Dal Greenwashing al Blackwashing, come distrarre da Gaza
MONI, NO!
Quando esibire antifascismo serve a promuoverlo.
Introduzione al tema
Moni Ovadia, che ritengo prezioso per aiutare i propagandati
a distinguere tra ebreo e israeliano, ebreo e genocida, ebreo e Netaniahu, l’ho
visto ieri sera nella Tv dei correligionari Cairo e Mentana. E lì lo stimato
intellettuale ha dato il suo importante, decisivo, contributo a un’operazione
che è tutto fuorchè limpida e che si presta a valutazioni fortemente negative.
Avrei dovuto incontrarmi con lui un paio di anni fa a Milano
per un comizio di Francesco Toscano e Marco Rizzo sulla Palestina.. Avevo
sollecitato più volte la diarchia al comando di DSP di partecipare alle mille e
mille manifestazioni grandi e piccole che andavano incendiando il paese. Mi si
rispondeva che “DSP, non fa iniziativa con altri”. Eppoi che si trattava di non
far innervosire la Comunità ebraica. Ci sono i testimoni.
A Milano avrei dovuto parlare anch’io. L’iniziativa era per
la Palestina, ma la Palestina non c’era. C’era l’ebreo Moni Ovadia, non
allineato con il regime di Netaniahu, in giusta evidenza. Non c’era un
equivalente rappresentante della Palestina, tanto meno della Resistenza,
figurarsi. Poi, resisi conto, all’ultimo momento rimediarono un ragazzo
palestiinese di passaggio e lo misero sul palco. In assenza programmata del
relatore palestinese rinunciai anch’io.
Va detto con convinzione, vista la tendenza generale dei
rappresentanit della comunità in Italia, che siamo fortunati a poter affiancare
uno come Moni Ovadia alla presenza coraggiosa, lucida e consapevole, di molti
intellettuali israeliani in vari paesi, critici del governo e sostentori del
diritto a esitere dei palestinesi, come gli storici Ilan Pappè, Norman
Finkelstein, Shlomo Sand. E vorremmo
anche disporre di organi di informazione israeliani, come Haaretz o Canale 12,
che affrontano condizioni pesanti e pericolose per affermare la loro integrità
rispetto al niagara di menzogne e inganni prodotti dalla giunta di Netaniahu.
Come quando sono stati tra i primi a demistificare le truculente e false
versioni fornite dal governo sulla battaglia del 7 aprile, che doveva per forza
diventare una mostruosità di terroristi per giustificare la più terribile
operazioni di terrorismo di Stato mai lanciata contro un intero popolo da
rimuovere non solo dalla sua terra, ma dalla faccia della Terra.
Tutto questo mi è passato per la mente quando, sere fa, su
La7 è passata un trasmissione a firma del giornalista del Corriere, Aldo
Cazzullo, non nuovo a imprese del genere, intitolata “Mussolini, il capobanda”
e che ospitava, appunto, Moni Ovadia.
Ho messo in cima, dopo l’occhiello esplicativo, il
titolo-appello: “Moni, NO!” e spiego.
Antifasciti al passo dell’oca
Le nostre lande mediatiche, desertificate dal colonialismo
(spesso autocolonialismo), sono popolate da una particolarissima specie di
giornalisti. Pensate ai vari Paolo Mieli, Galli della Loggia, Maurizio
Molinari, Panebianco, Polito, Fontana… Insomma la créme de la créme del
mainstream unito e monofonico, militarizzato se pubblico, per il resto obbedientemente
privato. Li potete trovare allineati, coperti e demoliti in qualcuno degli
spassosi editoriali di Travaglio.
Sono quelli del Putin matto, canceroso, che fa combattere i
suoi con le vanghe e stermina nobili oppositori, sebbene farabutti, razzisti e
ladri, come Navalny. Sono quelli di Netanyahu vabbè, però i terroristi di Hamas
e il 7 ottobre e Israele dovrà pure difendersi, mentre le iraniane è
democratico che siano liberate dal velo anche a forza di bombe e Stato
palestinese (dove?) forse si, ma solo se prima riconosce quello ebreo, quello
del muro, dei coloni squadristi e dell’apartheid (incautamente riconosciuto da
tutti fin da Oslo,1993). E’ Giorgia Meloni, non ci fa forse ben figurare nel
mondo? Vedi che autorevolezza! Gli
americani, Merz, Starmer, Netaniahu, soprattutto Trump, l’apprezzano e con
Zelensky - che si difende dall’autocrate di Mosca, massacrando i propri russi
antifascisti, zittendo gli organismi anticorruzione, chiudendo i media e
partiti, incarcerando gli oppositori, coltivando i nazisti Azov - gli abbracci
sono arrivati a un punto che si rischia una progenie…
Ebbene questi, che affondano le radici nell’ossequio operoso
a tutto quello che detta la massima potenza imperialista, colonialista,
finanzcapitalista e guerrafondaia, attiva di guerra in guerra e campione
assoluto di terrorismo (a volte delegato all’ISIS) politico, sociale e
militare, si presentano come i nostri luminosi teorici e praticanti
dell’antifascismo.
