Inoltro due comunicati di interesse, che in qualche modo, riconducono alla mia vertenza con Liberazione relativa al giudizio rispettivamente espresso su Cuba nel 2003 e per il quale io venni allora licenziato sue due piedi dal giornale del PRC. L'articolo incriminato si trova in questo blog nel post "Il corpo del reato". Come avrete saputo, oggi la dirigenza del PRC e il suo responsabile esteri Fabio Amato esprimono su Cuba una posizione che non è dissimile da quella per la quale allora Bertinotti e Curzi decisero il mio allontanamento. Ciononostante, ignorando la contraddizione e una qualsiasi sensibilità politica ed etica, il giornale insiste a esigere da me i 100mila euro che, nel giudizio di prima istanza, poi rovesciato in appello, mi erano stati riconosciuti come risarcimento del danno morale, professionale ed economico subito. Quei soldi, come hanno potuto constatare le migliaia di persone che hanno visto i miei documentari, si sono trasformati nell'informazione che da allora ho potuto diffondere sulle lotte dei popoli aggrediti dall'imperialismo.
Suscita, sempre a proposito, amara ironia la constatazione di quanto si è verificato in occasione della chiassata fascista a Roma del Blocco Studentesco e di Casa Pound il 7 maggio scorso. Non vi sarà sfuggito l'osceno appello promosso da alcuni ex-rifondaroli, oggi vendoliani, a difesa della "libertà d'espressione e di manifestazione" di questi detriti neonazisti, noti alle cronache sia per le posizioni razziste, sia per la costante pratica della violenza nei confronti di inermi cittadini: assalti alle università, incursioni nelle sedi di movimenti democratici e di sinistra, pestaggi e ferimenti di singoli individui inermi, aggressioni (Piazza Navona) con manici di piccone a pacifiche manifestazioni studentesche. A costoro, che violano il diritto a esprimersi e a manifestare di chiunque non sia succube dei loro rigurgiti autoritari e teppisti, hanno espresso solidarietà, dopo il sacrosanto divieto della Questura a osservanza di Costituzione e leggi, gli stessi personaggi del clan bertinottiano che, accodandosi alle campagne di menzogna e diffamazione contro Cuba, la resistenza serba e quella irachena, condotte dalle centrali della guerra e della rapina infinita, mi cacciò da Liberazione senza neanche permettermi il diritto di replica, violando a sua volta la libertà d'espressione. Due soli nomi: Piero Sansonetti, ex-direttore di Liberazione al tempo del ricorso in appello contro il giudizio di primo grado, Ritanna Armeni e Angela Azzaro, esponenti di punta della direzione del partito e del giornale.
Nel frattempo questi soggetti sono usciti dal PRC. Com'è che il PRC e Liberazione si accaniscono ancora contro di me perseguendo un'azione che viene politicamente contraddetta dalle loro posizioni ufficiali attuali?
Permettetimi di chiedervi, proprio nel nome di quella libertà di pensiero e di espressione che ha fatto vincere Santoro addirittura contro la Rai e che non è concepibile che un partito sedicente comunista concorra a reprimere, di continuare a firmare l'appello qui a destra in alto e di scrivere al partito e al giornale. Vi ringrazio.
Fulvio
Ed ecco i due comunicati.
Il primo è un'ineccepibile risposta di una compagna di Italia-Cuba alla campagna di diffamazione dei media italiani, in cui si è inserita con virulenza la Rai. Il secondo è un appello dell'Ambasciata cubana in Italia relativa alla vicenda dei cinque cubani detenuti illegalmente da dieci anni negli Usa per aver indagato e denunciato, nel paese che si vanta di condurre una guerra mondiale al terrorismo, i piani terroristici contro il proprio popolo.
Cari compagni,
stamane pressapoco dopo le 8, su RAI, per Rai Educational, quella diretta da Minoli, è andata in onda la rubrica CitizenReport che ha iniziato (ma guarda che casualità!) un servizio sulla bloggera più pagata del pianeta.
Ovviamente, visto che sono pensionata e ho un po' di tempo, non ho potuto trattenermi dall'inviar loro il messaggio che segue.
Grazie della pazienza
Alma
La RAI continua imperterrita a fare da cassa di risonanza a personaggi
discutibili nonché taroccati. E ciò m´indigna come abbonata e come cittadina.
