Fine dei convegni. L'ultimo l'abbiamo fatto noi.
Due milleni di storia, due
grandi inganni
C’è qualche mio amico interlocutore che se la prende
con me, molto affettuosamente s’intende, perché a volte accosto all’attuale
dogma del pensiero unico e ai suoi effetti e scopi al dogma e al pensiero unico
monoteista e, in particolare, a quelli cristiano e, nello specifico, al più
disumano, tirannico e sanguinario di tutti, il cattolicesimo. Dicono, q uesti benintenzionati amici, avvolti
nelle nubi del sogno: “Un conto è la Chiesa, un altro è il messaggio di
Cristo”. Come dire che, essendo Mazzini massone, la massoneria, che
imbroglia la società e l’uguaglianza con i suoi processi occulti, è una bella
cosa, trasparente e onesta. O, anche, “la Cupola, Liggio, Riina, Provenzano,
non sono mica la mafia dell’800 che difendeva la gente da Bixio e dallo Stato
vessatore”. O ancora, “Guardate i Fratelli Musulmani, sono quelli che ai
bisognosi forniscono la zakat, la carità. Mentre i tagliagole jihadisti che, al
servizio del colonialismo, sono solo la loro espressione degenerata, ne
tradiscono lo spirito…” Già, come la Caritas che succhia allo Stato milioni
per sostenere la tratta degli schiavi del Sud del mondo, o la cui nave ad
Ancona, nel 1999, si fece scoprire zeppa di armi per la guerra alla Serbia.
Se poi si annovera nella schiera dei buoni un Padre
Alex Zanotelli, con la sua furibonda campagna d’odio contro chi ostacola i
progetti neo-colonialisti, a partire dal trasferimento di genti dalle loro
case, terre, comunità, storia, negli sconfinati campi dello sfruttamento
capitalista europeo, il discorso si chiude per forza. Guardateli, questi
apripista “spirituali”, Zanotelli e il Bergoglio, per un Nuovo Ordine Mondiale
nel nome dei poveri e dell’antirazzismo. Si fanno largo a forza del messaggio
di pace e amore attribuito, secondo mitografi della fine del I secolo, a un
personaggio palestinese che nessuno dei meticolosi storici romani ha mai citato
(tranne Flavio Giuseppe che accenna a un Joshua che turberebbe le cose a
Gerusalemme, come facevano mille “santoni” di nome Joshua da quelle parti). Non
sono la duplicazione morale di coloro che incarcerano corpi e menti al fine del
bene supremo, l’eliminazione di cose primitive come la verità, la libertà, il
corpo, il progresso e il vaccino?
Sempre di colpa, salvezza
o dannazione si tratta
Allora, a condizione di rinunciare a qualche
pensiero difforme e piegarsi alla promessa del paradiso e alla minaccia
dell’inferno, si otteneva, forse, l’assistenza in Terra del Signore, della
Madonna e dei Santi e, di certo, il tripudio eterno tra gli angeli. Oggi è
logico che quella metodica, che tanto successo ha conseguito, torni ad esserci
inflitta con l’alternativa tra la salvezza garantita dal dogma digitale e
vaccinale, e la perdizione nella malattia, eventualmente mortale. La differenza
tra gli apostoli di allora e i portatori del Verbo di oggi è meramente
quantitativa. I primi, dato che eravamo ancora in pochi al mondo, ne volevano
tanti. I secondi, visto che siamo moltissimi, ne vorrebbero, depopolando, pochissimi.
Poi c’è qualche cambiamento d’immagine. Tra le altre, gli esecutori di negazionisti,
nel primo caso indossavano tuniche nere, quelli di oggi, camici bianchi.
