Ultime notizie: 1) Dal
pallottoliere del CTS viene fatto uscire un migliaio di morti, primato
assoluto delle 24 ore (sono di almeno 10 giorni fa); 2) L’omino che ha
strappato i Pieni Poteri al detestabile Salvini, infligge al popolo, per quelle
che erano le sue feste più care, le vessazioni più affliggenti e sadiche dai
mesi del lockdown. Chi, in tale disperazione, rinuncerebbe al vaccino? 3) Nella
medesima congiuntura viene annunciata la vaccinazione universale Pfizer, a
partire dai primi dell’anno prossimo. Toh, guarda le coincidenze!
Magistratura al pendolo
I tempi e le sensibilità cambiano e nei restauratori anni
’80, terroristi di varia estrazione e finzione, ma perlopiù di Stato, se la
cavarono con poco più di un’intervista di Zavoli, o Biagi. Poi gira la giostra
e ci fu l’inedita resa dei conti con alcuni farabutti dell’area dei potenti, al
tempo di Mani Pulite. Chi si è risentito di tanta mancanza di riguardo, si
ostina a chiamare quella pulizia “colpo di Stato”. Ma quale “colpo di Stato”,
se poi le cose continuarono come prima, peggio di prima, fino ad arrivare, con
Napolitano e Bonafede, a perseguitare e sabotare il massimo combattente contro
la mafia. E con certa magistratura la fecero finita con Falcone e Borsellino.
L’avanti e indrè dello Zeitgeist
I tempi e le sensibilità cambiano di nuovo e abbiamo avuto
lo smantellamento del pool di Palermo, le persecuzioni di De Magistris,
Woodcock, Robledo, la sostituzione a Milano di un Borelli con un Bruti Liberati
e tante altre spiacevolezze in punta di maldiritto. Abbiamo assistito basiti all’implacabile
accanimento, a vuoto, della Procura romana contro la sindaca Raggi, vero San
Sebastiano, per aver tentato di sostituire al sistema Buzzi-Carminati qualcosa
di meno romanaccio. Nei tempi che hanno segnato la mia vetustà, siamo arrivati
alla costruzione poliziesco-giudiziaria di falsi testimoni per le stragi di Capaci
e Via d’Amelio. Infine l’apoteosi del verminaio Palamara e dell’io ti do un
voto a te e tu mi dai una Procura a me.
Oggi siamo nell’era di una gigantesca resa dei conti. Da un
lato un branco di squali che, esagerando rispetto al mostro che inghiottì Geppetto,
Pinocchio e il tonno, cercano di mettersi in pancia l’intera umanità, nella
misura in cui sarà sopravvissuta a innocui virus, vaccini come funghi, quali
velenosi, quali pure, e a un’Intelligenza Artificiale incappucciata e con la
falce: oggi a me, domani a te.
Ora il cittadino vorrebbe una magistratura che, consegnataci
libera e indipendente da Giulio Cesare, Giustiniano e Napoleone, sia di pronto
intervento all’insegna della “legge e uguale per tutti”. Invece la trovi
corrotta fino al midollo, con scandali che scoppiano come botti a Fuorigrotta e
un capo supremo che da nulla è turbato, a confermare la sensibilità di cui
sopra nei confronti dei tempi che corrono.
Di pandemia in pandemia, ma il piano pandemico
dov’è?
Dove pubblico e privato (Glaxo) nella nostra salute si fondono e confondo
Cosa è capitato negli ultimi giorni nel segno del Covid?
Ranieri Guerra e il vicedirettore dell’OMS per meriti acquisiti in Italia, formalmente
assegnato qui alla missione Covid perché nessuno sgarri, cioè sbagli, rubi,
faccia stronzate nel mandare avanti la missione. E’ lo zar del Covid nostrano.
Il nostro piano pandemico, che dice come prevenire, arginare, farcela col
morbo, è del 2006. Guerra è dal 2014 al Ministero della Sanità, cioè nel sodalizio
Lorenzin, ministra dai cento vaccini coatti e più, dove, fino al 2017, è stato
responsabile della Medicina Preventiva. Cioè del Piano Pandemico che, da lunga
pezza, avrebbe dovuto essere aggiornato, non meno di ogni tre anni. Sai
cosa gliene fregava all’addetto alla prevenzione pandemica. Alla fine del suo
mandato lui, Ranieri, dopo che già era suonato il campanello della pandemia
della febbre porcina nel 2009, di aggiornato ha presentato il sito del suo
dipartimento, punto. Contenta Lorenzin, contenti tutti. Contenti i virus.
Ancora più contenti, questi, quando, all’inizio dell’anno
in corso, hanno potuto scorrazzare in lungo e in largo, soprattutto dove c’era
aria inquinatissima, un sacco di polmoniti, un sacco di vaccinazioni pregresse
e un sacco di vecchietti. E dove nessun Guerra aveva provveduto a prevedere e a
pre-fare sulla base di un Piano Pandemico aggiornato. Di tutto ha fatto Guerra,
fuorchè il piano della guerra al virus.
