file:///C:/Users/Fulvio/Desktop/Mascherine%20minori.pdf Per primissima cosa, in linea con l’argomento
del pezzo, vi invito vivamente a leggere questo appello in difesa dei minori
aggrediti dall’operazione virus.
https://youtu.be/rvNMLEK_XW0 Paolo Rossi “Era meglio morire da piccoli”
Fuori i mocciosi! O dentro!
Di occasioni per parlare della guerra di sterminio agli
anziani, condotta dagli apostoli del Messia Coronavirus, ce ne sono state
offerte fin troppe, sostenute dall’abbagliante evidenza della considerazione in
cui venivano tenuti questi soggetti, inutili, costosi, improduttivi, spesso
acrimoniosi e, oltre tutto, depositari di insidiose memorie. Molte di meno ne
abbiamo avute per misurare il grado di ostilità impiegato per liberarsi di
un’altra categoria di umani costosi, parassitari e spesso smanierati: i
mocciosi.
Non è la prima volta, se partiamo dall’episodio della
strage degli innocenti di Erode che ci hanno rifilato quelli della bibbia e che
si emula ininterrottamente, fino all’uranio sui bimbi iracheni e serbi, fino al
fosforo sui ragazzetti di Gaza, ai massacri dell’Isis in Siria, alle sanzioni
ai bambini di mezzo mondo. Ma una frode così colossale, come quella inflitta da
una branco di lupi (chiedo scusa ai lupi veri) a uno sconfinato gregge di
pecore (chiedo scusa alle pecore vere), a me pare ci sia stato solo una volta,
circa duemila anni fa, quando al pensiero molteplice, tollerato,
produttivamente e felicemente dibattuto, ci venne imposto con il trucco, il
raggiro e una violenza sanguinaria come mai prima nella storia umana, il
pensiero unico ancor prima che l’esserino umano avesse un pensiero..
Uno spirito acuto ha detto che a Osama bin Laden hanno
sostituito il Sars-Cov-2, riferendosi alle misure autoritarie e riduttrici dei
diritti civili assunte per la cosiddetta “Guerra al terrorismo” (leggasi
“guerra all’umanità”), una guerra che vedeva riuniti, da un lato, Stati e loro
terroristi e dall’altro Stati e popoli vittime, con tra queste ultime in
primissima posizione bambini e adolescenti. Io allungherei lo sguardo e
accosterei l’attuale, così definita, “guerra al Coronavirus” (altra “guerra
all’umanità”) alla guerra al politeismo e alla civiltà classica, di cui il
pluralismo delle fedi e degli dei era l’espressione, svoltasi a partire da
Costantino, sua madre Elena (santa!) e Teodosio. Allora, come con Osama e con
il Coronavirus, cambiare il mondo a proprio vantaggio, fondando un inganno
planetario su una menzogna colossale. Succede sempre in Italia, mosca cocchiera
delle trasformazioni in peggio del mondo. Un po’ perché, ponte nel Mediterraneo
tra i quattro punti cardinali, siamo molto ambiti. Un po’ perché, a parte
qualche sprazzo ogni par di secoli, risultiamo i più boccaloni.
Dal battesimo al vaccino
Dice, cosa c’entra tutto questo con i bambini che nel
titolo (come nella canzone di Paolo Rossi) devono morire da piccoli? C’entra
nella misura in cui operazioni antiumane ed elitarie per stabilire un Nuovo
Ordine Mondiale, allora pienamente riuscito, oggi in corso, hanno per bersaglio
privilegiato le categorie più facili da colpire, circonvenzionare, eliminare:
gli anziani e i giovani. Fin da quella prima costituzione di un Nuovo Ordine
Mondiale, i bambini si catturano e s’inseriscono nelle schiere degli obbedienti
(credenti) al nuovo ordine mediante il battesimo alla nascita, poi con la Prima
Comunione e con la Cresima al passaggio verso la pubertà. Da allora, ogni
divergenza è apostasia, o eresia (ceppi e roghi).
