Ragazzi, è
lungo, ma stavolta vale la pena. Qui non parlo solo io. Ci sono cose che i
media – e i preti - vi nascondono, o deformano.
“Erdogan è un Fratello Musulmano e la sua
politica nei confronti della Siria e degli arabi laici è determinata da questa
ideologia che usa la violenza, la religione e il terrorismo per allargare il
proprio potere. I Fratelli musulmani non possiedono etica, né politica, né
sociale, né religiosa. Quanto all’Europa, per noi non ha niente da dire, dato
che il suo padrone sono gli Stati Uniti. In ogni caso, la Siria non si fermerà
finchè non avrà liberato l’ultima zolla della propria terra”
(Bashar el Assad, presidente della Repubblica Araba Siriana, marzo 2020)
E’ fatta. Assistiamo e subiamo: la globalizzazione alla
stretta finale. Prove generali di guerra con l’esercitazione “Defender” che
vede tutto il potenziale USA-Nato invadere l’Europa e simulare l’assalto alla
Russia dalle colonie baltiche a quelle balcaniche. Prove generali di Stati di
Polizia in Italia con la paralisi della società, l’isolamento dei cittadini, la
sospensione della vita mediante stato d’assedio.
Volevo scrivere anch’io qualcosina di originale sul virus. Ma
ogni volta mi capita la tegola di un’altra urgenza, di quelle che non si
possono dribblare perché indignano troppo, che vanno oltre la misura del virus,
già colmata dalla morta gora di mistificazioni nella quale siamo immersi dei dannati danteschi nel ghiaccio della Giudecca.
Misura già colmata? Magari. Hai voglia ancora a sfruttarlo in termini
biopolitici, geopolitici e sociali!. Per adesso, sull’Operazione Virus, ci
accontentiamo di questa vignetta assolutamente geniale che colpisce il nocciolo
del bubbone.
Perché il “manifesto”? Perché i travestiti ti
fregano.
E’ senza paralleli l’odio di quel “quotidiano (anti)comunista”,
violentemente impegnato in tutte le campagne scaturite dalla “palude dei
caimani”, come Chomsky definisce il regime USA, sotterraneo, ma che comanda. Odio
che trasuda da ordini di servizio, ma è nutrito dal complesso di colpa. Colpa originata
da mezzo secolo di veleno zuccherato, a netto sbugiardamento della testatina in
prima, piovuto dall’alto, propinato ai propri lettori e che si traduce in
transfert classici da schizofrenico. Giornale bipolare per cui i resistenti
all’odio globale, oggi espresso nella persecuzione dei fuorusciti dal pensiero
unico, sanamente incazzati per le incessanti vessazioni e ruberie dei dominanti,
sarebbero i veri “odiatori”.
Vertice a Mosca: ennesimo male minore?
Putin ed Erdogan si sono incontrati e ne è venuto fuori il
solito pastrocchio ambivalente che rimanda ancora una volta la soluzione al 31
febbraio. La Siria mantiene il controllo sulle aree di Idlib liberate da una
grandiosa offensiva delle sue truppe e milizie popolari. Ma il resto rimane in
mano ai terroristi, saldamente protetti dal secondo esercito della Nato. Sulle
due grandi vie di comunicazione siriane M4 e M5, si applica una zona di
sicurezza di 6 km pattugliata da russi e turchi (da turchi in territorio
sovrano siriano!). Zona garantita da un cessate il fuoco in tutta Idlib. Che
Erdogan si è premurato, come sempre, di polverizzare 48 ore dopo, uccidendo 31
soldati siriani e 40 volontari pachistani. E’ vero che Putin è riuscito a
fermare una poderosa offensiva turca, in cui Erdogan aveva impiegato anche i
suoi migliori reparti e mezzi. Ma delle decine di migliaia di terroristi Al
Qaida-Isis con famiglia che ne è stato, a parte quelli che il sultano sta
lanciando contro la Grecia? E di Afrin, cantone siriano prima occupato dai
curdi e poi dai turchi? E della famigerata e del tutto arbitraria “fascia di
sicurezza” turca di 35km per 100 in territorio siriano? E di un terzo della
Siria occupato e derubato del suo petrolio da Usa e curdi? Fare compromessi con
un pokerista baro conviene? O approfittare delle sue evidenti difficoltà per
metterlo con le spalle al muro?
A Putin e ai russi, come agli iraniani, deve andare la
riconoscenza dell’umanità per aver bloccato i mostri. Intanto però, per quanto
va facendo contro la Siria, contro l’Europa, contro il petrolio di Cipro,
Egitto, Libia ed ENI e contro il liberatore della Libia Haftar, ora giustamente
alleato di Damasco, il lucidissimo presidente turco ha recuperato in pieno il
sostegno politico (è quello che conta) di Nato e USA.
