sabato 24 febbraio 2024

ASSANGE PER NOI, NAVALNY PER LORO E REGENI PER L’MI6

 


https://www.youtube.com/watch?v=lmaf7rSqlHY

https://t.me/debitoedemocrazia/3137

https://youtu.be/zZrYXZ3xyZ0

Byoblu-Mondocane 3/15: “DEMOCRAZIA, MA CHE, DAVVERO?!”. In onda domenica 21.30. Repliche, lunedì 9.30, martedì 11.00, mercoledì 22.30, giovedì 10.00, sabato 16.30, domenica 09.00 (e poi provate a dire che non capita un giorno utile!)

Un Mondocane corredato da qualche mia riflessione video in occasione del presidio all’ambasciata britannica in difesa e per la salvezza di Julian Assange, della Palestina e della verità.

Che sollievo per i gazzettieri embedded della nostra (Occidente politico) stampa potersi armare e partire, al comando del demente senile Biden, contro l’assassino Putin  - apoditticamente tale, a prescindere -  del più importante, amabile, maestoso, invitto, oppositore dello zar. Oltre alla malvagità intrinseca del tiranno, se ne poteva rilevare anche la cretinaggine per aver ucciso uno che, da morto, gli si sarebbe ritorto contro mille volte più di quanto non abbia mai fatto in vita. Un eroe ignorato in Russia, ma resosi paladino dell’Occidente per aver opposto al salvatore di tutte le Russie (un terzo di Ucraina compresa) la sua qualità di integerrimo malvivente e lestofante, orgoglioso razzista, intrinsecamente fascio, come usa oggi, ladro di 400 milioni dalla società francese di cui era rappresentante e di altri 350 milioni dei donatori alla sua “fondazione”, usati per lo shopping personale. Un mercenario come più idealmente vicini ai nostri ideali la CIA non avrebbe potuto trovarne

Che sollievo, per Mentana, Molinari, Fontana, Skynews, Rainews, Vespa, aver potuto mettere il coperchio Navalny sul pentolone nel quale è stato messo a bollire un intero popolo. Che liberazione dalla ricerca spasmodica di sostegni alle balle relative al 7 ottobre di Hamas (poi 7 ottobre del fuoco amico). Panzane divenute vie via più difficili da avallare perfino di quelle che gratificarono di brevetti da piloti di Boeing un’allegra brigata di viveur sauditi pieni di soldi, donne e whisky, incapaci di manovrare perfino un ultraleggero, ma nominati martiri per Allah poiché necessari ad avviare la guerra mondiale al terrorismo (leggi a Russia e dintorni). E che lenimento sulle piaghe inflitte alla propria etica professionale da una moltitudine di impertinenti che da noi, giornalisti mainstream (flusso principale), pretende di dichiararci solidali col rompiballe rinchiuso nel carcere londinese di Belmarsh e possibilmente presto toltoci dalla coscienza che, opportunamente, abbiamo lasciato in custodia allo sportello “Stipendi e bonus di merito”.

Si passa dalla carneficina sionista a Gaza, osservata girando i pollici da chi pretende di contare, ma partecipata da chi conta per davvero nello spazio e nel tempo con mille e mille manifestazioni per le strade del mondo, a costo di farsi spaccare la faccia dagli emuli del 1922 (con Padre Pio in testa), di Scelba, che amava sparare a operai e braccianti per tornare alla normalità dopo la sbronza partigiana e costituzionale. Emuli anche, in una nostra storia agita da pezzi di merda, a galla sempre nella stessa ideologia, dei Cossiga, o Taviani, o Rumor, che ci pestavano e sparavano per conto di chi si sentiva a disagio nel rumoreggiare delle piazze, scuole, fabbriche, periferie, carceri. Eredi di chi, più recentemente, al G8 di Genova, pensava che, buttandoci tra i piedi il corpo trafitto di Carlo Giuliani e quelli lacerati della Diaz (stesso questore di Pisa l’altro giorno), avrebbe spianato la strada, intralciata da barboni e marginali, verso i tempi e gli ordini nuovi ed elitari.

A proposito di marce bi-tri-quadri-deca-omni-partisan al Campidoglio, con l’inestinguibile fiamma d’antan, al lancio tra i piedi di un cadavere a fini di osso da spolpare, ci stiamo facendo l’abitudine. Dai 3000 delle Torri Gemelle a uso di sterminio globale, siamo arrivati a quelli a destinazione più specifica. A cosa sia servito l’osso Navalny ce lo siamo detti. Tempi perfetti: lui muore e, alla conferenza della Sicurezza a Monaco finalizzata a rinverdire Nato e guerre, spunta, soffusa di glamour e di condoglianze sentitissime, la Navalnaja. Del resto, l’incastro diventa sempre più facile da capire, alla luce della rozzezza  a cui si stanno lasciando andare questi falseflaghisti. Si autoconvincono che le menti del popolino, offuscate dal Covid o dal gender o dal clima o da Zelensky, o da Lollobrigida, siano pronte a conformarsi a qualsiasi puttanata. Le piazze, a dispetto dei manganelli spaccafacce, dicono altro.

Ma c’è un altro osso che, in mancanza di novità, torna spolpabile ed è quello del pur sempre ingiustamente morto giovane Giulio Regeni.

Visto che, tolti di mezzo, o lasciati in mezzo, quelli grossi del mondo arabo, ingombranti e imprevedibili, soprattutto in merito a Israele e Palestina: Iraq, Libia, Siria, trattenuto nel caos il Libano, sistemato nei bagni di sangue civili il sempre infido gigante Sudan, soggiogati i valletti monarchici di Giordania e Marocco, tenuti assieme dalla comune cassaforte quelli del Golfo, restano da sistemare l’Algeria, che si è scrollata di dosso i bacherozzi colorati dell’ennesimo regime change, e l’Egitto.

Egitto dall’improntitudine intollerabile, 120 milioni di abitanti, padrone dell’arteria ombelico del mondo, vincitore dei terroristi ISIS da noi coltivati nel Sinai, capace di cacciare un premier nostro fiduciario Fratello Musulmano e di consegnarsi a un generale che sostiene i nostri nemici in Libia e arriva a scambiarsi doni e carinerie con Putin. Come non pensare a gettargli tra i piedi un cadavere al fulmicotone, sponsorizzato dalla Fratellanza e dai Servizi a Londra, munito di cospicua dote finanziaria da offrire a chi - come dice al sindacalista, presunto eversore, nel famoso video – gli presenti “un bel progetto”.

Oggi, visto che all’Egitto, al suo bilancio statale in forte difficoltà da boicottaggio terroristico del turismo e taglio dell’acqua del Nilo da diga etiopica, il compare Netaniahu vorrebbe indirizzare 2 milioni e passa di palestinesi, regalo a cui Al Sisi ha risposto mobilitando le sue forze corazzate, da noi un sollecito tribunale riesuma la povera salma. Uccisa da Al Sisi, proprio come per Navalny “ha stato Putin”. C’è qualcuno, a questi due agnelli molto vicini, che se la ride della grossa.

 

 

 

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