Da anni
ricevo, sul blog, in Facebook e in posta, commenti, a volte di consenso, a
volte di virulente dileggio, sulla mia posizione sul Movimento 5 Stelle. Che,
come i meno strabici, hanno perfettamente capito, è di frequentazione da fuori
(resto iscritto esclusivamente all’Ordine dei Giornalisti), di condivisione in
parola e immagine di molte sue battaglie, di sostegno alle cose che mi paiono
buone (e a volte senza precedenti, le più osteggiate dall’unanimismo globalista
destra-sinistra) e di critica a quelle che considero meno buone, o del tutto
sbagliate. Il lancio della prima pietra, però, lo lascio ad altri. A quelli,
dotati di grande humour, che si dicono senza peccato.
Landini, molto rumore
per nulla
Viene in
mente, per la portata anche simbolica di tutta una sinistra terrorizzata dal
minimo bagliore esterno al quadro delle compatibilità, tale Landini Maurizio.
Lo ricorderete da mille comparsate tv, agitato fracassone in maglietta della
salute, a testa bassa contro i padroni e una segretaria CGIL troppo remissiva.
Ricorderete la sua “coalizione sociale”, fondata a Bologna in un mattino del
2015 e svaporata prima che calasse il sole e prima che potesse, come
anticipato, spostare di 180 gradi a sinistra la barra del barcone Italia zeppo
di naufraghi, che però non se li fila nessuno, non fanno parte di nessuna
filiera di trafficanti. Poi le cose andarono nel verso giusto sindacato
unitario e patto dei produttori con la Confindustria. Tarallucci e vino tra
Landini e Camusso sulle spoglie di un ceto lavoratore cui erano passati sopra,
mentre il sindacato assisteva dalla Tribuna,
gli scarponi chiodati dei tempi che corrono: guerre, neoliberismo,
austerity, i salari più bassi d’Europa, spazzati via tutti i diritti costati
secoli, carcere. botte e morti.
Con l’immancabile e
ferma durezza, il sindacalista, da rivale divenuto principe consorte e, infine,
sovrano CGIL, è passato dal bluff alla linea seria: manifestazione unitaria
sindacato-Confindustria contro questo governaccio del Reddito di Cittadinanza,
del decreto Dignità, della Spazzacorrotti, dei supermercati chiusi la domenica,
della riduzione e del taglio ai parlamentari, della fratellanza con gli
eccellenti Gilet Gialli, degli schiaffazzi al socio spaventapasseri del
neo-impero carolingio e al suo ministro di polizia (ma dove li scovano questi
ministri di polizia? Vedi foto di quando Monsieur Castaner giocava a poker con
certa gente a Marsiglia), del no alle trivelle, della denuncia del colonialismo
migrazionigenico e, soprattutto, del riscatto dal gangsterismo fascistoide
occidentale con, almeno, il rifiuto di riconoscere il golpe Usa in Venezuela….
A questo “regime di ultra destra” andava fatto quel che a Monti, Letta, Renzi,
Gentiloni era stato risparmiato: lotta dura senza paura e manifestazione
kolossal a San Giovanni. Così, cazzo, imparano.
Scongiuriamo invece, da
parte nostra, che non imparino a forza di alti tradimenti di ognuna delle
cinque stelle e dell’intera Repubblica quali sarebbero, dopo quelli minori dei
banditeschi Tap e Terzo Valico, il TAV e la secessione dei ricchi con l’autonomia
alle regioni del Nord.
Ma sto digressando.
Sui temi 5
Stelle ho ricevuto il messaggio qui sotto, relativo a un mio pezzo sul
Venezuela (reperibile in www.fulviogrimaldicontroblog.info ) che mi ha sollecitato le considerazioni
aggiunte in fondo.
Subject:
Dalla Cesarina Branzi: RIFLESSIONI CHE SI IMPONGONO
Riflessioni che si
impongono. Quanto inviato da Grimaldi tocca, a mio
avviso, tutti i punti fondamentali. Comunque, per quanto riguarda la “questione
Venezuela”, alcune riflessioni si impongono, anche in vista delle scelte che a
breve saremo chiamati a fare: le prossime elezioni.
Fino a qualche settimana fa pareva che questo governo
fosse comunque da sostenere, sia pure con un appoggio critico puntuale e di
stimolo a scelte suscettibili – e sia pur con la dovuta gradualità - di
un’inversione di tendenza, in particolare riguardo la politica internazionale.
Che non è poca cosa.
