai pogrom sionisti, però, risponde ora una
sempre più diffusa e robusta resistenza nei territori occupati, non contenibile
né dai coloni armati, né dall’esercito e né dal vergognoso collaborazionismo dell’isolatissimo
vertice ANP, presieduto dall’88enne Quisling e sabotatore del riscatto
palestinese, Abu Mazen.
Decaduto da quasi vent’anni per aver impedito elezioni in
Palestina dal 2006, quando le vinse Hamas, questo sedicente erede di Arafat si
è spinto fino a fare della polizia dell’ANP un servizio d’ordine degli
occupanti israeliani e delle loro strutture di intelligence e repressive.
A questo proposito va segnalato un documento delle forze
della Resistenza palestinese in Cisgiordania, diffuso dopo l’ennesimo attacco
di questi pretoriani di Abu Mazen ai centri di lotta di Jenin, Tulkarem e
Hebron. Il documento, firmato dalla Brigata di Jenin, massima roccaforte della
Resistenza, denuncia l’intervento della “rinnegata Autorità Palestinese” contro
le forze combattenti nel campo profughi di Nour Shams, a Tulkarem. L’obiettivo
era la cattura di un dirigente di quella brigata, Abu Shujaa, Nel corso di uno
scambio a fuoco è stato ucciso il combattente Motasim Al-Arif.
Nella totale passività di queste unità collaborazioniste, l’esercito
israeliano ha in questi giorni condotto operazioni nei territori che, secondo
Oslo, sarebbero sotto il controllo dell’Autorità Palestinese, operazioni finalizzate
alla ricattura dei detenuti palestinesi liberati in seguito agli accordi di
scambio con Hamas. Ultimo episodio: la ricattura di due studentesse dell’Università
di Bir Zeit a Ramallah, Layan Kayed e Layan Naser, da poco rilasciate. Si può
immaginare quale incentivo queste azioni piratesche possano rappresentare per
indurre Hamas a liberare altri coloni catturati il 7 ottobre.
Il comunicato si conclude con l’impegno delle brigate a
continuare la legittima lotta contro l’occupante e contro tutti i tentativi dei
collaborazionisti di sabotare la resistenza.
Tutto questo ci induce a valutare nei giusti termini chi,
anche da noi e ovunque fuori dalla Palestina, oggettivamente opera all’approfondimento
delle divisioni nella società palestinese in lotta, sostenendo il ruolo di un
vertice esautorato, squalificato, notoriamente corrotto, gradito agli USA e
indecentemente collaborazionista, implicitamente (ma non solo) diffamando le
forze della resistenza in cui si riconosce la popolazione.
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