NON POTENDO PARTECIPARE IN PRESENZA ALLA DUE GIORNI SULLA PALESTINA DI TORRAZZA COSTE (PV), HO INVIATO QUESTO TESTO DI SALUTO CHE ANDREA MELUSO LEGGERA’ NELLA SESSIONE POMERIDIANA DI DOMENICA
Carissimo Andrea, cari amici,
Per quale motivo dovremmo preoccuparci di Gaza? Della
Palestina?
Chiunque avesse perso quella parte di sé che grida di dolore
quando vede bambini fatti a pezzi da bombe e cecchini israeliani, troverebbe
difficile rispondere a questa domanda.
Perché dovremmo sentire come nostre le cose che avvengono in
Palestina?
Perché la nostra specie, dalla quale si sono estraniati
coloro che massacrano in Palestina e nel mondo, non potrebbe continuare a
vivere su questo pianeta come se ciò che succede ad altre persone, ad altri
organismi, non avesse niente a che fare con noi. Non siamo più in quel mondo.
Non siamo più tribù isolate sparse sul pianeta che lottano per sopravvivere,
ognuna per conto suo. Siamo otto miliardi di essere umani, al netto di quelli
estraniatisi, di cui dicevo sopra, che non sono più separati e distanti come un
tempo. Siamo interconnessi in tutti i sensi, siamo globali.
E dunque siamo responsabili ognuno dell’altro. Siamo una
comunità che può darsi da fare per salvare il pianeta, o per farselo
distruggere. Dipende da come ci sentiamo rappresentanti e co-interessati con
tutti gli altri. E’ la nostra possibile forza. E’ per questo che siamo
diventati bersaglio.
Gli oligarchi disumanizzati hanno uno scopo: dominare ed
estrarre valore da ognuno e da tutto mediante sfruttamento, impoverimento,
devastazione ambientale, guerra, I loro meccanismi incidono direttamente su
quanto ci è dato, o negato, per vivere. A volte per sopravvivere. Se avessimo
un’autentica solidarietà di classe, una solidarietà globale, noi dovremmo stare
fianco a fianco dei palestinesi. Palestinesi come epitome e avanguardia della
comunità globale della vita, della solidarietà, della compassione, della lotta.
Della lotta per impedire che le nostre oligarchie, dedite al culto della morte
altrui, facciano divorare la biosfera dalla macchina capitalista, nutrendone
l’espansione a forza di morte..
I palestinesi non sono soltanto i combattenti
anticolonialisti per la propria esistenza paritaria nel concerto delle nazioni.
Sono il granello di sabbia che fa stridere, frenare, alla fine interrompere, la
marcia di quella macchina, la macchina del capitalismo imperialista.. Sono i
protagonisti dell’era della comunità globale che ha preso conoscenza e
coscienza di sé.
Pensate quanto siamo vicini, paralleli, sinergici! Avete
assistito alla sollevazione dei palestinesi, e anche di larga parte degli
israeliani, contro una cricca di licantropi capeggiata da Netaniahu, cioè da
uno che cerca l’impunità assoluta e l’annientamento del controllo giudiziario
sulle sue malefatte e, anche a questo scopo, allestisce genocidi. Se se la cava
lui, se la cava la perversione statale sionista. Vale uguale uguale per
Zelensky e la NATO.
Non vi viene naturale l’accostamento all’uso pro domo sua
che il potere, da noi e, in genere, nell’Occidente politico, fa delle riforme
che demoliscono il terzo pilastro della democrazia: la magistratura? Via ogni
controllo, di sottoposti e di sovrapposti, a fini della verticalizzazione di un
potere costruito a esclusiva promozione del privilegio sottratto. Razziale,
sociale, subculturale, economico.
Avete visto la cartina dei frantumi in cui è stata ridotta
la parte della Palestina, ora ulteriormente insanguinata, chiamata
Cisgiordania. Frammenti distanti e incomunicanti. Inoffensivi. Disabili. Non vi
è venuta in mente quella che questo nostro regime di parasionisti ha chiamato
autonomia differenziata e che disaggrega ciò per cui per secoli si è lottato e
sanguinato? Divide et impera. Tutto ciò che è marca, che non è centro
imperiale. Deglobalizzare l’umanità e le
sue aggregazioni al fine dell’unico globalismo concesso: Quello dei vampiri,
formulato a Davos. Quello della classe e del popolo “eletti”.
Siamo tutti palestinesi, cari amici, come mai prima. Come
solo pochi in passato avevano realizzato la comunanza tra la nostra sorte di
lavoratori, proletari, intellettuali ammanettati, con quella degli africani,
asiatici, latinoamericani in lotta di liberazione. C’era voluto il Che Guevara.
Oggi ci sono i palestinesi. E le marce e le lotte che con loro si fanno in
tutto il mondo.
La Palestina ci rappresenta, ci unisce, ci guida. Diceva
l’unico nostro degno presidente: “A brigante, brigante e mezzo”. Alla
globalizzazione di Davos, globalizzazione e mezza di Gaza.
Tanti auguri e tanta affettuosa stima per la vostra impresa
di oggi e di sempre.
Fulvio
15 settembre 2024.
TUTTINFOLK PER LA PALESTINA 2024
SABATO 14 E DOMENICA 15 SETTEMBRE
NUOVA
AREA FESTE TORRAZZA COSTE (PV)
Una due giorni folk di raccolta fondi a sostegno delle
organizzazioni umanitarie che operano in Palestina in questi terribili momenti
di guerra, una manifestazione PER IL CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO.
Durante le due giornate si susseguiranno sul palco esibizioni
di musicisti folk e suonatori delle 4 province che si esibiranno gratuitamente
per raccogliere fondi a sostegno del popolo palestinese.
PROGRAMMA:
SABATO POMERIGGIO
DALLE ORE 14,00
APERTURA E INTERVENTO Ugo Giannangeli
dell’ASSOCIAZIONE
GAZZELLA ONLUS
CONCERTI: CONTROCANTO
KOLA
CAMOMA
CAPEZZUOLI
INTERVENTO HANIN A SUFAN scrittrice palestinese
dalle 19.30 CENA CON I TRI URLUC
DALLE
20.30 SABATO
CONCERTI: DUOBLIQUE
FARAVELLI
BURRONE BICEGO
BIFOLC
TRIO
DOMENICA 15
MATTINA DALLE ORE 10,30
STAGE di bourrée d'Auvergne con Alessandro Menegaldo e musica
dal vivo di Gabriele Coltri.
dalle 12,30 PRANZO con concerto ABRA ENSAMBLE
POMERIGGIO dalle 13,30/14.00
INTERVENTO lettura testo FULVIO GRIMALDI
CONCERTI: FOLKENROUGE
COLTRI
MENDUTO MORELLI
TIRAMISU
DOMENICHELLA
E BUSCAJEN (4P)
CHIUSURA
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