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...E ALTRI STRAZI D'ITALIA
Ma Greta non lo sa
Quello che ha di buono, come sempre solo per "quelli che...", la rabbia provocataci dalla macchinazione Covid è che spazza via dai tormenti degli italiani (salvo di quelli che stanno sul posto) la rabbia ontologica che proviamo per come una cricca di sanguisughe ha sbranato il corpo del nostro paese.
Ciò che ha di buono l'assordante bla bla bla dell'ignara burattina Greta Thunberg e di quelle zecche di suoi compagnucci di gioco che sono i Fridays For Future insieme ai suoi squadristi di Extinction Rebellion, è che pensiamo non ci sia catastrofe peggiore del CO2. Cioè di quello che, secondo questi miliziani dell'ultracapitalismo, sarebbe la causa di un cambiamento climatico, da lanciare sull'umanità, al pari di piaghe come l'AIDS, il terrorismo, i "dittatori", gli eterosessuali intolleranti, i maschi tutti violenti, le cavallette, le mafie e, naturalmente, le più o meno presunte, o fabbricate, epidemie.
E' così, per meriti come questi elencati, ieri, alla prima della Scala di Macbeth (opera che avrebbe dovuto suscitare qualche riflessione sui nostri vertici reali), il capo dello Stato è stato innalzato all'apoteosi dei ben sei minuti di ovazione. In effetti, per non aver mai disturbato il parterre de roi del capitalcialtronismo che frequenta queste Prime, facendo qualche, magari leggera, allusione ai disastri socio-ecologico-sanitari determinati dall' ILVA di Taranto, o, che so, dal totale dissesto idrogeologico del paese e umano della nazione, quei sei minuti Mattarella se li è meritati tutti.
Resta il mistero più imperscrutabile di tutti, pari, se mi permettete la blasfemia, peraltro realistica, a quella di un invenzione che diventa dio e lo resta per 2000 anni. Mistero davvero mistico per cui tutto un popolo di deprivati, spogliati, manomessi, manipolati, truffati, infettati anzichè curati, tolti di mezzo, ovviamente cacciati a pedate dalla Prima della Scala, offre lo stesso omaggio alla stessa personalità. Potenza della Chiesa! In tutte le sue espressioni.
Un inciso, irrinunciabile. Ricordate quel Mario Capanna del Movimento Studentesco, rimasto noto, alla faccia dei libri che inutilmente ha scritto, per inseguire con catene, alla Statale di Milano, compagni dall'ideologia non corretta, compresi noi, "spontaneisti" di Lotta Continua? E' tornato alla ribalta della stampa padronale per aver inveito contro coloro - cittadini no Vax o No Pass che protestavano contro la marmaglia tipo Versailles, che, tracimante siero farlocco, inaugurava il Teatro Alla Scala. Con quale motivo questo sabotaggio di una manifestazione sacrosanta? Che "titolari delle proteste alla Prima della Scala siamo solo noi, comunisti!" Anche perchè vaccinati e fieri di Pass. Chissà perchè questo Capanna qua lo hanno sempre considerato un tontolone.
In fondo non c'è da meravigliarsi. Vedo configurarsi sugli schermi la faccia di Sergio Cofferati che, nel pantheon dei sindacalisti, figura, per la percezione generale, appena qualche millimetro sotto Giuseppe Di Vittorio. Un grande che, pure, non ha avuto il favore della natura per produrre discendenti adeguati. E' fuori combattimento, si dovrebbe dire per un sindacalista degno della qualifica. Ma Cofferati, come tutti i suoi predecessori, perfino nell'Autunno Caldo (escludo Pierre Carniti, peraltro CISL), e successori, più che altro si è trovato nella retroguardia della guerra condotta dai soci padroni contro lavoratori e operai.
Ho il personale e consolatorio ricordo di un'eccellenza sindacale all'italiana: Luciano Lama, dal crine tinto di rossastro, che meravigliosamente se la dà a gambe da un palco rovesciato alla Sapienza, inseguito da ululanti, ma inermi, Indiani Metropolitani.
Perchè mi occupo di uno che ormai parrebbe fuori dai giochi (giochi, altro che combattimenti)? Perchè è uno a cui pure continuano ad arrivare, da tutto un mondo pacificato di padroni e sindacalisti, lodi e ovazioni, quasi quanto quelle all'uomo del Quirinale. E, come in quel caso, qualsiasi cosa dica o faccia. Anche quelle aberranti di cui dico ora.