Mi riferisco allo spazio dato alla blogger Sanchez, smascherata dalla BBC,
dalla Reuters, dal prof. Salim Lamrani della Sorbona, che ha il server in
Germania e linee made in CIA! E che mente sapendo di mentire. Incluso che non è
una giornalista. Un blog non fa un giornalista!!!
L´accesso ad internet a Cuba avviene via satellite, lento e costosissimo in
quanto all´isola è interdetto causa "bloqueo" (che la vostra protetta finge d´
ignorare) l´accesso ai cavi sottomarini.
Tali cavi li sta predisponendo il Venezuela e dovrebbero essere operativi fra
circa un anno, non solo per Cuba, ma anche per altri paesi dell´area.
Invece quest´anno, in virtù del bloqueo del 1962 e successiva legge Helms
Burton del 1996, Google ha chiuso l´accesso ai cubani. Spiego meglio: un
professore, uno scienziato, un tecnico cubano non può usare il motore di
ricerca Google per aggiornarsi. Ma su questo la vostra protetta tace, molto più
comodo infangare l´isola caraibica, altrimenti come farebbe a vivere alla
grande e compiacere i suoi dispensatori di prebende?
E´ molto più comodo e fuorviante sprecare fiato nell´asserire che a Cuba è
proibito internet, da parte di chi dovrebbe fare una corretta e seria
informazione. E allora, come spiegate che in ogni scuola vi siano computer
(anche in sperdute scuolette sulla sierra, elettrificate a pannelli solari),
che persino persone anziane frequentano corsi d´informatica, che dappertutto vi
siano i club de joven computacion (e questo la vostra lo sa bene) se fosse
proibito?
Dal 2005 è in vigore il "plan Bush" che ha stanziato 150 milioni (sì,
milioni!) di dollari per destabilizzare Cuba, Venezuela e i paesi che ne
avessero seguito l´esempio. Una parte di questo fiume di dollari è stata
destinata anche per "comprare" giornali e giornalisti europei. E la signorina
Sanchez è ritornata a Cuba dalla Svizzera nel 2007 (guarda caso!).
Il plan Bush non è stato annullato, prova ne sia il golpe in Honduras del
giugno scorso e le campagne mediatiche nei riguardi dei paesi dell´America
Latina che hanno "osato" scegliere un altro destino, oltre a quello di
"cortile di casa USA".
La RAI, servizio pubblico, si lascia incantare da sirene stonate, senza mai un
contradditorio, senza offrire altre opinioni. C´è un perverso gioco al massacro
di interi paesi (guarda caso quelli inseriti nell´elenco made in USA degli
stati carogna ), come è già successo con Yugoslavia, Irak e attualmente Iran. A
costo anche di taroccare le notizie, senza un minimo di pudore.
Ricordo ancora, quando, dopo l´attentato alle torri gemelle, nei Tiggì dei
compunti giornalisti e giornaliste hanno ripetuto che era stato trovato fra i
detriti il PASSAPORTO DEL DIROTTATORE ATTA!!! Ma come, l´acciaio, il cemento,
il vetro si erano sciolto come burro al sole ed un documento, che si presume
cartaceo, no?
Come se, in virtù di una campagna mediatica (e non mi riferisco solo a Cuba) ,
venisse poi giustificata un´invasione, un attacco militare. Da parte chi non
occorre lo scriva, tanto sono sempre quelli, i portatori di libertà e
democrazia con le bombe
Per concludere, v´informo che la vostra protetta è stata smascherata dall´
agenzia Reuters, dalla BBC e dal prof. Salim Lamrami della Sorbona, tra gli
altri.
Alma Masè
**************************************************************************
Cari compagni,
stamane pressapoco dopo le 8, su RAI, per Rai Educational, quella diretta da Minoli, è andata in onda la rubrica CitizenReport che ha iniziato (ma guarda che casualità!) un servizio sulla bloggera più pagata del pianeta.
Ovviamente, visto che sono pensionata e ho un po' di tempo, non ho potuto trattenermi dall'inviar loro il messaggio che segue.
Grazie della pazienza
Alma
La RAI continua imperterrita a fare da cassa di risonanza a personaggi
discutibili nonché taroccati. E ciò m´indigna come abbonata e come cittadina.