Non so se seguite Rai Storia, canale RAI senza pubblicità e
dai contenuti seri. Qui il Mazzabubù, con il suo “Passato e presente”, è
proprio quel Paolo Mieli che, da quando è partito il cecchinaggio su Gaza fino
all’ultimo bimbetto, non fa che programmi su Mussolini, Hitler, Salò, le leggi
razziali, gli orrori squadristici. Mussolini dal balcone vi si vede più spesso
che il papa all’Angelus. E ha fatto scuola. Gli antifascisti e le loro
narrazioni sugli orrori della dittatura pullulano.
Come l’altro giorno quella di Aldo Cazzullo, uno che cazzia
Putin per voler radere al suolo l’Europa fino a Lisbona. Si intitolava, come
detto, “Mussolini il Capobanda”. Cosa vi siete persi! Moni Ovadia vi faceva il
narratore e impersonava un po’ tutti, fascisti malvagi e loro vittime, ebrei in
massa e in prima linea. Da Mussolini sul balcone, a Mussolini con Hitler, a
Mussolini della battaglia per la fertilità delle donne poverette, a quello del
gas sugli etiopi, delle tasse alle coppie non prolifiche, delle reni spezzate
alla Grecia, di Ciano e Starace, con ampio spazio sulle leggi razziali, la
deportazione dai ghetti di Roma e Venezia, le vittime.
Un Mussolini macchietta, grottesco, da fumetto, sagomato con
l’accetta, riprodotto con grande impegno vocale da Ovadia. Cazzullo ci ha
rifilato un Mussolini come si è pouto
rifilare a quelli che non sanno molto bene cosa quel fascismo, nella sua
complessità capitalista, sia stato..
Ovadia li faceva tutti uguali, questi Mussolini, voce
stentorea, in falsetto(?), pomposa, come fosse sempre sul balcone, anche quando
maltrattava la moglie nascosta, Ida Walzer, o visitava i bimbetti delle
colonie. Ma anche Marinetti, D’Annunzio,
Facta, De Vecchi, li faceva tutti come il Duce sul balcone. Cambiava un
po’quando si trattava di vittime, Matteotti, i Rosselli, Gobetti, Liliana Segre,
Gramsci. Ma anche questi, tutti uguali. Mica si potevano pretendere mille
timbri. Mica era Gassman e Arnaldo Foà insieme. Testimone, non fine dicitore.
Però cantava, ah se cantava! Tutte le canzoni dell’epoca,
Pippo Pippo non lo sa, La Strada nel bosco, Amapola., Non dimenticar le mie
parole. E Cazzullo e la brava strumentista che si univano a fare impetuoso coro
con Faccetta Nera, Giovinezza e perfino Lilì Marlen. L’atmosfera, con qualche perdonabile
stonatura, ci avvolgeva. Benissimo ha invece cantato in conclusione un’antica e
struggente canzone ebraica.
Blackwashing
Sarò prevenuto, fissato, di parte, ma a me è venuto un
sospetto. Cosa si persegue con operazioni come queste? La nostra è
l’informazione dei tempi di Meloni, Trump, Netaniahu, Zelensky, delle sette
guerre di Obama, informazione tutta col pugnale tra i denti sul fronte della
democrazia occidentale, compresa quella sionista, unica da quelle parti. Compresa
quella di Trump che bullizza ogni vicino di tavola e a Gaza mette cocktail e
sdraie per ricchi al posto di scheletri di bambini tra macerie. Compresa la
neodemocrazia del neo-Fuehrer Merz che costruisce “L’esercito più potente
d’Europa” sulle orme di Wehrmacht e Gestapo. Compresa quella del
disciplinamento di tutte le società occidentali a forza di green pass, clima, minaccia
russa, riarmo… E’ l’informazione che ci vuole quando bisogna serrare i ranghi e
portarci in guerra contro arabi, russi, cinesi, iraniani. E contro i propri cittadini,
meglio quando poveri.
Una volta di più, con questa ennesima trasmissione, abbiamo
avuto a che fare con un manipolo squadrista di antifascisti da cerimonia,
autentici depistatori dalle più atroci forme di totalitarismo sterminatore e
ladro che stanno operando sotto i nostri occhi. L’evidenza ci indica
soprattutto il mostro sion-statunitense, ma non solo. Qua ci si adopera anche
per farci distogliere lo sguardo dai trucidi revanscisti con la camicia nera
sotto la pelle che, con l’azzeramento del parlamento e l’assalto alla baionetta
alla magistratura e a ogni controllo, nuotando nella corruzione, stanno
sgretolando la Costituzione, la democrazia, la libertà. Antifascisti a passo
dell’oca.
Vi eravate mica illusi, con i pigolii del vuoto spinto
Tajani, o col silenzio complice della Meloni, o con l’entusiasmo armaiolo di
Crosetto, che questo schifo di regime non continuasse, con Israele, a vendere
armi e acquistare spioni. Con tutto quello che lega i due regimi sul piano
etico, ideologico, fascista? E che uno come Cazzullo non gli desse spago?
Si chiamano armi di distrazione di massa. Elemento immancabile
della Storia di classe, ma attualizzate alla grande nei nostri tempi, a partire
dall’11 settembre e poi dal 7 ottobre. Al buon Moni Ovadia andrebbe chiesto di
non farsi usare, né a Milano per la Palestrina senza palestinese, né per
l’antifascismo dei fascisti.
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