Vi pare molto diverso dai 10, secondo eminenti scienziati
discutibili, vaccini ordinati da una certa ministra Lorenzin a tutti i neonati
di questo regno del dio Big Pharma? O, meglio, da quel vaccino universale,
obbligatorio alla nascita e identificante sottopelle per tutta l’esistenza, che
la Cupola dei Bill Gates, soci e miliziani, imporrà a tutti, una volta che 7,5
miliardi di esseri umani saranno stati sufficientemente bolliti da propaganda,
minacce, punizioni e premi (inferno-paradiso = non ti puoi muovere-ti puoi
muovere)? E che ridurrà ogni nuovo nato alla mercè della conoscenza,
sorveglianza e del comando di chi del Nuovo Ordine Mondiale è l’imperatore.
60.000 nuovi sbirri per la Sadomasocrazia
Partiamo dalla generazione che viene chiamata “millenials”,
i nati dal 1990, più o meno. Per mesi sono mancate le mascherine, senza le
quali si abbatte su di noi la punizione del Supremo. Si doveva annientare il
virus, ma sono spariti i reagenti per i troppo pochi tamponi che erano poi
troppo poco precisi. Dei ventilatori ce ne sarebbero voluti dieci volte tanti
(e, visto ciò che combinavano, menomale che non c’erano!). Bonus per tutti, lacero
cerottino su un’economia disastrata e priva di strategia, non sono mai
arrivati. Arriveranno invece 6,3 miliardi agli evasori fiscali FCA e, 2,3 ai
responsabili di ponti crollati e autostrade sfasciate. E arriveranno, subito
subito, sessantamila spostati, borderline per bramosia di contare qualcosa,
fregare chiunque altro facendo i delatori e imporre il loro nulla armato di
metro a scapestrati privi di mascherina, perfino quando bevono e mangiano, e
distanti tra loro 90 cm anziché 100 per sentire ciò che dicono. Ovviamente
volontari. Ovviamente senza la benchè minima preparazione/formazione al
confronto con folle o individui da reprimendare/reprimere. Ovviamente
destinati a essere sepolti da uragani di vaffa.
Dalla movida stronza alla movida delittuosa
E’ la splendida idea del ministro Boccia e del capo-sindaci
barese Decaro, nel paese che, tra PS, CC, Finanza, guardie giurate, Polfer e
burbe con stellette e mitragliatore, ha più guardie per cittadino di qualsiasi
paese europeo. Io non ho nessuna simpatia per l’usanza zapaterian-meneghina di
“movida”, apericena, happy hour e simili sbevazzate nell’era del consumismo e
del localino hip ogni dieci metri. Precipizio sociale e culturale che, per
esempio, mi ha fatto fuggire da Trastevere quando il quartiere storico, di
artigiani, botteghe, artisti, canzoni e osterie divenne, sotto lo sguardo
accecato dei palazzi quattro- e cinquecenteschi, una baraonda di localetti e
localacci di pessima proprietà e scadenti frequentazioni, con dalle finestre
neanche più un panno, o un viso, trasteverino.
Va aggiunto, però, che ai ragazzi che qui, o ovunque, si
“assembrano” per incontrarsi, parlare, ritrovarsi, inciucchirsi di spritz, dopo
quasi tre mesi di demenziale e castrante carcerazione, la città, come è stata degradata
da un ceto dirigente di trogloditi famelici, non offre nessuna alternativa di
incontro, confronto, superamento della pianificata disgregazione sociale.
Disgregazione al cui acme, dopo le escalation del terrorismo, della guerra
migranti-autoctoni, donne-uomini e omo-etero, è servita l’intera operazione
coronavirus. Di conseguenza, le geremiadi, le rampogne, le ramanzine, che gli
ultrà dell’ipocrisia e della tromboneria virusiane indirizzano ai ragazzi,
insieme a branchi di 60mila fancazzisti frustrati, ansiosi di pestare vero il
basso e inchinarsi verso l’alto, non sono che la continuazione della guerra ai
ragazzi con altri mezzi.
Task force fake news, task force distanziatori
civici: neanche il Minculpop, neanche le camicie nere
Ci sono voluti un paio di giorni dal lancio dell’orda di
miliziani distanziatori perché l’enormità del provvedimento Boccia-Decaro-Gestapo
(naturalmente Conte non ne sapeva, come non ne sapeva del blocco sacrosanto di
“Open Arms”, ça va sans dire) balenasse a qualcuno e da governo,
maggioranza e opposizione si levassero voci di apprensione e critica.