Sospendo il giudizio sui 5S, che non
mi appaiono assimilabili alla Lega, nonostante alcuni atteggiamenti ambigui e
incertezze imbarazzate proprio su una “questione” dirimente, com’è
appunto quella del Venezuela (né, del resto, è l’unico tema che presenti
oscillazioni, ma è sicuramente il piú grave). Si starà a vedere; ma non
aspettando, per quanto mi riguarda , le calende greche.
A questo governo, si diceva, non
esistono alternative, pena un salto nel buio.. Ma, sic stantibus rebus,
e senza una riscossa da parte dei 5S, che cosa ci aspetta se non appunto un
salto nel buio? Con l’Ue, la Nato e gli Usa, i nostri “migliori alleati” alle
cui scelte dovremmo uniformarci, secondo gli “illuminati consigli” che ci
vengono propinati ad horas, quale futuro ci aspetta? Come scritto poco
sopra, nei prossimi giorni dovrebbe chiarirsi (mi pare inevitabile) la
posizione dei 5S: vedremo. Per ora sollevo alcuni interrogativi, e auspicherei
che si cercasse di darvi risposta, ciascuno con i propri mezzi e le proprie
convinzioni. Contrastare duramente la posizione del presidente della Repubblica
Mattarella - dice Grimaldi, e ha ragione - può essere considerato vilipendio
del capo dello Stato; chiedo sommessamente se pretendere di imporre a un altro
capo di Stato di levarsi di mezzo, con le buone o con le cattive (per il bene
di chi? Sarebbe il caso di chiarire), sotto la minaccia di finire a Guantanamo
dopo averne invaso il paese con truppe mercenarie (perché tali sarebbero, per
usare un termine “pesato”), questo non è reato, ma, anzi, senso di
responsabilità, difesa della democrazia e del benessere dei cittadini di quel
paese. Grimaldi cita una serie di interventi predatori a opera degli Stai Uniti
in America Latina. Ma si può andare anche piú indietro: tale spirito di rapina
nei confronti dei territori che gli Usa hanno da sempre considerato il «cortile
di casa loro», data fin dall’inizio dell’800. Infatti è del 1823 la famigerata
dottrina Monroe, ulteriormente definita in seguito daTheodore Roosvelt (1906),
volta a sottomettere le culture, l’economia e infine l’assetto politico
dell’intero sub-continente latino-americano, sfruttandone la forza-lavoro, le
ricchezze naturali e quant’altro, per capitalizzare quanto possibile, a tutto
vantaggio delle proprie oligarchie attraverso politiche di sciacallaggio. È nel
loro Dna. Tutto questo dopo che, inizialmente, avevano fatto piazza pulita
delle popolazioni indigene al Nord e incamerato - tramite annessione - varie
centinaia di kmq di territorio messicano.
«Il lupo perde il pelo ma non il
vizio», recita un noto adagio. E perché mai dovrebbe perderlo l’impero, in
declino, sí, ma ancora perfettamente in grado di vibrare micidiali colpi di
coda?
In un frangente analogo, qualche
decennio fa ci sarebbero state probabilmente manifestazioni di protesta e di
solidarietà con il Venezuela: oggi siamo solo subissati dalle ciarle
inconcludenti, sguaiate e servili dei media, perfettamente allineate
alle dichiarazioni ufficiali dei nostri cosiddetti e sedicenti
“rappresentanti”. Dai quali non mi sento affatto rappresentata. Non solo
dall’Ue, ma neppure dalla Lega, che vellica gli istinti piú meschini, per cui
non voterò più per questo partito: ha fatto della candidatura di Bagnai il suo
fiore all’occhiello, ma credono di darla a bere proprio a tutti? Per dirla
chiara e senza fronzoli, “la merda è merda anche se avvolta nel cellofan”. E
puzza. E se i 5S non andranno al governo, potranno fare opposizione e forse
ritroverebbero una maggior unità di visione strategica e una prospettiva di
percorso piú qualificante e tale da attrezzarli meglio per battaglie future.
Cesarina
Branzi
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Mi permetto di aggiungere a
questa sintesi critica una riflessione che potrebbe sembrare marginale, o tirata per
capelli bianchi, superati, d’altri tempi. Ma non credo che lo sia.