Zanotelli, il gatekeeper
Gatekeeper è il termine che si
adopera per gli addetti all’apertura e chiusura dei cancelli, specie delle
grandi ville. Un vecchio esponente della evangelizzazione cristiana portata
avanti, vuoi con il ferro e il fuoco, vuoi con le menzogne e il lavaggio del
cervello, è Alex Zanotelli. Il missionario, che molti africani affezionati alle
proprie fedi, specie in Sudan, ritengono uno scassaminchia, è da noi però un
riverito propagandista del pacifismo, quello a zanne insanguinate. Sabato,
ovviamente sul giornaletto caro a Soros, ha sparato l’ennesima scarica d’odio contro
coloro che si oppongono a farsi annientare socialmente, culturalmente ed
economicamente dall’Operazione Migranti. In ispecie i greci che, su 10mila
abitanti delle isole devono vedersela con 35mila occupanti stranieri, pure
rissosi, inventati dalla Nato, spediti dal turco e che gli hanno stroncato la
sopravvivenza e perciò vengono maledetti dai preti col culo al caldo.
Guerra scatenata contro il Sud Europa da affogare, quello
sì, nel Mediterraneo degli scambi e del petrolio. Altro che migranti “salvati”,
prossimi al naufragio, come recitano le litanie delle Ong. Operazione
strategica della globalizzazione, quanto tutte le altre portate avanti con strumenti
come guerre, sanzioni, mattatoio del debito, neoliberismo, rapine
multinazionali, virus. Soprattutto, in termini di colonialismo, contro i paesi
d’origine, privati delle proprie generazioni produttive e riproduttive, per dar
via libera alle depredazioni e fornire, da espatriati, manodopera schiavistica,
come quella che si vede per tutte le lande italiane. E poi, la parolina-chiave
è disperati. Forse quelli che finiscono tra i pomodori. Ma la mafia nigeriana,
inesistente per gli accoglitori, è un’altra cosa.
Odio, però cattolico
L’invettiva del frate contro i greci che provano ad
arginare l’attacco del carnefice storico turco, portato avanti con mercenari
rastrellati in giro, come quelli impiegati contro la Siria (l’80% dei jihadisti
impiegati contro la Siria vengono da altri paesi), si inserisce in una
foliazione del “manifesto” che del frate espande la scomposta collera sull’intero
giornale. Esordisce Zanotelli: “Ho il sacro (chissà se il suo dio
si rivolta nei cieli) dovere di gridare la mia indignazione per il
trattamento disumano riservato a migliaia e migliaia di profughi iracheni,
afghani e siriani, in buona parte donne e bambini in fuga da orribili guerre da
noi sostenute…”. Tre volte, sempre ricorrendo al suo lessico sorosiano, il
monaco definisce “dittatore” Erdogan. Intanto l’espansionista ottomano è
tecnicamente dittatore quanto lo sono Merkel, Macron, Mattarella o Trump.
Purtroppo è stato eletto dai turchi, cosa di cui non può vantarsi il nostro “commander
in chief”, Pippo Conte.
C’è o ci fa?
E poi, a prescindere se Erdogan sia o no un farabutto, che
titoli per dare del dittatore ha mai uno sdraiato ai piedi di una successione
di 266 monarchi assoluti, infallibili, spesso sanguinari, padroni della
nascita, della vita e della morte degli umani, altro che Erdogan? Zanotelli: si tratta di “fascisti di Alba
Dorata”. Falso, sono gli abitanti del
luogo. Si tratta di “un milione di siriani in fuga”. Falso, sono le
migliaia di mercenari raccattati da Erdogan in Asia e Africa. “Il massacro
dei curdi”, falso perché occulta il mercenariato dei curdi invasori e
massacratori di siriani per conto Usa.
Il portatore della verità ai poveretti che non
ce l’hanno trova poi rispondenza, sul tema “migranti disperati”, con “dittatori”
come Erdogan ed eccellenze dello spostamento di popoli da casa loro allo schiavismo,
come del gretismo e del sardinismo, quali Furio Colombo e Guido Viale. E’ la
prova che, alla fin fine, i tre monoteismi, cristiano, ebraico, dei Fratelli
Musulmani e del politicamente corretto si ritrovano tutti dalla stessa parte.
La parte di coloro a cui non servono nazioni, culture, identità storia, ma solo
masse indistinte al servizio del Verbo. Che sia l’Immacolata
concezione, la “disperazione” dei profughi, o Padre Pio.