Mi riferisco allo spazio dato alla blogger Sanchez, smascherata dalla BBC,
dalla Reuters, dal prof. Salim Lamrani della Sorbona, che ha il server in
Germania e linee made in CIA! E che mente sapendo di mentire. Incluso che non è
una giornalista. Un blog non fa un giornalista!!!
L´accesso ad internet a Cuba avviene via satellite, lento e costosissimo in
quanto all´isola è interdetto causa "bloqueo" (che la vostra protetta finge d´
ignorare) l´accesso ai cavi sottomarini.
Tali cavi li sta predisponendo il Venezuela e dovrebbero essere operativi fra
circa un anno, non solo per Cuba, ma anche per altri paesi dell´area.
Invece quest´anno, in virtù del bloqueo del 1962 e successiva legge Helms
Burton del 1996, Google ha chiuso l´accesso ai cubani. Spiego meglio: un
professore, uno scienziato, un tecnico cubano non può usare il motore di
ricerca Google per aggiornarsi. Ma su questo la vostra protetta tace, molto più
comodo infangare l´isola caraibica, altrimenti come farebbe a vivere alla
grande e compiacere i suoi dispensatori di prebende?
E´ molto più comodo e fuorviante sprecare fiato nell´asserire che a Cuba è
proibito internet, da parte di chi dovrebbe fare una corretta e seria
informazione. E allora, come spiegate che in ogni scuola vi siano computer
(anche in sperdute scuolette sulla sierra, elettrificate a pannelli solari),
che persino persone anziane frequentano corsi d´informatica, che dappertutto vi
siano i club de joven computacion (e questo la vostra lo sa bene) se fosse
proibito?
Dal 2005 è in vigore il "plan Bush" che ha stanziato 150 milioni (sì,
milioni!) di dollari per destabilizzare Cuba, Venezuela e i paesi che ne
avessero seguito l´esempio. Una parte di questo fiume di dollari è stata
destinata anche per "comprare" giornali e giornalisti europei. E la signorina
Sanchez è ritornata a Cuba dalla Svizzera nel 2007 (guarda caso!).
Il plan Bush non è stato annullato, prova ne sia il golpe in Honduras del
giugno scorso e le campagne mediatiche nei riguardi dei paesi dell´America
Latina che hanno "osato" scegliere un altro destino, oltre a quello di
"cortile di casa USA".
La RAI, servizio pubblico, si lascia incantare da sirene stonate, senza mai un
contradditorio, senza offrire altre opinioni. C´è un perverso gioco al massacro
di interi paesi (guarda caso quelli inseriti nell´elenco made in USA degli
stati carogna ), come è già successo con Yugoslavia, Irak e attualmente Iran. A
costo anche di taroccare le notizie, senza un minimo di pudore.
Ricordo ancora, quando, dopo l´attentato alle torri gemelle, nei Tiggì dei
compunti giornalisti e giornaliste hanno ripetuto che era stato trovato fra i
detriti il PASSAPORTO DEL DIROTTATORE ATTA!!! Ma come, l´acciaio, il cemento,
il vetro si erano sciolto come burro al sole ed un documento, che si presume
cartaceo, no?
Come se, in virtù di una campagna mediatica (e non mi riferisco solo a Cuba) ,
venisse poi giustificata un´invasione, un attacco militare. Da parte chi non
occorre lo scriva, tanto sono sempre quelli, i portatori di libertà e
democrazia con le bombe
Per concludere, v´informo che la vostra protetta è stata smascherata dall´
agenzia Reuters, dalla BBC e dal prof. Salim Lamrami della Sorbona, tra gli
altri.
Alma Masè
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----- Original Message -----
From: Secretaria Consejeros
To: Secretaria Consejeros
Sent: Friday, May 14, 2010 3:57 PM
Subject: LETTERA INDIRIZZATA A MICHELLE OBAMA PER IL CHIEDERE LA CONCESSIONE DEL VISTO NEGLI USA PER ADRIANA PEREZ E OLGA SALANUEVA
Roma, 14 maggio 2010
Alleghiamo il testo della lettera indirizzata a Michelle Obama che vi chiediamo di diffondere il più possibile e di appoggiare inviando la vostra adesione al Comitato per la Libertà dei Cinque, Svezia, c/o Vania Ramírez, Lidköpingsvägen 30, 2 tr, 121 39 Johanneshov, o alla posta elettronica libertadalos5.estocolmo@gmail.com, con copia all'ICAP (Instituto Cubano Amicizia con i Popoli) e alla nostra Ambasciata.