Quando tutto viene scelto,
deciso, elaborato (poco) e poi realizzato, per via digitale, virtuale, senza scambio
fisico, senza confronto di corpi, sguardi, espressioni, pensieri e relative
sintesi solidificate, culture avanzate, coscienze maturate e armonizzate, basi
ideologiche definite, programmi concordati, esclusioni e inclusioni
materializzate, si gioca d’azzardo. E si disumanizza, quando invece si è usciti dalla convenzione per
ricuperare umanità (verità, coerenza, coraggio, onestà, sincerità, rispetto,
giustizia, solidarietà, amore: alterità). Nel M5S non esistono sedi, assemblee, comitati, confronti
pubblici di gruppi di militanti-attivisti-simpatizzanti-interessati-curiosi, tra loro e con la società. Esistono per benevolenza del caso alcune figure, emerse fortuitamente sui binari tracciati da
Grillo e dalla revulsione per l’esistente, con
dentro un bel po’ di anticorpi formatisi nelle battaglie di generazioni (guai a
prescinderne! Zoppichiamo da sempre, sarebbe come buttare la protesi vinta a
chi ci ha mutilato).
Nella formazione di base del
Movimento non contano molto i corpi e, con loro, le menti e con queste le anime, una di
fronte all’altra. Si va
molto di clic. Ma corpi,
menti e anime non si trasmettono per via elettronica. E neanche sorrisi, o sguardi corrucciati,
o pieghe dolorose. Triste rimedio gli emoticon. Da cui, malintesi, superficialità, errori di scelte e di idee,
frantumazione negli orientamenti, quella carenza strutturale che poi porta
a essere tragicamente liquidi, alla Bauman, facili da bersi come un bicchier
d’acqua. Frequentando da anni il MoVimento, da fuori ma insieme in comuni battaglie, e volendogli bene, tanto più quanto più orridi sono coloro che,
a larghe intese fasciste 2.0, ne sono terrorizzati e gli vomitano addosso dileggi, calunnie e falsità, soprattutto per le cose buone che riesce a fare, ho appunto
conosciuto di tutto. Valori umani e morali altrove introvabili. Impegni mirati ai più deboli, agli esclusi, sfigati,
depredati, impegni di fondamentale umanità e urgenza.
Autenticità.
Ma anche tipi fuori da ogni
contesto, spuntati da un curriculum spedito a chi, essendo all’oscuro degli
occhi, del linguaggio, delle espressioni, delle storie del mittente, non
dovrebbe sapere che farsene del curriculum. Spuntano e formicolano opportunisti,
naives, svalvolati, vagabondi
delle convinzioni, volponi, gente che ci è capitata facendo testa o
croce, quaquaraquà. E sulla luce che avevamo
intravvisto e che brilla nelle
torce di tanti parlamentari, bravissimi, spesso per caso, si stendono ombre. Per cui, dopo, ecco deviazioni, dissidenze, imbarazzi, espulsioni. Tardive
e controproducenti. (*).
Non tutto va cambiato. Sono i gruppi
omogenei, individui unitisi su
un’idea magari vaga, ma fuori dal coro, e poi cresciuti insieme, non solo per aver ascoltato o seguito un taumaturgo (quelli vengono e
vanno), ma per
essersi visti e toccati, per essersi fusi nel progetto di cambiare il mondo.
Qui, o ci si dà una regolata e
si fa qualcosa fuori dal circuito sacralizzato del digitale e delle piattaforme,
da utilizzare solo nella fase complementari
alle sedi, agli incontri, alle sacrosante scuole
quadri, o chiamatele di cultura politica, alle feste, mica solo quella nazionale, alle cene, alle
conferenze, alle proiezioni, o anche un circolo delle bocce, dove otto
vecchietti si incontrano nei pomeriggi sapendo che volere e che fare, ci mangia
vivi. Come dire, costruiamo lo scheletro, ossa con ossa. La mano si muove perché un pensiero ha
manovrato un omero, dei nervi, muscoli, spinto sangue. Senza quelli, a
ticchettare sui tasti è solo l' Al.di Kubrick.
Ok, non si può tornare
indietro. La comunicazione digitale facilita, velocizza, razionalizza processi.
Ma va ridimensionata, come il consumo di Nutella. Totalizzata decerebra, cioè
uccide. Mi ripetono in tanti che sono sempre troppo lungo. Giusto, chiedo
perdono. Ma non mi ridurrete a dire sì o
no, a scegliere un nome piuttosto che un altro per l’inchiesta su una legge, o
su un candidato, o su un’iniziativa. Qui tutti viaggiano a sms, chat, like,
fotine, whatsapp. Ci interessa di più mostrare il nostro grugno, che passare
qualche informazione. Il linguaggio si riduce e si elementarizza. E se lo fa il
linguaggio, lo fa conseguentemente il pensiero. E se lo fa il pensiero, ne
discende un’azione monca, rinsecchita. Confrontate l’interno di una noce, con
la sua complessità, le sue volute, gli strati, gli arabeschi degli orli, con il
nocciolo di un’arachide. E così che siamo diventati analfabeti funzionali al
48% e che facciamo tilt appena ci si presenta, da dire, o da scrivere, o da
leggere, una subordinata. Passiamo dalla ricchezza musicale e cromatica di un
“se avessi potuto, mi sarei precipitato”, al misero “se potevo, mi
precipitavo”. O, orrore!, da un “ti voglio bene”, piccola sinfonia, a un TVB,
acronimo all’americana. E per non scrivere tre lettere, mettiamo uno sgorbio:
al posto di “per” X. Abbiamo impigrito
qualche cellula, ma abbiamo guadagnato tempo. A che scopo?