Alla piattaforma ideologico-immorale-ricattatoria
comune sta un altro principio, quello della colpa. Per entrambe le due chiese tutti
colpevoli, a prescindere. Per la prima, non c’è neanche bisogno di discussione
sulle proprie azioni e sui propri pensieri. La colpa ti pone alla mercè della
punizione appena nasci, anzi, visto che per costoro sei creatura fin da quando
ovulo e spermatozoo si vedono da lontano, sei marchiato di colpa addirittura
dagli evi precedenti all’invenzione del dio unico e trino E ce ne vogliono, di
lavacri e indulgenze, ben pagate, prima che te ne liberi. Secondo i secondi,
per essere infetti di colpa grave, basta togliersi un attimo la pezza sulla
faccia, seppure per non autoinfettarsi o soffocarsi da soli, o, molto peggio,
mettere in lieve dubbio che quella pezza evita che ci si ammali e muoia, o,
ancora, porre una domanda impertinente circa quanto ci guadagnano e ci
rimettono, rispettivamente, i creditori e i debitori del fenomeno virus.
I nuovi inni sacri, chi li
scrive, chi li dirige, chi li esegue, chi li sente.
Sul piano formale, i pontefices maximi dei
vecchi tempi, dai costumi e dai metodi un po’ antiquati, si sono adeguati e,
sebbene ospitati nei palchi d’onore, sono ridotti a fare da claque ai nuovi
signori laici dei canti sacri da suonare al popolo. Trattasi di direttori
d’orchestra che interpretano, con la bacchetta, uno spartito dettato da
formidabili compositori a disciplinati esecutori, mentre il pubblico, immobile,
ma pagante, religiosamente compreso, ascolta in un silenzio, a volte
addirittura… tombale.
Ma sciogliamo la metafora. Compositori uguale
padrini del Nuovo Ordine Mondiale, un pugno di dinastie di creature deformi, aberranti
rispetto alla loro specie, che da secoli scrivono la musica e, usando trucchi
vari, obbligano a suonarla e a ballarla. Per direttori d’orchestra abbiamo,
dall’OMS in giù, membri dei Deep States, Stati Profondi, tecnocrati, mediocrati
(nei due sensi), parascienziati e medici di bassa leva. I musicanti, dalle
stonature che i mediocrati ci spiegano come note sublimi, li vediamo,
rattrappiti, ma zufolanti, incastrati nelle poltrone delle istituzioni. La
bacchetta agitata dal podio, poi, ci dà i tempi del flusso delle note: lento,
moderato, presto, forte, fortissimo…. per farci muovere di conseguenza. Il
pubblico? Sono io, sei tu, è lui, siamo noi, siete voi. Tutti fuorchè loro,
stupefacentemente appena quattro gatti. Ma con gli artigli. E quattro rettili.
Ma col veleno.
La nuova Katjusha; i DPCM
Quali granate ci arrivano da questo cannoneggiamento
parossistico di DPCM, tanto idioti quanto esplosivi? Una è la demolizione
definitiva di un’economia autoctona, di prossimità e di ricchezza sociale e
culturale, già esemplificata dai territori terremotati abbandonati
all’estinzione, cioè, come hanno detto concordi vescovi e governanti, “non
vecchia ricostruzione, ma rigenerazione”. “Rigenerazione”, parola tossica, nel
senso di cambiamento di paradigma sociale, destinazione d’uso: da popolo a
élite, tipo Costa Smeralda e Briatore e resort di lusso. Degli arti sparsi
delle nostre imprese e dei nostri territori si nutriranno gli antropofagi della
coalizione mafie-multinazionali.
Separati fino alla
divisione dell’atomo
L’altra, che mi ha fatto constatare che ce l’avevamo
fatta per un pelo, è il divieto di convegni, congressi e ogni tipo di
assemblea, cinema e teatro, palestra, nuoto, sport dilettantistici. Avevamo da
poche ore concluso, con grande apprezzamento e partecipazione di pubblico, un
convegno su elettromagnetismo e la nuova connessione di quinta generazione, 5G,
con la partecipazione di alcuni dei migliori esperti italiani della materia,
accademici, giuristi, rappresentanti di associazioni, politici, medici che io
ho avuto l’onore di moderare. C’erano Massimo Fioranelli, Annalisa Buccieri,
Luca Saltalamacchia, Massimiliano Paolini, Raffaele Barberio e la parlamentare
Sara Cunial (constatatene la valenza su Google). Hanno contribuito a informare
un pubblico non sonnacchioso, per quanto accuratamente tenuto all’oscuro dalla
diffusione e dalle caratteristiche, perlopiù perniciose fino alla letalità per
l’ulteriore carico di elettromagnetismo, di questa nuova tecnologia.
