domenica 9 maggio 2010
CAMPAGNE IMPERIALI, CAMPAGNUCCE CRIPTOIMPERIALI
In attesa di dire in questa sede nei prossimi giorni qualcosa di assennato sull’attentato-farsa di New York e sulla rivolta greca con annessa provocazione mortale padronale,
riproduco qui sotto la risposta di persone oneste e consapevoli a due campagne repressive e manipolatorie tra le più feroci e delinquenziali messe in atto dall’imperialismo e dai suoi scherani. Si tratta di appelli per Arundathi Roy, la grande militante e scrittrice indiana dei diritti umani “veri” e delle lotte dei popoli contro il capitalismo e colonialismo, oggi perseguitata dalle autorità indiane per la sua attività relativa alla guerriglia maoista, e di una nuova presa di posizione contro lo tsunami diffamatorio lanciato dall’Impero contro Cuba, evidentemente propedeutico a qualcosa di più “concreto”.
Aggiungo immodestamente in fondo anche la replica, già giunta a molti di voi, dell’appello a resistere, con espressioni di protesta ai responsabili e di solidarietà al sottoscritto, a un’altra campagna repressiva: la determinazione a sopprimere, perpetuando un provvedimento tirannico, la libertà d’espressione da parte di un quotidiano che si dice comunista e che è l’organo di un partito che il comunismo vuole rifondare. All’appello fa seguito anche l’astuta risposta che il direttore di “Liberazione”, Dino Greco, ha dato sul giornale a coloro che gli chiedevano come mai un ordine del giorno del Comitato Nazionale del PRC, in sostegno a Cuba e di condanna dei suoi persecutori e diffamatori, non venisse pubblicato sull’organo del partito.
Come vedrete, Greco spiega che è stata la direzione del partito a non inoltrare tale presa di posizione al quotidiano. Io, come al solito immodestamente, una spiegazione ce l’avrei. Nel momento in cui si insiste a infliggere ulteriori insulti economici e ingiustizie giudiziarie a chi è stato cacciato da Liberazione per aver espresso su Cuba, sette anni fa, posizioni che allora contrastavano con la linea Bertinotti, ma che oggi quell’ordine del giorno sembra sostanzialmente condividere, la diffusione a un pubblico di lettori di tale paradosso risulterebbe piuttosto imbarazzante. Soprattutto alla vista dei tanti lettori, iscritti e, in genere, difensori della libertà d’espressione, che in questi giorni hanno manifestato a partito e giornale tutta la loro indignazione. Fatte le debite proporzioni o, come dicevano i padri latini, si parva licet…, sempre di imperialismo, grosso o piccolo, e di repressione della verità si tratta. E di una sacrosanta battaglia per la libertà.
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Comitato contro la Guerra contro il Popolo dell’India
Via Cimatori 4/r – Firenze
Tel. 338 4381531
e-mail ccgcpi.italy@gmail.com
29/04/2010
Solidarietà ad Arundathi Roy
Arundathi Roy è una scrittrice e un’attivista dei diritti umani molto nota in Italia e in tutto il mondo. È impegnata intensamente, negli ultimi tempi, nella denuncia della barbarica guerra, la cosiddetta “Operazione Green Hunt”, contro gli indigeni che il governo indiano ha intrapreso per espellerli dalla loro terra e consegnarla alle compagnie minerarie, che intendono sfruttarla e attuare una devastazione ambientale di portata continentale.
Arundathy Roy si è recata poco tempo fa nella terra dove gli indigeni vivono e resistono, in molta parte aggregati nelle file dell’esercito del Partito Comunista dell’India (maoista), che da trent’anni opera in questa zona ampia come mezza Europa e popolata da cento milioni di persone.
Al suo ritorno, ha scritto un reportage, dal titolo Walking with the Comrades, [Camminando con i compagni]. Siamo stati informati che lo scritto sarà pubblicato in italiano nella rivista Internazionale ai primi di giugno. Invitiamo a leggerlo: siamo sicuri che si tratta di uno scritto eccellente, per il contenuto e per lo stile.
