martedì 14 ottobre 2025

”Spunti di riflessione” Fulvio Grimaldi intervistato da Paolo Arigotti --- --- DALLA PALESTINA AL VENEZUELA LA PAX TRUMPIANA

 

.”Spunti di riflessione” Fulvio Grimaldi intervistato da Paolo Arigotti

DALLA PALESTINA AL VENEZUELA LA PAX TRUMPIANA

https://youtu.be/eMfwwhEVnOA

 

L'espressione "Fanno il deserto e lo chiamano pace" (Solitudinem faciunt, pacem appellant) è attribuita dallo storico romano Tacito al capo britanno Calgaco. Qui, parafrasando, si può dire: “Consacrano un genocidio e lo chiamano Piano di Pace”, o “Creano una golpista e le danno il Nobel della Pace”. Le due cose vanno di pari passo, hanno la stessa matrice e puntano allo stesso risultato. In primis a salvarsi le chiappe. Come cerchiamo di spiegare nella chiacchierata.

Nella Knesset dalla standing ovation a getto continuo, abbiamo visto il rivoltante spettacolo di un Netaniahu che, col linguaggio delle parole e del corpo, si strusciava sui piedi del salvatore della patria assiso sul trono. Abbiamo assistito all’esibizione abietta di una canaglia genocida che, nell’atteggiamento detto del ciclista, pesta verso il basso e piega la schiena verso l’alto. Il “basso” essendo Gaza rasa al suolo con dentro 2 milioni di palestinesi. l’alto, colui che lo ha tratto in salvo a un centimetro dall’abisso, insieme a tutta la sua compagnia da manicomio criminale. Questa immonda esibizione, poi allargata ai partecipanti di Sharm el Sheikh accorsi a nettarsi, con una pace di fuffa e di truffa, della propria complicità o ignavia.  

Analogamente dall’altra parte del mondo e, guardacaso, in perfetta sintonia di intenti, abbiamo visto l’investitura a Nobel della Pace di un collaudato arnese dei servizi sporchi a imperialismo e colonialismo. Ringalluzzita dalle trasfusioni di onorabilità concessole da uno dei più grotteschi premi Nobel mai concessi dal dipartimento NATO norvegese, Maria Corina Machado s’è fatta polena della flotta militare che va assediando il Venezuela e promettendo sfracelli alla nazione bolivariana.

Pace “eterna” in Medioriente grazie all’obliterazione dei palestinesi e del loro Stato e al via libera al nazisionismo per il Nuovo Ordine in quella regione secondo i termini del Grande Israele. “Remontada” yankee in America Latina, a partire dalla disgregazione del paese portabandiera del riscatto di quel continente e ricorrendo, per l’ennesima volta, dal primo golpe del 2002, al proprio agente a Caracas. Una fomentatrice ultraventennale di regime change, invocatrice di sanzioni e interventi militari contro il proprio popolo, ora dal Premio Nobel irrobustita e resa internazionalmente punta di lancia della restaurazione “democratica” del cortile di casa.

Maria Corina Machado si è meritata il riconoscimento, quanto Netanyahu la salvezza. Il taumaturgo Trump ha assicurato ad entrambi quanto meno un lasso di sopravvivenza, possibilmente della durata del suo secondo e ultimo mandato presidenziale. Quello a cui lo hanno chiamato l’aggregato di Deep State, finanza ebraica, Big Tech, Big Armi, e i piccoli ras europei inguaiati dalla propria crisi e a rischio di suicidarsi con una guerra contro la Russia.

Tutto questo succede senza che entrino in scena né la verità, né l’onesta, né la democrazia, né i popoli, la cui autodeterminazione è proclamata obsoleta. La Flotilla, i milioni nelle strade del mondo che hanno costretto le mafie politiche a mettersi in ghingheri di pace, si ricordano di Pier Capponi: “"Voi sonerete le vostre trombe, noi soneremo le nostre campane!"

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