"Piu una società si allontana dalla verità e più odierà coloro che la dicono" (George Orwell)
" Se l'undici settembre è servito a qualcosa, gli stessi manovratori, con il 6 gennaio nel Campidoglio, hanno ottenuto molto di più" (anonimo, ovviamente)
Infatti, se gli stupefacenti sotto controllo USA sono serviti alla "guerra alla droga", condotta per abbattere i giovani afroamericani e disarmare le rivolte sociali in Europa; se le Torri Gemelle, con la "guerra al terrorismo", hanno consentito il Patriot Act, le guerre esterne e interne; se la bufala del finto "golpe trumpiano" del 6 gennaio e quella del milione e mezzo di vittime della pandemia hanno annullato la libertà di opinione ed espressione, cosa diavolo stiamo aspettando?I despoti delle piattaforme e "il manifesto", dalla lotta di classe allo sterminio di classe.
L'inconcepibile censura dei social media USA, schierate con una fazione che non rappresenta più di metà degli elettori americani, alle opinioni, assolutamente legittime e legali, del presidente degli Stati Uniti introduce un paradigma del tutto inedito fin dall'epoca del rogo delle streghe e degli eretici. Ne è portatore in Italia "il manifesto", giornale letto da pochi, ma espressione di una vasta opinione, tra complice e illusa. Perciò vale la pena per trattarne a lungo.
Papa, "il manifesto": una faccia una razza
Secondo voi c'è da stupirsi o, se preferite, scandalizzarsi, se il papa, presentatosi col nome, già ingannevole, di San Francesco, si associa al Grande Reset che ci dovrebbe portare alla transumanità di un Nuovo Ordine Mondiale gestito dai miliardari e trilionari? O ci sarebbe da meravigliarsi e, nel caso, vergognarsi, che in Italia esista un giornale che scrive nella testata "quotidiano comunista" e si presenta come il massimo promotore dell'odio per i proletari e i poveri e del massimo di razzismo verso popoli da annientare?
Non c'è niente da stupirsi, ma da scandalizzarsi e vergognarsi ce n'è molto se in questo mondo di obnubilati dalla propaganda e privati di conoscenza, ci rimane ancora un briciolo di libertà/verità/raziocinio. Cosa che non manifesta tale Luciano Vasapollo, della tribù comunista smarrita, "Rete dei Comunisti".
Uno che insegna statistica, ma passa per filosofo e chiama i contadini, operai, piccola borghesia, i 70 milioni di elettori di Trump massacrati dalle guerre imperiali di Obama e dal Covid di Bill Gates, marxianamente "classi basse e bassissime" e, specularmente, i sostenitori di Biden "borghesia incarnata in un'area più elevata" (cfr. in Sinistrainrete "Assalto al Campidoglio. Si rafforza l’ipotesi di colpo di stato fallito" (intendendo, come il New York Times, la CIA e il "manifesto", non il golpe reale dei Democratici, ma quello virtuale, con l'uomo vestito da bisonte, attribuito a Donald Trump). Del resto a questi "strafalcioni" del clan romano siamo abituati fin da quando sostenne una sua "Lista per Veltroni" al secondo mandato di sindaco.
Tra i tifosi dell'esistente in marcia verso il Great Reset, Jorge Bergoglio non stupisce quando, a ogni Angelus domenicale, a scanso di perdizione eterna, intima ai peccatori la vaccinazione per "tutti tutti tutti" .Sarebbe pure dovere morale, secondo il papa, visto che sennò ammazzi anche gli altri e chi la inoculazione non la fa, il demonio se lo porta via. L'uomo, dopo tutto è quello che è: un appassionato di Grandi Reset per il Nuovo Ordine Mondiale, fin da prima con i generali argentini americo-fascisti e, oggi, al passo con i tempi, con Klaus Schwab (Davos), Bill Gates e le nobili famigle dallo Scudo Rosso, che ci lavorano dal '500. Anzi, anche prima, molto prima, se nella Bibbia, Deuteronomio, sta scritto che ai fratelli nella tribù non si chiedono interessi sui debiti e li si rimettono dopo 7 anni. Però agli estranei sì, interessi anche altissimi, soprattutto alle nazioni, perchè "il debitore è schiavo del creditore". Non sentite odore di "governance mondiale"?
