Vengo dalla conferenza stampa di presentazione della manifestazione “Stop 5G” di Roma, Piazza del Popolo, 12 settembre, dalle 15.00. Conferenza stampa alla Camera dei Deputati organizzata da Sara Cunial di R2020. Quello della Cunial e di Davide Barillari è il nuovo movimento politico, uscito dal M5S, che è oggi assolutamente l’unico a riflettere e rappresentare le istanze, l’opposizione e la rabbia popolari contro le strategie che attaccano e minano salute e libertà.
Alleanza Italiana Stop 5G
Ottimo l’inizio di Maurizio Martucci, presidente
dell’Alleanza Italiana Stop 5G (che avremo anche a una nostra iniziativa
pubblica in Tuscia a ottobre), con il sacrosanto rovesciamento al mittente
della definizione, intesa infamante, di “negazionista”. Negazionista è, invece,
inconfutabilmente e irresponsabilmente chi si ostina, per loschi motivi di
interesse, sussidarietà o subalternità, a negare gli effetti della connessione
di quinta generazione su salute, ambiente, umanità.
Martucci ci ha illustrato le mille e mille iniziative
contro il 5G, i 300 comuni che si sono opposti, le 340.000 firme consegnate a
Speranza per fermare una tecnologia minimamente verificata, l’ostinato
accanimento silenziatore di media e politica, il rifiuto di ogni dibattito
aperto alle differenze, anche le più prestigiose e titolate, lo scandalo di un
premier che si permette di vendere le radiofrequenze senza consultare medici e
opinione pubblica coinvolta. Approfittando del Lockdown, con il decreto “Salva
Italia” si è dato il via a nuove installazioni. Con il decreto
“Semplificazioni” si è sottratto ai sindaci il diritto e la responsabilità di
governare la sanità pubblica. Come è stato anche denunciato dalla sindaca
Domenica Spinelli, di Coriano (RN).
Conflitti d’interesse scandalosi sono quelli esibiti nel
“Piano Colao”, uomo di Vodafone e di Verizon, il colosso USA, quando sollecita
l’abolizione del limite dei 6volt/metro per l’inquinamento elettromagnetico e
una digitalizzazione universale. Qualsiasi invito alla prudenza e al principio
di precauzione, rivolto al governo e al Capo dello Stato è stato ignorato,
perfino quando proveniva dai malati oncologici delle cui patologie si conoscono
le origini elettromagnetiche, “la più grave e pericolosa sperimentazione mai
condotta nel mondo”.
Comitato Beni Pubblici e Comuni “Stefano
Rodotà”
Ugo Mattei, del Comitato Stefano Rodotà, un “commilitone”
nella battaglia in Val di Susa contro il TAV, già protagonista della campagna
vittoriosa per l’acqua bene pubblico, denuncia come il 5G, al di là degli inni
alla velocizzazione forsennata delle connessioni, metta in questione il modello
di riproduzione della vita sul nostro pianeta. Nel contrastare questo modello,
nel chiedere come priorità la costituzione delle scuole in oasi incontaminate
dall’inquinamento elettromagnetico, anche alla luce della vulnerabilità di
organismi in formazione, si deve assumere il ruolo di avvocati delle
generazioni future. Generazioni ignorate a chi si preoccupa esclusivamente del
presente.
Osservatorio Scuola
Per l’Osservatorio Scuola dell’Alleanza Italiana Stop 5G,
il prof. Andrea Grieco, vicepreside di un istituto milanese, da 25 anni
impegnato sull’inquinamento elettromagnetico, è vero quello che temeva
Einstein,: “Il giorno in cui la tecnologia andrà oltre l’umanità, il mondo sarà
popolato da idioti”. Corriamo il rischio antropologico di una nuova specie,
anche nella diffusione incontrollata della DAD, didattica a distanza, in una
scuola “transumana”, che sostituisce al rapporto tra esseri umani, nel momento
cruciale dello sviluppo della persona e del cittadino, quello con la macchina.
La tecnologia deve restare al servizio dell’umano, non viceversa, come succede
con ragazzi inchiodati davanti a schermi per 5-7 ore al giorno, a cui si
aggiungono quelli della didattica. E’ la sindrome Sicomori: i ragazzi si
chiudono in camera e non escono più. Non solo 5G, ma 5G integrato a
Intelligenza Artificiale, bioingegneria, dittatura sanitaria, fa in modo che la
scala tecnologica sia diventata più breve di quella culturale e che la prima
abbia assunto la guida della seconda.
