Media e papa castigano chi si lamenta (cioè chi dubita e chi protesta)
GIORNALISMO IN ITALIA AL TEMPO DEL COVID e dell'inversione sinistra-destra
Variante Covid: punizione globalista per Brexit
Intervista di Alessandro Amori a Fulvio Grimaldi
Foto sul "manifesto" eseguita con teleobiettivo in modo da schiacciare le persone l'una sull'altra e dare l'impressione di uno "spaventoso assembramento". Serve al regime a punirci durante le feste per aver fatto ciò che ci hanno detto di fare: le compere. Zitto, il nemico ti cancella
Qualche riga in aggiunta, partendo da lontano. Coloro che sono stati incaricati, a forza di miliardi e trilioni, di gestire le comunicazioni tra gli esseri umani, i signori HighTech delle piattaforme, hanno sancito che chiunque, nel Web, contrasti con - o dica cose diverse da - OMS, Bill Gates e Joe Biden, è FUORI! Parlare di tampone dubbio, vaccino incerto, brogli elettorali da ieri non si puo' più. Potete immaginarvi come questo possa riverberarsi sui nostri informatori, quelli della stampa generalista, detta anche ufficiale, o di regime. Quella per la quale quanto divergeva dal dogma nella rete dava tanto fastidio da dover essere soppressa. Non trovi forse un magistrato, in tempi da Palamara, che avalli ogni arbitrio contro la libertà? Basta che vada sul sito "Open" del supergiornalista Enrico Mentana e sa subito cosa deve decretare.
Virginia San Sebastiano
E, a proposito di magistratura ai tempi di Palamara e della stampa ai tempi di Mentana, consentitemi un inciso per dire "auguri, complimenti e brava" al sindaco Virginia Raggi, finalmente sgravata delle infinite vessazioni cui è stata sottoposta. Vessazioni che hanno ripreso a far ghignare una Roma e un establishment devoti ai Buzzi, ai Carminati, ai Casamonica, grazie alle frecce velenose scagliate sulla sindaca dalla Procura di Pignatone, che ha mollato la presa solo perchè il capo è transitato in Vaticano. Dardi roventi sostenuti dalla disponibilità mercenaria dei media a mentire, contraffare, occultare e dei Cinque Stelle poltronari, capeggiati dalla virago cripto-piddina Roberta Lombardi, a vendicarsi di una collega dalla coerenza assoluta e dai nervi d'acciaio. Se i romani capiscono qualcosa, sanno che Virginia Raggi, "quella delle buche" in cui avrebbe dovuto sprofondare, è stata senza alcun dubbio il migliore sindaco da quarant'anni. E non solo per aver ripulito la capitale della feccia dai grandi partiti innaffiata di concime.
Uomini e topi
La Repubblica. Foto falsata dal teleobiettivo per schiacciare le persone una addosso all’altra Come si può constatare dalla gigantografia truffaldina con cui "il manifesto" ha imbrattato la sua prima pagina e altri creatori di assembramenti fotografici i loro schermi, la nostra stampa si è data molto da fare per ucciderci il Natale. O meglio, quelle quasi due settimane che nei millenni, per qualche angolino del nostro cuore e della nostra psiche, immancabilmente ci hanno animato di gioia, affetti, pace e stare insieme. Uccidere la festa in quanto tale, momento di unione e riunione, per quel misto di demenza e sadismo con il quale fingono di salvare gli esseri umani da un virus che ci minaccia meno di un refolo di tramontana. O di un topo nella dispensa, allegoria di ciò che i ratti di fogna vanno facendo nella nostra vita.
Uccidere il Natale, frantumare la comunità
E non si tratta di una messa di Natale spostata di un paio d'ore. Delle celebrazioni cattoliche non m'importa nulla. A ognuno il suo rito. Anche di quelli che la loro interpretazione dell'evento la fanno risalire a una leggenda copiata da altre culture. Degli appetiti consumistici, che viaggiano con la slitta di un osceno panzone colorato di Coca Cola, m'importa ancora meno. E' che nel mondo reale, privo di invenzioni propagandistiche ad usum delphini e di imbrogli virali, questi sono i giorni del solstizio invernale. I giorni in cui ci riavviciniamo pian piano alla luce e viceversa, le giornate si schiariscono e allungano, arriva qualche refolo tiepido. I giorni in cui ci ritroviamo inseriti nel ciclo di fine e inizio. Un ciclo che durerà finchè vorranno il sole e Apollo che ce lo conduce per i cieli e che, meglio di certe promesse, ci consola della nostra morte. Un ciclo da cui vorrebbero farci uscire negandoci la rinascita, a vantaggio di un inverno perenne, se per allora non avremo imparato a ricuperare, dalla fioritura della primavera (altro che la primula tossica scelta come logo ipocrita e beffardo dell'inoculazione collettiva) le energie vitali per sconfiggere l'armata del Krakken.
