Formidabile
agitazione nel Gran Finale allestito dai pupari prima della calata dell’ultimo
sipario e prima che la folla dei bambini che fanno ooohhh si trasferisca all’ombra
dell’altro teatrino che, invece, già proclama “Signore e signori, più gente
entra e più bestie si vedono!”,
In
effetti, il finalone dei pupari in chiusura del teatrino è stato fantasmagorico.
Il membro del pubblico che vi sta scrivendo l’aveva ripetutamente – e facilmente
- previsto quando, mesi fa, azzardò il pronostico che gli ultimi atti della tragicommedia,
prima di arrivare agli effetti del calcio in culo rifilato dal pubblico
statunitense ai burattini primattori (stavolta non annullato da brogli),
sarebbero stato scoppiettanti.
I
burattini, costretti a sgambettare vorticosamente da fili tirati all’impazzata perché
quello rimanesse nei fatti e nella memoria il più grande, il più insuperabile
spettacolo del mondo, sono in effetti riusciti a farne di tutti i colori. Al pupo
Zelensky è stata affidata la missione di prospettare ai fanciulli dell’ooohhh,
con lo sgambettamento dalle parti di Kursk, nientepopodimeno che la vittoria
sulla Russia, sfuggita perfino a Hitler e Von Paulus. Per la quale ha trovato l’entusiastico
incoraggiamento della pupa preferita, di nome Giorgia, che sulla scena si
presentava con sullo sfondo l’immagine del fascio littorio. Scenografia che,
oltre a prolungare gli ooohhh ha dato nuovo vigore alle stremate forze dei pupi
Azov.
Al
pupo con turbante e bandierina nera, Al Jolani, agitato dalle esperte mani dei
pupari uniti israelo-turco-americani, il compito di tagliare a fette e in buona
misura svuotare di scorie la scena dai precedenti allestimenti. Fenomenale
successo, ooohhh sconfinati dal pubblico elettrizzato dallo strepitoso coup de
theatre del diavolo mutato in angelo. Al pupazzone con turbante e bandierina
nera un entusiasmo incontenibile lo ha dimostrato il bimbo Tajani. Nessuno è
riuscito a fermarlo quando ha voluto avvicinarsi al proscenio per stringere la manina
di legno al suo idolo.
In
un successivo quadretto, con il telone di fondo che rappresentava una Beirut in
macerie, sempre lo stesso trio di impresari ha messo in campo il burattino
preferito, vestito da generale con sciabolone dall’impugnatura a stella di
David e fodero a stelle e strisce, al cui i fili si accontentavano di fargli
fare su e giù col capo. L’hanno chiamato Joseph Aoun, si presenta come
cristiano e piace al papa,
Visto
che siamo nell’era della tecnologia, lo spettacolo non poteva non chiudersi con
l’eclatante innovazione di una proiezione laser sull’alto dei cieli. Vi si
vedeva, calato dal puparo capo celato dalle nuvole, il pupazzetto Joe, anziano
e rintronato, prossimo alla pensione, ma ricaricato a molle. Con la corona di
re dei pupi che gli scivolava sull’orecchio, conferiva Oscar di latta a due protagonisti
dell’epocale presentazione ”Il più grande bagno di sangue della Storia”.
A
chi, dunque, la Presidential Medal of Freedom”, massima onorificenza
della più grande compagnia di burattini del mondo, conferita ieri dall’ultimo
puparo dell’era dei gonzi?
A
Hillary Clinton e George Soros.
E
qui gli OOOHHH si sono arrampicati fino alla stratosfera.
(Occhio
che mancano ancora sette giorni)
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