lunedì 24 febbraio 2025

Una nessuna centomila --- CENSURA --- Da Mattarella in su e in giù: come ti educo il pupo

 

Canale Youtube di Fulvio Grimaldi

https://www.youtube.com/watch?v=Nqa_966tJy4 

https://youtu.be/Nqa_966tJy4

 

Si comincia con “chi sta al Gemelli e chi sta al CTO”. Dove sono arrivato, CTO ovviamente, dopo 6 mesi in lista d’attesa. Centro Ortopedico pubblico di eccellenza e ne ho avuto la prova. Chirurga antichissima con chirurga nuovissima all’opera sulla mia mano nel corso della quale ho potuto assistere a una lectio magistralis della prima alla seconda su come si opera un tunnel carpale. Efficienza, competenza, premura, gentilezza. E sono sottopagati, sotto organico, fanno il lavoro del doppio che dovrebbero essere, non scappano all’estero, non si incistano nel grasso privato. Resistenza, resistenza, resistenza. Ci credono. Grazie!

Si prosegue con censure, una nessuna centomila. Mi spiego.

Nell’epoca d’oro, ovviamente quella classica grecoromana, chi diceva cose sconvenienti per il potere, se non esagerava, finiva a Ponza, o in Tracia, o in qualche altro esilio.

Col peggioramento delle condizioni determinate dai monoteismi, si avevano tre scelte: lo sterminio dei popoli non eletti, la scimitarra sul collo dell’infedele, il rogo, come Giordano Bruno, supremo testimone di rifiuto della censura e altri mille e mille.

Quanto sono vari la menzogna, il raggiro, l’inganno, tanto lo sono i tipi di censura. A volte così bene mimetizzati da non essere neppure percepiti come tali. Tipo la censura per oscuramento. Di solito limitiamo l’ìdea all’episodio elementare più visibile -  la cancellazione di un nostro post da Facebook, il diniego di una sala comunale a un oratore non patentato, il divieto di una conferenza sul cattivo russo Dostojevsky, le patetiche balle di uno qualunque dei nostri ministri – su cui si basa ogni potere dei pochi.

Proviamo una sommaria categorizzazione, tratta dal nostro massimo genio, mio contemporaneo: una censura, nessuna censura, centomila censure

UNA

Quella immediata e spudorata, riconoscibile immediatamente: “Taci”, il taglio della lingua, l’impedimento, l’autorizzazione negata e il divieto imposto. La sperimentiamo tutti. Nessuno mai come il trio Meloni, Piantedosi, Crosetto l’ha codificata e istituzionalizzata (Decreto Sicurezza).

NESSUNA

L’infame, non appariscente, della quale manco ti accorgi e che ti fa vedere la realtà menomata come quella vista dal pesce rosso attraverso la l’acqua e la boccia concava. E’ la censura per occultamento. Tipo, prima del febbraio 2022 in Ucraina non era successo niente. Come mi redarguì Bersani da Floris. Ricordo la prima delle mie guerre: una guerra dei Trent’anni, anni ’60-’90, in uno dei punti focali del mondo: Corno d’Africa, la più strategica area per i rapporti di scambio e di forza sul pianeta, cordone ombelicale dell’economia, specie occidentale, specie capitalista. Eppure per trent’anni di questo conflitto cruciale non ha parlato quasi nessuno.

Era la lotta di liberazione dell’Eritrea dall’occupazione, prima, dell’Etiopia a monarchia oscurantista assoluta e feroce dell’imperatore Hailè Selassiè, caro all’Occidente dopo essere stato cacciato da un alto pendaglio da forca come Graziani. Poi dell’Etiopia colonizzata e armata dagli USA (imbarazzante per gli atlantisti). Infine dell’Etiopia vezzeggiata e armata dall’URSS (imbarazzante per i comunisti). Quindi censura: Una guerriglia di popolo in ciabatte e Kalashnikov contro una potenza col più forte esercito del continente. E tutti zitti. Tranne me e un paio di altri colleghi che vi percorsero a piedi deserti e altopiani.

Venne l’Eritrea libera, anticolonialista, antimperialista che rovinò il dominio assoluto del Corno di segno imperialista sullo Stretto di Babel Mandeb e del Mar rosso. Ed è perciò da allora sotto sanzioni. Ma non demorde. Meglio tacerla. O, al peggio, diffamarla con gli epiteti di “dittatura”. Diffamazione, badante di ogni forma di censura.

