Abbiamo ammonito che sarebbe necessaria un'azione prudente e che sarebbe sbagliato cercare di ottenere qualsiasi cosa con la forza, perchè ne sarebbe scaturito il caos. E cosa vediamo oggi? Il caos imperversa. (Wladimir Putin)
Il problema con gli scherzi politici è che vengono eletti. (Henry Cate)
Hai tentato. Hai fallito. Non fa niente. Tenta ancora. Fallisci di nuovo. Fallisci meglio. (Samuel Beckett)
So che sei venuto a uccidermi. Spara, stai solo uccidendo un uomo. (Che Guevara)
Il futuro non ha futuro se non si porta per mano il passato. (Adriano Celentano)
Voi lo sapete e io lo so. Non ce n'è uno tra voi che osa scrivere la sua onesta opinione e, se lo facesse, saprebbe in anticipo che non verrebbe mai stampata. (John Swinton, Direttore del "New York Tribune" nel 1880)
Il problema con gli scherzi politici è che vengono eletti. (Henry Cate)
Hai tentato. Hai fallito. Non fa niente. Tenta ancora. Fallisci di nuovo. Fallisci meglio. (Samuel Beckett)
So che sei venuto a uccidermi. Spara, stai solo uccidendo un uomo. (Che Guevara)
Il futuro non ha futuro se non si porta per mano il passato. (Adriano Celentano)
Voi lo sapete e io lo so. Non ce n'è uno tra voi che osa scrivere la sua onesta opinione e, se lo facesse, saprebbe in anticipo che non verrebbe mai stampata. (John Swinton, Direttore del "New York Tribune" nel 1880)
Ermeneutica
del femminicidio
Andiamo per disordine, in fretta, tutti argomenti
brucianti, decostruendo come capita la pila di appunti e documenti che ho
accanto alla tastiera e che rischia di divorarmi vivo. A Palermo uno, in quel
momento passato da psicopatico addestrato a psicopatico d’emergenza, come tutti
gli assassini, uccide una ragazzina e ne accoltella la sorella. Il 99% di chi
ne parla (e non è il 99% cui fa riferimento Occupy)
nuota a poderose bracciate nella scia della corazzata macho-femminista che
spara a palle infuocate contro i maschi. Corazzata finita, come la “Concordia” di
Schettino, dritta come un missile sullo scoglio del senso comune. Cioè del
comodo e spesso strumentale stereotipo delle battaglie di femministe che, come
la brigata teleassidua di Ida Dominianni
o Paola Concia, a suo tempo inneggiavano all’ ”angelo bianco” Hillary Clinton e
si fecero paladine delle mercenarie del guitto mignottaro. Lo scoglio su cui
piantano e fanno svettare la bandiera delle donne martiri (tutte) e migliori
degli uomini (tutti) è il paradigma dei maschi escatologicamente portati alla
violenza e all’oppressione sulle donne. La violenza psicofisica di tante madri
sui propri figli, che potrebbe avere qualche responsabilità in esiti tipo
Palermo, rimane occultata nel buio degli antri sotto lo scoglio. Ma non c’è
solo quella, per quanto pesante. Chi di queste menadi di una criminalizzazione
senza attenuanti ed eccezioni, ha mai fatto il passetto più lungo fino ad
arrivare a quanto viene fatto alla mente di una creatura, specie se maschio,
specie se di questi tempi della glorificazione della violenza istituzionale, fin
dai primordi del suo innocente e limpido cammino nella vita? Chi ha provato a
misurare, magari con gli strumenti dei più validi scienziati della psiche, l’effetto
che fa:
- Essere
indotto da subito a imparare come principio fondamentale “questo è mio” e a difenderlo contro tutti, se non contro la mamma
di cui è “suo”.
- Vedere
in tv, fin dai cartoni animati, che i bravi, i forti, buoni o cattivi che
siano, sono maschi e che le femminucce sono corollari ed effetti collaterali,
quando non sceme alla Heidi.
- Crescere bersagliato da, e quindi appassionato a,
videogiochi dove è inevitabilmente il maschio che spadroneggia per muscoli e
perizia e dove tanto più si vince quanto più si è violenti e si distrugge,
ammazza, sventra, incenerisce. Videogiochi che godono di apologeti
irresponsabili, come tale Federico Ercole del “manifesto”, che si inebriano delle qualità
tecno-artistiche di queste apologie di reato e istigazioni a delinquere, quante
più atrocità insegnano.
- Maturare
per vedere che il mondo attorno a noi, rappresentato come il migliore dei mondi
possibili da maschi e femmine in autorità, eleva al parossismo della realtà le
guerre, stragi, carneficine, tecnologie genocide armate o chimiche, fino allora
virtuali, ordinate da coloro a cui tutti debbono obbedienza, stima e rispetto
ed eseguite da maschi forzuti, in predicato per il titolo di “eroi”.
