sabato 15 febbraio 2025

Quante cose impari a Sanremo… --- GUERRA: E MO’ TOCCHEREBBE A NOI --- Mattarella dixit: Mosca come Belgrado

 

 Maria Zakharova: “Ma vedi un po’ de annattene…”

 Canale Youtube di Fulvio Grimaldi  https://www.youtube.com/watch?v=FhTN-NniNpM&t=38s

https://youtu.be/FhTN-NniNpM

Canale Youtube di Fulvio Grimaldi

A Sanremo, a dispetto dell’orrendo trash, della pacchianeria di uomini, donne, bambini e cose, del tutto esageratamente pieno di vuoto, del luccichio da sfondare il buio che atterrisce, delle comiche dalla battuta faticosa, dei comici involutisi in zimbelli del padrone, qualcosa di interessante è venuto fuori.

E s’è fatto bene a seguire la kermesse, a dispetto dei duri e puri che la TV dicono di buttarla dalla finestra tanto fa schifo e male. Vero. Ma è’ che gli fa fatica cercare e scegliere. Per loro la televisione, ogni televisione, pare essere “Amici”, “L’isola dei famosi”, il tg di Mentana, le parole di Gramellini, ma fanno la figura di quelli che stanno “sopra” e “fuori”, che non si fanno fregare….

Gli anglofoni dicono “insight”, Google traduce “intuito”. Non male, ma non perfetto. Zanichelli meglio: “discernimento”, perché presume un’azione. Letteralmente “insight” è “sguardo dentro”. Non necessariamente dentro se stessi. Anzi, dentro qualcosa che, se non penetri, non ti appare.

Dunque, stavolta Volodomyr Zelensky, il fantoccio con i galloni a stelle e strisce e stelle UE che a Kiev Trump pare stia per buttare dalla finestra, non c’era. Nemmeno in forma fantasmatica, tipo lettera declamata da Amadeus. Ma non volendo farci mancare nulla di profondamente irritante, Carlo Conti ci ha, sì, negato, ma poi somministrato (sopraffatto da un vecchio zimbello e figlio di mignotta toscano) l’irrinunciabile obbrobrio del monologo. E di colpo, come suole, il contenitore è diventato il contenuto. Di merda.

Peccato, perché la serata, a dispetto del faraonico trash, della sconfinata volgarità di gente e cose, dello straripante pieno di vuoti lustrinizzati (l’indecenza offensiva delle passeggiatrici da palco che si cambiano d’abito a ogni giravolta, un po’ di musica buona e intelligente ce l’ha versata. Nulla da ridire su Willi Peyote, anzi, nemmeno su Brunori Sas, sui magnifici Clementino-Rocco Hunt in omaggio a Pino Daniele, sull’infantile (nel senso migliore del termine) Lucio Corsi con Topo Gigio e altri (ovviamente non votati primi).

E’ che il pezzo forte, annunciato nei toni della marcia trionfale dell’Aida, era un vecchio ex-comico, ridotto zimbello zampettante per fingersi pimpante, (s)finito nell’abiezione (rispetto a quello che si ritiene sia il mestiere del professionista, la satira). Avete capito: uno spelacchiato Roberto Benigni caricato a molla.

Avendo perso da tempo immemorabile il filo dell’umorismo e del frizzo e lazzo irriverenti, si è riciclato cortigiano e ha trovato di che campare e farsi mettere sul palco di Sanremo. E il monologo l’ha fatto. Da cortigiano del sovrano. Nell’occasione, Sergio Mattarella nientemeno. Presidente della Repubblica. Magari solo della Repubblica degli agiati e prelibati, magari non della repubblica del 70% degli italiani che non vogliono le guerre alle quali il fascistume, servo e governante, ci costringe. Neanche l’imperatore di tutte le galassie, di più, dell’iperuranio. avrebbe potuto crogiolarsi meglio nella melassa evacuata dall’ex-comico e regista-falsario toscano.

E così, con questo contenuto, il contenitore ha potuto dare a Zelensky quello che l’altra volta non gli venne consentito (anche perché noi, io con altri due validi sconsiderati, c’eravamo piazzati davanti all’Ariston con striscioni, fischietti, tamburi e slogan anti-guerra che, avendo raccolto consenso; dettero un’ulteriore spintarella alla porta in faccia al comico ucraino.