Il governo dello stato dell’India di Chattisgargh ritiene che con il suo scritto Arundathi Roy abbia violato l’Atto di Pubblica Sicurezza speciale, varato per impedire ogni voce di dissenso e di sostegno ai popoli colpiti dalla guerra. È un atto che prevede le misure repressive più dure in una nazionè che ha il più alto numero di prigionieri politici al mondo, dove i prigionieri sono sottoposti a ogni genere di vessazione, di violenza, di tortura e dove vivono in condizioni che li portano alla morte.
Esprimiamo il nostro sostegno ad Arundathi Roy e invitiamo a intraprendere ogni iniziativa di solidarietà a sua difesa contro questo ultimo attacco del governo indiano, e a mobilitarsi contro la guerra che il governo indiano ha inizato contro il popolo dell’India, contro l’Operazione Green Hunt.
In particolare, ci associamo all’iniziativa intrapresa da ATIK, Confederazione dei Lavoratori Turchi in Europa, che ha iniziato una raccolta di firme on line. Invitamo a firmare la petizione contro la persecuzione di Arundathi Roy in http://www.ipetitions.com/petition/stoppersecutionroy99/.
Riportiamo, di seguito, due interviste ad Arundathi Roy pubblicate ultimamente sui media del nostro paese, un’intervista da Peace Reporter e un’altra dal Manifesto.
Il Comitato di Solidarietà Contro la Guerra Contro il Popolo dell’India
Firenze – 4 maggio 2010
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Redazione Esteri TG1
- Caporedattore, sig.Pino Caserta
In riferimento al servizio mandato in onda nell’edizione del TG1 di ieri, sabato 8 maggio, firmato da Marilù Lucrezio, presentata da studio come “inviata” a L’Avana, vogliamo comunicare la nostra indignazione e un grande stupore per avere assistito ad una montatura cinematografica più che ad un servizio giornalistico.
Premettiamo che, da un lato, già il titolo del servizio -che annunciava il crescere della repressione- è di per sé una montatura, visto che non è giustificato da niente di quel che viene detto nel servizio medesimo e, dall’altro, la presentazione da studio della intervistata, signora Yoani Sánchez, come “giornalista” dimostra capziosa falsità, visto che Sánchez non è una giornalista, a meno che tale attestato, o titolo di studio, o qualifica le venga riconosciuta solo in quanto titolare di un proprio blog... (forse che ogni italiano che gestisce un proprio sito web è classificabile come giornalista?).
Le verità vere dietro queste due prime mistificazioni sono:
1. tenere alta l’attenzione sulla repressione continuando ad annunciarla –nella speranza che alla fine arrivi per davvero...
2. inserire la signora Sanchez fra i giornalisti per indicare che la categoria è perseguitata e vittima
Venendo al merito di quanto abbiamo visto al TG1, la montatura cinematografica si avvale, come si conviene ad un film, di immagini e testo:
• telecamera inquadra gambe e piedi in movimento e pavimento stradale (secondo le tecniche dei thriller)
• plotoni di poliziotti o militari ripresi per le strade della capitale (cioè, una città in mano ai repressori)
• passano fotogrammi di stampelle e s’intravvede un livido
• la voce della sig.ra Lucrezio intanto ci informa –e il thriller prende corpo- che è saltato il primo appuntamento con Sanchez perchè la medesima la avverte che è pedinata, poi anche Lucrezio è pedinata... infine decidono di vedersi in un posto molto riservato, lontano dagli occhi e dalle orecchie dei pedinatori... in piazza della Cattedrale...
dove comincia il servizio vero e proprio, o ciò che avrebbe dovuto essere il servizio vero e proprio, cioè l’intervista, su cui non ci soffermiamo perchè già tutto noto, solite cose della sig.ra Sánchez, che raccolgono tanto entusiasmo negli USA e in Europa, tutto è dello Stato, sì la Sanità ma... ecc ecc.
Torniamo invece alla montatura, ponendo solo due domande:
1. Sánchez è stata vista nei più prestigiosi hotel de L’Avana da centinaia di corrispondenti di testate mondialmente conosciute, mentre conversava, sostava nei salotti, si connetteva a internet; è stata intervistata più e più volte nei medesimi luoghi, è stata visitata e intervistata più volte nella sua casa. Come mai Marilù Lucrezio non ha percorso queste vie “normali” per intervistarla, visto che, supponiamo, fosse legittimata a farlo da un regolare visto giornalistico di ingresso a Cuba?