Un quotidiano per teste d'uovo strapazzate
E il “quotidiano comunista” avrebbe potuto sorprenderci fino a qualche lustro fa, quando ancora aveva la perizia di mimetizzarsi all’occhio del gonzo. Poi, con la venerabile Rossanda, affiancò Hillary-Killary nel sollecitare le milizie jihadiste a far fuori Libia e Gheddafi, e la maschera cadde definitivamente. Ma all’occhio attento, il travestimento era iniziato da subito. Nella fuoruscita dal PCI, alcune purissime teste d’uovo sbattuto dell’intellighenzia rosa chic, al contatto gomito a gomito con il rozzo socialismo reale dell’URSS (garante di arcaismi, tipo sovranità nazionale e sicurezze sociali per le plebi incolte), decisero di preferire di gran lunga la vista dalla torre d'avorio, con occhiali rosa, sul capitalismo reale e i suoi roseti.
Il passaggio dalla URSS-fobia all’attuale, fremente, russofobia, pose la conventicola immediatamente in sintonia con i bravi democratici anglosassoni, reduci dal genocidio dei nativi, dell'una guerra in media all'anno e della tratta degli afroschiavi, che, fin dagli anni '30 avevano definito - e perseguito - l'URSS quale pericolo mortale per il genere umano. La profonda intesa si accompagnò sul giornale a pagine culturali, appaltate quasi tutte alla comunità di riferimento e segnate da un antisovranismo che però, paradossalmente, si risolveva in una sconfinata passione per il sovranismo culturale e politico nordamericano.
Dal "manifesto"
E avemmo negli inserti, che Vasapollo avrebbe definitivo "di area più elevata", fumisterie e astrusierie intellettuali mirate a far sentire imbecille e succube la parte non accademica del "popolo bue", la formidabile pedagogia della cultura made in West, con la sana violenza di film, fumetti, videogiochi dove ci si picchia e ammazza a più non posso. Maturando sempre più, nulla più potè distogliere il giornale dall’allineameno con gli obiettivi globali del Deep State USA, con diritti umani e democrazia da esportare, a tutti i costi, tra i burini del Sud, fino ai vaccini globalizzanti grazie a virus globalizzati. Il tutto per la maggiore felicità, ricchezza e soddisfazione di nobili élites, antiche di secoli e dei successivi parvenu ospitati in villa, o nei bungalow nel parco.
Un manifesto dei meglio fichi del bigoncio USA
Dal "manifesto"
“il manifesto”, pinnacolo dell’estremismo mediatico-ideologico imperial-sionista, col trucco degli specialisti del transfert, dà dei “fascisti che non devono parlare” a tutti i diversi, salvo che siano donne, migranti, siano di colore nero e abitudini sessuali per ora ancora minoritarie. Maschera la sua predilezione per l’autoritarismo dei potenti e la censura, o rimozione, dei dissidenti, indugiando in forma esaperata sui mali e le malefatte di regimi svaporati tre quarti di secolo fa e di cui non restano che figure cartonate col fez e i reticolati ricostruiti dei campi. In compenso, non se l'è filato di pezza per le sevizie a Julian Assange, e tanto meno per quelle a Manning e Snowden, massimi simboli della resistenza per la libertà di stampa, pensiero, parola, rendendo visibili al mondo dei manipolati le scelleratezze USA, in particolare con Obama e i due Clinton. In cambio si straccia le vestri ogni due per tre quando, pur sussidiato fortemente da chi si sa, qualcuno chiede che sia messo alla pari con i colleghi che se la guadagnano grazie ai lettori.I "deplorables" di Killary, il "mob" del "manifesto"
Come avrebbe potuto, se l’altro ieri, nel 2016, “il manifesto” si è speso con tutte le forze dei suoi inviati a convincere la propria clientela che nessuno meglio della candidata Hillary Clinton, poichè consacrata dall’uccisione della Libia, dell’Honduras, dell’Ucraina, della Siria, dell’Iraq, dello Yemen, corrotta e finanziata dai sauditi, avrebbe potuto rappresentare tali valori alla Casa Bianca e nel mondo. Quando si è ripresentata l’occasione di un congiunto ideologico (quanto a imperialismo genocida) e morale (quanto a corruzione personale) dell’icona scelta a onorare la scritta “quotidiano comunista”, compartecipe dei suoi fasti, figurati se il dazebao italiota del Deep State se l’è lasciata sfuggire. Come quando il testimone di Killary è passato all'ottantenne virago di tutte le guerre Nancy Pelosi, come poteva mancare l'incenso del quotidiano? Con turiboli sempre più agitati al sentire invocare dalla Speaker del Senato lo "Awomen" al posto dell'Amen, è il "genitore uno e due" anzichè il sessista "padre e madre".