- Essere
inondato giorno e notte da culi e tette di femmine spersonalizzate perché
dedichino il loro apparire svuotato di essere interamente al potere di disporne
degli uomini (ricchi).
- Leggere
articoli e vedere immagini in cui il killer professionista, il drone, il
“giovane rivoluzionario” rossandiano libico o siriano, il Navi Seal Usa, macellano, nel nome di valori alti come la
democrazia e i diritti umani, donne, bambini e uomini e rappresentano il non
plus ultra della civiltà.
- Essere
bombardati a tutte le ore dal verbo assoluto della meritocrazia, che si risolve
nel mettere sotto il compagno di classe fragile, il collega di lavoro meno
paraculo, la donna o l’uomo in esubero, per essere vincente e mai perdente.
Cosa che spetta soprattutto ai maschi, sempre che le femmine non si chiamino
Hillary Clinton, Madeleine Albright, Margaret Thatcher, Angela Merkel, Susan
Rice, Imelda Marcos, Elsa Fornero, Annamaria Cancellieri.
- Avere
alle spalle 2000 anni di machismo ultrà e di violenza generalizzata, psichica
e, ove possibile, fisica, della Chiesa cattolica, con stermini oggi non più
direttamente eseguiti, ma sempre accompagnati, cui lo Stato elargisce fondi per
perpetuare il catechismo della superiorità morale sugli altri, a scapito di un’istruzione
che insiste sull’uguaglianza.
Donne
sconosciute, donne spendibili
Nel momento in cui un
ragazzo di Palermo, pregno di tutto questo, massacra sue coetanee, a Bani Walid, Libia, gli ultimi resti di un
popolo libero e dotato di dignità vengono sterminati con gas, napalm, missili
Grad, con particolare attenzione alle bambine e alle donne, ontologicamente più
vulnerabili, la cui eliminazione dovrebbe produrre un proficuo impatto
debilitante su chi si ostina a non arrendersi. Per l’ennesima volta i ratti
hanno annunciato la morte in combattimento del figlio più giovane di Gheddafi,
Khamis, eroe della resistenza. E la cattura e morte anche di Mussa Ibrahim, il
mai piegato portavoce del leader libico. Una trasmissione radiofonica dello
stesso Mussa Ibrahim ha immediatamente smentito entrambe le notizie.
Ero a Bani Walid, nel pieno
dell’apocalissi scatenata dalla superiore civiltà, nutrice come tale del superiore
terrorismo, (vedi il docufilm “Maledetta
Primavera”). Una città, capitale della più numerosa e patriottica tribù
libica, i Warfalla, traboccante di orgoglio, determinazione, cordialità e ansia
di lacerare davanti all’ospite la nebbia della menzogne grazie alle quali ci si
apprestava a sbranare un paese giusto e felice. Nei locali della locale squadra
di calcio, la prima della Serie B, erano ospitati i profughi da Misurata e
Bengasi, ancora traumatizzati dalle atrocità dei “giovani rivoluzionari” con
bandiera di Al Qaida, a cui tanti dei loro familiari e amici non erano riusciti
a sfuggire. Li sostenevano le famiglie del luogo. Dopo un pranzo nella
palestra, in compagnia dei capi clan, ricevemmo in dono un pallone firmato dai
giocatori. Quelli che ora, con i soli Kalachnikov, tengono testa al tentativo dei ratti e dei
loro allevatori di cancellarli dalla faccia della Terra. Con un ragazzo, terzo
anno di medicina, restai in contatto email. A fine ottobre mi scrisse: Gheddafi è uscito dal suo cuore ed è entrato
nel mio.
In Siria i nostri portatori
di democrazia alle donne e ai bambini riservano stragi e fosse comuni. In
Pakistan, Yemen, Somalia, Afghanistan, droni e Top Gun come quelli dei videogiochi e dei film, radono al suolo
interi villaggi abitati ormai da sole donne, anziani, bimbi, dato che gli
uomini sono in giro a difendere contro i liberatori dal burka il loro arcaico
oscurantismo machista; in Messico, la sinergia regime e narcocartelli, sotto
regia Usa, ammazza donne come fossero fringuelli nel bresciano e non si ode uno
squittìo femminista da queste parti. Si
chiederà, il ragazzo Samuele Caruso di Palermo, come mai la polizia mi arresta
e anatemi mi piovono addosso da femministe, sociologi, psicologi e criminologi
da 500 euro a comparsata di regime, e tutto va bene madama la marchesa e nulla
si contesta per quelle altre decimazioni. Domanda che lo Zeitgeist dei nostri tempi rende insensata. Proviamo a tagliare gli
artigli a Obama, Romney, Draghi e Monti, proviamo a chiuderli in galera e
coprirli di orrore e vediamo se il numero dei femminicidi dei maschi con tali modelli, 100 quest’anno,
si riduce. Non farebbe male a nessuno, verrebbe da dire.