2. al corrispondente della REUTERS che la vide senza alcun segno fisico dopo il famoso sequestro corredato da percosse, Sánchez disse che i segni erano nascosti, poi dichiarò che erano spariti, poi che non aveva pensato a fare delle foto. Ora Marilù Lucrezio mostra addirittura una registrazione video in cui appare Sánchez che si muove a stento fra aiutanti e stampelle, poi scosta la frangia per mostrare un livido.
Non aveva letto niente la nostra giornalista sulle precedenti dichiarazioni di Sánchez ? (e non ha quindi potuto cogliere la grottesca contraddizione...)
A proposito di Yoani Sánchez, una spregiudicata falsaria, già presa con le mani nel sacco più di una volta, vale ancora e anche qui in Italia, per la nostra stampa, quella tristemente famosa valutazione del Governo USA sul dittatoriello panamense Noriega: è un delinquente... ma è il nostro delinquente
Ancora una volta impelle un dubbio: ma dov’è l’etica professionale? con quale diritto si trattano gli utenti come bambini tonti da imbottire con le farse?
Perugia, 9 maggio 2010 Anna Serena Bartolucci
AsiCubaUmbria
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Appello per Fulvio Grimaldi: contro una sentenza iniqua e una censura inaccettabile
A: Quotidiano Liberazione e Partito della Rifondazione Comunista
CONTRO UNA SENTENZA INIQUA E UNA CENSURA INACCETTABILE
Vogliamo che la voce del giornalista e documentarista Fulvio Grimaldi non venga spenta, come avverrebbe se “Liberazione”, giornale comunista, insistesse nell’esecuzione della sentenza d’appello che ha condannato Grimaldi a restituire a “Liberazione” i 100mila euro avuti in primo grado come risarcimento del danno subito dall’editto bulgaro di Bertinotti che ne ha determinato il licenziamento su due piedi in occasione della pubblicazione di un suo articolo su Cuba nel 2003, non gradito all’allora segretario del PRC.
Di quel licenziamento Grimaldi non ha mai ricevuto né comunicazione né motivazione ufficiali. Alla reazione di protesta di oltre duemila lettori, il giornale ha risposto con spiegazioni non veritiere, negando a Grimaldi il diritto di replica. Grimaldi è un giornalista controverso le cui posizioni a volte non sono condivise da molti, ma volterianamente ne affermiamo il diritto ad esprimerle, oggi come quando le illustrava nel TG3 o le pubblicava sul giornale di un partito che in gran parte le condivideva e che, comunque, affermava nei suoi principi costitutivi la libertà di espressione, il pluralismo delle opinioni, il diritto di critica. Da molti anni questa voce di un’informazione non in linea con il “senso comune” dominante ci ha fatto conoscere realtà di conflitti e popoli in lotta contro l’imperialismo, dal Medioriente all’America Latina, dai Balcani all’Africa e all’Asia, dal terrorismo di Stato a quello ingannevolmente attribuito agli aggrediti e demonizzati, realtà che non avevano diritto di presenza nei media ufficiali. Andando contro una giurisprudenza consolidata, che raramente rovescia una sentenza in materia di diritto di lavoro, il giudice d’appello ha annullato una condanna a chi lo aveva estromesso da “Liberazione”, per cui da cinque anni lavorava con rubriche e reportage dalle aree di crisi, sostenendo in prima persona le spese di quegli impegni. I firmatari di questo appello vogliono continuare a leggere e a vedere i reportage di Grimaldi sulle lotte dei palestinesi, iracheni, jugoslavi, latinoamericani, già visti da migliaia di persone in Italia e fuori. Grimaldi ha proposto una soluzione transattiva che il giornale ha respinto. Ciò significa inesorabilmente la fine di una voce che riteniamo preziosa e insostituibile.