Con sospetto accanimento Zannatelli ripete innumerevoli
volte la definizione delle orde ai confini della Grecia, come “siriani”, mentre
siriani non sono affatto. Ma dirli siriani serve all’indiretta pugnalata nella
schiena di Assad, che magari si difende da licantropi, ma si difende male. In
definitiva la colpa è sua. E da lui che sono fuggiti, no? Non lo dice anche il
Bergoglio, con cui il comboniano è in perfetta sintonia quando, inserito in
pieno nella nota strategia, il papa sodale dei generali argentini non fa che
indirizzare le sue riprovazioni al solo Assad e alle sue di “violenze” (quelle
attribuitegli da Amnesty e altre vivandiere del Dipartimento di Stato). Un
grandissimo presidente, caro Padre non tanto pio, che ha saputo animare il suo
popolo a una resistenza eroica di 10 anni, trasfigurato da vittima che difende
la patria dai terroristi, a carnefice che lo massacra.
Ed è da questo papa, schieratissimo con i diritti umani dei
colonial-globalizzatori, che a San Pietro dilaga la fiumana dei buoni, di
quelli che già tre volte hanno assunto su di sé la vergogna di manifestare a
Roma contro la Grecia, anzichè contro Turchia, Nato, Usa. Dicono di riunirsi a
San Pietro, mica per raccomandare alle preghiere del sant’uomo le anime delle
donne stuprate e trucidate dai jihadisti del concerto Usa-Nato-Turchia-Golfo. Ci
vanno nello spirito zanotelliano, bergogliano, obamiano e trumpiano della
solidarietà al milione di donne e bambini “siriani” assiderati a Idlib,
costretti a fuggire dai “bombardamenti a tappeto” di russi e siriani e
che poi si trovano bloccati da “un muro invalicabile” dello Stato
Canaglia greco.
Il quale, essendo già stato raso a terra dagli
stessi Poteri che oggi gestiscono tanto migranti quanto terroristi, rifiuta di
farsi sotterrare del tutto, che scostumato. Di un paese pacifico, laico e
sovrano, rispettoso del diritto internazionale, con 22 milioni di cittadini
attaccati e decimati da un’alleanza di licantropi per quasi dieci anni, non una
parola. Firmato Amnesty International, Articolo 21 (Giulietti non manca mai),
Caritas, Sant’Egidio, Focsiv, Ucoii, Anna Foa. E l’assembramento? E il coronavirus?
Tranquilli, ci pensa il papa. Il miracolo servirà alla santificazione.
Migranti con nello zaino le cotenne di siriani
sgozzati
La palude di malafede in cui sguazzano le varie articolesse
del quotidiano è, a questo punto, smentita da un’evidenza alla quale si devono
arrendere perfino atlanto-sionisti come il Fatto Quotidiano. Che oggi racconta
la vicenda al confine turco-greco in ben altri termini, basandosi su
testimonianze raccolte sul posto da un’inviata, Roberta Zunini, Ne ricaviamo
che gli assalitori del confine greco, sostenuti dai fumogeni turchi, che
provano a occultarne il passaggio delle barriere, e dai lacrimogeni turchi
sparati direttamente sui militari greci, non sono quasi mai siriani (uno da
Idlib s’è trovato, jihadista scampato, da farne magari cellula dormiente in
Europa), bensì afghani, pakistani, bengalesi, iraniani, ceceni, uiguri, turchi,
maghrebini (ex-jihadisti?). Buona parte della truppa di orchi Nato che ha fatto
a pezzi la Siria.
Al confine greco: neanche uno del
“milione di siriani” di Zanotelli
Volete sapere? Mollate schermi e giornali. Andate in rete.
Guardatevi i video. Ascoltate le voci della migliore informazione Usa. Seguite
i media russi. Mandano avanti le donne e i bambini, laddove ce ne sono, se no
si travestono da donne. Molte parrucche sono rimaste impigliate nel filo
spinato. Gran parte del movimento è organizzato, sotto gli occhi delle autorità
di Erdogan, da organizzazioni mafiose di trafficanti, in contatto con associate
in Grecia e Italia. La mediazione delle Ong non manca mai, anche se, per
fortuna da isole come Lesbo o Samo, gli abitanti, disperati per come
artatamente sono state ridotte le loro vite e terre, le hanno cacciate tutte. A
partire da Medici Senza Frontiere (in tutte le mie esperienze di guerra li ho
trovati sistemati dalla parte sbagliata) e a finire con Medici per i Diritti
Umani, ora emuli di Amnesty con “rapporti sulla tortura” ridicolmente basati su
testimonianze di persone che, così, si procuravano la sinecura del diritto
d’asilo. Ricordano i 13mila detenuti di Amnesty strangolati da Assad, testimoniati
da anonimi e da cadaveri poi scoperti essere di soldati siriani caduti in
combattimento.