Un abbraccio rivoluzionario a tutti.
Ufficio Politico
Ambasciata di Cuba in Italia
____________________________________________________________________________________________________________________________________________
Stimata Signora Michelle Obama
Noi, donne della Svezia, le chiediamo che si impegni per la causa di due donne alle quali per più di 10 anni è stata negata la visita ai loro consorti incarcerati negli Stati Uniti. Si tratta di due donne cubane, Adriana Pérez ed Olga Salanueva, alle quali in ripetute occasioni e con differenti argomenti è stato negato la visto d’ingresso negli USA. Per visitare i loro mariti, Gerardo Hernández e René González, ingiustamente condannati a due ergastoli e 15 anni, relativamente, per aver cercato informazioni negli USA sulle attività terroriste in Florida che sono indirizzate contro la loro patria. Fanno parte del gruppo che è noto mondialmente come I Cinque Cubani, prigionieri politici negli USA. Hanno contribuito con la loro azione a salvare molte vite sia a Cuba che negli Stati Uniti.
Le autorità degli USA hanno giustificato il loro rifiuto alle reiterate richieste di queste due donne adducendo che rappresenterebbero una minaccia alla sicurezza nazionale degli USA. Ma nessuna delle due è stata processata per tali imputazioni, e non sono state nemmeno presentate prove della loro supposta colpevolezza. Che le ragioni per il rifiuto manchino di contenuto, si riflette dal fatto che cambiano in un'occasione o in un’altra.
A dicembre del 2009 il Dipartimento di Sicurezza Interna ha rifiutato la richiesta di Olga Salanueva per l’ottava volta. Senza giustificazione, le è stato negato di visitare suo marito, René González. Quando è stato arrestato a settembre del 1998, lei viveva legalmente insieme a lui e alle loro due figlie a Miami, dove è nata la figlia minore, cittadina statunitense, così come suo padre. Quando il marito è stato arrestato, è stata arrestata anche Olga, con l'intenzione di fargli pressione affinché si dichiarasse colpevole dei reati che non ha mai commesso. Dopo tre mesi è stata deportata a Cuba, senza sua figlia di due anni. Ha ricevuto un visto a marzo del 2002, che è stato revocato prima che potesse utilizzarlo. Dopo 10 anni, le autorità degli USA, continuano a castigarla crudelmente malgrado non abbia commesso alcun reato.
Anche ad Adriana Pérez è stato concesso un visto a luglio del 2002, e ha viaggiato negli USA per fare visita a suo marito, Gerardo Hernández. Ma quando è giunta ad Houston è stata fermata all'aeroporto, fotografata, le sono state prese le sue impronte digitali, è stata interrogata per 11 ore, senza permetterle un avvocato e personale diplomatico del suo paese, e poi è stata restituita a Cuba. Con una crudeltà studiata, le è stata data speranza per poi umiliarla e negarle il desiderato incontro con suo marito. L'ultima volta che è stata negata la richiesta di visto ad Adriana è stato a luglio del 2009, in occasione del 21º Anniversario del suo matrimonio.
Il negare ai familiari di visitare i detenuti, implica un castigo non necessario ed aggiuntivo per ambedue le parti e viola le norme internazionali delle relazioni umane. Queste includono il diritto di tutti i detenuti al contatto con le loro famiglie e le visite dei familiari. Ci domandiamo perché tanta crudeltà contro due donne oneste che non hanno commesso nessun reato ed il cui unico desiderio è quello di poter visitare i loro mariti.
Le richieste di visto umanitario di Olga Salanueva ed Adriana Pérez è avallato da un importante numero di istituzioni ed organizzazioni religiose, legali e dei diritti umani, che coinvolgono il Consiglio Mondiale delle Chiese, il Consiglio delle Chiese di Cristo degli USA, il Consiglio delle Chiese di Cuba, l'Associazione Americana dei Giuristi, Amnesty International, fino ad una lunga lista di Premi Nobel, - per la Letteratura e la Pace, - parlamentari, vescovi, sacerdoti, giuristi, scrittori, attivisti di diritto umano ed intellettuali di tutto il mondo. Inoltre, Olga ed Adriana sono state anche ricevute da parlamenti e da governi di molti paesi che appoggiano la loro lotta, ed a febbraio di quest’anno dal parlamento europeo.
