Hanno sbagliato, o voluto sbagliare, tutto
“ I pazienti deceduti avrebbero sofferto le conseguenze
delle prime diagnosi sbagliate. Covid 19 è una malattia infiammatoria vascolare
sistemica… addirittura i respiratori avrebbero peggiorato l’esito della
malattia…” (Maria Rita Gismondo, direttore microbiologia clinica e
virologia del ‘Sacco’ di Milano)
New York: intubati da morire
Ma forse si va oltre al sadismo. Da New York arrivano
testimonianze raggelanti su cosa succede in certi ospedali ad anziani intubati
e ventilati. Siamo all’orrore. Già da varie fonti mediche, che nessuno ha
potuto accusare di fake news, erano arrivati dubbi sulle terapie applicate a
chi veniva sospettato di covid-19 e quindi di patologia polmonare. Diversi
professionisti avevano asserito che si trattava invece di malattia del sangue
con l’esito frequente di trombi letali, contro la quale la ventilazione forzata
non era idonea, anzi poteva, con l’eccesso della pressione, provocare danni e
perfino morte.
Ora, a partire da un’infermiera che, per non subire
rappresaglie nel proprio ospedale, ha chiesto a una collega, Sara N.P., di
un’altra struttura, di denunciare quanto ha visto con i propri occhi, la
vicenda ha atterrito gli Stati Uniti. Secondo il suo racconto i pazienti
anziani venivano fatti morire in massa proprio per l’errata applicazione del
ventilatore, nei termini illustrati anche in Italia. La denuncia è stata
ripresa dal dr. Cameron Kyle-Sydell del Maimonides Medical Center di
N.Y., che ha confermato come i respiratori artificiali provocassero gravi danni
ai pazienti, stroncando gli alveoli dei polmoni. Una nota di sospetta
corruzione arriva dal dr. Scott Jensen, senatore del Minnesota, secondo
cui gli ospedali che impiegano i respiratori ricevono dal ministero il triplo
dei fondi rispetto agli altri. Infine, dall’Italia il dr. Giampaolo Palma,
cardiologo con vent’anni al Centro Trombosi di Salerno, ribadisce come questo
virus attacchi i vasi sanguigni e solo in seconda istanza i polmoni.
Secondo i denuncianti, la pratica degli ospedali di N.Y. di
attaccare qualsiasi paziente affetto da coronavirus alle macchine ventilatrici,
avrebbe provocato un numero altissimo di decessi. Praticamente saputi e voluti,
afferma l’infermiera. L’esclusione immediata di tutti i parenti da qualsiasi
contatto con i malati, subito dopo il ricovero, e la loro morte in assenza di
testimoni esterni, sarebbe da ricondurre a questa pratica. E forse anche
certi numeri in esponenziale crescita. Ma poi, come diavolaccio si
conciliano la distanza di un metro tra potenziali contagiati in strada, o nel
negozio, e quella di un metro, anche due, negata tra parenti e morenti? Non
casca forse l’asino anche qui? E’ fattuale: agli operatori dell’operazione
cambiamondo Covid-19 occorrono morti, tanti morti. Ed è altrettanto fattuale
che dall’antro da cui sono usciti questi operatori è uscito di tutto, il peggio
di tutto.
La migliore di loro: "hanno sbagliato tutto"
E se non fosse bastata la mia piccola ricerca, ecco che sul
Fatto Quotidiano del 3 maggio esplode l’atomica di Maria Rita Gismondo,
virologa numero uno d’Italia in quanto direttrice di virologia e microbiologia
clinica all’ospedale pubblico più rinomato: “Il Sacco” di Milano. E’ la
luminare già aggredita con diffida dal noto dr. Burioni (San Raffaele) per aver
detto che il Covid-19 le pareva poco più di una normale influenza. Scrive oggi
la Gismondo, denunciano il danno inflitto dalle terapie della ventilazione
universamente adottate e confermando esplicitamente la scoperta di New York: “L’ipotesi
italiana è confermata anche dagli Usa…Sars coV2 colpisce soprattutto i vasi
sanguigni, impedendo il regolare afflusso del sangue, con formazione di trombi.
La polmonite ne è solo una delle conseguenze”. La cura in questo caso
sono gli antinfiammatori, mentre la ventilazione spacca i polmoni e uccide. Si
sapeva? Si faceva? “E’ una vera rivoluzione”, conclude Gismondo.
Verrà ascoltata? Verrà bruciata sul rogo? Chi appiccherà il fuoco, Roberto
Burioni? Bill Gates? Voi che dite?
Ma è mai possibile che, di fronte a un’ipotesi, un dubbio,
con tanti elementi e testimoni alla sua base, alla luce di tanti morti
soffocati dai ventilatori in tutto il mondo, non si scateni un dibattito internazionale, a tutti i livelli, su chi
abbia ragione, tra coloro che insistono a intubare e a nascondere i morenti ai
loro cari e viceversa, e quelli che invocano e praticano altre terapie, meno
invasive e rischiose?
https://www.corriere.it/salute/cardiologia/20_aprile_15/quella-relazione-pericolosa-tutti-virus-covid-19-incluso-trombosi-ac6dae Questo
è il link a un articolo del Corriere della Sera, poi cancellato.