Messico, Ciudad Juarez
Depistaggio
parafascista
L’antifascismo conosce
finalmente un alto momento di affermazione. No, non si tratta dello sciopero
generale, come quelli degli altri paesi del Mediterraneo meno acefali, contro
la macelleria sociale del tecnofascismo marca Bilderberg, resa necessaria anche
dalla spesa per gli strumenti che servono per genocidare popoli di troppo. E
neanche della messa al bando dei detriti del fascismo d’antan, utilizzati per
depistare dalla prova provata che oggi subiamo il potere di un nazifascismo più
feroce del predecessore in orbace. Si tratta della sistemazione, finalmente, di
un altro nonagenario, coscritto tedesco ventunenne e intossicato di Deutschland ueber alles, comandato a
vent’anni a partecipare a riti di guerra come li praticavano tutte le armate
impegnate in scontri di civiltà. Alfred Stork, caporale inserito, a forza di un
criminale diritto di guerra, nel plotone di esecuzione degli ufficiali italiani
a Cefalonia, viene alla buon’ora processato dal tribunale di Roma. Tutti
soddisfatti e con la nuova medaglia di antifascismo sul petto. Tanto luccicante
da abbagliare il colto e l’inclita se dovessero mai volgere lo sguardo dove il
sole della giustizia antifascista non batte. Che so, sulla lista di
assassinandi compilata ogni settimana dal comandante in capo occidentale, su nostri
eroi che a Nassiriyah svuotarono con la mitraglia un’autoambulanza, o su quegli
altri che in Somalia infilavano bottiglie e fili elettrici nella vagina delle
donne.
Estelle
sequestrata. E le stelle stanno a guardare.
In Palestina è stata
bloccata l’ennesima nave per Gaza colma di ottima, ma un po’ strabica gente,
con gli occhi puntati su quella tragedia e neanche uno sguardo in tralice, a
destra, verso Bani Walid e, a sinistra, verso Aleppo. C’è l’olocausto degno di
compassione e indignazione, e ci sono quelli che no. Lo sappiamo fin da Auschwitz
e da Dresda o Hiroshima. Così a noi tutti viene rafforzata la consapevolezza
delle sofferenze e delle efferatezze a Gaza, mentre ne vengono oscurate le
sofferenze ed efferatezze in Cisgiordania, la colonia israeliana affidata al
proconsolato dei fantocci dell’Autorità Nazionale Palestinese diretta dai collaborazionisti
grassatori e vendipatria Mahmud Abbas e Salam Fayad. E poi, a rasserenarci del
tutto, non si è praticata in Cisgiordania la democrazia, quella così familiare
a noi, nelle elezioni amministrative del 20 ottobre? Per evitare che trionfasse
ancora una volta Hamas, quella che si riteneva la resistenza non domata, non si
votava dal 2006 e, dunque, tutti gli eletti di allora erano diventati
illegittimi. E illegittimo era, dal 2009, fine del suo mandato, il presidente
Abbas. Sono stati questi illegittimi, guardia pretoriana di Netaniahu in
Palestina, addestrati da generali Usa in Giordania, venduti anche agli alleati
di Israele nel Golfo, complici dell’eliminazione di Arafat, corrotti ladri dei
fondi internazionali destinati a un popolo in miseria, traditori della Siria
che li ha sostenuti col sangue per mezzo secolo, ad organizzare le elezioni.
Alla occidentale, togliendosi dai piedi, con arresti e esecuzioni, controllo
dei media, intimidazioni, corruzione, brogli eclatanti, i concorrenti vincitori
della precedente tornata. Che, di conseguenza non hanno voluto, potuto,
partecipare.
Palestina,
depistaggio democratico
Ha vinto Fatah, l’apparato
di controllo e rapina dell’OLP. Ha votato meno del 55%. 50 membri di Fatah che
volevano candidarsi come indipendenti sono stati cacciati. Ad altri
indipendenti dell’OLP, che correvano per il FPLP, il DFLP e il Partito del
Popolo (comunista) sono stati negati i contributi per la campagna. Le
circoscrizioni in Cisgiordania sono 350. Ma si è votato solo in 181, perché gli
elettori, vistisi confrontati con candidati esclusivamente di Fatah, si sono astenuti.
