MISSILI SULLA POLONIA. QUALCUNO E’ PRONTO A TUTTO
Ma non
sono i russi
https://www.youtube.com/watch?v=4Wel1FSqBtE
Visione TV, Forum condotto da Francesco Toscano con
Andrea Zhok, Enzo Pennetta, Antonio De Martini e Fulvio Grimaldi
Lo spunto è il presunto bombardamento di un villaggio in
Polonia, chi dice trattarsi di missili russi e invoca l’intervento della NATO
contro la Russia in base al suo articolo 5; chi riduce l’ammasso di rottami
visto nei filmati ai resti di un missile antimissile della difesa antiaerea
ucraina e riduce l’evento a un incidente senza conseguenze.
Si scontrano qui, con sempre maggiore evidenza, sullo sfondo
del monocorde e unanimistico schiamazzo russofobo e bellicista dei media e
dell’intero mondo politico italiano, due fronti.
Uno che deve tenere conto della pressione della propria
opinione pubblica come di quella mondiale di fronte alla prospettiva di
un’escalation nucleare e della continuità di guerra e sanzioni dall’alto costo
non solo per i suoi protagonisti diretti. Questa fazione sembra da qualche
tempo puntare a una de-escalation e, quanto meno, a una tregua.
L’altra, composta dallo stesso Zelensky, con alle calcagna
le belve naziste dei suoi apparati militari e istituzionali, dai regimi
estremisti russofobi dell’Europa Orientale, dagli irriducibili Neocon tuttora
influentissimi in entrambi i partiti USA e nei gruppi dirigenti britannici.
Nei giorni passati abbiamo visti manifestarsi con maggiore
evidenza entrambe queste posizioni. Vanno viste in contrapposizione due serie
di eventi. Quella dell’incontro tra capi dell’intelligence USA e russa ad Ankara,
la dichiarazione distensiva, del Capo di Stato Maggiore USA, generale Milley,
l’apparentemente cordiale incontro tra Xi Jinping e Biden al G20, i nervosismi
dell’establishment statunitense rispetto alle continue ed esose richieste
ucraine di armi, lo stesso ordinato ritiro volontario dei russi da Kherson.
Speculari e contrari sono stati l’intervento, dai soliti
toni belluini, di Zelensky al G20, l’insistenza sulla paternità russa di un
attacco missilistico alla Polonia e,
soprattutto, l’incontro a Dallas, in parte in video e in parte in presenza,
dell’ex-presidente Bush Jr con lo stesso Zelensky, sotto il patrocinio e con la
partecipazione di due tra i più bellicosi strumenti neocon, Freedom House e NED
(National Endowment for Democracy), enti addetti ai colpi di Stato e
alle destabilizzazioni di Stati sgraditi.
Per Zelensky e il suo entourage identificato da rune, svastiche
e simboli SS, con sulle spalle il carico terrificante di quasi un decennio di
atrocità inenarrabili, di crimini di guerra e contro l’umanità (nello
specifico, contro il proprio popolo), nel caso di una tregua, o di una
qualsivoglia sistemazione diversa dalla cacciata dei russi oltre i loro confini
originari, non ci sarebbe futuro. Probabilmente neppure vita. Comprensibile che,
di fronte al primo venticello di distensione,
vedano aprirsi davanti a sé un contrappasso terribile, probabilmente
riservatogli dai propri cittadini e siano, dunque, disposti a qualsiasi
nefandezza, in termini di provocazione e false flag, pur di sfuggire a tale
destino.
L’incontro con l’uomo delle Torri Gemelle e la farsa
missilistica in Polonia si spiegano così. E anche l’eventuale armageddon
nucleare.
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