Chiediamo a “Liberazione” e al PRC, che tanto si sono spesi per l’articolo 18 e contro ogni censura, a partire da Santoro, Luttazzi e Biagi, di recedere da un accanimento rivendicativo che ha il sapore della rappresaglia padronale, incompatibile tra soggetti che si definiscono compagni.
(per i particolari della vicendawww.fulviogrimaldicontrobloginfo)
Chi lo desidera può inviare il testo della petizione al quotidiano Liberazione all'indirizzo segreteria@liberazione.it
per firmare l'appello: qui
su Facebook
Annalisa Melandri
www.annalisamelandri.it
http://boicottaisraele.wordpress.com
La rivoluzione è un fiore che non muore
La revolución es una flor que no muere
L'uomo è nato libero ed è ovunque in catene
J.J. Rousseau
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Ogg: Risposta del Direttore di Liberazione DR: Dino Greco sulla mancata pubblicazione del ODG pro Cuba della Direzione Naz.le PRC.
RISPOSTA INVATACI DAL DIRETTORE DI LIBERAZIONE DINO GRECO CON DOCUMENTO PDF (vedi allegato):
Cari compagni/e, rispondo congiuntamente ad alcune lettere, tutte dello stesso tono, che
protestano per la mancata pubblicazione, da parte di Liberazione, di un ordine del giorno
sull’embargo indecente che gli Usa ancora impongono a Cuba. In qualche caso si allude ad un
nostro presunto intendimento censorio, riflesso di «atteggiamenti del recente passato».
Ebbene, del recente passato qui trovo soltanto perduranti pregiudizi. E mi prende il sospetto
che alcuni fra i nostri compagni abbiano mantenuto l’abitudine di criticare il giornale non avendo
però ripreso quella di leggerlo. Se lo facessero sarebbe agevole scoprire che contro il blocco ci
siamo espressi più volte, nel modo più severo e inequivoco. Da ultimo con un bell’articolo di Fabio
Amato, in prima pagina, che potete rileggere (o leggere, se fosse sfuggito), sul giornale del 30 aprile
scorso. Per non dire delle splendide pagine che Maria Rosa Calderoni ha dedicato alla campagna
per la liberazione dei Cinque.
Nei prossimi giorni, inoltre, daremo conto delle iniziative di solidarietà che l’Associazione
Italia-Cuba sta preparando per la metà di questo mese. Quanto agli atti delle riunioni e delle
risoluzioni relativi agli organismi dirigenti del partito, questi vengono predisposti e a noi consegnati
dal partito medesimo per la pubblicazione. Che noi garantiamo, senza omissioni. Quando ciò non si
verifica è, semplicemente, perché il partito non ne ha previsto la divulgazione. Infine, vi invito a
rimuovere il fantasma di una presunta inclinazione anticubana di Liberazione che – se è esistita nel
passato – certo non c’è più oggi.
Dino Greco
RISPOSTA C.LO AMICIZIA ITALIA CUBA "ITALO CALVINO" PIOMBINO/ELBA/...
Grazie Direttore per i sui esaurienti chiarimenti, sicuramente noi siamo tra quelli cattivi che a suo tempo ci siamo indignati con Liberazione per gli articoli contro Cuba, Venezuela, Bolivia ..scritti dalla Nocioni e non solo ,... non è assolutamente vero che non leggiamo Liberazione , ci sono compagni che lo comprano e lo leggono tutti i giorni, ....secondo la sua risposta che entra più sul merito dell'embargo che sull'aggressione mediatica in atto verso CUBA (Su cui infatti si concentra l'ODG),... tra le righe si legge chiaramente che per la mancata pubblicazione dobbiamo rifarcela con la direzione del nostro partito che non vuole la divulgazione. Se fosse così come dice lei la cosa è molto grave, anzi lo è ancora di più ,perchè adesso dovrebbe essere la dirigenza PRC ha dare certe spiegazioni .... ci pare illogico, irreale che il direttivo di un partito fa un comunicato unanime, poi ha paura delle proprie azioni e non lo divulga..... se questa è la realtà gentile dottor Greco sarebbe meglio chiudere bottega e andare tutti a casa...non le pare?....per affrontare questo difficile momento politico ci vuole dignità e palle............
