martedì 9 aprile 2024

Israele non vince, Hamas non perde LA PALESTINA ACCENDE IL MONDO Quisling collaborazionisti fuorigioco

 

Napoli, Università Federico II, La polizia aggredisce chi protesta contro gli accordi tra università italiane e israeliane.

 

Byoblu-“Che idea ti sei fatto”. Davide Porro con Roberto Hamsa Piccardo, già rappresentante delle comunità islamiche in Italia, Fulvio Grimaldi, Lorenzo Bernasconi, Istituto Machiavelli

https://www.byoblu.com/2024/04/08/gaza-orrore-senza-tregua-che-idea-ti-sei-fatto/

Un’analisi di cosa succede e di cosa si prospetta in Medioriente, a partire dal genocidio in atto a Gaza, dalla rivolta generale palestinese, dallo scontro tra Stato Sionista e Asse della Resistenza in Libano, Siria, Iraq, Yemen, all’indomani dell’attacco israeliano all’ambasciata iraniana a Damasco.

Una panoramica che parte dalla ritirata della FOI (Forza di Offesa Israeliana) dalla metà sud di Gaza, dopo sei mesi di offensiva del presunto “esercito più potente del Medioriente” che non è riuscito a controllare la Striscia, annientare Hamas e a ottenere il rilascio dei coloni israeliani catturati. Sconfitta secca. Catastrofe morale irreversibile.

Ciò che viene sempre trascurato, anche in ragione di una pervicace disinformazione dei noti media di servizio, è la feroce repressione condotta in Cisgiordania dai coloni, affiancati dalla FOI, contro quanto rimane della presenza autoctona, che si vorrebbe destinata, qui come a Gaza, a scomparire dalla faccia della Terra. Ai pogrom sionisti, però, risponde ora una sempre più diffusa e robusta resistenza nei territori occupati, non contenibile né dai coloni armati, né dall’esercito e né dal vergognoso collaborazionismo dell’isolatissimo vertice ANP, presieduto dall’88enne Quisling e sabotatore del riscatto palestinese, Abu Mazen.

Decaduto da quasi vent’anni per aver impedito elezioni in Palestina dal 2006, quando le vinse Hamas, questo sedicente erede di Arafat si è spinto fino a fare della polizia dell’ANP un servizio d’ordine degli occupanti israeliani e delle loro strutture di intelligence e repressive.

A questo proposito va segnalato un documento delle forze della Resistenza palestinese in Cisgiordania, diffuso dopo l’ennesimo attacco di questi pretoriani di Abu Mazen ai centri di lotta di Jenin, Tulkarem e Hebron. Il documento, firmato dalla Brigata di Jenin, massima roccaforte della Resistenza, denuncia l’intervento della “rinnegata Autorità Palestinese” contro le forze combattenti nel campo profughi di Nour Shams, a Tulkarem. L’obiettivo era la cattura di un dirigente di quella brigata, Abu Shujaa, Nel corso di uno scambio a fuoco è stato ucciso il combattente Motasim Al-Arif.

Nella totale passività di queste unità collaborazioniste, l’esercito israeliano ha in questi giorni condotto operazioni nei territori che, secondo Oslo, sarebbero sotto il controllo dell’Autorità Palestinese, operazioni finalizzate alla ricattura dei detenuti palestinesi liberati in seguito agli accordi di scambio con Hamas. Ultimo episodio: la ricattura di due studentesse dell’Università di Bir Zeit a Ramallah, Layan Kayed e Layan Naser, da poco rilasciate. Si può immaginare quale incentivo queste azioni piratesche possano rappresentare per indurre Hamas a liberare altri coloni catturati il 7 ottobre.

Il comunicato si conclude con l’impegno delle brigate a continuare la legittima lotta contro l’occupante e contro tutti i tentativi dei collaborazionisti di sabotare la resistenza.

Tutto questo ci induce a valutare nei giusti termini chi, anche da noi e ovunque fuori dalla Palestina, oggettivamente opera all’approfondimento delle divisioni nella società palestinese in lotta, sostenendo il ruolo di un vertice esautorato, squalificato, notoriamente corrotto, gradito agli USA e indecentemente collaborazionista, implicitamente (ma non solo) diffamando le forze della resistenza in cui si riconosce la popolazione.

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