Di testimonianze, un po’ meno commissionate da dirigenti
del Dipartimento di Stato (come Suzanne Nossel di Amnesty, al tempo di
Hillary), o da George Soros, la cui Open Society Foundation finanzia entrambe
queste consorterie di medici organici, ce l’abbiamo anche noi. Grazie anche all’amica
Claudia Berton, brava scrittrice e acuta osservatrice di quanto succede, specie
nello spazio ellenico, ho fonti dirette, disinteressate e, dunque,
infinitamente più credibili di tutto il cucuzzaro mediatico, missionario e Ong.
I nomi ce li abbiamo, ma non li mettiamo certo a repentaglio qui.
Un giovane abitante di Samos. “La
maggior parte dei clandestini qui a Samos arrivano dall’Africa. Ogni settimana
partono dal Congo aerei turchi pieni di questa gente che paga una cifra
irrisoria per i biglietti, arriva a Istambul, ottiene un visto elettronico,
viene avviato ai campi e, da lì, alle isole greche. Il resto sono afgani,
algerini, marocchini, tunisini e dell’Asia centrale, jihadisti, terroristi,
delinquenti, con in mezzo agenti dei servizi turchi. Usano i bambini come
scudo. Le donne arrivano quasi tutte incinte. Qui a Samos sono oltre 20mila. La
gente non ne può più. Nel 2015, quando arrivavano rifugiati veri, furono
accolti da tutti”.
Un religioso in Siria. “Delle
centinaia di migliaia di terroristi che per nove anni hanno massacrato e
martirizzato il popolo siriano, che hanno saccheggiato tutti i beni e distrutto
il paese, ai media europei non importa nulla. E neanche del paese moderno e
libero di prima, con le donne emancipate e tutti i servizi di base gratuiti,
non sanno niente. Se gli Usa, Israele, Turchia, gli Stati del Golfo e la Nato,
con i loro servizi segreti e cacciatori di teste, smettono il loro lavoro
satanico, vanno via dalla Siria e riconosco la sua sovranità e integrità
territoriale, invece di comportarsi come stati canaglia, contro ogni diritto
internazionale e la Carta delle Nazioni Unite, allora i siriani potranno
rapidamente tornare a vivere in pace, prosperità e l’armonia di sempre”.
Sonja van den Ende, autorevole giornalista
olandese. “I cosiddetti rifugiati al confine turco-greco per la
maggior parte sono afgani, iracheni, combattenti ceceni, combattenti uiguri….
Vengono tutti da Idlib, dalla Turchia e da campi profughi in Turchia, luogo
sicuro per i jihadisti di tutto il mondo. Ci sono i restanti terroristi con le
loro famiglie, cacciati dalla Siria e dai russi. Non si tratta di rifugiati
siriani, molti al confine sono giovani mascherati o travestiti, corrono lungo
la barriera urlando “Turchia, Turchia, Allah U Akbar”.
“Idlib è l’ultimo bastione di combattenti jihadisti di
tutto il mondo, europei, afgani, iracheni, marocchini, algerini, tunisini,
soprattutto combattenti ceceni e uiguri dello Xinjang. La Turchia è ora la sede
di una diaspora uigura che arriva a 50mila persone, di cui molte si sono unite
alla Jihad supportate dal regime turco. Ora hanno la possibilità di migrare
verso l’Europa, con la Turchia che gli fa superare la frontiera greca e
bulgara. A loro si aggiungono combattenti stranieri dalla Russia
settentrionale, Georgia, Cecenia, Daghestan, che nella guerra siriana sono
stati tra i più formidabili gruppi terroristici”.
“Un video, che ai nostri media non risulta, mostra il
confine di Evros tra Turchia e Grecia dove gruppi costituiti da centinaia di
migranti dell’Asia centrale, attentamente guidati dai media turchi e da sindaci
turchi, cercano di infrangere le barriere ed entrare in territorio greco,
gridando Allah Uh Akbar e attaccando fisicamente poliziotti e veicoli greci.
Con questa Turchia di Erdogan una nuova crisi
migratoria è imminente. Ma questa volta non arrivano siriani, ma mercenari
turchi e Nato che hanno combattuto una feroce guerra in Siria uccidendo
centinaia di migliaia di civili. L’Europa sarà un porto per tutti i tipi di
terroristi, dovrà affrontare attacchi terroristici ovunque… Una popolazione del
tutto inconsapevole è indotta a occuparsi di questioni relative a LGTB, al
clima (ora, a un virus pompato oltre misura), troppo cieca per vedere arrivare
il pericolo”.
Per la benda sugli occhi e nella mente il veleno buonista
dell’odio per la verità, ringraziamo sentitamente Alex Zanotelli, Jorge
Bergoglio, Gad Lerner e Guido Viale, i chierichietti della tratta. Di Amnesty e
altre Matrix che ci distribuiscono la pillola blu per tenerci addormentati da
svegli, non mette neanche più conto parlare. Abbiamo buone riserve di pillole
rosse. Per cui il migliore finale me lo regala Gad Lerner. Guardate e
trattenetevi.
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