giovedì 30 gennaio 2025

Quando si dice “Sicurezza” --- --- CHE LO SPIRITO DI TRUMP SCENDA SU DI NOI

 


Radioroma.tv - Francesco Capo intervista Fulvio Grimaldi https://www.radioroma.tv/2025/01/30/oms-ddl-sicurezza-e-referendum/ da 04’ a 28’53

 

Decreto Sicurezza - uscita dall’OMS - liberazione Al Masri – Siamo tutti spie – Siamo tutti mafia e terrorismo - varie ed eventuali

Ramy, per essere scappato su uno scooter guidato da un amico che non aveva la patente, per questo grave delitto altrui è inseguito, fatto cadere, spiaccicato contro un muro, giustiziato. Come? Da chi si fa simultaneamente gendarme, pubblico ministero, cronista eccitato della manovra per farlo cadere, giudice ed esecutore della sentenza capitale. E cancellatore, a forza di minacce, delle riprese che ne documentano il servizio svolto.

Nell’Italia di Meloni il poliziotto, per quanto faccia, ha lo scudo legale. In questo caso si andrà dall’omicidio stradale colposo all’archiviazione. E se un PM recalcitra, si sa come agire. D’altronde, per chi spacca teste a qualcuno che paia avvicinarsi troppo a un obiettivo sensibile, tipo Grande Opera o Sinagoga, non vorremmo mica impedire di incriminarlo perché ha opposto resistenza coprendosi il cranio con le mani!

Men che meno potremmo tollerare coloro che nelle nostre carceri della rieducazione facciano opposizione passiva a chi ne cura proprio la rieducazione. Per cui è ora che la si faccia finita con una magistratura che si permette di incriminare guardie carcerarie di cui i video mostrano la sana rieducazione a forza di botte e torture, tipo a Santa Maria Capuavetere, Trapani o al Cesare Beccaria milanese. Il record di 90 suicidi, nuova forma di esecuzione extragiudiziale, nelle carceri del terzo anno dell’era Meloni, primato anche europeo, è un dato che ci fa ben figurare anche rispetto alla media di appena 18 suicidi/anno negli USA e alle appena 25 condanne a morte eseguite negli Stati Uniti nel 2024 di Biden.

Osama Al Masri, noto e provato carceriere, torturatore, stupratore di minorenni, assassino, con incarico ufficiale da un regime golpista di criminali mafioterroristi, ricattatori a mezzo di migranti, è arrestato in Italia su mandato della Corte Penale Internazionale alla quale il nostro Stato aderisce. Nel giro di 24 ore, nella totale inerzia del responsabile Ministro della Giustizia, ne vengono ordinati il rilascio, l’ospitalità su un aereo di Stato a nostre spese e la riconsegna alla sua missione umanitaria. Con tante scuse a coloro che in Libia lo avrebbero accolto in trionfo.

Per il ministro Piantedosi era “pericoloso”, ma solo per gli italiani. Tanto che nelle carceri per migranti e patrioti che il “generale” gestisce a Tripoli su mandato del governo nostro amico, può essere nuovamente apprezzato per torture, stupri, anche di minori, e assassinii. Sarà un capitolo del Trattato Mattei?

Avvedutamente dell’Albania, tramite crociere a nostre spese, s’è fatta la discarica di migranti di cui si deve capire se maltrattarli lì, ricuperarli come forza lavoro schiavista che faccia da calmiere alle paghe dei lavoratori connazionali, o rimandarli da dove erano venuti, magari al carcere di Al Jadida del “pericoloso”, solo per noi, Osama Al Masri.

Si tratta di delocalizzazioni, di persone e altro, comportamenti compresi. Quelle che il morganatico partner-sponsor-padrino della Meloni, Donald Trump, ha testè ribadito nel solco di Bush, Clinton, Obama e Biden, promettendo Guantanamo a milioni di immigrati, stavolta latinos. Nessuno dei “terroristi” fin qui detenuti è mai stato destinatario né di imputazioni specifiche, né di processi, né ovviamente ha mai visto avvocati.

Cionondimeno, Trump, memore di come a Guantanamo vengono trattati i “sospetti”, ha garantito. “Guantanamo will be tough, very tough…” Sarà dura, molto dura”. E qui lo spirito di Trump sapeva proprio di afrori libici.

Immigrati, peraltro, senza i quali il sistema agricolo, della manodopera da due soldi e 14 ore nei tanti servizi USA, collasserà. Ovviamente a vantaggio del rilancio della produzione domestica e dai dazi con cui il rimodulato commercio internazionale trumpiano manderà in vacca quanto il capitalismo extra-BRICS contava ancora di spremere da consumi e consumatori.

