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In questa intervista, che l’ottima, direi irrinunciabile,
web-tv “Byoblu” mi ha fatto qualche giorno fa, si affronta un vasto panorama di
argomenti che stanno determinando e modificando radicalmente le nostre vite
individuali e collettive. Una modifica che sta tentando di ridurre l’intera
umanità a uno Stato pre- o post-umano.Se il pre ci riporta alla condizione di
esseri che non hanno coscienza di sé e non hanno il “verbo” per una comunicazione di concetti, il post dovrebbe
avvicinarci a tal punto alla macchina, da non solo rendercene dipendenti, ma da
identificarci in essa.
Sappiamo ormai in tanti, e la manifestazione dei 1,3
milioni a Berlino lo ha dimostrato, che questa gigantesca operazione, fondata
sul ricatto a vita e salute, è stata concepita ed è portata avanti da certi
minoritarissimi, ma potentissimi e umanamente degradati gruppi di potere.
Confraternite nelle quali sono ammassate ricchezze pari a quella di gran parte
dei popoli del mondo. Conventicole senza scrupoli, in parte poco visibili e prive
di qualsiasi trasparenza, ma che si sono appropriate, attraverso corruzione e m
argini di potere, di un infinito numero di decisori e persuasori, scientifici,
politici, economici, culturali e, come è evidente soprattutto da noi,
mediatici, dello strumento che vorrebbero fosse l’arma fine del mondo. E’
l’arma della paura. Paura per la salute, per la vita, per i propri cari, per la
distruzione delle proprie condizioni, paura di tutto.
Berlino, manifestazione contro le restrizioni delle libertà
Nella prima rivoluzione industriale, questa stessa razza,
dai tratti dinastici, se non di sangue, di predatori di ricchezze, l’umano era
stato espropriato del risultato della sua opera, del suo intelletto, del suo
patrimonio di conoscenze e della sua creatività. Il facitore di opere,
l’arti-giano, doveva scomparire ed essere sostituito dall’individuo non
pensante, non padrone di sé, ma che esegue. La catena di montaggio del
taylorismo lo rendeva un ripetitore disanimato di gesti di cui non controllava
il risultato.
Ma, per i padroni, restava un problema. L’umano, pur parzialmente robotizzato, non era solo. Era uno tra mille, centomila, milioni, tutti vicini, apparentati dalla stessa condizione. E quindi coesi, capaci di organizzarsi, di lottare, di riconquistare spazi di umanità, di vincere. Il che impose al piano della conventicola un ritardo di due secoli e strumenti e metodi sempre più raffinati e feroci. A Firenze, con Sara Cunial e 10mila, a Berlino con 1,3 milioni il 1-agosto, in spiaggia, in piazza, perfino in chiesa (solo stavolta!), tutti insieme: negazionisti e perciò “malaccompagnati”!
La rivoluzione in atto, medico-farmaceutica e digitale, con supporto mediatico e militar-securitario, affronta questo ostacolo e questo ritardo. Rendersene conto è il primo passo per bloccare il progetto anti-umano dei sub-umani. Di questo si parla nell’intervista di Byoblu.
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