Apprensione perché, sebbene non ci sia in quella consorteria nessuno che metta
in dubbio stati d’assedio e coprifuoco con prospettiva vaccino, lo scatenamento
sulla gente di questi sventurati sessantamila rischiava di scoprire la natura
vera dell’intera operazione. Tutto qui. A oggi, l’esito rimane incerto. Ma, secondo me, passa: più scherani usano e più gli dice bene.
Devo dire che, se non la supera, la trovata di lanciare
questi ottusi energumeni contro chi rischia di incrinare qualche sera l’assetto
da lager previsto per la nostra società, fa il paio con l’istituzione, in seno
al governo, della famigerata task force contro le fake news (chiamiamolo
pure “ministero della Verità”). Un plotone d’esecuzione degno dei migliori
regimi.
Un aborto mostruoso della madre di tutte le dittature, ai
cui aderenti, delatori e censori nel nome del pensiero unico, assassino del
pensiero, in mancanza di loro suicidio professionale per l’onta, l’Ordine dei
Giornalisti avrebbe dovuto comminare l‘immediata espulsione e quel tappetino
dei manipolatori che è il sindacato (FNSI), la negazione in perpetuo
dell’accesso a tastiere e microfoni. Avranno, invece, al ritorno nei lupanari
d’origine, onorificenze e avanzamenti.
Mascherine da morire
Poi ci sono i piccoli, dai cinque anni in su tutti con le
mascherine e distanziati. Mascherinatori il cui tasso di odio viscerale per i
bambini supera addirittura il grado di pericolosità fisica delle mascherine,
come descritto dal documento riportato al link in apertura. Mascherine che
contaminano, mascherine che soffocano, mascherine che, soprattutto in attività
sotto sforzo, uccidono, come è successo in Cina (al cui proposito, come a
quello della Russia, per favore niente indulgenze, o attenuanti, da parte degli
amici di questi paesi, per comportamenti virusiani analoghi ai nostri e
parimenti deprecabili. Per sostenere Russia e Cina ci sono motivi migliori, non
questi e neanche il distopico 5G)
Al principio l’OMS diceva che le mascherine non
servono perché il coronavirus è grande 120 nanometri e quindi passa per ogni
mascherina come una zanzara passa per un cancello. Poi si sono accorti che
serve ad annichilire le persone e la loro identità, a metterle a rischio di
malattie e a far guadagnare un bel po’ di miliardi. Sanno, come lo sa qualunque
cardiologo, che museruolizzare così i bambini per ore a scuola, significa farli
rischiare l’infarto; il dermatologo sa che rischiano dermatiti e micosi, l’ìmmunologo
che nella mascherina i germi si “assembrano”(!) e che senza contatti con gli
altri ragazzi il sistema immunitario si indebolisce. L’avranno detto al
Comitato Tecnico Scientifico? Ci sarà almeno un medicuzzo di base tra i supremi
saggi che queste cose le sa perfettamente? E allora le fanno apposta?
Meno bambini, meno gente sul pianeta.
Meno bambini, meno affollamento sul pianeta
E’ guerra totale ai bambini. Indubbiamente, come quella
agli anziani rinchiusi per mesi e privati di cure e assistenza, morti come le
mosche), è parte integrante della campagna per la riduzione dell’umanità
(numerica e intellettuale) sostenuta, parzialmente attuata (videogiochi che
insegnano violenza e morte, guerre, sanzioni, fame, farmaci, sterilizzazioni),
dagli stessi promotori del pogrom planetario a fini di miliardi e poteri da vaccino
e da identità digitale. Hanno iniziato con l’isolamento e la clausura per due
mesi e passa. La generosa concessione del giro della casa con mamma e papà.
L’esclusione da scuola materna, asilo, scuola e ogni opportunità di
socializzazione, senza la quale un bambino, un minore, è alla mercè di ogni
sopruso da eccessi genitoriali e a ogni patologia psicofisica da solitudine.
Intanto pubblicitari istituzionali e commerciali, ottusi e malvagi, gli/ci
rovesciavano addosso la melassa tossica e idiota del “tutto andrà bene” (ma
l’officina, o la bottega, dei genitori non aprirà più: addio studi superiori),
a farci felici dello stato di abiezione fisica, sociale, culturale.