La conclusione è una sola. Cosa ci si deve aspettare da chi
ha ridotto la distanza tra ricchi e poveri a quella tra la galassia e il
pianeta Terra, da chi, sotto copertura di menzogna, frode e altosonanti valori
come democrazia, antifascismo e diritti umani, percorre il mondo come
un’ininterrotta esplosione termonucleare, cancella al suo passaggio nazioni
intere, Stati sovrani, devasta, distrugge, contamina, infliggendo sofferenza e
ingiustizia come neanche nelle epoche più buie e terrificanti della storia
umana? E prepara, servendosi di una muta
di ratti mediatici per le opportune diffamazioni, fake news, manipolazioni,
quell’aggressione alle potenze indocili, Russia, Cina, che renderà tutti gli
olocausti succedutisi nella Storia umana, comprese ere glaciali cadute di corpi
celesti, diluvi universali, un incidente di percorso?
Prima gli anziani, costosi, improduttivi,
dotati di memoria….
"Dal dì che nozze e tribunali e are
dier alle umane belve essere pietose..." (Ugo Foscolo, "I Sepolcri")
file:///C:/Users/Fulvio/AppData/Local/Packages/microsoft.windowscommunicationsapps_8wekyb3d8bbwe/LocalState/Files/S0/3/Attachments/APPELLODELLACULTURA[32047].pdf
"Dal dì che nozze e tribunali e are
dier alle umane belve essere pietose..." (Ugo Foscolo, "I Sepolcri")
file:///C:/Users/Fulvio/AppData/Local/Packages/microsoft.windowscommunicationsapps_8wekyb3d8bbwe/LocalState/Files/S0/3/Attachments/APPELLODELLACULTURA[32047].pdf
Abbiamo assistito all’eliminazione dei vecchi tramite
assembramento di infetti nelle case di riposo, intubazioni letali a chi poteva
essere curato con eparina o clorochina, come incomincia a succedere da noi e
altrove, alla faccia dei bonzi sanitari che, grazie al vaccino, aspettano di
farsi depositi di Paperoni e califfati tipo quelli del Golfo. Abbiamo visto i
nuovi Mengele, Alan Dulles e Shimon Peres, dell’eugenetica costringerli a
morire in casa per interruzione delle cure, tutte sospese, mancanza di moto,
aria, sole, socialità, per depressione, infarti, perfino inedia. Pulizia
generazionale di deboli, improduttivi e costosi che avevano tuttavia la grave
colpa di infettare il Nuovo Ordine Mondiale con il patrimonio della memoria di
cose, nomi, valori, libertà.
E poi al danno, se così si può definire, l’insulto. Alla
persona che muore e che, su falsi pretesti, in maniera sadica viene privato del
conforto dei suoi brani di vita affettiva nei momenti del freddo che gela il
midollo. Alle persone consanguinee, con-affettive, che si vedevano negate la
vicinanza del massimo reciproco bisogno. Nessuno a cui ribadire che ci è cara la sua vita, nessuno da cui farsi
accompagnare in un passaggio che, da solo, vuol dire orrore. Da Antigone, da
quando eravamo animali pre-umani, la morte, come la nascita, misteri
insondabili che ogni civiltà ha affrontato con ritualità sacra, era onorata,
alleviata, accompagnata.
Poi i bambini e ragazzi, improduttivi, costosi,
pericolosi.
Ma tocca anche ai giovani. Non di morire. I feldmarescialli
hanno bisogno di turnover. Ai giovani tocca di non rompere, come sarebbe nella
loro natura di incontaminati dalla vista chiara e, come troppe volte è stato
nella Storia, di agenti di cambiamenti radicali, catastrofici per le élites
dell’epoca. Tocca ammazzarli, nel senso di decerebrarli, da piccoli. Tutti
ricordano di cosa accadde cinquant’anni fa in quasi tutte le strutture
dell’istruzione, dalle medie, con ragazzini e adolescenti, alle università dei ventenni
e, poi, nelle fabbriche e nei quartieri, con tutta una generazione. Se non
nelle fondamenta, il palazzo dell’élite tremò nei vetri e nelle pareti. Ne sono
ancora terrorizzati.
Sfumata l’operazione AIDS, di negazione della sessualità
conquistata in quegli anni, scoperchiata da guerre e sanzioni a classi e
nazioni la “guerra al terrorismo”, hanno capito che dovevano colpire alla
radice della vita. Per neutralizzare i caratteri vitali, la forza, la
curiosità, l’intelligenza delle nuove generazioni, bisognava ridurne l’“assembramento”,
sempre gravido di intemperanze e minacce. Impedire l’associarsi, l’incontrarsi,
l’organizzarsi, che a una generazione danno un carattere, addirittura una
fisionomia, comune, rabbie e aspirazioni condivise, come succede nelle
rivoluzioni, con la ricchezza delle sue diversità e sfaccettature. Un sognare,
sentire, pensare, volere che produce forza di massa.