Che poi è la maniaca sconfitta dal Russiagate che ora ci prova a sottrarre a Trump il controllo della valigetta della bomba, dichiarandolo demente e terrorista per via del trucco Democratico di Capitol Hill e ne vorrebbe la cacciata per mano del suo vince, Pence. O, male che vada, una muova farsa impeachment. Il fatto è che hanno un paura maledetta del seguito popolare del pur discutibilissimo Donald, per cui è urgente mettere le mani avanti e neutralizzarlo per sempre.E restando Hillary sempre il suo punto di riferimento preferito, anche perchè donna, alla sua umiliazione razzista dei 75 milioni di popolo che hanno votato Trump, i tremendi "deplorables", "il manifesto" prontamente risponde con "L'identità bianca malata" facendo passare per un morbo il voto repubblicano, perlopiù dei più deboli (anche latinos e neri). Insomma, al meglio "creduloni", al peggio nazisti, terroristi e "suprematisti bianchi". Intanto le sue vignette, smunte e fiacche come i satirici che non graffiano mai il potere, ci presentano i "bifolchi" nelle spoglie del Ku.-Klux-Klan. Odio di classe (dall'alto) allo stato puro.
"Il manifesto" "Il manifesto", un soggetto per Freud
Più della grande stampa di massa, la cui pratica è di sostenere tutto quanto di peggio le degradate e disumanizzate classi dirigenti occidentali producono sul piano sociale, culturale, economico e della guerra, "il manifesto" è la classica espressione del transfert freudiano che attribuisce a chi non cammina sui suoi binari l'odio che esso stesso professa. Odio viscerale incontenibile per chi, con il suo pensare e agire, porta alla luce gli inauditi abusi che questo giornale supporta. Con l'odio, prova a neutralizzare il senso di colpa, spesso ricorrente nel rinnegato e nel frodatore. E, insieme all'odio, vengono trasferiti sull'altro, razzismo e totalitarismo.
Due pesi e due vittime
Esempi: il sostegno al razzismo neocolonialista praticato da governi e ONG verso Stati deboli e subalterni nel Sud del mondo e le loro popolazioni, sradicate, private di identità e ridotte in schiavitù; il razzismo che arriva al genocidio di questi popoli e all'annientamento di questi Stati, sempre tra i più deboli e perlopiù del Sud, attraverso il fiancheggiamento delle "democrazie che combattono le dittature". Ricordate l'immane ipocrisia collaborazionista del vicedirettore Tommaso De Francesco, sistematicamente ripetute per ogni conflitto. A Belgrado erano "male le bombe Nato, ma più male il despota Milosevic". E tale e quale con la Libia, l'Iraq, la Siria. E così con il Muro di Berlino e la predazione colonialista della DDR, la Jugoslavia, l'Afghanistan, la Somalia, il Nicaragua satanizzzato su copione CIA....Avete contato quanti veri o finti naufragi di migranti nelle foto del "manifesto" e quante delle atrocità subite nel naufragio del loro paese in Siria? Quante donne sui barconi sottratte al mare e alle guerre e quante donne tra le macerie, non sottratte alle guerre da nessuna ONG ? Anzi sepellitesotto le macerie dalle menzogne della sempre accreditata Amnesty International?I tromboni e la trombetta dell'élite
Dal "manifesto"
I grandi media di regime sono come un'orchestra bene affinata e composta da abili esecutori sul cui podio si alternano, in costante rotazione, direttori delegati da potenze extrademocratiche, come l'industria degli armamenti, quella high tech, l'altra del petrolio (oggi del Verde), le dinastie bancarie, Hollywood e tutto l'intrattenimento, l'OMS e Big Pharma. In questo concerto, il giornalino spurgato dalla Guerra Fredda contro l'URSS rappresenta gli squilli striduli della trombetta che si affanna a farsi sentire tra fiati, corde e percussioni.Nessuno dei giornaloni, tutti meglio pensati e scritti rispetto alla scomposta ansia del "manifesto" di essere apprezzato dal vertice della piramide, ha superato in odio, razzismo e omaggi al totalitarismo, questo quotidiano. Già fattosi sentire, dalla campagna elettorale USA e per tutto il mandato di Donald Trump, come l'eco, tanto stonata quanto eccessiva, di una persecuzione mediatico-politico-spionistica del presidente, senza precedenti storici, ne ha condiviso ed esaltato ogni falsità, assurdità, nefandezza. Coloro che, pur da scranni ben più prestigiosi di quelli dei Fauci, Pregliasco, Ricciardi, Galli, si permettevano di seminare, con dati e scienza, dubbi sulla vulgata della pandemia, e i manifestanti che ne portavano in piazza le convinzioni, dal logaritmo della trombetta venivano inseriti nei gironi dei complottisti, negazionisti, ultradestra, fascisti, nazisti, untori irresponsabili verso la vita loro e della società tutta. Niente meno, anzi, che Mentana, Gruber, Molinari, Fontana, Floris, la stampa di regime, il regime della stampa.
