Herzog: Mattarella, un vero amico.
“
Spunti di riflessione” Paolo Arigotti intervista Fulvio Grimaldi
Antisemita a chi? Con Fulvio
Grimaldi @MondocaneVideo
https://www.youtube.com/watch?v=Q_N881lWI-k
Intanto
di semiti tra gli ebrei ce ne sono pochini, come ci spiega lo storico ebreo
Shlomo Sand nel suo fondamentale “L’invenzione del popolo ebraico”, dove ci si
racconta come quanto di ebraico è giunto in Palestina, goccia a goccia, dagli
inizi del secolo scorso e poi, con più impeto, dopo la seconda guerra mondiale,
di semita ne ha poco. Vengono dal Caucaso, dove all’ebraismo si sono convertiti
in massa per fare un dispetto allo zar, ortodosso e oppressore, e si sono
diffusi per tutto l’Occidente. Dal quale, vista l’occasione, dopo che all’Occidente
era scappato un mondo di colonie, hanno avuto la delega di ricominciare la
conquista a partire dalla Palestina. Poi, hai visto mai, Eretz Israel, Grande
Israele e il Medioriente, quanto meno, torna nostro. E a chi cià da dì quarcosa,
“antisemita!”
Che
è poi tutto un equivoco. Per chi ci crede, Noè aveva tre figli: Sem, Cam e Jafet.
Ne ha fatto i capistipiti di tutti i popoli della Terra: Sem, di quelli di Nord
Africa e Medioriente, dove allora c’erano i mesopotami, gli Abbasidi, gli
Omayyadi, i mammalucchi, tutti arabi e poi musulmani; Cam, di quelli a Sud, in
Africa e Jafed di tutti gli altri, interpretati come indoeuropei (perché i
cinesi a Noè non si erano ancora palesati).
Dunque,
antisemiti de chè? Ogni volta che lo si è, è implicito, biblicamente scientifico,
che ce la stiamo prendendo con gli arabi, tutti semiti e neanche uno jafetita,
tedesco, o francese, o ucraino, o britannico, o polacco, o americano. Che
invece sono quelli arrivati in Palestina, hanno rubato l’etichetta agli autoctoni
e se ne sono fatti, loro dicono, scudo dai reprobi che non gli riconoscono l’assoluzione
da ogni crimine, a prescindere. In effetti, più delle 200-400 bombe che tengono
nascoste, ma pronte per eventuali “antisemiti” da rimuovere, trattasi di arma
che più atomica non si può per disintegrare chiunque non concordi su cosa vanno
facendo da quando sono arrivati e, in particolare, sulla rimozione globale di
coloro che proprio il loro libro di leggende ha consacrato figli di Sem. E’ la
bellezza dei paradossi. Ovviamente ad usum delphini.
C’è
poi nel video, in tutta la sua imponenza e decennale ridondanza, il capo del
nostro Stato. Uno che stabilisce chi debba governare, tipo Draghi, piuttosto
che farlo decidere da coloro che la costituzione, di cui è massimo guardiano,
aveva incaricato dell’incombenza. Ma a questo, da quando i settennati si sono
raddoppiati, per quanto ciò farebbe turbinare nella tomba i padri costituenti, tolleranti
e distratti ci siamo assuefatti.
Più
ardua da constatare mi è parsa la conciliazione, prescritta dalla Carta Sacra
di cui il Nostro è custode finchè morte non lo separi, tra ruolo di
rappresentante di tutti gli italiani e relativa interpretazione dei sentimenti,
pensieri e voleri se non della totalità, ma almeno della vastissima maggioranza
degli italiani. Saremo inadeguati, ma pare doversi fare parecchia fatica a
mettere insieme Quirinale e Italia, la dove il primo sostiene il riarmo
miliardario voluto da tutta l’eurogovernance e finalizzato, apertis verbis,
alla guerra contro la Russia, e l’Italia, per i tre quarti che si fanno
sentire, no.
