E adesso le chiacchiere stanno a zero. Si ricomincia dai
fatti. L’uragano tossico della ciurmaglia vociante a favore della banda di
assassini di massa, che ha imperversato sul mondo negli ultimi quattro anni, si
azzitterà. Una classe che fa dello scilipotismo in tutte le stagioni lo
strumento del potere, inizierà le sue prime conversioni. Siamo abituati, da
millenni, a vederla transitare da una religione di carattere, come si dice
oggi, multipolare a un’altra, di segno opposto, unipolare. Sempre con la stessa
convinzione, tanto da ridurre la precedente in macerie e abiezione morale. Da
dei onorati a demoni diabolici. Le nostre classi dirigenti sono fatte così. E,
almeno nell’immediato, quanto era oggetto di celebrazioni sacre incontestabili
verrà calpestato e ridotto, come a suo tempo, a polvere di templi e alla damnatio
memoriae di “dei falsi e bugiardi”..
Cambieranno sacerdoti e chierichietti, preci verranno elevate
ad altre divinità, altre formule magiche, altre musiche ci invaderanno dagli organi e incanteranno le schiere dei
fedeli. Resterà solo una costante nell’immagine sacra sopra l’altare: una
bandiera a stelle e strisce.
E’ stata spazzata via una delle due massime espressioni di
barbarie subculturale nichilista che ha tenuto per la gola il pianeta,
minandone la sopravvivenza. Ne sopravvive l’altra. Ma questa ha percepito che
l’alluvione di arroganza e violenza dell’insieme antiumano è stata frenata da
argini cresciuti impetuosamente tutt’intorno alle marche dell’impero.
Ha stravinto uno che di questi argini pare tener conto e,
insieme a lui, come mai prima, tutto il coacervo di presunta rappresentanza
popolare del suo partito nella Camera e nel Senato. Le polveri da sparo che
contro costui sono state armate, sotto forma sia di dollari, andati
massimamente a tenere in piedi il cartonato dell’improbabile continuatrice del
vigente, sia di fucilate, sono risultate bagnate. Come bagnate sono uscite
dalla contesa le pagine stampate della tifoseria mediatica, tutta al servizio
dei munifici finanziatori di Kamala Harris.
Una miserabile ciurmaglia di contractors europei,
capeggiati, sia a Bruxelles che a Roma, da figure tratte da un sottobosco che
coniuga criminalità organizzata e criminalità politica, appare spiazzata e
medita il modo più spiccio per riallinearsi. Qualcuno, molto in basso, gli
chiederà conto, se davvero in Ucraina sia andrà alla giusta sistemazione, di
quanto gli è stato sottratto a forza di miliardi in missili e tangenti
riversati su un lestofante pronto a infilare il suo popolo nelle fauci dell’assassino
di massa. E noi, dal basso, dovremmo darci da fare per agevolare quella resa
dei conti.
Ora c’è uno che ha accusato l’altra, a ragione, di
collaborare all’armageddon mondiale e finale. Che ha detto ai subordinati
dell’UE di farsela loro la guerra e di pagarsela (già fatto). Ma è anche quello
che ha stretto nel più forte degli abbracci Jack lo Squartatore di Tel Aviv
mentre sguazzava in un oceano di sangue. E che gli ha promesso il coronamento
biblico della sua capitale a Gerusalemme, E’ colui che ha assassinato il
generale Kassem Suleimani, strappato l’accordo nucleare con l’Iran (nefasto per
l’Iran), pronto a obliterare la Cina. Ma è pure colui che non ha partecipato
alle guerre mediatiche e golpiste degli Obama e Biden contro l’America Latina
in lotta di resistenza.
Ragazzi, in carrozza, si riparte. Capotreno e treno sono
cambiati. Gli hanno sparato e ci aveva contro, da noi come da loro, il peggio
del pessimo. Cerchiamo di capire percorso e destinazione. E di non farceli
imporre. In ogni caso, brutto o bello, “c’è qualcosa di nuovo oggi nel sole”.
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