Stimata Signora Michelle Obama. Le chiediamo che interceda affinché Olga ed Adriana ottengano i visti e possano visitare i loro mariti, affinché così diminuisca anche l'ombra che ricade sugli Stati Uniti per il trattamento crudele nei confronti dei Cinque e delle loro famiglie.
Stoccolma 17 aprile 2010
• Membro del Parlamento Europeo Eva -Britt Svensson (Partito di Sinistra)
• Ex Commisionaria dell'UE Anita Gradin
• Membri del parlamento di Svezia Anne Ludvigssen (Partido Socialdemocratico), Bodil Ceballos, (Partito Verde), Siv Holma (Partito Sinistra), Helena Bargholtz (Partito Liberale) , Liselotte, Olsson (P. Sinistra), Amineh Kakabaveh (P. Sinistra), Marianne Berg (P. Sinistra)
• Vescovo Eva Brunne, Diocesi di Stoccolma
• Dirigente d’opposizione Ann -Margarethe Livh, Municipio di Stoccolma
• Donne per la Pace, Bibbi Steinertz,
• La Lega di Sinistra delle Donne Svedesi, Stoccolma, Majlis Fridén
Per aderire alla nostra lettera invia il tuo nome, professione/incarico, città o luogo di residenza, paese al Comitato per la Libertà dei Cinque, Svezia, c/o Vania Ramírez, Lidköpingsvägen 30, 2 tr, 121 39 Johanneshov,
o alla posta elettronica libertadalos5.estocolmo@gmail.com
Grazie per il tuo appoggio!
From: Secretaria Consejeros
To: Secretaria Consejeros
Sent: Friday, May 14, 2010 3:57 PM
Subject: LETTERA INDIRIZZATA A MICHELLE OBAMA PER IL CHIEDERE LA CONCESSIONE DEL VISTO NEGLI USA PER ADRIANA PEREZ E OLGA SALANUEVA
Roma, 14 maggio 2010
Alleghiamo il testo della lettera indirizzata a Michelle Obama che vi chiediamo di diffondere il più possibile e di appoggiare inviando la vostra adesione al Comitato per la Libertà dei Cinque, Svezia, c/o Vania Ramírez, Lidköpingsvägen 30, 2 tr, 121 39 Johanneshov, o alla posta elettronica libertadalos5.estocolmo@gmail.com, con copia all'ICAP (Instituto Cubano Amicizia con i Popoli) e alla nostra Ambasciata.
Un abbraccio rivoluzionario a tutti.
Ufficio Politico
Ambasciata di Cuba in Italia
____________________________________________________________________________________________________________________________________________
Stimata Signora Michelle Obama
Noi, donne della Svezia, le chiediamo che si impegni per la causa di due donne alle quali per più di 10 anni è stata negata la visita ai loro consorti incarcerati negli Stati Uniti. Si tratta di due donne cubane, Adriana Pérez ed Olga Salanueva, alle quali in ripetute occasioni e con differenti argomenti è stato negato la visto d’ingresso negli USA. Per visitare i loro mariti, Gerardo Hernández e René González, ingiustamente condannati a due ergastoli e 15 anni, relativamente, per aver cercato informazioni negli USA sulle attività terroriste in Florida che sono indirizzate contro la loro patria. Fanno parte del gruppo che è noto mondialmente come I Cinque Cubani, prigionieri politici negli USA. Hanno contribuito con la loro azione a salvare molte vite sia a Cuba che negli Stati Uniti.
Le autorità degli USA hanno giustificato il loro rifiuto alle reiterate richieste di queste due donne adducendo che rappresenterebbero una minaccia alla sicurezza nazionale degli USA. Ma nessuna delle due è stata processata per tali imputazioni, e non sono state nemmeno presentate prove della loro supposta colpevolezza. Che le ragioni per il rifiuto manchino di contenuto, si riflette dal fatto che cambiano in un'occasione o in un’altra.