Altri 78 hanno cercato di salvarsi dalla soperchieria rinviando il voto a
novembre. Il giudice del tribunale supremo israeliano, Edmond Levy, ha redatto
un rapporto, approvato ed elogiato dal Likud e da Netaniahu, in cui,
finalmente, si legalizzano gli avamposti dei coloni (illegali come tutti gli
insediamenti) e si afferma che tutta la Giudea e Samaria è terra ancestrale
degli ebrei e che, dunque, non esisterà nessuno Stato palestinese a ovest del
Giordano. Ben Gurion e Golda Meir risuscitati. Ma di questo, nella campagna di
Abu Mazen, non si è fatto cenno. Come si poteva, visto che l’ANP – vedi i gli
osceni Palestinian Papers – è da anni
che garantisce ai nazisionisti e agli Usa la più totale sottomissione e
collaborazione. E pensare che ci sono ancora pacifinti italioti che vanno in
processione nella Palestina occupata a riferirsi e rendere omaggio a questa
feccia, anziché aiutare il popolo palestinese a liberarsene.
Libano,
depistaggio ONU
Ban Ki-moon, segretario
generale dell’ente mondiale che dovrebbe assicurare equità, pace e giustizia,
tuona contro il drone di Hezbollah che gli israeliani hanno abbattuto giorni
fa. Drone disarmato di coloro che, nel 2006, con la forza del popolo in armi,
hanno saputo ributtare nei suoi covi di partenza la quarta potenza militare e
nucleare del mondo. Drone opportunamente spedito a osservare la tempesta di
guerra che Israele, in manovre congiunte con gli Usa, sta preparando contro lo
stesso Libano, la Siria e l’Iran. Ha detto Ban Ki-moon: “Si tratta di una cinica provocazione che potrebbe provocare una
escalation pericolosa, tale da minacciare la stabilità del Libano”. Chi
insidia la stabilità del Libano? Mica Israele che l’ha invasa e occupata tre
volte. Mica i falangisti, minoranza ricca che da sempre, per preservare il suo
dominio, spacca il paese in fazioni opposte. Mica i servizi occidentali che
brigano per alimentare gli scontri interconfessionali. Mica il Mossad con i
suoi attentati da attribuire ai siriani. Mica l’elite sunnita, al soldo dei
sauditi, che impegna le sue milizie a sostegno dei briganti che hanno invaso il
paese fratello.
L’accusa del segretario burattino
si accompagna al simultaneo assassinio, nel quartiere cristiano di Beirut,
Ashrafijeh, di Wissam Al Hassan, capo spione al servizio dei sauditi e del loro
emissario in Libano, Saad Hariri. Attentato da tutti, “manifesto” compreso,
apoditticamente attribuito al presidente siriano in resistenza, Bashar el
Assad. Come, a suo tempo, da un giudice tedesco prezzolato e smascherato,
Detlev Mehlis, l’uccisione del Padre di Saad, Rafik, che costrinse la Siria a
ritirare dal Libano le sue forze di protezione dagli assalti israeliani e dalla
sovversione falangista. Depistaggio analogo, quello dell’accusa turca e del Free Syrian Army a Hezbollah di operare
in Siria dalla parte di Assad, laddove i media, non solo quelli fuori dal
girone Nato, riconoscono ormai che nove decimi dei “ribelli” siriani sono di
estrazione straniera. All’attentato di Ashrafiyeh ha fatto seguito quanto
programmato: scontri in varie città tra sciti filosieriani e sunniti e
falangisti antisiriani, un prodromo di nuova guerra civile che porti finalmente
alla neutralizzazione di quel bubbone antisionista ed antimperialista che sono
gli Hezbollah. Naturalmente nei cieli delle chiassate contro i mandanti di
Damasco, sentenziati tali dai giudici Mossad e Cia, sventola alta la bandiera
nera della fanteria Nato: Al Qaida.
Entrambi, il drone di
Hezbollah e l’attentato, hanno svolto un compito di depistaggio colossale. Chi
parla più, se non per esaltarne il ruolo democratico, del terrorismo dei droni
Cia, lanciatori di missili Hellfire, con il 90% di vittime civili, in Afghanistan,
Pakistan, Yemen, Somalia, di quelli adottati dalla polizia Usa anche per il
controllo interno, modello per tutti gli Stati sicuritari dell’alleanza, di
quelli da scatenare su Africa e Asia, per i quali viene allestita Sigonella? E
per quanto riguarda il terrorismo siro-libanese, chi fa più caso alle migliaia
di mercenari e armi contrabbandati in Siria per compiervi attentati stragisti,
con il concorso degli ultrà sunniti di Hariri e degli specialisti Nato? A
coprire queste imprese della civiltà superiore serve anche l’ennesima Sakineh,
o Neda Soltan (ve le ricordate le foto di queste “martiri”, del tutto fasulle,
dell’islamismo iraniano, appese al Campidoglio e in altri luoghi deputati e
strombazzate dalle fanfare di Amnesty?).