Tutto questo pippone sanremese ci doveva portare alla bella e brava e puntuale Maria Zakharova e alle bellissima scena in cui la vediamo prendere per il bavero il discolo Sergio, tirarlo giù dal trono di oro e lapislazzuli e sbatterlo dietro la lavagna di una scuola pubblica, come lo sono quelle perbene. Quanto è bastato agli ululati di indignazione di una falange di patrioti da bar (di palazzo, però) per assordare perfino le talpe sotto il bosco che ho di fronte,

Il confronto, facile facile, è tra un’intelligenza che è anche avvenenza ed eleganza, è un assai rispettato personaggio che però sembra un abito appeso all’attaccapanni. Non c’è confronto. Si direbbe che uno dei due termini deve essersi smarrito nel gran bailamme che va agitando il pollaio europeo dopo essere stato abbandonato dal suo gallo con cresta gialla, andato a chichiriccare altrove. Tutte in confusione le galline, corrono di qua e di là: chi ci difenderà? Con Mosca che vuole mangiarci fino a Lisbona! Non ci difenderanno più loro? Ci difenderà la UE? Dobbiamo difenderci ognuno per conto suo? Forse Batman?

In mezzo al trambusto si forma un gruppetto per la battaglia di retroguardia. Quella degli ultimi giapponesi: Tutti, le Kallase, Ursule, Picierne, i Rutti, Borrelli, Crosetti, Schwabi, Macroni, Scholzi. Resistenza ad oltranza. Sono quelli, eterni, dell’armiamoci e partite. Fino all’ultimo ucraino. E, subito subito, tutti da Volodomyr a baciarlo in fronte, prima che s’accorga di essere rimasto solo, con gli americani che, filandosela, gli portano via anche l’ultimo chiletto di litio, coltan, tungsteno, terre rare.. Ed è lì che si è fatto sentire Mattarella, fresco di tocco rosso marsigliese in testa

Infatti, forse ancora smarrito per l’insospettabile riconoscimento offertogli dall’Università di Marsiglia con quella laurea honoris causa, si è fatto vindice di Ursula e ha inveito contro quello che chiamano “appeasement” (quando a Monaco Chamberlain riuscì a convincere gli amici a non sparare subito). Non basta. Sempre ursulianamente, ha detto che i russi sono come i nazisti e Putin è come Hitler e fa “guerre di dominio e di conquista”. Giorni prima aveva stigmatizzato “la feroce invasione russa”.

Allo storico di eccelsa levatura. ha picchiettato sulla spalla Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo, (noi avremmo la Picierno…), solo per ricordargli che la Russia sono secoli che non invade e conquista. Piuttosto, che tra gli ultimi che si sono provati ad invadere e conquistare la Russia, c’erano pure gli italiani col fascio littorio e gli scarponi di cartone. Ricordate l’Armir? E mettere i russi di oggi sullo stesso piano delle SS di allora, quelle che ai russi hanno inflitto 26 milioni di morti-in-difesa-dell’umanità, “è blasfemia pura”.

Quanto ai nazisti, che sarebbero quelli con la svastika, a guardar bene Mattarella ne potrebbe trovare di contemporanei, in casa e fuori. Un sacco ne sono scaturiti dal colpo di Stato fatto a Kiev nel 2014 dal nostro alleato e padrone per far fuori Janukovic, presidente democraticamente eletto dagli ucraini proprio perchè neutralista, antiguerra e non suonava il pianoforte col pisello. Meglio quel golpe con Azov e svastike, Sergio?

Forse di simil-Azov ne potresti trovare anche quando i tuoi governi hanno contribuito a distruggere paesi interi, come Afghanistan, Iraq, Libia, Siria… E soprattutto nella guerra che tu, vicepremier con i “comunisti” D’Alema e Rizzo, hai fatto alla Serbia, contro l’avviso ONU, bombardando 7 milioni e mezzo di serbi innocenti per 78 giorni. E si capisce che non puoi prendertela con chi ha massacrato, per 8 anni e anche adesso, concittadini russi in Donbass. E con chi, coerentemente, chiude partiti critici e incarcera o uccide giornalisti, arresta e bastona renitenti alla leva. Difficile anche prendersela con chi da 15 mesi esercita questa democrazia su 2 milioni e mezzo di palestinesi  E’ questo ciò che apprezza Benigni).

Nel video anche: come i nostri conducatores e maestri d’Europa, in cambio di benefit e galloni USA, si sono giocati i nostri ospedali, scuole, case, fabbriche, strade, benessere, serenità, pace, sovranità, libertà. E ora, marciando in file serrate, si guardano intorno: “Ma come, ci hanno lasciati soli…”

P.S. Avete sentito, in proposito, il leaderino della “sinistrina” che è il lucido Nicola Fratoiannni: “Mosca si permette di attaccare l'Italia nella persona del capo dello Stato. Assoluta solidarietà al Capo dello Stato…!”

 

 

 

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