“Mala Tempora” Antonello Sacchetti intervista Fulvio
Grimaldi:
https://www.youtube.com/watch?v=chof0wBiLsw
Il tema è l’informazione nell’inverno del nostro scontento.
Un inverno ormai lungo alcuni decenni.che io, dato l’infortunio di un’anagrafe
- ἀναγραϕή «registro» (ἀναγράϕω «registrare») – smisurata, ho avuto in sorte di
vedere nel suo dispiegarsi fino ai limiti dell’attuale glaciazione.
Il Vietnam, sfuggito al controllo di un complesso
politico-militar-mediatico ancora in fase di rodaggio dopo la cementificazione
nazifascista, ha suonato il primo campanello d’allarme. Voci dal sen
imperialista fuggite ci raccontavano di un feroce imperialismo, bombardamenti
stragisti, My Lai, napalm, agente orange e perfino di ragioni ed eroismo dei
cattivi.
Tutto questo ha poi risuonato nelle menti, nei cuori e nelle
marce di una generazione, facendone prosperare l’intelligenza e la coscienza. E
mettendo in crisi un apparato oligarchico e disciplinare che tornava a
riprovarci dopo la debacle nazifascista in Europa e diventava cinico,
onnipotente e impunito in virtù di quella “vittoria della democrazia”.
Da lì, anni ’80-’90, ricordate, dopo la grande paura, il Sistema
che si attrezza affinchè tutto questo non debba mai più ripetersi e, quindi, la
ripartenza in contropiede a mandare a ogni possibile nuovo attacco e a prendere
alle spalle la nostra difesa. Primum, liberismo totale e globale ed estrazione
di ricchezze senza precedenti da Terra ed esseri umani. Secundum,
concentrazione in poche mani di tali ricchezze e del potere da esse derivabile.
Tertium: compattare in poche entità e in poche ricche e potenti mani ciò che
andava sotto la denominazione di informazione, ma che si sarebbe dovuto
evolvere in propaganda pro domo et delphine tuo.
Per assicurarsene ci sono le lobby e i servizi in ogni
redazione. Mi ricordo nel 2003 a Baghdad, guerra all’Iraq, il grande Peter
Arnett, cacciato dalla CNN per come aveva riferito sulla Prima Guerra del
Golfo, che mi spiega: “In redazione c’è un nucleo CIA che ha a disposizione un
semaforo con tre bottoni: verde, se il dispaccio dell’inviato può andare in
onda; giallo, se deve essere rivisto e “corretto”; rosso, se deve essere
cestinato. E’ la stampa, bellezza”.
Quanti erano in America negli anni ’50 i gruppi editoriali
riconosciuti dagli studiosi della materia come fonti di autorevolezza? 150.
Quanti sono oggi? Meno di dieci multinazionali conglomerate del settore
mediatico, ossia Time Warner, Disney, News Corporation, Viacom, Sony, Seagram,
AT&T/Liberty Media, Bertelsmann e General Electric dominano la maggior
parte del panorama americano dei mezzi d’informazione. Quali sono le agenzie di
stampa che determinano la versione dominante degli avvenimenti? Reuter,
Associated Press, France Press, United Press. Tre anglofone, una francese.
Provate a trovare nell’ANSA qualcosa che diverga strategicamente da una di queste.
E da noi? Mediaset, RAI, Cairo-Corriere, Elkann, Caltagirone.
Editori puri! E il governo li tiene per amici.
Tanto da pagarli pure: 11,3 Mln nel 2023 a Cairo-Corriere, 6,7 Mln a GEDI
(Repubblica e Stampa), 2,9 Mln Mondadori-Berlusconi.
Ma il grande salto di qualità è stato il Covid 19. A pensar
male sarebbe bastato, subito subito, ricordarsi della simulazione dell’evento
pandemico e vaccinale, preciso preciso, appena tre mesi prima che l’OMS lo
dichiarasse. Allestita dagli stessi che poi avrebbero condotto le danze e incassato
i ricavi.
Nel video riporto qualche punto cardinale della
configurazione del mondo come esposto dal complesso militar-politico-mediatico.