Stavolta si chiama Malala, ha 14 anni e, da quando ne aveva11, incredibilmente
precoce nella comprensione della geopolitica mondiale, sparava sul blog accuse
ai maschilisti Taliban ed elogi a Obama e ai devastatori del suo paese. Uno le
ha sparato mentre usciva da quella scuola che i Taliban non vorrebbero
frequentata (e non è vero) da ragazzine. Occasione d’oro per tornare a
satanizzare i resistenti afghani e pakistani, affermando una loro
rivendicazione che non c’è mai stata, e sorvolare sull’ennesima strage di donne
nei villaggi compiuta da droni e da mercenari Nato. Facile immaginare chi possa
trarre vantaggio dal ferimento di una bambina che rifiuta il velo e sventola la
bandiera a stelle e strisce.
A parte il rivelatore cui prodest di un attentato con cui si criminalizza
la Siria, che semmai di distensione avrebbe bisogno piuttosto che di
rinfocolare una tensione a rinforzo dei piani di aggressione, esiste chi faccia
il minimo riferimento a quanto numerosi e autorevoli fonti arabe rivelano?Ore
prima dell’attentato,questo Wissam al Hassan era stato visto da numerosi testimoni
sul confine turco-siriano, proprio nei giorni in cui la Turchia cannoneggiava
la Siria ben 87 volte di seguito, uccidendo 12 militari siriani e un numero
imprecisato di civili. La sua attività? Sovrintendeva ai rifornimenti alle
bande salafite in Siria e dove sarebbe morto, insieme a un collega e alla sua guardia del corpo, in un
conflitto a fuoco? Chi ha citato la notizia, fosse solo per metterla a fianco
delle altre? Non si poteva ammettere che questo agente della Nato e dei sauditi
facesse quel lavoro di manutengolo di imperialisti e despoti del Golfo. Così si
è inscenato l’attentato di Beirut. Curiosamente neanche uno dei frammenti delle
otto vittime è stato rinvenuto sul luogo dell’esplosione, che invece sono
comparsi miracolosamente nella camera mortuaria. Si chiamano in inglese
operazioni false-flag, sotto falsa
bandiera. Sono vecchie come la storia delle guerre d’aggressione e Obama,
istruito dall’11 settembre, le ha rilanciate alla grande. Per tenere sotto tiro
una società in crisi e in collera, l’FBI si è vantata di aver sventato ben 170
attentati islamici dal giorno delle Torri Gemelle. Neanche un petardo sono
riusciti a far scoppiare negli Usa, questi inetti di Al Qaida.
E a questo proposito è interessante
e rivelatore l’episodio in cui l’FBI ha reclutato uno studentello del
Bangladesh, imbevuto di Jihad, abbindolandolo con un agente finto terrorista
islamista, gli ha fornito 500 kg di esplosivo da mettere nell’edificio della
Federal Reserve Bank a Manhattan, contenente riserve auree per 21 miliardi di
dollari, un furgone con cui trasportare 21 sacchi di tritolo a destinazione e,
infine, un innesco fasullo da azionare col cellulare. In quel momento,
mercoledì 17 ottobre. è intervenuta una pattuglia dei ben mille poliziotti facenti
parte dell’Unità Antiterrorismo di New York. Allori all’apparato securitario e nuova
spinta alla guerra mondiale contro il terrorismo. Il capo della polizia,
Raymond Kelly, non si è lasciato sfuggire
l’occasione per dichiarare che “Agenti
di Al Qaida insistono a voler fare di New York un campo di battaglia”. Se
la ridevano intanto gli agenti di Al Qaida che, per conto del governo di
Raymond Kelly, è della Siria che stanno facendo un campo di battaglia.
Nella furia per arrivare
all’invasione e alla distruzione della Siria e precipitare, con l’attacco
all’Iran, quella conflagrazione mondiale (Putin avrebbe avvisato: “Un soldato
turco che entrasse in Siria è come se calpestasse suolo russo) che dovrebbe
sfoltire il pianeta e trarre d’impaccio, come, dopo il ’29, la Seconda Guerra
Mondiale, il capitalismo in difetto di accumulazione, la criminalità
organizzata a capo della “comunità internazionale” moltiplica le operazioni false-flag. L’impunità e il consenso dei
media e dell’ONU ne copre la grossolanità. Grossolanità come quella del 7
luglio 2005 a Londra, quando quattro ragazzetti, alcuni con figli neonati, che
avrebbero collocato una bomba in una carrozza del metrò, da loro fabbricata in
casa con farina e tintura per capelli, furono fatti saltare per aria con una bomba che si scoprì – ma si tacque –
collocata tra i binari, sotto il
metrò. Lo dimostrano le foto dei pavimenti aperti verso l’alto. In uno strappo alla sua condizione di embedded, nientemeno che la BBC ha
trasmesso un servizio che documentava come le esplosioni di quel giorno fossero
parte di un complotto governativo finalizzato a giustificare la guerra all’Iraq.