Per prima cosa era necessario disgregare i corpi portatori
di tale comunità, separarli, isolarli. Compito delle piattaforme digitali.
Rapporti che da fisici, con suoni, occhi, odori, contatti, espressioni,
all’asettico del virtuale. Virtuale da smartphone e reti social,
autocelebrativo nell’immagine, a compenso di un’identità che, senza confronti
con la realtà fisica, diventa incerta, minimalista; semplificata, infantile,
nel linguaggio. L’apoteosi delle chat, del pensiero breve e, dunque, della
comunicazione corta. Fine del crescere dell’uno sull’altro, con l’altro, per l’altro, ad arrampicarsi
insieme, legati, sulla roccia che ha in cima
la maturità. Conferma di una gerarchia famigliare ossificata e
patriarcale, che poi dovrà rafforzarsi nei rapporti sociali e di classe. Un
rapporto dogmatico e quindi autoritario, negatore della dialettica e della
contestazione.
Come quello dei monopolisti della Scienza. Che controllano
l’OMS pagandola, non diversamente dall’organismo ONU che sovrintende al
digitale, Internet Governance Forum (IGF). Da chi è composto? Dai governi, per
forza, dalle piattaforme dettaleggi e dettacensura di Silicon Valley e dalla “società
civile”. Cosiddetta, perché composta dalle grandi ONG, tipo Medici Senza
Frontiere, Save the Children, Open, generosamente finanziate dalle stesse
piattaforme e pure da Soros. Conflitti d’interesse. Nessuno. Come quelli dell’OMS.
Scuola o centro di addestramento?
Poi l’eliminazione della scuola, luogo deputato alla
formazione, tanto attraverso l’apprendimento didattico quanto a quello
autogestito nella comunità di ragazzi che si crea e che ne alimenta l’opera
collettiva, anche la resistenza, nei confronti degli adulti e l’affinamento
piscofisico reciproco attraverso l’amicizia, l’amore, l’emulazione, il
conflitto. Un fronte di forza e di responsabilità fondato sullo scambio.
Negato, ne riduce i membri alla solitudine, alla debolezza, al blocco del
processo evolutivo e formativo. Nessuna comunicazione e nessun insegnamento
virtuale, la scuola telematica con i suoi elementi degenerativi di isolamento e
solipsismo, può sostituire anche in minima parte, anzi, la linfa vitale del
confronto diretto nella comunità. E neppure il rapporto discente-docente, fatto
com’è di espressioni, vibrazioni sensoriali e intellettive, fascino, direi,
forzando, di elettromagnetismo, potrà mai essere restituito dalla freddezza
disumanizzante di uno schermo.
Scuola di classe
O vogliamo scordarci di cosa avesse già provocato, con gli
strumenti del digitale appositamente prodotti, la defisicizzazione della realtà
esterna e conseguente annichilimento di quella interna che con essa dialoga, e
non solo visivamente. Smartphone e tablet tanto comodi, tanto utili e tanto
appositamente pensati e diffusi per analfabetizzarci in termini di comprensione
della complessità e della sua riduzione a sintesi. Ora questa improbabile
ministra dell’Istruzione, Azzolina, prevede, per la ripresa, una scuola
spaccata a metà. Come una pianta, un edificio, una vita qualsiasi, che nelle
sue parti divise non è più niente di ciò che era. Metà in classe e metà al
computer da casa. Due forme non tanto alternative, ma contrapposte, di
procedere alla formazione di donne e uomini adulti e coscienti. Ne usciranno
due categorie che non avranno nulla da dirsi. Una più dotata, l’altra
profondamente disabilitata. E così, nella più importante occasione di
socializzazione dei ragazzi, si ricreano le diseguaglianze che la Scuola era
chiamata ad annullare. E’ lotta di classe dall’alto verso il basso. Vigliacca, perché
se la prende con i meno armati. E una volta di più, il sistema è riuscito a
dividere la società. E a imperare. Lo scopo di tutto quello che ci succede non
è forse questo?
Resta da dire dei bambini che, dopo due mesi in gabbia, a
sfondarsi di Lego e diseducarsi con disneyani filmati di animali, simpatici e
degni di affetto solo nella misura in cui paiono esseri umani travestiti da cerbiatto,
o orso, o passero, possono uscire con mamma o papà. Un giretto, ma non
incontrarsi tra loro, non andare sull’altalena, o sullo scivolo e correre e
fare capriole, in gara con i compagni. Non sanno mantenere le distanze, i
bambin! In qualche modo colpevoli, mentre ancora odorano di latte materno. Una
bella partenza per la crescita da anchilosati nei muscoli e nel cuore, mamma e
papà-dipendenti, soli. Ammazzarli da piccoli, appunto.
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