A Guantanamo, dopo un quarto di secolo di detenzioni arbitrarie di gente dall’aria sospetta, rastrellata qua e là, soprattutto dove si prega islamico e su cui si sperimentava, col water boarding, fino a che punto la si poteva far soffrire e avvicinare alla morte senza ucciderla, Trump scaricherà i migranti “illegali”. Insomma coloro che fame e miseria indotta nei rispettivi paesi dalle multinazionali e dai golpe USA, erano venuti per riprendersi qualche briciola di compensazione.

La nostra Guantanamo si chiama Albania e, più recentemente, Al Jadida di Tripoli. Il più straccione dei colonialismi non poteva che essere postfascista. Ma finchè noi buoni rassicureremo i cattivi e grossi d’Occidente che le vittime delle loro spoliazioni di popoli e continenti da spoliare vanno “accolte tutti”, tutto questo continuerà a funzionare a meraviglia.

Lo spirito di Trump è dunque disceso su di noi. O è vero il contrario, si parva licet magna comparare? Mai sottovalutare chi pensa di rimettere nello zaino, ritrovato in mansarda, il bastone da maresciallo (vedi Federico II di Prussia). Bastoncino, nella fattispecie, ma sostenuto da robusti manganelli e ampie riserve di olio di ricino.

Con il Decreto Sicurezza, ora in discussione al Senato, di spirito trumpista i nostri palazzi si sono già mostrati investiti. Qualche episodio che da tale spirito – feroci con i deboli, compiacenti con i forti e duri - è stato generato, lo abbiamo ricordato sopra.

Avendo fornito sostegno morale e materiale, strumenti, denari e affettuosa complicità a chi di questo spirito si è mostrato valente anticipatore, pensiamo a Zelensky, Netaniahu, Milei, Abu Mazen, golpisti CIA vari tra Georgia, Romania, Venezuela, la ricaduta di quanto appreso da tali frequentazioni non poteva che essere il Decreto Sicurezza. Un decreto non solo per il mero carcere a chi scrive una frase su un palazzo, fa un picchetto ai cancelli, occupa un’aula o un reparto, si sdraia davanti alla ruspa che abbatte ciò che si oppone al Ponte, alza nude mani, come detto prima, contro la mazza dell’anonimo poliziotto.

Un decreto propedeutico alle riforme. Fondamentale per impedire sul nascere qualsiasi opposizione sociale, che una nazione ancora consapevole di sè e dei suoi diritti conquistati col sangue, potrebbe/dovrebbe produrre rispetto a: fine della tripartizione del Potere statale, Premierato, Autonomia Differenziata. Quel “paese rivoltato come un calzino” che l’ereditiera del Ventennio ci ha promesso. E nel quale l’ordinato svolgimento delle cose non viene turbato da ubbie parlamentari, o da magistrati che si attengono alle leggi ancora esistenti, ma in fondo si pensano opposizione.

Va detto, al netto di tutto questo, che lo Zeitgeist di Trump pare voler investire anche chi, in effetti, da tempo avrebbe dovuto subire perlomeno un semaforo rosso. L’uscita dall’OMS può essere letta su vari registri. Chi dell’OMS, come tanti ingiustamente colpiti, pensa, anzi conosce, tutto il male possibile; chi sa del suo direttore fellone che, da ministro della Salute in Etiopia, ha nascosto un’epidemia di colera per non turbare i flussi turistici; chi ne conosce il board di vaccinari miliardarizzatisi grazie al vannamarchismo Covid, non può che annuire.

Tanto più che oggi, con il suo nuovo Trattato Pandemico e il suo Nuovo Regolamento Sanitario Internazionale, quel grumo di nequizia redditizia conta di mettersi in tasca parlamento, governo e popolo di tutto il mondo (i paesi hanno un anno per dire di no).

Poi, vai a sapere se si tratta di sostituire alla dittatura sanitaria sul mondo, una dittatura economica, tecnologica, suprematista, artificialmente intelligente, costellata di Guantanamo e Decreti Sicurezza. Ti viene da chiederti se quella che viene respinta, in nome di sovranità e trasparenza, come la manipolazione della salute e dell’autodeterminazione del cittadino, possa conciliarsi con chi a quella salute e a quella autodeterminazione pensa in altro modo.

Tipo prendere qualche milione di persone, bombardarle a casa loro per 15 mesi, poi sbatterle fuori e infilarle in case altrui (un po’ alla sionista, con gli ebrei messi dai britannici in Palestina). E, visto che riluttano, che sopravvivono a bombe e fame, cacciare anche l’UNRWA, che per 80 anni ha permesso agli espropriati e rapinati di istruirsi, mangiare, coltivare, vestirsi, fabbricare. Esserci.

Spirito di Trump.



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