Mi pare che i motivi per correre ai ripari, per resistere,
anzi per una controffensiva, ci siano tutti e che ce ne siano anche di più per
ritrovarsi in Piazza del Popolo sabato, 12 settembre. Quell’orribile imposizione
che è il distanziamento sociale, è anche un ossimoro, perché del “sociale” è la
negazione. Ci si vuole fare introiettare l’idea che distanziarsi è bene. Siamo
alla neolingua di Orwell “1984”. Teniamone conto quando ci riuniamo in piazza.
In video le nefandezze sociali, sanitarie,
ambientali dei 5G
Giorni fa su Vox Italia TV, con Francesco
Toscano, nella trasmissione “Match” mi sono in-scontrato con Raffaele Barberio,
specialista di comunicazioni elettroniche sulle quali dirige “Key4big”,
quotidiano online dal nome criptico quanto le intenzioni dei promotori del 5G.
Per me si trattava di colmare una lacuna che spesso manca quando ci si
confronta con quelli della connessione ultrarapida e totalizzante: gli effetti
sociali, sociologici, antropologici, morali e culturali che il 5G, tornado del
digitale che tutto travolge, infligge all’umano e punta a trasformarlo. Per gli
aspetti sanitari e tecnici lascio la parola ad altri.
https://www.youtube.com/watch?v=IoTXqy4sA0E&t=10s da
Vox Italia TV
5G: Fulvio Grimaldi contro Raffaele Barberio
Al video di Vox Italia TV aggiungo un documento importantissimo e
sconvolgente che, tra l’altro risponde al mio interlocutore Barberio quando,
con notevole improntitudine, nega che sia in atto, a favore delle antenne 5G un
massacro nazionale di alberi. Un vero ecocidio e un crimine di chi lo attua e
di chi lo consente. Il video è opera di Massimo Mazzucco, di Controtv, un
collega che sulle fandonie interviene come un chirurgo sui tumori.
Massimo Mazzucco, 5G e taglio indiscriminato
degli alberi: https://youtu.be/Ib-dKpPDawI
C’era e c’è un tempo in cui toccava mettere la mano alla
fondina quando si sentiva parlare di “sicurezza”. Era ed è il
tempo dell’Aids, del terrorismo, del virus. Tempo di sperimentazione di Stati
di polizia. C’era e c’è il tempo in cui la parola era “accoglienza”
e si trattava di far passare la deportazione e il traffico di schiavi per
“diritti umani”. Continua ad imperversare proprio quella parola da mano alla
fondina: “diritti umani”, con la quale ci cacciano in gola una guerra e un regime
change dopo l’altro. Ora è arrivato il momento di mettere mano alla fondina
quando ti minacciano con la parolaccia “smart”, “brillante,
destro, sveglio” per il vocabolario. Per noi “fico”. L’umorismo della lingua,
però, vuole che significhi anche “dolore acuto”. Il primo significato è quello
che si finge, il secondo quello che è.
Gatekeeper, guardiani della villa
In vista della manifestazione nazionale del 5G a Piazza del
Popolo, il 12 settembre, dopo aver trascorso un intervallo con il lancia-vermi
puntato sull’estero, dove provavano a imbrattare i vari Lukashenko, Putin,
Trump, Maduro, e altri eretici del pensiero plurimo, i nostri minus habentes
mediatici sono tornati a casa, richiamati dalla manifestazione romana per i
bambini da sottrarre agli orchi digital-virusiani. C’era da rimontare le armi,
oliarle e munirle delle solite munizioni in navigazione negli scarichi
sotterranei. L’allarme è rosso: sta per presentarsi nella capitale un nuovo e
ancora più nutrito stormo di negazionisti, terrapiattisti, “psicopatici” (secondo
Recalcati), complottisti, inevitabilmente ultradestri, anzi fascisti.
Il Marco Revelli rivelato
Con Tsipras!!!
E’ una grande occasione per i cretini. Ne emergono mediatici
di solito assopiti tra gli stereotipi ormai logori di cui vengono marchiati i
rastrellati da trafficanti e Ong: “fuggono da guerra, dittatura e fame”.