OMS, Guerra e suicidio
Quelli che, nell’OMS del filosofo Ghebrejesus hanno naso da
bassotti, da tempo hanno annusato che tra gli altotti dell’agenzia qualcosa
odora di non buono. E così, alla faccia di Gebrejesus e di Guerra, hanno
redatto un bel dossier sulla vantata, ma mancata, guerra al Coronavirus a
Bergamo e dintorni. Debitamente colpiti da stragi per le inadempienze e cazzate
del governo. Dossier-bomba. E Guerra ha provato a disinnescarlo. Insieme
all’OMS, la parte degli altotti, che ha fatto di tutto perché i giudici di
Bergamo non potessero ascoltare i bassotti che hanno redatto il dossier
rivelatore dello scandalo. E ha cercato di bloccarli, di terrorizzare Francesco
Zambon, caporedattore del dossier, che lo portava alla Procura della città,
imponendogli di emendarlo, sbianchettarlo, farlo sparire in una botola: “Così
non può uscire, non fate cazzate, sennò siamo al suicidio”,
letterale. E vietò l’uscita delle altre 10 copie del documento che il Kuwait
(?) aveva finanziato con 100.000 dollari. Da cui la denuncia del Codacons e
l’apertura di indagini per favoreggiamento, falso e abuso d’ufficio. Per
procurata strage no.
L’uomo virus: "NO vaccino"!
E allora Andrea Crisanti, focoso virologo di Padova,
campione di presenza nel ring dei virologi, in cui mette KO un collega dopo
l’altro e ha ogni diritto di cingersi il capo col Coronavirus? Dopo aver
acquisito inenarrabili meriti OMSiani, billgatesiani, con l’invocazione di
misure “sempre più stringenti” e una penisola cacciata nel panico (gran
sostegno alle immunodifese!), ha mandato in tilt l’intera conclusione del
“progetto vaccino e relativi miliardi subito”. Il primo per noi, i secondi per
quelli. Con la solita empatia di quella Vedova Nera che mi pendeva sul naso
mentre guadavo un torrente nella giungla tailandese, ha portato via il pallone
alla sua squadra. “Io quel vaccino non me lo faccio”. Come Pietro
al sinedrio: “Io quell’uomo non lo conosco”. O Pinocchio con la febbre:
”Io quella medicina non la prendo”. Del resto, mica è più fesso di Bill
Gates che ai figli il vaccino non lo fa prendere…..
E il panico che a scrosci aveva versato su tutto il
pubblico, di colpo cambiò verso e si rovesciò sulla propria squadra. Ma come,
col vaccino in arrivo per Natale, massimo Befana, con gli ordini miliardari già
fatti, col popolo annaspante nella bufera dei virus volanti, tu, primatista del
lockdown, vai a rivelare questa micidiale verità? Che non ti fidi, che non ci
sono stati i tempi giusti, che mancano i dati, che, insomma, è tutto un azzardo?
Mancava che finissi con l’elencare le malefatte storiche della Pfizer che, già
solo nel moderato Wikipedia, suonano come la fedina penale di Jack lo
Squartatore.
Chi la mafia ferisce, di media perisce
Nicola Morra, un Cinque Stelle non andato a male,
intransigente presidente della Commissione Antimafia, che ho avuto il piacere
di conoscere, vede che i suoi “impresentabili” per mafia vengono nominati
presidenti di assemblee regionali. Si chiama Domenico Tallini ed è la seconda
carica in Calabria, dopo la governatrice Jole Santelli, morta di cancro. E la
Calabria è quella regione in cui il regime commissariale del Conte Pippo ha
combinato casini da far impallidire Stanlio e Ollio. Quello di un presidente d’assemblea
arrestato per mafia, completa il quadro. E il presidente dell’Antimafia,
doverosamente, lo rileva. Gli stessi palazzomediatici che erano esplosi come lo
Stromboli contro Crisanti, vanno con ceneri e lapilli su Morra.
Sul presidente dell’Antimafia, da ipocriti nascosti dietro
la vittima oncologica, si abbatte l’indignata riprovazione del Palazzo tutto,
uscieri e gatekeeper mediatici in testa. Le urla di queste prefiche riverberano
nel paese per giorni, schermi e paginoni. Cosa mai gli avrà fatto di male la
‘ndrangheta, a ‘sto Morra? Non poteva fare come Graziano del Rio, grande
pacificatore, che, quando era sindaco di una città letteralmente assediata, ma
anche votata, dalla ‘ndrangheta di Cutrò, si recò a celebrare proprio a Cutrò
il santo protettore?
