domenica 3 agosto 2025

ANTISEMITA A CHI? PUTINIANO PERCHE’?


 

Herzog: Mattarella, un vero amico.

“ Spunti di riflessione” Paolo Arigotti intervista Fulvio Grimaldi

Antisemita a chi? Con Fulvio Grimaldi @MondocaneVideo

https://www.youtube.com/watch?v=Q_N881lWI-k

https://youtu.be/Q_N881lWI-k 

Intanto di semiti tra gli ebrei ce ne sono pochini, come ci spiega lo storico ebreo Shlomo Sand nel suo fondamentale “L’invenzione del popolo ebraico”, dove ci si racconta come quanto di ebraico è giunto in Palestina, goccia a goccia, dagli inizi del secolo scorso e poi, con più impeto, dopo la seconda guerra mondiale, di semita ne ha poco. Vengono dal Caucaso, dove all’ebraismo si sono convertiti in massa per fare un dispetto allo zar, ortodosso e oppressore, e si sono diffusi per tutto l’Occidente. Dal quale, vista l’occasione, dopo che all’Occidente era scappato un mondo di colonie, hanno avuto la delega di ricominciare la conquista a partire dalla Palestina. Poi, hai visto mai, Eretz Israel, Grande Israele e il Medioriente, quanto meno, torna nostro. E a chi cià da dì quarcosa, “antisemita!”

Che è poi tutto un equivoco. Per chi ci crede, Noè aveva tre figli: Sem, Cam e Jafet. Ne ha fatto i capistipiti di tutti i popoli della Terra: Sem, di quelli di Nord Africa e Medioriente, dove allora c’erano i mesopotami, gli Abbasidi, gli Omayyadi, i mammalucchi, tutti arabi e poi musulmani; Cam, di quelli a Sud, in Africa e Jafed di tutti gli altri, interpretati come indoeuropei (perché i cinesi a Noè non si erano ancora palesati).

Dunque, antisemiti de chè? Ogni volta che lo si è, è implicito, biblicamente scientifico, che ce la stiamo prendendo con gli arabi, tutti semiti e neanche uno jafetita, tedesco, o francese, o ucraino, o britannico, o polacco, o americano. Che invece sono quelli arrivati in Palestina, hanno rubato l’etichetta agli autoctoni e se ne sono fatti, loro dicono, scudo dai reprobi che non gli riconoscono l’assoluzione da ogni crimine, a prescindere. In effetti, più delle 200-400 bombe che tengono nascoste, ma pronte per eventuali “antisemiti” da rimuovere, trattasi di arma che più atomica non si può per disintegrare chiunque non concordi su cosa vanno facendo da quando sono arrivati e, in particolare, sulla rimozione globale di coloro che proprio il loro libro di leggende ha consacrato figli di Sem. E’ la bellezza dei paradossi. Ovviamente ad usum delphini.

C’è poi nel video, in tutta la sua imponenza e decennale ridondanza, il capo del nostro Stato. Uno che stabilisce chi debba governare, tipo Draghi, piuttosto che farlo decidere da coloro che la costituzione, di cui è massimo guardiano, aveva incaricato dell’incombenza. Ma a questo, da quando i settennati si sono raddoppiati, per quanto ciò farebbe turbinare nella tomba i padri costituenti, tolleranti e distratti ci siamo assuefatti.

Più ardua da constatare mi è parsa la conciliazione, prescritta dalla Carta Sacra di cui il Nostro è custode finchè morte non lo separi, tra ruolo di rappresentante di tutti gli italiani e relativa interpretazione dei sentimenti, pensieri e voleri se non della totalità, ma almeno della vastissima maggioranza degli italiani. Saremo inadeguati, ma pare doversi fare parecchia fatica a mettere insieme Quirinale e Italia, la dove il primo sostiene il riarmo miliardario voluto da tutta l’eurogovernance e finalizzato, apertis verbis, alla guerra contro la Russia, e l’Italia, per i tre quarti che si fanno sentire, no.