Rompere l'ordine del mondo e i suoi cicli
Niente luce, niente rinascita. Niente primavera, come la intendiamo da quando su questo granello si avvicenda la vita.. Ci hanno pensato loro, i complottisti che ci danno del complottista. Quelli del Great Reset, Grande Resettaggio, la Nuova Normalità, gettandoci, con tutto quello che c'era prima, nel secchio della spazzatura della Storia. Altro che Marx. Ci hanno promesso, per bocca del Kraken in pectore, Billa Gates, che di luce non si parlerà nemmeno nel 2023. C' è stato detto che il vaccino serve, ma non risolve, dato che il virus muta (lo ha sempre fatto, senza sconquassi). E perciò altri strangolamenti di vite ci vorranno, e altri lockdown e altri vaccini. E altre morie, biologiche e non, di bambini, anziani, lavoratori, imprenditori, artisti, inutili, superflui.
E per abituarci alla nuova normalità, ci hanno inflitto un trattamento festivo, a forza di giorni gialli e rossi, di ansie senza risposta: convitati? congiunti? amici? Quanti, quali, quando? Pranzi, cene, chiuso, aperto? Da sadici degni di manicomio criminale. Ormai stannno camminando su distese di carcasse con l'insegna "bar", "trattoria", "pub", "pizzeria", "ristorante", "albergo", "abbigliamento","chiosco", "traghetto", "sciovia", B&B.... Rastrellano i resti 'ndrangheta e grandi catene multinazionali.
Virus, panico e rabbia in calo? Variante e Coronavirus al cubo!
Non vi basta la catastrofe, la paura, il panico? Pensavate che dopo tampone, vaccino, chiusure si verificherà la bischerata da balcone dell' "andrà tutto bene"? Non avete calcolato l'inventiva dei commessi viaggiatori di OMS e Big Pharma. Ecco tosto "la variante inglese del Coronavirus", ovviamente più micidiale. Come fosse una sorpresa che i virus mutano. Ma buttarla lì così, come una granata tra i piedi dei fuggitivi, è un bel colpo. Intanto si dà una botta formidabille a chi ha ostacolato la globalizzazione dando, con Brexit, un pessimo incentivo a sovranisti e Stati Nazionali. Mazzata che poi, con i viaggi del Dr. Virus Variante (lui può!), farà il giro del mondo, vedrete, in meno di ottanta ore. Infatti dopo la variante inglese, ecco quella ceca, seguiranno quella del Burundi, la friulana, quella del Borneo...
Mazzata, infine, a chi aveva tirato fuori il vaccino dello scienziato pazzo in men che non si dica "vaccino". E se 'sto vaccino, dopo aver intossicato qualche milione di creduloni alla canna, non funzionasse sulla Variante albionica? Niente paura, il vaccino funziona anche per la variante. Lo dice la SCIENZA, prima ancora di averlo guardato in faccia, il variante. E chi osa dire non ne sapete ancora una mazza, peste lo colga. Male che vada, ne faremo un altro, di vaccino, in un tempo che quello speso per il primo sembrerà un'eternità. Basta che lo dicano quattro virologi in tv, su diecimila fuori tv.
Un paese senza giornalisti
E la Stampa? Senza la Stampa i fuochi d'artificio degli artificieri del virus partirebbero bagnati. Vi hanno mai detto, i nostri tele- e carta-giornalisti, che la mortalità nei paesi senza lockdown di alcun genere, il tasso di mortalità del virus è dello 0,005%? O che il tampone PCR vale, per stanare quel virus, quanto il bastone del rabdomante nel deserto del Gobi? O che la storia penale dei megavaccinatori Pfizer supera quelle di Mr.Hyde, Jack lo Squartatore e Charles Manson messe insieme? O che la stessa scheda tecnica, che accompagna i vaccini, avverte di effetti collaterali più terrificanti di una maledizione di Giove? O che l'onnicommissario divino, Arcuri, secondo articoli de "La Verità" mai smentiti, è invischiato in conflitti d'interessi che rischiano di farimpallidire quelli colossali all'interno dell'OMS e dello stesso nostro CTS? O che dei brogli pro-Biden, negli USA, ci sono prove concrete, come filmati e spostamenti elettronici di voti? O che Virginia Raggi, in una Roma indebitata fino al collo dai predecessori è l'unica, da decenni, ad aver affrontato la malavita organizzata e i palazzinari? O che il Russiagate è miseramente crollato addosso ai suoi inventori Deep State? O che esiste un Deep State in tutto il mondo "democratico" che, a dirlo, si viene diabolizzati da “complottisti”? Scambio di postazioneI
Ricordando il confessionale in cui Bruno Vespa dichiarò la DC, poi chiamata "dio", suo "editore di riferimento" e tralasciando l'ovvietà stranota di un giornalismo che, per non essere tale, obbedisce, non alla notizia, ma agli interessi dei suoi danti ragione e che sono i massmedia, media generalisti, portiamo due modelli. Uno autodefinitosi di sinistra e addirittura "comunista" nella testata, "il manifesto", nato da una scissione anti-sovietica, oggi anti-russa e pro-estrema destra USA; l'altro che, pur militando nella destra ufficiale, "La Verità", non si identifica in nessuna delle sue componenti. Di queste, peraltro, condivide il bigottismo sanfedista, il neoliberismo, la fobia per i paesi di cui sono fobici Usa e Nato, echi nostalgici.