Ah !!deve sapere inoltre che per l'articolo di Fabio Amato su Cuba, abbiamo fatto il TAM TAM ,infatti attraverso internet lo abbiamo inviato ovunque.
In ultimo noi non abbiamo mai considerato Liberazione anticubano.antivenezuelano, antiboliviano,... però è pur vero che nella redazione qualcuno che rema contro c'è e magari dovrebbe scrivere per qualche altra testata e non di sinistra.
Grazie di nuovo e
Saluti C.lo ANAIC PIombino
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2 commenti:
> Ancora una volta impelle un dubbio: ma dov’è l’etica professionale? con quale diritto si trattano gli utenti come bambini tonti da imbottire con le farse? <
http://www.byoblu.com//image.axd?picture=/BenvenutoUtontoThumb.jpg
Intervento ascoltato in Rai3 primapagina ore 08:51 di oggi dom 09.05.2010
Affaire Grecia-Euro: i pladroni- gnaccia aspettavano, per agire ulteriormente verso la Grecia, il risultato delle elezioni in Gran Bretagna. Temevano la scelta del candidato pro-entrata-GB-nell’Euro, che avrebbe comportato la sparizione della LIRA sterlina o Pound, con la conseguente FINALE DIPARTITA del dollaro. La sterlina pare supporti il 40% del valore della divisa statunitense. Ascoltando ancora le Radio, si avvalora la tesi risolutiva della questione: il petrolio… che ci si procaccia in DOLLARI…! Quindi, molta domanda, maggior valutazione. Il merdato insegna! Pertanto l’Euro deve andare giù perché il dollaro vada su. Dovessero esserci degli intralci, tipo la decisione di porre in COMA FARMACOLOGICO le BORSE o addirittura esautorarle, come avvenne anni fa da parte di qualche Tigre Asiatica, gli USA hanno ben salde basi nucleari-atomiche in Germania [diminuite] e soprattutto in Italia [sembra 70 su 150]. Dopo la telefonata di Osanna alla Merdel, questa ha deciso per tutti che, onde evitare la defenestrazione delle borse, fosse più saggio comprare il debito Greco che pare non sia AGGREGATO come quello italiano, strappando al pericolo il Dollaro [fallo] e la pound [guaina]. Per ora contentiamoci… poi S.L.A.F. all’Alessandro Magno versus Nodo Gordiano…! La “finanza”, come la “religione” e la “legge”, costruite dagli u-mani per ridurre in soggezione altre u-mane ghiandole genitali maschili … in Romano “cojoni”, serve a trasferire la “sopravvivenza” od il “tenue benessere” dagli “indigenti” ai “nababbi” a mezzo di servi-sciocchi senza scrupoli ma ben remunerati [procacciatori finanziari banche o non banche]. Non occorre alcuna abilità da parte degli incapaci dittatorelli da stracazzo che governano i Terroni [abitanti della Terra] per fare questo giochetto… basta rivolgersi ai testicoli… che abboccano come pesciolini famelici. Se NOI, Testicoli Schiavizzati, che abbiamo dato [Io no, per il MOM] ricchezza vera in cambio di azioni, obbligazioni e “derivati vari” cessassimo il MOVIMENTO della cartastraccia e lasciassimo riposare nel cassetto l’insensata testificazione della nostra citrullagine? Perderemmo NON VALORI che NON ABBIAMO e lasceremmo la partita di scacchi con giocatore unico alle agenzie di rating AAA passate, presenti e future. Che io sappia non si gioca da soli se non al SOLITARIO. Alla GAME OVER queste ultime dovrebbero aurottamarsi o fare la guerra civile con le “aziende” ed i “marchi commerciali” da loro stessi “smerciati”. Vorremmo investire in beni reali perché non c’è la minima interdipendenza fra l’aumento dei prezzi o inflazione ed i tassi bancari attivi per i depositanti, Di conseguenza il capitaletto si svaluta. Analizziamo anche il lato “investitori”: sul capitaletto impegnato avranno delle cedole, dei dividendi a fine anno… a quanto ammontano? La RENDITA così reperita copre il RISCHIO CAPITALE?
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