La
discrepanza tra il non vilipendiabile sovrano assiso sul Colle e il formicolio
di turbe, se non putiniane, almeno non antiputiniane al punto da volergli
saltare addosso, allo “Zar”, che si rivelano sgomente di fronte alle sue
condanne inappellabili e irreformabili della Russia, si può paragonare a quella
faglia che suscita i terremoti peggiori della nostra storia. A finire nelle
voragini ci si fa male.
Non
volendo fare la guerra a nessuno, tantomeno alla Russia che non ci ha torto un
capello mai, non ci tornano gli anatemi lanciati dal presidente contro quel
paese e chi lo governa (riscattato da anni di predazioni degli amici del
presidente) e che si avventurano fino a mettere sullo stesso piano Germania di
Hitler e russi. Quei russi dell’URSS che a quella Germania hanno impedito, con
il sacrificio di 27 milioni, di farci fuori tutti, alla Netanyahu.
Non
solo, il ricordo non può non andare al mio interlocutore Pierluigi Bersani a “Di
Martedì”, che dopo aver parlato, come Mattarella, di “criminale aggressione
russa”, quando gli ricordai che qualcosa era successo prima dell’Operazione
Speciale del febbraio 2022, fece spallucce e mi incenerì dicendo “ma quella è
storia”. Ma Mattarella non è un Bersani ridimensionato, è uno che, da Capo
dello Stato, un certo livello di quanto va succedendo, addirittura sotto il suo
mandato, dovrebbe averlo sulla punta delle dita. Eppure le punte di quelle dita
sono risultate spoglie.
Niente
colpo di Stato obamiano a Kiev nel 2014, niente cacciata del presidente Janukovic,
democraticamente eletto, niente formazioni politiche e militari dichiaratamente
naziste al potere e a massacrare per 8 anni la propria popolazione russa
rimasta democratica e antifascista, niente instaurazione della dittatura più
corrotta del pianeta. Immagino Mattarella: ma che, davvero?
Però,
però. Bene, bravo, 7 più, al figlio di Bernardo Mattarella quando, con lo
sguardo fisso su Putin, dopo aver assistito muto per 22 mesi a bambini – e adulti
- ammazzati a forza di tiri mirati a capo, petto, genitali, bombe, fame, a
ospedali trasformati in fosse comuni, prigionieri torturati, lande abitate
trasformate in luna, ha aggiunto il suo sospiro alla brezza dei suoi referenti
potenti: E’ brutto ciò che sta accadendo a Gaza. L’ha detto. Solo a Gaza? E con
lo stesso protagonista in Cisgiordania, Siria, Libano, Iraq, Yemen, Iran, no?
“Aggressione
criminale”, “ha cambiato la storia dell’Europa”, “macigno sull’Europa”, ha
denunciato corrusco e sdegnato il presidente. E, finalmente, ha accolto il
plauso della parte ragionante, morale, consapevole, della cittadinanza sulla
quale veglia e di cui interpreta e difende pensiero, sentimento e azione. E’
stato un pentimento, un’autoaccusa, quasi un autodafè. La catarsi di persona
che ha il coraggio e la forza morale di coprirsi il capo di cenere per una
colpa dai costi umani letali.
Ecco
qua l’atto di dolore del presidente contrito e ravveduto: 1999, da vicepremier
sotto d’Alema, protagonista del governo che partecipa, addirittura dal proprio
suolo nazionale, all’attacco NATO, non autorizzato dall’ONU, alla Serbia neutrale,
pacifica, democratica e socialista. Prima guerra intereuropea! Con tanto di
uranio impoverito destinato a generazioni future a perdere, reti elettriche
distrutte e di cui ho potuto vedere gli effetti sui neonati morti nelle
incubatrici spente, paese distrutto, rovesciato come un guanto.
Come?
Cosa? Ho fatto confusione? L’aggressione criminale, il cambiamento della storia
d’Europa, il macigno su tutti noi europei… non erano una confessione e un
pentimento? Si parlava di Putin, non di Mattarella! Come ho potuto prendere una
tale cantonata?
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