Scrittura e linguaggio nel secondo quotidiano sono di notevole qualità. Sono piatti, come di chi scrive a memoria di ordine di servizio, quelli del primo. Ma ciò che conta è che nel "manifesto" ogni posizione è allineata sostanzialmente e, a volte, con scomposto entusiasmo (vedi il terrorismo Coronavirus), al regime in atto. Regime che non risulta, agli atti, essere nè bolscevico, neppure blandamente socialdemocratico. Sulla politica estera i famosi editori ideologico-pratici di riferimento sono Hillary Clinton, ieri, e Joe Biden, oggi. Vale a dire i guerrafondai ultraliberisti e globalisti. Di conseguenza si hanno per antipatici e fin nemici russi, cinesi, iraniani, nicaraguegni, messicani e sovranizzanti vari. Sguardo e idee sono, di conseguenza fermamente diretti a destra.
Il Gioco delle sedie
Dalla "Verità", dove almeno si scrive bene, si levano le uniche voci, tra giornali e televisioni, con grida, anche forti, contro il pensiero unico inflittoci dalla Cupola e promosso dal "manifesto": donne contro uomini, a prescindere, "dittatori" da abbattere anche a costo di genocidi, LGBTQI da esaltare e rispettivi matrimoni all'insegna di una sterilità utile alla depopolazione, o uteri in affitto, migrazioni che sterilizzino invece interi continenti e ne disidentifichino altri e, in ogni caso, chi non è democratico come noi ne paghi il prezzo, vedi Gheddafi. E quel che in queste temperie conta, "La Verità" non ne perdona una ai protagonisti dell'Operazione Virus.
Credo che vi troviate tutti d'accordo che promuovere la nuova dittatura sanitario-digitale sia inconfutabilmente roba di destra e che, contestarla rechi un segno di sinistra. E' una classificazione, magari non desueta, ma, come s'è visto, del tutto obsoleta. E per questi versi, lo scambio di posizioni è bell'e compiuto. Una destra con bagliori di sinistra. Una sinistra sprofondata nella destra, come se la farfalla rientrasse nel bruco. E' il gioco delle sedie musicali, lo facevamo da bimbi: la musica si ferma e tocca scambiarsi di seggiola. Uno rimane fuori. Quello, oggi, siamo noi.
Onestà intellettuale: compagni e camerati
Finisco con un'esperienza personale che trasferisce sulle persone l'inversione ideologica illustrata da carta e schermi. Vado da anni da un fisioterapista molto apprezzato nella comunità. Giovane, sull'inizio del secondo terzo di vita. Come voi sapete io, non da subito, ma abbastanza presto, mi ritrovo pensante e militante a sinistra (quella vera). Lui, al contrario, fortemente e onestamente, a destra. Quella d'un tempo, tutto fuorchè democristiana. E' un ragazzo che, dal molto poco degli inizi, si è arrampicato, a forza di studi e ricerche, fino a notevoli livelli di conoscenza, cultura, coscienza. Entrambi ci si picca di essere usciti dal bozzolo delle contrapposizioni per archetipi, superati da una lotta di classe che è maturata in lotta tra popolo ed élite, autodeterminazione individuale e nazionale e sottomissione. Entrambi siamo uniti contro lo stesso nemico.
Invece non lo sono più i miei amici-compagni con il distintivo dell'antimperialismo, anticapitalismo, anti-guerra, anti-Nato, vilmente rintanati nella cripta di regime. E siccome il nemico, dato il potere, la prepotenza e la ricchezza, è il padrone, siamo entrambi dal lato giusto della Storia. Così deve essere. Al di là, solo chiacchiere e distintivo.
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