Guerra che lo scandalo delle bugie di Tony Blair aveva resa indigesta
all’opinione pubblica. Aggiunta alle innumerevoli e incontestabili prove della
paternità interna degli attentati di New York e Washington e alla scaltra
rapidità con cui la polizia spagnola fece fuori d’un botto e mise a tacere
tutti i presunti autori delle esplosioni sul treno di Madrid, l’ipotesi sta
ritta in piedi.
Medicina amara da
trangugiare, quella delle bugie e dei complotti, per i media della sinistra
sinistrata. Ma, come Pinocchio di fronte alla morte ventilata dalla cara fatina
dai capelli turchini, se la bevono e la fanno bere. Purchè si accompagni alla
zolletta di zucchero dei contributi di Stato.
Beppe Grillo, o Alice nel paese delle meraviglie.
Comunque, carino.
Ma che pianeta
mi hai fatto? Nelle cariche politiche e istituzionali si alternano, per un
tempo limitato e per solo spirito civile, cittadini estratti a sorte. Ogni anno
si tiene la giornata della solidarietà, considerata la massima espressione
dello Stato, che ha celebrato in passato persone come Alex Zanotelli e Gino
Strada. Il cittadino deve dedicare, dalla maggiore età, due ore al giorno agli
altri. Le lobby e le società segrete sono proibite per legge e i loro membri
considerati rei di alto tradimento. Il gruppo Bildeberg è stato sciolto.
All'ONU ogni Stato ha diritto di voto, ognuno vale uno, e nessuno Stato ha più diritto
di veto. La massoneria, l'Opus Dei e Comunione e Liberazione sono un ricordo
del passato. Il segreto di Stato non esiste più e ogni documento relativo alla
storia recente della propria Nazione è consultabile on line, una regola
universale in tutto il mondo. La speculazione è considerata un reato contro
l'umanità e la finanza è punibile con l'attività di bonifica dell'ambiente a
vita. Renzi e i finanzieri che lo sostenevano nel lontano 2012 sono impegnati
da decenni al rimboschimento dell'Appennino toscano e alla pulizia delle stalle
dei butteri, gli antichi cavalieri della Maremma. I nuovi nati sono figli
adottivi per legge della comunità locale dove vengono al mondo che ha l'obbligo
di averne cura in caso di difficoltà della famiglia a cui appartengono. I nonni
non finiscono più negli ospizi, ma sono ospitati dalle famiglie della comunità.
L'esperanto è obbligatorio come seconda lingua in ogni nazione. Chiunque può
capire l'altro sul pianeta. Si mangia solo frutta di stagione per combattere
l'inquinamento. La donazione di organi, in caso di morte, e del proprio sangue
è un dovere a cui nessuno si sottrae. La proprietà delle aziende è solo di chi
ci lavora. Ogni nuovo assunto diventa automaticamente proprietario di una
quota. L'economia è senza fini di lucro. Le multinazionali, dopo la Seconda
Rivoluzione Americana, sono state dichiarate illegali in tutto il mondo, e
quindi sciolte, dalla Monsanto alla Nestlè alla MacDonald. Il diritto alla
ricerca della felicità presente nella Dichiarazione di Indipendenza degli USA è
diventato il primo articolo di ogni Costituzione. Il lavoro pesante è fatto
dalle macchine e non nobilita più l'uomo. (fine della terza e ultima puntata)
*****************************************************************************************************
Democratica paura della voce
dell’altro
Sacrabolt ha
lasciato un nuovo commento sul tuo post "DA
FALLUJAH A BANI WALID E ALEPPO: PROVE DI OLOCAU...":
I paladini dirittoumanisti sono anche quelli della libertà d'espressione...
l'anno scorso non si accedeva al sito dell'agenzia news libica www.jana.ly quest'anno l'agenzia siriana www.sanasy è praticamente bloccata, almeno in Italia: se faccio in modo di avere un indirizzo internet extraUE (cercate "tor browser") accedo senza problemi. Mettiamoci vicino che UE ha deciso di bloccare la diffusione di alcune testate televisive sat iraniane:
Press TV (in inglese)
al-Alam (in arabo)
Jam-e-Jam 1 e 2
Sahar 1 e 2
Islamic Republic of Iran News Network (IRINN)
Quran TV
al-Kawthar (in arabo)
il quadro è desolante. Sopratutto quando sento attorno a me ancora gente che biascica di censure cinesi.
