martedì 30 settembre 2025

Assassini seriali disperati, paura eh?--- LA RESISTENZA VIVE, VIVA LA RESISTENZA

 


Assassini seriali disperati, paura eh?

LA RESISTENZA VIVE, VIVA LA RESISTENZA

https://www.youtube.com/watch?v=c8lmkRDBHKc

https://youtu.be/c8lmkRDBHKc

 

Serata tv, lunedì 29 settembre 2025, il piu’ scadente spettacolo del circolo dell’orrore messo in scena dal colonialismo

2 vanne marchi, travestite da capo di stato e capo di governo, ci hanno impestato di roboante fuffa, mentre dagli schermi colavano i liquami di un prodotto andato a male, guasto, ammuffito, marcio. Chiamato “22 punti per la pace eterna”, quella dei padroni fatti becchini.

Con questo piano dei 20 punti infami i due ciarlatani illusionisti hanno provato a nettarsi del sangue di 680.000 morti, come rilevati da ricerche indipendenti, tra bombe, fame, scomparsi sotto le macerie, malattie, in maggioranza donne e bambini specificamente mirati dall’esercito “più morale del mondo”. Piano al quale hanno poi chiamato a concorrere un altro criminale di guerra e assassino seriale, il britannico Tony Blair, premier dei 3 milioni di assassinati in Iraq da guerra e occupazione, con la scusa che avevano inesistenti armi di distruzione di massa.

C’è chi si eccita davanti a oscenita’, violenze, volgarita’. Il che spiega l’esaltazione della funzione erettile dei nostri telecicisbei, a cominciare dal sionista al profumo di violetta, Enrico Mentana – “svolta epocale, nuova era, pace eterna” – che riecheggiava l’isteria plaudente dei leader politici e relativi servi mediatici di mezzo mondo. A partire dal miserabile quisling di Ramallah, Abu Mazen, inchiodato alla poltrona dal 2006 per non aver più concesso elezioni (allora stravinte da Hamas) e dai monarchi assoluti del Golfo, ancora non spazzati via da qualcosa di ineluttabile, tipo rivoluzione francese, o russa, o insurrezione partigiana.

Che sono invece quegli incidenti storici ai quali l’oscenita’ dei due zimbelli dei ricchi (Blackrock, Big Tech, Big Armi, Big Pharma, Big Bank) muniti di denti a sciabola, provano a reagire.

20 punti da farla finita con quel pericolo mortale per i padroni che, a partire dall’impresa di Hamas del 7 ottobre contro il potere stragista coloniale, è diventata la Palestina, con tutti quelli che nei cinque continenti ha raccolto attorno a se’

20 punti dai quali la democrazia occidentale ha espunto il soggetto del quale si tratta e su quei punti si esercitano: la Palestina e dunque la sua esistenza, e dunque la sua resistenza e dunque Hamas e compagni. Niente gli va fatto chiedere, niente gli va fatto dire, niente gli va concesso, niente elezioni, niente referendum che riguardi la propria sorte. Se ne permetterà a qualche dozzina di rimanere lì. Ma che stiano zitti e portino i cocktail agli ospiti della Riviera.

Se non disarmano e non se ne vanno, in cambio di amnistia (Amnistia per cosa? Per quali reati?)  si va alla prosecuzione dell’olocausto. Questo, il pensiero manifesto dei timonieri del Piano, Netaniahu, Ben Gvir, Smotrich, 900.000 coloni e un 80% della popolazione (confermato dai sondaggi).

A governare ci penseranno lo stesso Trump, l’uomo che NON ha fermato 7 guerre, ma ha rinominato il Ministero della Difesa Ministero della Guerra e in questa veste il proxy di Netaniahu, e il masskiller inglese Tony Blair, con tanto di gendarmi arabi e mercenariato vario a fare da pretoriani contro quanto ancora, tra i sopravvissuti, dovesse pretendere un nome e avere una faccia. In ogni caso chi dovrebbe occuparsi della “sicurezza” a Gaza? Ma come dubitarne? Il collaudatissimo IDF.  A curare, tra macerie - e cadaveri - da rimuovere e grattacieli e bungalow da costruire, affittare, vendere, spiagge da arredare, giardini da piantare là dove crescevano arance e grano, questa splendida accumulazione privata capitalimperialista, ci penseranno gli addetti allo sfruttamento privato della rendita, gli immobiliaristi. E chi, per restare, come suole oggi, in famiglia, meglio del genero del superboss mafioso, Jared Kushner, che già si è fatto valere come autore dello splendido rendering del resort Gaza, con tanto di Netaniahu e Trump, a pancia esposta, con Spritz in mano e sdraio che ogni tanto, nella sabbia, si incagliano su ossa.

