Ha stato Putin
https://www.youtube.com/watch?v=-4xmnTTcYYc
Visione TV Rassegna
stampa di Francesco Capo con Fulvio Grimaldi
Abbiamo chiuso l’analisi dei sedicenti giornali e
giornalisti con la questione della frantumazione dell’Italia alla faccia di
Dante, della nazione costruita in 2000 anni con sangue, sudore, bellezza e
capolavori utili all’umanità tutta, dell’uguaglianza tra i nostri cittadini dal
Monte Bianco (stavo per scrivere “dal Brennero”, ma avrei sbagliato, quelli
sono davvero tirolesi) a Capo Passero, dalla baita trentina, amica dell’orso,
alla cattedrale di Noto, nemica di Messina Denaro. L’obbrobrio dell’ulteriore
pecunia a chi ne ha già rastrellata troppa (e proprio al Sud) e dell’ulteriore
arenamento a chi è già spiaggiato. L’obbrobrio di un studente allevato da Zaia
che deve combinarsi con un altro tirato su alla De Luca, o alla Schifani, senza
che lo Stato possa metterci il suo dito costituzionale, garanzia di
uguaglianza, sincronismo, armonia, unità.
Con il molto preparato Francesco Capo abbiamo poi fatto a
pezzi l’ennesima cattiveria russa (di chi sennò) degli hacker che rischiano di
mandare in tilt l’intero Occidente digitale (una misera minoranza che si
dibatte istericamente per farsi riconoscere maestro e padrone dagli altri tre
quarti del pianeta). E vedrete che si scopriranno gli artigli dell’orso russo
anche nelle orme che i 42 kg di Alfredo Cospito lasciano tra le schegge di vita
che gente, che non ha commesso delitti di sangue, disperde nelle carceri del 41bis,
accanto a quelle degli spargitori mafiosi e bellici di ettolitri di sangue.
Mancando tra costoro anche coloro che di stragi ne commettono, ahinoi
impunemente, nel segno del buono e del bello e del giusto, tra popoli sparsi
qua e là sul globo.
All’epurazione dei suoi complici e sicari nella
nazificazione dell’Ucraina e nel genocidio del suo popolo di lingua, pensiero,
tradizione e comunità russi, Zelensky ha affiancato la pretesa di aver rimosso
dall’Ucraina l’onorificenza attribuitale dall’affidabile Transparency
International di 122esimo paese (su 190 circa) per primati di corruzione.
Onorificenza che, pure, lui e i suoi si erano impegnati a meritare per rendere
grazie agli intenti perseguiti da Obama, Hillary Clinton, Victoria Nuland e
mercenariato nazista di Stepan Bandera, quando hanno mosso un terrorismo internazionale
a compiere l’ennesimo golpe Usa, quella volta, 2014, a Kiev. Zelensky ne ha
fatti fuori, figuratamente, tra governatori, viceministri, capintesta vari, sedici
in una settimana. Altri li ha fatti esplodere negli elicotteri. Qualcuno è
rimasto, coperto di pece, legato a un lampione. Niente rispetto ai 16.500 di ex-concittadini
sterminati nel Donbass e bruciati vivi a Odessa.
Abbiamo osservato con il dovuto rispetto l’irrisione del
Corriere della Sera all’amnistia decretata dal Capo iraniano, Alì Khamenei, ad
alcune migliaia di partecipanti alla folkloristica sollevazione, per l’ennesima
volta fallita, degli sventolatori e
delle sventolatrici di veli a Tehran. Alcune migliaia, nella visione
deontologica del “più venduto” giornale d’Italia (è una bella gara con altri
tre o quattro), sono cresciuti ad alcune centinaia di migliaia, sennò che
rivoluzione colorata per i diritti umani sarebbe stata!
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