I paladini dirittoumanisti sono anche quelli della libertà d'espressione...
l'anno scorso non si accedeva al sito dell'agenzia news libica www.jana.ly quest'anno l'agenzia siriana www.sanasy è praticamente bloccata, almeno in Italia: se faccio in modo di avere un indirizzo internet extraUE (cercate "tor browser") accedo senza problemi. Mettiamoci vicino che UE ha deciso di bloccare la diffusione di alcune testate televisive sat iraniane:
Press TV (in inglese)
al-Alam (in arabo)
Jam-e-Jam 1 e 2
Sahar 1 e 2
Islamic Republic of Iran News Network (IRINN)
Quran TV
al-Kawthar (in arabo)
il quadro è desolante. Sopratutto quando sento attorno a me ancora gente che biascica di censure cinesi.
14 commenti:
Ciao Fulvio,
Condivido in pieno la tua critica al femminismo da quattro soldi democraticamente corretto, che da un lato e' pronto ad accusare l'uomo, violento in quanto portatore di atavica violenza contro il genere femminile, dall'altro piagnucola perche' alle donne in quanto tali venga riservato un posto come manager o addirittura governanti (vedi fesserie tipo "quote rosa") di questo sistema economico e finanziario che decide quali popoli sono "giusti" e "democratici" e quelli "cattivi". In pratica questi ultimi sarebbero gli incivili, quelli che non vogliono rassegnarsi ad essere stati spogliati della propria terra, della proprie risorse, ma soprattutto della loro storia per girare "come scarafaggi chiusi dentro una bottiglia".
Per queste "femministe" una guerra fatta dalla ginocrate Clinton e' sicuramente meglio di quelle fatte dal "macho" Bush. E le donne "piu' donne", quelle da difendere anche con le bombe ed i droni, insomma, sono solo quelle che abbracciano senza riserve i valori occidentali.
Anche la vicenda di Malala, se non fosse drammatica per lei, mi suona come una grottesca propaganda ad intensificare la guerra, magari anche contro il Pakistan, incapace di "chiudere i conti con i Talebani" (testuali parole di un telegiornale di LA7)
Spero intanto che la resistenza dei Warfalla a Bani Walid vinca l'assedio dei ratti, i quali bombardano democraticamente la citta' da distanza con missili e razzi, ma esitano ad affrontare una lotta casa per casa. Da notare che sabato sera la giornalista del TG1 nel comunicare con esitazione la notizia, si spera non vera, dell'uccissione di Khamis Gheddafi, ha dovuto dire che la nuova "democrazia" e' instabile per la presenza di forze "controrivoluzionare" (!) legate al vecchio regime. Ma come hanno sempre detto che il popolo era unito e compatto contro Gheddafi. Forse queste prime ammissioni possono essere un buon segno?
Alessandro
Fulvio ma allo spezzone contro l'aggressione alla Siria il 27 a Roma ci sarai oppure stiamo giocando tutti alle prime donne dentro sto paese?
Ti prego di rispondere
Anonimo intemperante@
Cos'è questa stronzata delle Prime donne?
Non so niente dello spezzone, non mi è arrivata nessuna notizia. Io il 27 ci sono e come. Con tanto di telecamera.
Ti sarei grato se mi informassi su questo spezzone. Chi lo prospetta?
Ciao Fulvio, scusa se non ti ho risposto prima.
Allora lo spezzone è organizzato dalla rete NO WAR di Napoli assieme ai romani (sempre della rete).
Lo striscione di apertura sarà "No alle politiche imperialiste del governo Monti-Giu le mani dalla Siria".
Personalmente mi vedrai con la bandiera siriana , anche se come prima uscita a livello nazionale (veramente) saranno evidenti le differenze e le distanze tipiche di chi non si è confrontato precedentemente.
Insomma temo che ci siano ancora vittime (molte) della dinamica "nè...nè", ma non fasciamoci la testa e cerchiamo di sfruttare la situazione per trovare nel 27 la nostra genesi di movimento contro le guerre imperialiste.
Con la speranza di vederti e parlarti
PS: la storia delle prime donne era chiaramente una provocazione, so che non sta bene
Comunicato per lo spezzone contro la guerra:
Da alcuni attivisti contro la guerra ed il militarismo di Napoli, in
coordinamento con realtà antimilitariste di altre città, viene la
proposta di essere presenti all'interno della manifestazione del 27
ottobre a Roma con uno striscione ed un pezzo di corteo che denunci
anche la politica imperialista del Governo Monti, condivisa da tutti i
partiti dell'arco costituzionale, in particolare per il suo
comportamento nei confronti della Siria. Come già nell'aggressione alla
Libia i governi italiani si distinguono per il loro protagonismo
guerrafondaio, malamente mascherato da ingerenza umanitaria. La politica
estera di questo governo non è qualcosa di diverso dalla sua politica
interna fatta di lacrime e sangue per i proletari, ma è semplicemente
la proiezione internazionale della sua natura di classe e delle forze
che lo appoggiano. Un governo espressione del grande capitale che di
fronte all'accentuarsi della crisi scatena un attacco senza precedenti
alle condizioni di vita e di lavoro sul piano interno, mentre accentua
la sua aggressività sul piano internazionale pur di difendere i
profitti ed i privilegi delle classi che esso rappresenta.