Alcuni degli interventi al nostro convegno 5G: https://www.facebook.com/1685532800/videos/10215044528901730/ registrazione video di
Parleremo con schermi e algoritmi
Ora si scopre che il 5G non differisce un granchè
dall’altrettanto, o, secondo Barberio, più pericoloso, 4G, a dispetto delle
centinaia di miliardi di dollari già investiti e dei milioni di antenne che,
una volta superati ostacoli come gli alberi, abbattuti in massa, affolleranno
terre e spazio. Si è scoperto che il 5G non accelera un bel niente: ridurre il download
di un film di qualche minuto non compensa i miliardi di costi annuali delle
infrastrutture. Ciò che fa profitti, invece, oltre ai nuovi ammennicoli
digitali da vendere, è la maggiore larghezza della banda, grazie alla quale si
trasferiscono più dati per il famigerato “internet delle cose”, quel bel mondo
in cui, digitalmente, i vostri elettrodomestici e apparati parlano tra loro e,
secondo quanto l’algoritmo detta, voi con questi e il resto del mondo. Senza calcolare che il 5G è propedeutico al 6G,
già in funzione in Cina, con il quale l’interfaccia della macchina è il tuo
cervello e il cammino verso la transumanità uomo-macchina sarebbe compiuto. E
il controllo totale su ciò che rimane di te, anche. Senza contare che entrambi
questi G sono preziosissimi per i militari. La gestione del campo di battaglia,
in tutta la sua molteplicità, diventa un gioco meglio di Fortnite.
Covid e 5G, fratelli
farmadigitali
Una volta di più s’è capito come operino in perfetta
sinergia le teste di serpente dell’Idra: Coronavirus (Farmaceutici) e 5G
(digitali). Big Pharma e High Tech. Cosa che ho cercato di illustrare al
termine del nostro convegno. I primi, col covid ti isolano. I secondi ti consentono
di comunicare senza metterci il corpo, con i suoi sensi fondamentali, e senza
unirlo a quello degli altri, in modo da formare massa. Massa che sia un minimo
in grado di organizzarsi in alternativa alle convenienze dell’élite.
E, per esempio, imporre quanto migliaia di medici, dal
valore scientifico ben maggiore dei nostri quaquaraquà resi feroci dall’incompetenza,
sanno e dicono su come questo virus venga gonfiato a forza di tamponi, fino al
90% fasulli e a forza di menzogne circa la contagiosità degli asintomatici e
del covid nei morti DA COVID-19 (di cui non ci si deve accertare con le
autopsie (Speranza dixit). O far spiegare al popolo, obnubilato da frodi e
paure, che chiudere cinema, teatri, piazze e strade, eventualmente
affollate, ha il solo intento di farci tutti diventare zotici deculturizzati,
che si abituano all’esclusività decerebrante di Sky o Netflix o di tutte le tv
(salvo Raistoria) da guardare da soli. In casa, solo in casa, sempre in casa.
O, ancora, respingere l’assalto alla salute di questi lanciagranate, opponendo
quanto l’ultimo medicuzzo o psicologo di base ha imparato alla prima lezione:
che cioè togliere l’attività ginnica e sportiva, o bloccare in casa (come da “forte
raccomandazione” del pifferaio Conte), eliminando il movimento, significa
allevare mutilati nel corpo e nello spirito.
Il tutto, buttato assieme, ha per effetto finale un’immunodepressione
favorevolissima al diffondersi, non tanto del molto virtuale Coronavirus, me
delle sue mutazioni successive e di tutti gli altri patogeni. Effetto altamente
utile e fortemente perseguito dai mandanti, a scopo di moltiplicazione dei “casi”,
delle morti, del terrore paralizzante, della riduzione della vita in digitale.