La discrepanza tra il non vilipendiabile sovrano assiso sul Colle e il formicolio di turbe, se non putiniane, almeno non antiputiniane al punto da volergli saltare addosso, allo “Zar”, che si rivelano sgomente di fronte alle sue condanne inappellabili e irreformabili della Russia, si può paragonare a quella faglia che suscita i terremoti peggiori della nostra storia. A finire nelle voragini ci si fa male.

Non volendo fare la guerra a nessuno, tantomeno alla Russia che non ci ha torto un capello mai, non ci tornano gli anatemi lanciati dal presidente contro quel paese e chi lo governa (riscattato da anni di predazioni degli amici del presidente) e che si avventurano fino a mettere sullo stesso piano Germania di Hitler e russi. Quei russi dell’URSS che a quella Germania hanno impedito, con il sacrificio di 27 milioni, di farci fuori tutti, alla Netanyahu.

Non solo, il ricordo non può non andare al mio interlocutore Pierluigi Bersani a “Di Martedì”, che dopo aver parlato, come Mattarella, di “criminale aggressione russa”, quando gli ricordai che qualcosa era successo prima dell’Operazione Speciale del febbraio 2022, fece spallucce e mi incenerì dicendo “ma quella è storia”. Ma Mattarella non è un Bersani ridimensionato, è uno che, da Capo dello Stato, un certo livello di quanto va succedendo, addirittura sotto il suo mandato, dovrebbe averlo sulla punta delle dita. Eppure le punte di quelle dita sono risultate spoglie.

Niente colpo di Stato obamiano a Kiev nel 2014, niente cacciata del presidente Janukovic, democraticamente eletto, niente formazioni politiche e militari dichiaratamente naziste al potere e a massacrare per 8 anni la propria popolazione russa rimasta democratica e antifascista, niente instaurazione della dittatura più corrotta del pianeta. Immagino Mattarella: ma che, davvero?

Però, però. Bene, bravo, 7 più, al figlio di Bernardo Mattarella quando, con lo sguardo fisso su Putin, dopo aver assistito muto per 22 mesi a bambini – e adulti - ammazzati a forza di tiri mirati a capo, petto, genitali, bombe, fame, a ospedali trasformati in fosse comuni, prigionieri torturati, lande abitate trasformate in luna, ha aggiunto il suo sospiro alla brezza dei suoi referenti potenti: E’ brutto ciò che sta accadendo a Gaza. L’ha detto. Solo a Gaza? E con lo stesso protagonista in Cisgiordania, Siria, Libano, Iraq, Yemen, Iran, no?

Aggressione criminale”, “ha cambiato la storia dell’Europa”, “macigno sull’Europa”, ha denunciato corrusco e sdegnato il presidente. E, finalmente, ha accolto il plauso della parte ragionante, morale, consapevole, della cittadinanza sulla quale veglia e di cui interpreta e difende pensiero, sentimento e azione. E’ stato un pentimento, un’autoaccusa, quasi un autodafè. La catarsi di persona che ha il coraggio e la forza morale di coprirsi il capo di cenere per una colpa dai costi umani letali.

Ecco qua l’atto di dolore del presidente contrito e ravveduto: 1999, da vicepremier sotto d’Alema, protagonista del governo che partecipa, addirittura dal proprio suolo nazionale, all’attacco NATO, non autorizzato dall’ONU, alla Serbia neutrale, pacifica, democratica e socialista. Prima guerra intereuropea! Con tanto di uranio impoverito destinato a generazioni future a perdere, reti elettriche distrutte e di cui ho potuto vedere gli effetti sui neonati morti nelle incubatrici spente, paese distrutto, rovesciato come un guanto.

Come? Cosa? Ho fatto confusione? L’aggressione criminale, il cambiamento della storia d’Europa, il macigno su tutti noi europei… non erano una confessione e un pentimento? Si parlava di Putin, non di Mattarella! Come ho potuto prendere una tale cantonata?

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