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Inoltro una videoconversazione sullo stato oggi del “Libero Pensiero”,
come titolava la trasmissione il Becciolini Network, sulla cui piattaforma
l’incontro si è svolto.
Credo che si intendesse parlare, come è avvenuto poi, più che del
concetto, non del tutto definibile e valutabile, di pensiero libero (che può
essere fasto o nefasto, onesto o disonesto, in buona o malafede, quando si
dispiega clandestino o in libertà), si voleva esaminare a che punto fossimo,
nell’informazione generalista come in rete, con la libertà d’espressione,
implicitamente la libertà di stampa.
Quest’ultima è totale e blindata, purchè alle dipendenze, se non di
proprietà, dei signori che se la sono mangiata tutt’intera, quando già stava
per arrivare la sua data di scadenza. Quanto alla libertà d’espressione nei
media, tutti dicono che c’è, ma nessuno sa dov’è. Dal giornalismo siamo passati
alla propaganda e per sapere e dire che succede devi andare in rete, finchè i
suoi padroni non ti fulminano sui suoi fili, dato che anch’essa sta nelle mani
di chi straparla di comunicazione libera.
Ci si è occupati di come i media generalisti, ma anche testate in rete,
riescano a finanziarsi, i contributi, le sottoscrizioni, le donazioni e
loro eventuali poteri di condizionamento, problema cruciale. A partire, ad
esempio, dalla pubblicità che tutto tiene in piedi e condiziona nella stampa di
regime; o da un quotidiano come “Lotta Continua”, di cui sono stato direttore
responsabile e inviato degli Esteri. Giornale che viveva esclusivamente del
volontariato di tutto il suo personale, dell’alto numero di vendite, e di
regali da parte di molti membri della cultura e dell’arte schierati, accanto a
operai e studenti, dalla parte della famigerata “contestazione”. Fenomeno storico
di lotta di classe oggi ridotto in “anni di piombo” (anche da alcuni suoi
fedifraghi protagonisti). E che sopravviveva, grazie al Soccorso Rosso, anche
al diluvio di cause legali che i suoi repressori gli scatenavano contro.
(personalmente circa 150 processi per reati “di stampa”). Insomma venivamo
trattati dalle istanze governanti come oggi si trattano i divergenti
nell’operazione Covid.
All’incontro, moderato da Clauco Benigni, hanno partecipato, oltre al
sottoscritto, Marco Pezzini, giornalista, Matteo De Michele, giornalista e il
docente di Diritto Costituzionale Augusto Sinagra
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