L'ultima cosa saggia e opportun(ist)a che ha fatto colare da quell'epifania sugli schermi è: "Cosa fare degli anziani che non si vaccinano? Ma è ovvio: togliergli l'assistenza". Implicito: che crepino. Una volta, quando non eravamo ancora narcolessici, a uno così gli saremmo corsi dietro con i nobilissimi forconi. Tanto che, a suo tempo, questo ominicchio gonfiato a mongolfiera se n'era scappato prima a Bruxelles e poi a provare a fare il sindaco a Bologna, meglio di Guazzaloca. Cosa naturalmente non riuscitagli. E pensare che sarebbe dovuto servire a far dimenticare alla gente di cosa sia il sindacato. Se contro-casta, o con-casta.
Prebende, asset e compartecipazione agli utili, questo da lunga pezza il quadro entro il quale padroni e sindacalisti si confrontano, dopo aver schiamazzato e urlato da palchi tribunizi al popolo dalle bandiere rosse. Volete che sia cambiato qualcosa con Maurizio Landini, il cui urlo e minaccioso aggrottamento del ciglio sugli schermi, si è beatamente spento sotto l'abbraccio del collega Draghi, davanti alla sede della CGIL, devastata su input Lamorgese-Draghi da manipoli "fascisti"?
Censurati programmi TV? Cose mai viste!
Tanto per svariare, torno tra i "miei", nel mio seminato: la stampa.. Il magister magistrorum della categoria, Vincenzo Vita, un modesto critico mediatico che però si esprime sul Kuotidiano Amerikano Demokratico, edizione italiana, "il manifesto", ha detto la sua sul tentativo di Mediaset di sospendere due suoi programmi, considerati eterodossi: " Fuori dal Coro" di Mario Giordano e "Dritto e Rovescio" di Paolo del Debbio.
Ah, come s'ìnfiamma la torcia democratica e pluralista del nostro Vincenzino! Ecco a cosa porta la privatizzazione dei canali televisivi, ecco di cos'è capace un despota come Berlusconi, per "favorire la sua candidatura al Colle".
Già, per favorire la sua candidatura al Colle. Questo sarebbe il motivo per l'intervento censorio. La prospettiva che qualcuno potrebbe anche solo insidiare, evitandone l'elezione al primo trionfale scrutinio, la candidatura di Draghi, o del ripetente Mattarella, o, in subordine, di Marta Cartabia, costituzionalista a rovescio e promotrice della "Legge diseguale per ricchi e poveri", scatena l'indignazione di Vincenzino. Cose inimmaginabili nel resto dei media, a partire dallo specchiato ente di Stato, RAI.
Ovviamente quel volpino del Berlusca, è perfettamente consapevole del fatto che nella temperie globalista, che già una volta gli aveva segato il trono sotto le chiappe, una sua riuscita nell'arrampicata è probabile come io che prendo il Pulitzer, o il Premio intitolato all'esperto di intelligence, Giulio Regeni. Semmai all'arcorino in disarmo interessa non turbare l'ascesa di colui che i vincenti della fase e suoi soci nella maggioranza vogliono al Quirinale a garanzia del completamento della demolizione del paese e dei suoi abitanti, escluso Elkann e gli sguatteri delle pulizie.
Soprattutto Giordano, pur nella sua guittesca teatralità, è un validissimo combattente - l'unico, nella palude dei massmedia - contro l'operazione globale e locale mirata al genocidio di tutti noi.
Da Dante Alighieri al mio amico sveglio Max, al mio nipote Ale e a Peppino che fa la barba qui sotto.. Ne coglie meticolosamente e vistosamente le lucidamente programmate idiozie, le contraddizioni, le ridicolaggini, il sadismo e la mendacità. Ed è questo che rischia di produrre uno stridente conflitto tra chi è stato mandato qui da molto in alto per radere al suolo "l'espressione geografica" di Metternich, e chi, incistato qui da molto in basso, i suoi beni al sole e all'ombra li vuole mantenere.
E per questo non servono i Del Debbio, i Giordano. Servono i Molinari, Fontana, Giannini, Da Milano, Gruber, Formigli, Floris, Zoro (per far ridere delle calamità) e, soprattutto, Bilderberg, nella persona della gatekeeper per definizione, Monica Maggioni.
Hai capito, Vincenzino?
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