A dicembre del 2009 il Dipartimento di Sicurezza Interna ha rifiutato la richiesta di Olga Salanueva per l’ottava volta. Senza giustificazione, le è stato negato di visitare suo marito, René González. Quando è stato arrestato a settembre del 1998, lei viveva legalmente insieme a lui e alle loro due figlie a Miami, dove è nata la figlia minore, cittadina statunitense, così come suo padre. Quando il marito è stato arrestato, è stata arrestata anche Olga, con l'intenzione di fargli pressione affinché si dichiarasse colpevole dei reati che non ha mai commesso. Dopo tre mesi è stata deportata a Cuba, senza sua figlia di due anni. Ha ricevuto un visto a marzo del 2002, che è stato revocato prima che potesse utilizzarlo. Dopo 10 anni, le autorità degli USA, continuano a castigarla crudelmente malgrado non abbia commesso alcun reato.
Anche ad Adriana Pérez è stato concesso un visto a luglio del 2002, e ha viaggiato negli USA per fare visita a suo marito, Gerardo Hernández. Ma quando è giunta ad Houston è stata fermata all'aeroporto, fotografata, le sono state prese le sue impronte digitali, è stata interrogata per 11 ore, senza permetterle un avvocato e personale diplomatico del suo paese, e poi è stata restituita a Cuba. Con una crudeltà studiata, le è stata data speranza per poi umiliarla e negarle il desiderato incontro con suo marito. L'ultima volta che è stata negata la richiesta di visto ad Adriana è stato a luglio del 2009, in occasione del 21º Anniversario del suo matrimonio.
Il negare ai familiari di visitare i detenuti, implica un castigo non necessario ed aggiuntivo per ambedue le parti e viola le norme internazionali delle relazioni umane. Queste includono il diritto di tutti i detenuti al contatto con le loro famiglie e le visite dei familiari. Ci domandiamo perché tanta crudeltà contro due donne oneste che non hanno commesso nessun reato ed il cui unico desiderio è quello di poter visitare i loro mariti.
Le richieste di visto umanitario di Olga Salanueva ed Adriana Pérez è avallato da un importante numero di istituzioni ed organizzazioni religiose, legali e dei diritti umani, che coinvolgono il Consiglio Mondiale delle Chiese, il Consiglio delle Chiese di Cristo degli USA, il Consiglio delle Chiese di Cuba, l'Associazione Americana dei Giuristi, Amnesty International, fino ad una lunga lista di Premi Nobel, - per la Letteratura e la Pace, - parlamentari, vescovi, sacerdoti, giuristi, scrittori, attivisti di diritto umano ed intellettuali di tutto il mondo. Inoltre, Olga ed Adriana sono state anche ricevute da parlamenti e da governi di molti paesi che appoggiano la loro lotta, ed a febbraio di quest’anno dal parlamento europeo.
Stimata Signora Michelle Obama. Le chiediamo che interceda affinché Olga ed Adriana ottengano i visti e possano visitare i loro mariti, affinché così diminuisca anche l'ombra che ricade sugli Stati Uniti per il trattamento crudele nei confronti dei Cinque e delle loro famiglie.
Stoccolma 17 aprile 2010
• Membro del Parlamento Europeo Eva -Britt Svensson (Partito di Sinistra)
• Ex Commisionaria dell'UE Anita Gradin
• Membri del parlamento di Svezia Anne Ludvigssen (Partido Socialdemocratico), Bodil Ceballos, (Partito Verde), Siv Holma (Partito Sinistra), Helena Bargholtz (Partito Liberale) , Liselotte, Olsson (P. Sinistra), Amineh Kakabaveh (P. Sinistra), Marianne Berg (P. Sinistra)
• Vescovo Eva Brunne, Diocesi di Stoccolma
• Dirigente d’opposizione Ann -Margarethe Livh, Municipio di Stoccolma
• Donne per la Pace, Bibbi Steinertz,
• La Lega di Sinistra delle Donne Svedesi, Stoccolma, Majlis Fridén
Per aderire alla nostra lettera invia il tuo nome, professione/incarico, città o luogo di residenza, paese al Comitato per la Libertà dei Cinque, Svezia, c/o Vania Ramírez, Lidköpingsvägen 30, 2 tr, 121 39 Johanneshov,
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