martedì 19 maggio 2020

NEL 100° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI SAN KAROL WOJTYLA





Scritto nell’aprile 2011, con l’attacco Nato alla Libia di Gheddafi in corso, in occasione della beatificazione del “Santo subito” polacco. Ribadito oggi, con dedica al suo successore attuale, meritevole di analoghi apprezzamenti per aver perpetuato la storica adesione della Chiesa alle migliori pratiche del potere temporale. In questo caso Covid-19.

Frenesia mediatica di distrazione di massa, parallela a quella di distruzione di massa per la grande rivincita del colonialismo alla Graziani (un terzo dei libici gassati, sparati, impiccati), attorno alla beatificazione del migliore degli ontologicamente eccellenti papi e al matrimonio del principotto anglomassonico William, collaudatosi degno erede al trono della sterminatrice Vittoria con la partecipazione in ghingheri da guardia scozzese nel mattatoio Nato dell’Afghanistan.

Soffermiamoci sulla prima, degna di collera quanto la seconda lo è di nausea. Anche perché a turlupinare, truffare, obnubilare e manipolare la gente sono stati quelli i santi cristiani ad insegnarlo per primi, meglio di tutti e per duemila anni, alle cricche del dominio, dello sfruttamento e della morte. Vediamoli, i meriti di Karol Woytila, papa vandeano  e restauratore da far vergognare  Pio IX.


Teologia della liberazione, di cui ho conosciuto i nobilissimi esponenti in Brasile, vituperata e rasa al suolo come l’impero laico amico comandava. Teologia che affiancava gli esclusi nella ricerca della vita e della dignità. Cospirazione, in combutta con Cia, mafia, P2 e reazione mondiale, contro la Polonia sovrana e socialista, alla cui sovversione offriva i denari sottrattici con l’8x1000 “per il sostegno della Chiesa e delle sue opere di carità”. Riabilitazione e connubio con la setta fascista-vandeana del vescovo Lefevbre. Assalto al Nicaragua rivoluzionario dei sandinisti in combutta con i briganti “contras” finanziati dalla CIA mediante traffici di droga.

Micidiale epifania sul balcone accanto al generale Pinochet, a sostegno della più stragista delle dittature latinoamericane; fraterna solidarietà e incarichi di massimo livello (Propaganda Fide) al delinquente cardinale Pio Laghi, sodale dei generali argentini dei desaparecidos unitamente all’attuale conducator atlantista Bergoglio.
Intima collaborazione e protezione al braccio squadrista del papa, la mafia cattolica dell’Opus Dei, cane da guardia del potere finanziario e contro le eresie laiciste; lancio degli speculatori e trafficoni di Comunione e Liberazione e della Compagnia delle Opere alla conquista di mercati, servizi e della spoliazione dei beni pubblici in consorteria con il peggiore malaffare nazionale e internazionale.


Sostenitore dei “Legionari di Cristo”, altra miliizia squadrista, in spregio – o per merito – dei suoi sodalizi con la criminalità politica e di un superiore generale pedofilo; occultatore fuorilegge di tutti gli episodi di pedofilia che infestano ranghi bassi e alti dell’edificio ecclesiastico; padrino e patrono del banchiere mafioso e piduista, probabile assassino di Papa Luciani, Marcinkus; beatificatore di serial killer come il vescovo croato Stepinac, stragista ustascia al servizio della Gestapo, e due missionari battistrada del genocidio colonialista in Messico; cappellano militare dei fascisti croati responsabili del genocidio di serbi in Slavonia e nelle Krajine.

Beatificazione a furor di un popolo vittima di circonvenzione di incapace e di successori che, in tal mondo, si assicurano identico trattamento post mortem, dopo una vita in stile di marketing religioso finalizzato ad accreditarsi come partner politico, culturale e belligerante delle élites occidentali impegnate nelle nuove crociate per lo sfoltimento dell’umanità e la dittatura sui sopravvissuti. Oggi il beatificatore non ha trovato, nel suo impegno  per il rilancio di millenarie superstizioni lobotomizzanti, mezzo minuto per apostrofare, nel giorno di Pasqua, i responsabili della strage degli innocenti in Libia. Ma ha trovato tempi e agi ed encomi da dedicare al presidente dell’Honduras, Porfirio Lobo, installato grazie ai golpisti attivati da Obama e protagonista quotidiano della repressione sanguinosa di un popolo, martire vero, ma dal lato sbagliato.

Responsabile diretto di uccisioni, torture, sparizioni forzate, stupri, cacciata di contadini dalle loro terre a vantaggio di una banda di latifondisti e delle multinazionali, il narcofascista Lobo sarà ospite d’onore, insieme ad altri esponenti del crimine politico occidentale, alla beatificazione del facinoroso sodale dei suoi predecessori. 



Poi è venuto Bergoglio, cresciuto e prosperato, muto, cieco e sordo, nell’Argentina dei Videla e Massera, dei figli dei desaparecidos rubati e i loro genitori torturati e poi gettati in mare dagli aerei. Con lui, a mettere a frutto i meriti conseguiti nel proprio passato venezuelano, il segretario di Stato Parolin, collaboratore del noto cardinale Berton e poi nunzio apostolico. Un fulgido campione della Chiesa latinoamericana più impegnata contro la rivoluzione bolivariana ed emancipatrice di Ugo Chavez.Tout se tien.





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