Il che ci fa capire come il nostro convegno, nel
Teatro di Canale Monterano, abbia dovuto essere, probabilmente in tutta Italia,
l’ultimo. E perché, dall’ultimo DPCM, non dovremmo essere più di sei in casa e
quattro al tavolo a discutere di ciò che ci interessa, affligge e richiede
pensiero e azione.
Profitti in eccesso da pandemia delle maggiori muiltinazionali
Follow the money!
Le
prime 100 società nel mondo hanno guadagnato dalla pandemia 3 trilioni in più.
Le prime dieci, oltre un trilione. Vedendo che ai primi posti figurano I giganti
del digitale e dei farmaci, incidentalmente quasi tutti condannati a multe
miliardarie per reati compiuti e danni arrecati, capiamo chi manovra l’accoppiata
Covid-Digitale, detta anche vaccino-5G e, domani, Agenda ID2020-6G. E chi
intende porsi alla testa di quanto resterà dell’umanità
Il
primo elemento di normalità, se mai riuscissimo a ricuperarla, dovrebbe essere
una magistratura non alla Palamara e dei suoi tanti soci, che garantisca la
giusta retribuzione a coloro che ci hanno fatto tutto questo. Alcuni ritengono,
e io li capisco, che non sarebbe sufficiente un Robespierre. A me basterebbe
che fossero tutti messi ai domiciliari, come noi, però a vita. In una bella
cella con vista mare, all’Asinara. O, magari, a Ventotene, a studiarsi i sacri
testi di coloro che vi hanno elaborato un futuro all’Americana, con tanto di
Unione Europa in subordine, premessa a quanto succede oggi.
Crisanti,
con Ricciardi, Pregliasco e Speranza, uno dei fantini dell’apocalisse, per
Natale ci ha garantito il carcere domestico a punizione di tutti i nostril peccati
e, anche, che saprà stanare tutti questi peccatori (gli asintomatici che girano
ancora sani e salvi). E noi a Gesù Bambino (mica a quell panzone obeso della
Coca Cola, Babbo Natale) scriveremo una letterina in cui gli chiederemo di
stanarlo, lui, mandandogli le Forze dell’Ordine. Nuovo.
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Irrinunciabile!
Da
Sonia Savioli, una straordinaria scrittrice, ricercatrice e rompitrice di
scatole a quelli del pensiero unico e falso, ricevo e inoltro questi link. Vi
rivelano di quali aberrazioni vorrebbero rendere vittima l’umanità intera gli
apprendisti stregoni della combinazione perfetta Covid-5G. Quella che il
ministro Speranza ci ha proibito di nominare. Prendetevi il tempo per
studiarli, questi Start Up, se non volete farvene ingranaggi.
https://www.ansa.it/osservatorio_intelligenza_artificiale/notizie/salute/2020/10/06/medere-vince-bioupper-sanita-digitale-sempre-piu-centrale_8cfd1cf4-c1a8-4b1f-9496-f2179e382e97.html
https://www.ansa.it/osservatorio_intelligenza_artificiale/notizie/societa/2020/10/02/agricoltura-il-crea-punta-al-futuro-con-il-digitale_40c3e6ce-6080-491f-9bc9-db0845494234.html
https://www.ansa.it/osservatorio_intelligenza_artificiale/notizie/societa/2020/09/28/da-cattura-co2-ad-antivirali-cosa-cambiera-nostre-vite_c176ee16-ba9c-460d-8b7e-edd381014824.html
https://www.ansa.it/osservatorio_intelligenza_artificiale/notizie/salute/2020/08/31/cina-le-coronaropatie-si-vedranno-con-un-selfie_c30c9908-de97-4895-8395-17b857cf959f.html
https://www.youtube.com/watch?v=y3RIHnK0_NE
https://www.youtube.com/watch?v=2IPRKHaZwo8
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