Vanno bene il blog, la
piattaforma Rousseau, ma va ancora meglio la pizza a taglio tutti assieme in
sede, o, almeno, a casa tua, a parlarci addosso.
(*) Per inciso,
attribuisco a una fauna di questo tipo gli attacchi che vengono mossi in questi
giorni a un’assoluta eccellenza del MoVimento, Nicola Morra, presidente della
Commissione Parlamentare Antimafia, e che vedono protagonista un altro
parlamentare 5 Stelle, Mario Michele Giarrusso. Morra è laureato in filosofia e
specializzato in Bioetica. Insegna Storia e Filosofia. Giarrusso è avvocato. Il
che, secondo lui, gli darebbe maggiori
titoli per presiedere l’Antimafia. A me pare che storia, filosofia e bioetica
ne diano altrettanti, se non di più. Questione di prospettive, forse.
Comunque, il nodo del
contendere è quello che agita i 5Stelle per la faccenda “Diciotti”: dire si o
dire no all’apertura di un procedimento sul vicepremier Salvini. Morra si è
espresso, in coerenza con lo storico assunto dei 5Stelle, che non vi debbano
essere differenze davanti alla Giustizia tra cittadini comuni e cittadini meno
comuni, per quanto travestiti da poliziotti, o da soccorritori civili. Personalmente
la penso così, anche se, oggi come oggi, regalare un’assoluta fiducia alla
magistratura, mi convince meno delle altrettanto sacre tavole della legge
tirateci addosso dal Sinai.
Mi balenano vicende
come quelle della Procura di Caltanisetta (Processo Borsellino) e del finto
pentito Scarantino, o quelle di De Magistris, Robledo, Woodcock, i vecchi
“pretori d’assalto”, il “Porto delle Nebbie” di Gallucci a Roma, ricomparso
nell’accanimento sulla Raggi, tipi come Violante o Carnevale, Amato nella Corte
Costituzionale, Bruti Liberati che, invitato da Renzi, sospende la giustizia
sull’Expo, Cantone che se ne va a omaggiare Obama e tutta la Washington che
conta, con l’allegra comitiva neocraxiana di Renzi-Elkan, un CSM guidato da chi, il giorno prima o il giorno dopo, si
candidava per quel partito…. E, poi, due procure che chiedono l’archiviazione di
Salvini e il Tribunale dei ministri che le sconfessa, non vi fanno pensare a una guerra tra legulei
di varie tendenze?
In ogni modo, parrebbe
che, con l’assunzione da parte di Conte e Di Maio di una pari responsabilità
con Salvini per la “Diciotti” (episodio sotto ricatto UE e Ong), il problema
sia stato, appropriatamente, superato.
Generosamente, Morra
ha accolto ripetutamente di venire dalle mie rurali e rupestre parti da
relatore su temi domestici e internazionali, sulle quali ha dimostrato grande
apertura, analisi penetranti, conoscenza profonda e, dunque, quelle competenze,
anche etiche vivaddio, che ci auguriamo possano estendersi a tutti i
rappresentanti la sua parte politica.
Di Giarrusso non ho
avuto il privilegio di un’esperienza diretta. Da me invitato a un convegno
sulla legge anticorruzione ha cortesemente accettato, salvo darci buca il
giorno stesso, mentre il pubblico già affluiva da varie provenienze.
6 commenti:
La cosa più disgustosa è vedere come Trump e sodali si appellano alla Costituzione del Venezuela per legittimare Guaidò, dimostrando di non averla mai letta. E l'autoproclamato presidente ha oggi definitivamente gettato la maschera dicendosi pronto ad appoggiare un intervento armato esterno pur di rovesciare Maduro. Stile Cile '73. Tra l'altro negli ultimi giorni alcuni siti hanno tirato in ballo la figlia di Allende che avrebbe dichiarato di sentirsi digustata dall'accostamento tra Maduro e suo padre. E poi parlano di Fake News...