O altri, ai quali le perplessità davanti ad arresti in casa, distanze e
mascherine non rappresentano altro che il complesso di Charlie Manson e delle
sue ancelle stragiste di far morire il mondo. Alla catena di montaggio di
queste pratiche, tra l’idiota e il perfido, eccellono quelli, onnipresenti sul
“manifesto”. dei quali mi impressiona moltissimo tale Marco Revelli, un
accademico che si aggira tra valli e monti piemontesi, da dove viene tratto
alla ribalta dal “manifesto” e dalle consimili trasmissioni in cui si
allestiscono roghi di eretici.
Un suo ultimo elzeviro, carico di una virulenza da
gareggiare con i rabbiosi impeti colonialisti di Zanotelli, membro della stessa
confraternita, ha in qualche modo a che fare con l’adunata di popolo contro il
5G del 12 settembre. Concentra in un solo “fascio” (quando ce vo’, ce vo’)
personaggi e contenuti che tutti contribuiscono, come mattoni di un’orripilante
torre di Babele, a costituire lo schieramento che il movimento contro il 5G e
tutto il resto è chiamato a debellare. Marco Revelli è un’avanguardia del
rispetto per gli avversari. Dal suo balcone fiorito di buonismo al vetriolo a
ornamento del pensiero politicamente orribile, l’illustre voce italiana di
Soros stavolta si è sporta troppo. Ed è precipitata.
Il suo è un tentativo di sarcasmo. Si fa indirettamente vindice
e sostenitore di tutti coloro che noi eretici, ormai non solo più nazisti, ma
addirittura emuli delle Brigate Rosse, quando queste se la prendevano con il
SIM, ricordate, lo Stato Imperialista delle Multinazionali. Secca a Revelli
che, quelli magari facevano finta, mentre noi parrebbe che facciamo sul serio.
Infatti siamo contro le multinazionali che succhiano il mondo e gli esseri
viventi. Ciò che a questo polemista “smart” non torna proprio, è
che siamo addirittura contro i vaccini salvavita dei benefattori Big Pharma,
dei virus-truffa, dell’emigrazione che restituisce alla dignità umana e al
benessere africani e asiatici sradicati da multinazionali e Ong; della
tecnologia 5G (implicito: vogliamo tornare ai piccioni viaggiatori e alla
candela) e – oddio, no! – contro sant’uomini filantropi come Bill Gates e
Soros.
Per addossarci queste colpe da girone dantesco, Marco
Revelli arriva a citare Carlo Marx. E qui l’asino casca per davvero. Il suo e
di tutti quelli che oggi si mimetizzano da sinistra per meglio coglionare il
colto e l’inclita. Grazie Revelli, con scemenze e cattiverie come queste, hai
fornito biada ai somari (chiedo scusa all’animale) tuoi pari. A noi ha fatto
capire ancora meglio con chi abbiamo a che fare e tutto questo ci incoraggia e
affolla e assembra verso Piazza del Popolo. “Hasta la victoria siempre!”
COMUNICATO ALLEANZA ITALIAN STOP 5G
La manifestazione “Per la moratoria,
la Costituzione, le libertà e l’autodeterminazione digitale”, che si terrà
sabato 12 settembre a Roma in Piazza del Popolo, dalle ore 15:00 alle ore
18:00, vuole rinnovare al Governo la richiesta di un’urgente sospensione
della pericolosa sperimentazione dell’Internet delle cose. Sono ormai
evidenti, infatti, le gravi ripercussioni sociali, sanitarie e ambientali di
questa nuova tecnologia, nonché le criticità e i rischi per libertà
personali e i diritti costituzionali, ad essa connessi.
La manifestazione di Roma, alla quale
aderiscono diversi accademici, scienziati, giornalisti e artisti, avvocati e
giuristi tra cui il Prof. Paolo Maddalena, l’Avv. Luca Saltalamacchia, l’ex
collaboratrice ONU, Claire Edwards, si inserisce nell’ambito delle azioni
internazionali patrocinate dall’Alleanza Europea Stop 5G che sabato 19
settembre 2020 promuove una manifestazione a Lione (Francia) davanti la sede
dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC-OMS).
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