Iran. Tre rivoluzioni colorate da regime change. Tre donne,
genere molto efficace, anche perchè descrittoci come praticamente negato dalla
teocrazia, ne sono innesco e carburante. 2006: Beheshte Sakineh. Vulgata:
povera donna abusata dal marito cui resiste e lo uccide e viene condannata alla
lapidazione. Realtà: moglie che con l’amante avvelena il marito e poi lo
strangola. Uscita dal carcere nel 2014. Non si lapida nessuno.
2009: Neda Soltan. Vulgata: durante scontri tra manifestanti
e polizia viene colpita da una pallottola, un video la mostra cadere a terra,
testa inondata di sangue, soccorritori, muore. Realtà: video completo mostra
due uomini che le spargono sangue sul viso, lei collabora, poi strabuzza gli
occhi. Un anno dopo. Una Neda Soltan, stessa anagrafe, stesse fattezze, compare
e viene fotografata a Monaco di Baviera.
2022: Mahsa Amini, giovane curda coinvolta nelle proteste. Vulgata:
fermata dalla polizia “per non avere indossato in maniera corretta il jihab”.
Successivamente arrestata, trascinata in un commissariato, malmenata, uccisa
(alternativamente: muore in seguito a maltrattamenti). Realtà: il velo sulla
nuca è portato così da tutte le donne di Tehran. E’ fermata perché coinvolta
nelle proteste. Un video la mostra, dopo il fermo, in un ufficio mentre parla
con donne, presumibilmente agenti. Improvvisamente collassa. Il video la
ritrova in un letto di ospedale, sottoposta a cure. Muore per un’emorragia
cerebrale. I genitori riferiscono che ne soffriva da tempo.
Potremmo aggiungere tanto altro. Serve memoria. Accadimenti
fatti accadere, rivelatori della sempre ricorrente consequenzialità tra fatto
inventato ed effetto programmato. Passano perché, a forza di spaventi, noi
siamo diventati quei bambini che fanno ooh
Srebrenica, 8000 vittime: la colpa della guerra alla
Jugoslavia non è degli aggressori NATO, ma dei macellai serbi, condannabili in
perpetuo. Anche se poi quasi tutte le presunte vittime risultano militari
bosniaci caduti in combattimento Molte ricompaiono vive nelle liste elettorali
bosniache.
Halabja, villaggio
curdo gassato da Saddam (del quale non si sono mai trovate armi chimiche), dunque
distruzione dell’Iraq colpa degli iracheni e di Saddam massacratore. Esperti
USA dichiareranno anni dopo che la strage era stata causata da bombardamenti
iraniani.
Tripoli, fosse comuni con vittime dei bombardamenti di Gheddafi.
Erano le fosse del cimitero approntate per normali inumazioni. Nessun velivolo
libico s’era mai alzato in volo. Ma così colpa della Libia se la Libia è stata
distrutta.
East Ghouta, Assad spara gas tossici su bambini e civili. Mai
usati, mai esistiti. Lo conferma l’ OPCW, Organismo ONU per le armi chimiche e
biologiche. Le foto di bambini “gassati” erano quelle delle vittime di un
bombardamento su Latakia. Così la colossale bufala delle foto di Caesar, di
presunte centinaia di vittime nei sotterranei del carcere di Damasco, ora
riverniciata per celebrare la vittoria del capo tagliagole.
Racak, Kosovo, 45 civili torturati e uccisi a freddo. Non si
può non bombardare la Serbia. Patologi internazionali indagano. Torture
inflitte dopo la morte. Vestiti civili messi sui cadaveri. Tutti caduti in
combattimento tra UCK e truppe jugoslave. Messinscena organizzata dall’esperto
CIA Wiliam Walker, capo della missione Kosovo. Partono i bombardamenti su
Belgrado: Serbia assassina. All’Aja il colpevole di tutto è Milosevic.
Devo andare avanti? Ce n’è per cento pagine e duemila anni.
Ma per tutti, basta un’altra operazione ben riuscita. 11
settembre 2001. Guerra a tutti, subito e per sempre.
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