La piu’ spudorata operazione neocolonialista mai proclamata, da quando il colonialismo europeo, a meta’ del secolo scorso, prima del soccorso USA, era stato cancellato dai movimenti di liberazione dei popoli in armi. Il sogno di una grande remontada che, grazie a Hamas e alla resistenza umana, minaccia di andare in vacca. Disperato tentativo degli ex padroni del mondo di riavvolgere la storia e sfuggire alla propria eclisse.

Cio’ che i due figuri non si rendono conto di aver rappresentato, il 29 sera alla Casa Bianca, e’ una disperata accelerazione a cui sono stati costretti dal movimento di contrapposizione e rivendicazione mondiale. Un’ affannosa corsa a come bloccare, e soprattutto svuotare di sacrosante ragioni, quelle centinaia di milioni che ormai da anni riempiono le piazze e assediano i palazzi del potere, costringendoli a pagare almeno un piccolo pegno, ovviamente falso, a riconoscimento degli impossibili due stati. Milioni con avanguardia i giovani, che ci si augurava di aver spento per sempre tramite pandemia, clima e paure varie.

Corsa a fermare il vento che riempie le vele della piu’ imbarazzante flotta di pericolosissimi inermi mai vista in un qualsiasi mare. Vento che, più che fenomeno atmosferico, e’ il soffio dello spirito umano rimasto integro.

Corsa a come impedire che la difesa del diritto alla resistenza, proclamato da milioni di voci nel mondo, riempia di armi le schiere dei combattenti della resistenza palestinese e dimostri tutta la fragilita’ dell’esercito più potente – e immorale - della regione.

Corsa a come evitare che si compia il suicidio dello stato genocida e fuorilegge dell’apartheid, suicidio assistito dai suoi capi e compari in preda a fanatismo psicotico. Suicidio a forza di discredito, disprezzo, avversione globali, frantumazione sociale interna, rottura di vitali rapporti imprenditoriali, bancari, accademici, militari, scomparsa degli investimenti esteri, diserzione dei riservisti, suicidi e psicopatologie in serie dei militari, vite che i valorosi yemeniti costringono nei bunker, fuga dei coloni verso i paesi d’origine.

A questo doveva servire lo spettacolo, tra l’osceno e il balordo, del 29 settembre a Washington. a esorcizzare quanto i pochi in alto da sempre temono e conoscono come l’inizio della fine: la resistenza dei tanti, magari armati solo di fionda. Proprio come David. Vedi gli scherzi della storia….

E gli applausi arrivati da complici, sicari, clientes e sottoposti vari, non coprono le trombe del giudizio. Che stavolta non suonano dall’alto. ma dal basso dei miliardi di esseri, rimasti umani.

Resta un impegno di tutti noi: quello dell’onore e della riconoscenza da tributare alla Flotilla che, mentre scrivo, è alla vista dell’illegale, sfrontata prepotenza di Israele come espressa nell’illegittimo blocco navale (legale e legittimo perché “autorizzato dall’ONU” solo secondo quell’ eccellenza della nostra scienza giuridica che è il tappetino del sionismo, Maurizio Molinari, da molti ritenuto giornalista). L’ONU non autorizza blocchi navali finalizzati a far morire una popolazione. Autorizza invece (anche se non mette in pratica) e, con essa, lo fa il diritto internazionale, la violazione di un blocco illegale da parte di spedizioni non violente, finalizzate a soccorrere genti minacciate.

La Flotilla, dalla quale sono ora scesi, in seguito all’assist fornito ai genocidi israeliani dai nostri governanti con le pressioni ricattatorie indirizzate ai giusti anziché agli ingiusti, i parlamentari del PD, senza che ciò ci sorprendesse. Gli altri rischiano, ma continuano ciò che i palestinesi e i resistenti del mondo si aspettano da loro.

Non abbiamo Hamas. Ma abbiamo la Flotilla. E presto un grande 4 ottobre.



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