L’ARIACCIA
CHE TIRA
https://www.youtube.com/watch?v=OX7B2X8TNgo
Visione TV
Forum con me, Antonio Ingroia, Andrea Zhok, Giorgio Bianchi
sullo spirito del tempo che sta investendo la nostra società sotto forma si
sorveglianza totale e repressione mirata dei “cattivi” o anche solo “sospetti”.
Questi ultimi che Obama faceva assassinare da droni qua e là nel mondo. A
partire dall’irruzione poliziesca notturna, con perquisizione, nella camera
d’albergo di Giorgio Bianchi e a finire, con il nuovo maccartismo contro chi
esce dal seminato di regime.
Conduce Francesco Toscano
Alla notizia dell’intervento di due poliziotti, alle 3 del
mattino, nell’albergo di Gioia Tauro, dove Giorgio Bianchi era appena arrivato,
di cui vi è stato ampiamente riferito dallo steso Bianchi su Visione TV, il
pensiero si è precipitato da solo a una vicenda di mezzo secolo fa che
riguardava me e un’intera generazione.
Erano gli anni magnifici e terribili dal 1968 al 1977, in
cui giovani, operai, contadini, intellettuali, popolo delle periferie
abbandonate e devastate dall’invivibilità, valli e monti, si sollevarono contro
il regime detto dei forchettoni socialdemocristiani che, già allora, inalberava
incipienti tratti di fascismo 2.0.
Io vi ero pesantemente coinvolto, ragion per cui, per un
intero decennio, dovetti subire le vessazioni dell’apparato repressivo dei
forchettoni fascistizzanti. Al punto di non poterne più e di trasferirmi, in
latitanza, prima a Londra e poi, infastidito anche dalla locale Digos (“Special
Branch”), a Bruxelles.
Successivamente, rientrato in Italia e ripreso il mestiere
di giornalista peripatetico, ogni volta che passavo da Fiumicino mi
acchiappavano, trasferivano in un ufficio, perquisivano e chiedevano cose
stupide: perché, percome, dove, quando, con chi…
Attribuivo la seccatura al mio essere stato espulso da
Israele, per i miei reportage non confacentisi a Tel Aviv sulla Guerra araboisraeliana
dei Sei Giorni, giugno 1967. Si sa, lo sguardo attento e non proprio benevolo
del Mossad dopo eventi del genere non ti abbandona più. Ma le attenzioni
dell’Ufficio Politico della Questura, potevano avere anche a che fare con il
fatto che, prima, ero il direttore di un quotidiano bellissimo e molto
“eversivo”, “Lotta Continua” e, dopo, l’inviato per il mondo
dell’editore arabo di una catena di periodici internazionali in lingua inglese.
Quando mi decisi a chiedere ragione della costante seccatura
alla Digos di Roma, un gentile funzionario mi rivelò che era pendente, da anni,
un mandato d’arresto contro di me. Cattura che, per mancanza di valida
motivazione penale, era stato tenuto lì, sospeso, sopra la mia testa.
Ecco, con l’episodio di Giorgio Bianchi, ma, se volete, da
molto prima, tempo del virus patologico è di quello antidemocratico dal primo
facilitato, quello “spirito del tempo” è tornato. Svezzato dall’infanzia di
manganelli e fucilate in piazza, aggravato, tecnologico, addirittura psico-tecnologico:
sorveglianza totale e arcigna, video e digitale, fisica, sociale e finanziaria,
fattaci sentire sulla pelle tramite campagne di diffamazione, demonizzazione,
manicheismo buoni-cattivi, intimidazioni a gogò, stato emergenziale a “
giustificare” e autorizzare ogni strategia repressiva, colpevolizzante ed
escludente.
Ingroia, che è una forza giuridica, in questo forum ci
illustra la portata dell’abuso, anche alla luce delle pessime leggi via via
adottate a nostro scorno da un parlamento di sicari in tutte le sue
espressioni, e quel che ci resta di strumenti di difesa. Che non sarebbe poco,
ci fosse una vera magistratura. Andrea Zhok, redattore di un formidabile programma
politico per Italia Sovrana e Popolare, traccia il quadro nero del degrado costituzionale,
Giorgio Bianchi parla della sua esperienza di informatore che si vuole a forza
cacciare nel taschino di Putin, io ci metto del mio a decantare il fronte
politico che oggi è impegnato nella controffensiva a 360 gradi.
Buona visione.
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