Ci sono volute madre e padri coscienti a farsi avanguardia
e scendere in piazza contro gli orchi impegnati a pervertire e distruggere
quello che, nei millenni in tutto il mondo, è stato lo strumento fondamentale
per perpetuare e migliorare le civiltà. Hanno salvato l’onore. Speriamo anche i
bambini e il nostro futuro.
Quando la nefandezza, tanto inutile quanto patogena, della
chiusura ha dovuto essere attenuata, per le pressioni di opinioni pubbliche in
rivolta, negli altri paesi più che nel nostro, hanno pensato bene di negare
l’unica opportunità di gioco e socializzazione offerta dai nostri agglomerati
di cemento alla Boeri, Fuksas, Piano, Kenzo Tange, Sala o Ciancimino: niente
giochi nei parchi giochi. E tutti a minimo di un metro. Bambini da uno a 6
anni! Bambini che conoscono soprattutto toccando! Bambini che, conoscendo gli
altri bambini, conoscono se stessi! Bambini portati a diffidare degli altri
bambini: “Potrebbe infettarti, stai lontano!”
Diffidenza che diventa la cifra di tutti i rapporti futuri. Bambini da
bloccare, frustrare, immiserire, intristire. E nessuno di quelli che
lacrimavano sui bambini “sotto le bombe di Assad”, nei campi profughi in
Turchia, o sui barconi della migrazione, trova una sola parola da dire contro
questo che non è altro che un infanticidio.
Poi, dai 6 anni in su, distanti anche a scuola. Col piffero
che copi dal compagno di banco, che fai piedino con la compagna, che ti passi
la versione o la maledetta merendina. Distanti, distanti, ma che calcio, quale calcetto,
pallavolo, basket: giochi di squadra, giochi di contatto, letali. Chè, volete
le “seconda ondata”, volete tornare dentro?
Lontano, lontano, lontano. Non solo nel tempo, come dice la
canzone di Tenco, tempo che potranno ritrovare solo nelle foto e nei video dei
genitori e dei nonni, nei quadri antichi, in racconti come quelli di Ulisse
vent’anni dopo Troia. Più direttamente, dolorosamente, mortalmente sul piano
morale, affettivo, intellettuale, anche lontani nello spazio. L’altro, il
compagno, diventa “l’isola che non c’è”. Se non si fanno le cose insieme,
vicini, a contatto, è come giocare a carte a solitario. E l ‘affettività, che
non può non essere tatto, contatto. E l’amore? Ah, già tocca ridurre l’eccesso
di popolazione.
Già una ministra dissennata, capace di uccidere non solo Maria
Montessori e tutta la pedagogia da Socrate in qua, ma addirittura l’intelletto
individuale e collettivo con l’idea (rientrata) del concorso per insegnanti a
quiz. Le crocette per chi deve insegnare la complessità, come tutto si
interseca, scontra, tiene. La sterilità da binario da internet E, dunque, si
prevede per l’autunno la teleuniversità, in medie e superiori metà classe in
presenza (distanziata!) e metà a sfondarsi di solitudine col computer. Col
terzo di famiglie italiane sconnesse e quindi disconnesse: guerra di classe.
Amare, odiare, interrogare un insegnante, le sue parole, la
sua figura, la sua faccia. emularlo, contestarlo, ricordarlo. E viceversa. Lo
stesso con i compagni, fare fronte comune, confidare gioie, tormenti, segreti a
chi non si presenta come autorità, come chi sa già tutto e meglio. Gareggiare,
imparare a prevalere e a soccombere, accordarsi, rinunciare Tutto questo
attraverso lo schermo?
Hanno preso il potere, un potere totale. E noi non ce ne
siamo neanche accorti, abbiamo lasciato fare. Abbiamo avuto, nonostante tutto,
quella fiducia nell’autorità che l’autorità non ha mai avuto per noi. Mai. Un
volgo disperso che nome non ha. Forse abbiamo speso tutto in quel decennio
mitico dal ’68 al ’77. Dobbiamo tornare ad accumulare energie. Se non ci
sveglia neanche quella muta di 60mila pitbull che ci lanciano addosso… se non ci sveglia il fatto che ci stanno
rubando i nostri figli, che li stanno annientando col pretesto del virus e
della loro salvezza….
Vien da pensare ai figli dei Desaparecidos. Ma i Montoneros
dove sono? Salvare l’onore, almeno.
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