CENTOMILA

E qui di censure ne troviamo una superfetazione. Qualche veloce esempio.

CENSURA PER SPOSTAMENTO: la mia “Domenica di Sangue” a Derry, Nordirlanda, 14 civili ammazzati a fucilate, un centinaio di feriti e mutilati dal 1. Battaglione Parà dI Sua Maestà per aver manifestato pacificamente per casa, lavoro, salute, cibo, unificazione repubblicana. Operazione politica decisa a Londra e attuata dalle sue forze d’occupazione. Ma la cui responsabilità, accertata da migliaia di testimoni e dai miei documenti audiosivisivi, venne spostata, da pseudoinchieste di Stato, su un parà che, “persa la testa”, aveva sparato e fatto sparare. “Anziché assicurare la sicurezza della situazione”.

CENSURA PER INVERSIONE

Gli esempi tracimano. Proprio in queste ore assistiamo al funambolico spettacolo in Germania dove una storica ultradestra, ultraliberista e guerrafondaia (quindi destrissima), che arresta manifestanti per la Palestina, picchia un concorrente espresso dal rifiuto di massa, trasferendo le proprie caratteristiche reazionarie, sebbene mascherate dall’apparato censorio mediatico, sul nuovo antagonista. Uno fuori dalle regole, definito “ultradestra e “destra estrema” (termini che riguardano se stessi e perciò devono essere trasferiti su altri). Nneonazista” perché antiguerra, pro-pace con la Russia, anti-trasferimento colonialista di pezzi di società altrui espropriate e che punta il dito contro il fascismo 2.0 delle storiche forze al potere per concessione atlantica. Facciamo l’esame del sangue ai vari contendenti, verdi davosiani ultrabellicisti, e perciò fallimentari, compresi. Forse ci sarebbero delle sorprese.

L’immancabile Mattarella, polena della corazzata politico-mediatica che snaviga nella nostra parte del mondo, ci regala un ottimo esempio. “Aggressione feroce della Russia e sua violazione del diritto internazionale”, invertendo i fattori dell’equazione e rovesciandone il risultato. “Aggressione e violazione russe” al posto di sanguinario colpo di Stato nazi-yankee di Maidan, missili piazzati a un tiro di schioppo da Mosca con annessa promessa di disfacimento e otto anni di pulizia etnica sui propri cittadini russi. Roba degna dei volteggi di un trapezista.

CENSURA PER INVERSIONE E TOTALE INVENZIONE

Nulla di meglio che il famigerato 7 ottobre dell’Alluvione di Aqsa, da utilizzare per potersi assicurare la conclusione del secolare genocidio del popolo di quella terra sulla base del trasferimento propagandistico del proprio tasso di criminalità, primato mondiale, su chi subisce, non deve reagire, sarà tolto di mezzo. Il classico vittima al posto del carnefice e viceversa. Per poter portare a termine il progetto spopolamento mediante soluzione finale, toccava trovare una ragione che giustificasse gli orrori programmati.

Ecco dunque la totale invenzione per un’inversione totale. Hamas penetra, decapita neonati, brucia nei forni bambini, stupra, uccide a man bassa 1.200 civili (poi 800, poi metà militari), devasta distrugge, rade al suolo case e basi militari, pur dotato solo di armi leggere, contro elicotteri e tank che sparano all’impazzata su tutto, per impedire la presa di ostaggi.

Inchieste su inchieste, anche dall’interno dello Stato fuorilegge, fino all’ammissione dell’ex-ministro della Difesa, Yoav Gallant (che invano, con tanta gente, chiede a Netaniahu una commissione d’inchiesta su quell’episodio), e perfino confessioni di ex-disinformatori, dimostrano la falsità dell’intera narrativa.

Ma grazie alla militanza con benefit del meccanismo politico-mediatico in cui siamo inchiavardati, quella censura regge: A cosa serviva? Ad anticipare in capo a Hamas le atrocità che sarebbero state perpetrate, senza soluzione di continuità e senza fine, nei mesi successivi, tra Gaza, Libano e Cisgiordania: bambini sterminati, donne stuprate e uccise, civili affamati, assetati, inquinati, offesi, umiliati, bastonati, carcerati, torturati. Questo, tutto documentato e confermato da ONU, ONG, medici, testimoni. Ma non si poteva non fare, visto il 7 ottobre…

Modello di censura prediletto, ma che a forza di strafare pare che ora abbia preso a zoppicare un po’.

Finchè c’è verità c’è speranza.

 

 

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