Sorvoliamo poi sul discorso del nostro presidente sulla Giornata del Ricordo. Una totale esaltazione del dogma "Italiani Brava Gente" e un'altra bella stoccata ai "negazionisti" rei di accostare le sacre vittime italiane alle decine di migliaia di slavi trucidati dal Fascismo prima e durante la guerra.
Si e' verificato un evento considerato impensabile fino a pochi anni fa: il sindacato che sfila in piazza contro la riforma "quota cento" e contro il reddito di cittadinanza con il pieno ed aperto appoggio di Confindustria. Chiedono al governo "investimenti per far ripartire l'economia", ma poi quando si parlava di un deficit programmato del 2.4 % si stracciavano le vesti per schierarsi con il duo Junker - Moscovici.
Riguardo alle osservazioni fatte al M5S, le condivido in pieno.Il concetto di "movimento" oggi non basta piu' e si dovrebbe trasformare in un partito di quadri, formati e motivati, e la rete con la sua piattaforma si deve trasformare i un radicamento sul territorio, con circoli e diffusione di un proprio giornale nelle piazze.
qualche amico ieri mattina mi inviava foto della manifestazione a cui stava partecipando, il sole che trapassava le bandiere rosse al vento, le strade a fare da cassa alla voce dei cori, ma così triste l'obiettivo dei manifestanti. Tutti uniti, anche confindustria e delegazione di imprenditori. Mi sono chiesto ancora una volta che cosa fosse successo in questi lunghissimi anni, che cosa fosse successo da rendere possibile una omogenea una platea di istanze che anni fa più disomogenea non avrebbe potuto essere. Riavvolgere il filo e trovare già il primo nodo alla elezione del leader landini! Ho cercato tra le foto una bandiera del venezuela, e no! neppure! un gilet-giallo? macchè!una bandiera ue che brucia? seee...
Grazie Fulvio per il grandioso pezzo!
Volevo sottolineare l'evolversi della retorica relativa alla "giornata della memoria" istituita ad hoc per rimarcare la "superiorità morale" degli italiani nei confronti dei "barbari" d'oltre cortina (che evidentemente non e' mai caduta). Alcuni anni fa si ricordavano solo gli immigrati e profughi dall'Istria e gli italiani che sono rimasti li a vivere, che ci sono ancora, ma per alcuni erano da vedere con sospetto. La tristemente nota "risiera di San Saba veniva accennata, ma comunque ricordata. Dopo venne fuori la storia delle foibe, ingigantita nei numeri e decontestualizzata dai decenni precedenti, dalle fucilazioni (ed e' stata una fortuna che la Meloni, per essere più realista del re, ha mostrato una foto relativa alla fucilazione di contadini sloveni) e dei villaggi bruciati. Oggi semplicemente la retorica patriottarda ha fatto dimenticare gli orrori del fascismo verso altri popoli, anche Mattarella ha scelto la linea delle esecuzioni "solo perché italiani" e nessuno ricorda, neanche nel giorno della memoria, le uccisioni di massa avvenute nella risiera di S. Saba, stimate attorno ai tremila, dove furono uccisi molti italiani. Evidentemente il discorsetto "non esistono vittime di serie A e di serie B" e' vuoto e falso. Non ho mai sentito nessuna intervista ai sopravvissuti di quel lager, e la mancata difesa da parte dei "democratically correct" verso l'ANPI, oggetto di minaccie ed offese, fa capire che per la narrazione ufficiale gli unici ad avere subito torti dagli italiani sarebbero gli ebrei, ma verso gli altri popoli "sottorazze" gli italiani nella storia sono stati sempre "brava gente" e le stragi nei balcani, in Libia ed in Etiopia non sarebbero mai esistite o erano una extrema ratio comprensibile.
Una ambigua e non rassicurante marcia indietro del governo sul Venezuela. si chiedono immediate nuove elezioni presidenziali (quelle parlamentari, no si vede che si rifanno solo quelle che fanno comodo, e se non danno i risultati voluti si fanno rifare di nuovo). Vi ricordate in Serbia con Milosevic, disarcionato con la forza dopo essere stato rieletto, ed in Ucraina, quando non si sono neanche fatte rifare, visto che la spallata manu militari era il modo più veloce). Il M5S sembra lentamente ma inesorabilmente cedere alla linea europeista democratically correct, e adesso anche Trump non è più considerato "l'usurpatore", l'uomo di Putin. Non se ne parla più delle elezioni "truccate" in Usa dai russi.
Non pensavo che Gino Strada arrivasse così in basso. Quello che conta non è che cis siano meno morti, ma che ci siano più sbarchi, costi quello che costi (ai profughi, non a lui di certo) Per certe ONG e per lui se non ci fossero i barconi di profughi bisognerebbe inventarli.
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