Decisori per tutto e per tutti, purchè non
eletti
Vogliamo parlare del commissario universale, onnipotente,
onnifacente e onnifloppante, Domenico Arcuri? Quello delle mascherine a milioni
spedite in Cina e che poi non c’erano per noi, ma erano obbligatorie e vennero
ordinate, sempre a milioni, a Cina e a ditte senza capitale e con unico
dipendente (“La Verità”)? Ma è quello
che poi ne ha fatto confezionare miliardi al patriota Elkann? Quello che ha
ordinato banchi rotanti a migliaia, che avrebbero dovuto arrivare per
l’apertura delle scuole a settembre, ma manco per niente e ci si è salvati
chiudendo le scuole e inchiodando i ragazzi davanti ai computer (e bravi quelli
che si son messi all’addiaccio a studiare davanti ai cancelli chiusi)? Quello
che risponde male ai cronisti che, pur nell’abituale posizione genuflessa, gli
chiedono ragione di tutto ciò, mentre il resto della popolazione si chiede:
“Perché mai questo signore, protagonista delle vicende esposte nel famigerato
dossier, debba essere anche fatto commissario per la distribuzione del
vaccino?” Non sarebbe stato meglio Crisanti, cui il vaccino fanno tornare
preziosi neuroni in testa.?
Poi ci sono Enrico Mentana e aggregati. L’ometto,
considerato autorevole e imparziale giornalista (salvo quando incenerisce con i
suoi fulmini chi ha filmato spazi, ambulatori, e sale Covid deserte quando si
parlava di collassi per eccesso di pazienti), spadroneggia in un TG che, per
quattro quinti, da 11 mesi, ci spara addosso – letteralmente –positivi,
contagiosi, contagiati, morti. In sintonia con questa eccellenza
dell’informazione super partes, coltiva un sito dedicato alla manzoniana
Colonna Infame: pagine indirizzate a Torquemada e dedicate alla delazione di
sciagurati che non ottemperano al verbo virusiano.
Delitti a gogò. Processi?
Siamo partiti dalla magistratura e siamo arrivati ai reati
ipotizzabili: concorso esterno in attività mafiose, violazioni della
Costituzione che tutti sappiamo, violazione dei diritti umani e civili,
trattamento sanitario obbligatorio laddove non è consentito, trattamento
patogenico obbligatorio, uso probante di tamponi non probanti, comunicazione
falsa e tendenziosa, omissione di atti d’ufficio con conseguenti danni e
decessi, sociocidio, economicidio (pensate al massacro, del tutto
ingiustificato, delle nostre regioni alpine!), circonvenzione di incapace. Ognuno
può aggiungere, dalla propria esperienza e conoscenza, altre fattispecie
ipotizzabili, giuridicamente meglio definite che da me. In Germania, dove sono
più bravi di noi, hanno messo su forze d’urto giuridiche che, ogni due per tre,
incalzano e mettono in imbarazzo la Grossa Coalizione. Ma dov’è oggi la
magistratura italiana che si occupi di queste fattispecie? Girerà la ruota
ancora? L’avremo quel maxiprocesso a tutta la consorteria del Covid? E, infine,
un processo tutto suo a chi, da “avvocato del popolo”, si è venduto la patria e
merita l’accusa massima: Alto Tradimento?
Basta tagliare i fili
Qualcuno, che la pensa diversamente dagli italiani col
cervello imbavagliato insieme alla faccia (di cui al prossimo giro), di fronte
alla stupefacente quantità e qualità di delitti che quattro coppie di gatti e
volpi vanno compiendo su di noi, invoca un nuovo processo di Norimberga. Non è
che questi gatti e volpi non meritino che gli si secchino le mani con le quali
tirano i fili della nostra vita e soprattutto della nostra morte, fisica, o
psichica, o morale che sia. Difficile dire quale sia peggio. Un tempo lo si
sapeva. Un tempo si andava liberamente incontro alla prima, per non subire le
altre (grazie Martiri di Belfiore, grazie Fratelli Cervi, grazie Walter Rossi ).
Hanno promesso zecchini d’oro sull’albero, campi dei
miracoli e paesi dei balocchi e ci hanno impiccati, o fatto diventare somari.
Ma Norimberga no. Norimberga è una macchia tossica sulla storia della falsa
giustizia, della giustizia negata. Un’infamia: il vincitore che si erge a
giustiziere del vinto, un vincitore onnipotente, segnato da crimini non minori,
storici e presenti. Un vincitore che si fa passare per cavaliere senza macchia
e paura ripromettendosi, con l’impunità abusivamente guadagnata, di perpetuare
quei crimini nel tempo e nello spazio. Un processo farsa che ha annientato
tutti i diritti della difesa, ha annichilito, o validato testimoni a fini di
sentenze, barbariche, all’impiccagione. Quei giudici, a controllo USA, non
avevano titoli, qualunque fossero le responsabilità degli imputati.
Noi niente Norimberga. A noi basta il contrappasso. Una
maschera sul viso, soli in una stanza con computer e, fuori dalla porta, un Al
che, con milioni di voce, urla incessantemente: “Ecco il virus, memento mori!”.
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