Tanto più doveroso ci sembra la necessità di dare visibilità alla
denuncia della politica estera di questo governo e della sua natura
imperialista visto che la piattaforma della manifestazione del 27
ottobre è assolutamente muta su questo aspetto.
Di seguito l'immagine dello striscione con lo slogan "CONTRO LA POLITICA
IMPERIALISTA DEL GOVERNO MONTI. GIÙ LE MANI DALLA SIRIA" che sarà
presente sul luogo del concentramento a piazza della Repubblica e dietro
cui invitiamo a sfilare tutti coloro che intendono denunciare
l'aggressione già in atto nei confronti della Siria da parte di questo
governo in combutta ed in concorrenza con gli altri governi delle
potenze occidentali e dei governi più liberticidi dell'area medio
orientale.
Invitiamo naturalmente chi condivide la nostra scelta a far girare
ulteriormente questo invito per ritrovarci numerosi dietro lo striscione
proposto.
Arrivederci al 27
Forse sara' una mia considerzione personale su di un fatto di cronaca, ma mi chiedo:Cosa diranno i promotori del Manifesto contro il "femmicidio" del caso del marito ucciso dall'ex moglie e dal suo amante con 12 coltellate, i quali hanno anche gettato il cadavere nel Tevere, ma entrambi ASSOLTI con formula piena?
Lo chiameranno maschicidio? oppure brinderanno all'impunita' della violenza femminile contro il "maschio"?
Alessandro
http://www.contropiano.org/it/esteri/item/12061-italia-la-nuova-portaerei-di-israele
Ovviamente il mio commento sul Manifesto blog di Luisa Betti e' sparito dopo un paio d'ore...chissa' perche'
ma chiedo io,questa carta di intenti piddina:
http://www.partitodemocratico.it/Allegati/carta-intenti-web.pdf
che è un chiaro atto di resa politica,conseguentemente autolesionista, a chi è rivolta?
a me pare più un'assicurazione sulla vita,del partito,dei dirigenti e pure degli elettori.
Un certificato di garanzia onde evitare bombole di gas davanti alle scuole?
Rossoallosso@
Scusa, ma cosa c'entra questa roba del PD con il mio post? Eppoi, per sapere cosa fa e cos'è il PD dobbiamo davvero perdere tempo a leggere le loro scempiaggini?
Credo che coloro che s'incontrano qui hanno da tempo accantonato la penosa questione PD. Sono una delle due destre. Sono nemici di classe. Tutto è già scontato. Occuparsi dei loro documenti falsi e bugiardi è perdere tempo, non credi?
Alex 1@
Ce ne rendi edotti?
Ciao Fulvio, era semplicemente un mio commento relativo ad un fatto di cronaca nera risalente a 8 anni fa, quando una donna assassino' con 12 coltellate il suo ex marito con l'aiuto dell'amante e si disfo' del cadavere gettandolo nel Tevere. Il giudice lunedi' ha assolto la donna e l'ex amante per "legittima difesa" (la donna affermo' che era vittima di "stalking"). Ho postato il mio commento sul blog di Luisa Betti, con una domanda ("lo chiamerebbero maschicidio?"). Il mio commento e' stato censurato una prima volta, poi pubblicato in ritardo la seconda. Mi scuso per la banalita' dell'argomento, ma anche a me disturba un certo femminismo che appiccica tutte le responsabilita' della violenza al maschio, mentre la donna ha sempre ragione ed e' sempre vittima...ed un commentatore denuncia poi la richiesta di fondi pubblici di queste associazioni contro il "femminicidio", quando poi questo fenomeno, peraltro limitato in Italia, riguarda questioni private. Niente a che vedere con le centinaia di donne assassinate dai narcos in Messico o dai missili "intelligenti" lanciati dai droni in giro per il mondo.
Alessandro
Alex1 @
Perfetto. E' l'equivalente domestico della nota e celebrata Sakineh in Iran (che nessuno aveva mai condannato a una lapidazione che in Iran non si pratica più da anni).
stavo pensando che i maschi, MOLTO prima di essere bombardati da messaggi di società violenta, sono cresciuti proprio dalle donne/mamme: è possibile che i femmicidi trovino parte di causa anche in un "irrisolto" rapporto con la madre (sapete...gelosia....abbandono...non sono i figli con le madri che pensano così?)? ma se così...gli insegnamenti materni sono tutti neutrali (o addirittura SOLO diretti al "bene")?
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