I meriti degli eroi del "manifesto", i demeriti degli oggetti del suo odio
In un'America divisa nettamente e duramente in due schieramenti, "il manifesto" ha praticato lo stesso distinguo, fondato su odio, razzismo e autoritarismo. La sua passione per la discriminazione gender e la guerra fratricida tra donne e uomini a scapito di quella tra sfruttati e sfruttatori, non mancò un colpo. La "milionmarch" delle donne all'atto dell'insediamento, con successive ricadute nella forma ricattatoria delle #MeToo, lo scatenamento della grottesca balla del Russiagate, il contenimento dei migranti (niente al confronto dell'1,5 mlioni di migranti espulsi da Obama), nessuna nuova guerra dopo le 7 guerre (più colpi di Stato, rivoluzioni made in CIA e assassinii extragiuziali a migliaia, personalmente autorizzati da Obama) di Bush-Clinton-Obama, il rientro in patria delle delocalizzazioni praticate dalle multinazionali in vista di salari di fame altrove, il rifiuto di cadere nella trappola di un virus influenzale a cui attribuire tutte le morti immaginabili per far avanzare la dittatura sanitario-digitale, l'assalto a negozi, piccole imprese, scuole, ospedali, di bande teppiste armate, come Black Lives Matter e Antifa, lanciate su ordine e dollari delle centrali di quella dittatura.....
Tutti eventi che, gestiti e interpretati a danno di un presidente che aveva dato la biada alla gloria criminale dell'establishment, Hillary detta Killary, della quale gli inviati del giornale si erano rivelati i toyboy, a ogni depravazione disposti,e in cui il "quotidiano comunista" ha svolto il suo ruolo e dato il suo contributo. Lo stesso che, da untore del panico e dell'antidemocrazia, ha dato ai cingoli della marcia verso il Grande Reset. Schiacciasassi che sta passando sui cocci della nostra libertà e della proprietà privata dei nostri corpi e dei nostri cervelli.
Privati arricchitisi con la pandemia delle sofferenze e privazioni umane, dicono zitto! al presidente
Perfino l'inaudita estrommissione della massima autorità del paese dai mezzi sociali di comunicazione da parte di un conventicola di privati miliardari, accomunati da origine, fede, voracità di dominio, superiorità su leggi e costituzione, esenzione da tasse e regole, denunciata perfino da membri della "buona società" come incredibile, scandalosa prevaricazione, ha goduto della condivisione del "manifesto". E qui l'asino è proprio cascato e l'imperatore (si fa per dire) si è rivelato nudo e butterato da far schifo Un tempo la parola d'ordine "i fascisti non devono parlare", poteva essere tollerata alla luce della commistione di questi con lo Stato terrorista, per quanto già apparisse come il blocco di partenza per una corsa al totalitarismo. Oggi la censura a Trump di tutti i social, climax dell'esclusione da ogni forma di comunicazione di coloro che dicono, scrivono e addirittura dimostrano altre verità sul Coronavirus e sull'intera operazione virus-vaccini, è condivisa da tutti, "il manifesto" in testa. Questi stolti disinformatori amerikkkani non sanno che coloro a cui reggono lo strascico, nonostante ogni "servo encomio", prima di subito cuciranno la bocca anche a loro, magari col filo spinato. Poichè di informazione non ci sarà più alcun bisogno, le stampelle alla dittatura potranno essere buttate via.
Non sarà fascismo, formula appassita e sorpassata da teoria e pratica, per quanto tanti nascondano la propria oscena nudità dando del fascista a chi, nel nome della libertà, si oppone. Ma è qualcosa di molto peggio, la cui portata fino a ieri nessuno nemmeno si immaginava. E' bio-tecno-fascismo, e dittatura, senza le attenuanti storiche, culturali, o congiunturali, che erano alle basi di governi autocratici in altri casi e momenti. E' totalitarismo non dell'uomo forte, del Fuehrer, di Pinochet, ma di una camarilla di vampiri postisi fuori dall'umanità. Sono alieni veri, prodotti da un'involuzione che di ogni male della Storia hanno tratto la sintesi. Come quella chimica ed eugenetica che ci stanno sparando nel sangue.
La "banalità del male", "il male assoluto", li conoscono meglio di coloro ai quali li hanno attribuiti.