“Non siamo contro il Sistema” (I
fondatori delle “Sardine” toscane: Danilo Maglio, Cristiano Atticciati, Matilde
Sparacino, Benard Dika)
Una cosa è certa: questo PD degli Zingaretti, Marcucci,
Lotti, Orfini, Guerini, non è mai stato in grado e non lo sarà mai di produrre
una mobilitazione di massa, estesa sul territorio, come quella oggi in atto con
le “sardine”. Per quanto possa poi risultargli favorevole nel voto. Chi sa dar
vita a fenomeni del genere, solitamente effimeri, ma di grande impatto
momentaneo grazie alla sinergia con un sistema mediatico controllato dagli stessi
che innescano tutte le rivoluzioni colorate. Di cui sono una manifestazione le
“sardine”, assieme ad altre analoghe, nelle loro più recenti invenzioni
improntate a un odio sconfinato per
coloro che dannano come odiatori. Sono tutti quelli che escono dal seminato,
ossia non condividono, non si assoggettano, si permettono dissensi nei confronti
del Sistema. Che è un nome asettico per non dire establishment, o élite, o
Cupola, o padroni del mondo.
Infatti cosa proclamano in primo luogo e come caposaldo
politico-ideologico i capibranco “sardine” di Firenze? “Non siamo contro
il Sistema”. Non sono, quindi, contro coloro che il Sistema lo
disegnano, attuano, reggono: i dominanti. Ne consegue, forzando neanche tanto:
noi siamo con il Sistema, magari un tantinello critici (ma tutto scompare
nell’odio per Salvini e il populismo), con l’establishment,
con il Deep State, l’élite, l’UE, la Nato, la Green New
Economy integrata dal catastrofismo ambientale, con
l’annullamento delle identità e lo sradicamento dei popoli, con ogni
criminalità organizzata, ogni forma di terrorismo, con il capitale
che tutti ci governa e cui sono connaturati il totalitarismo di comunicazione e
sorveglianza, le guerre sociali, economiche e militari. Non sono contro il
Sistema, ma sono virulentemente contro i fuori dal Sistema: a parolacce contro quello
finto, Salvini; in effetti contro quelli veri, tutti indistintamente gettati nel secchio del
populismo e del sovranismo
Da renziani a sardine
Non fa meraviglia che simili paradigmi vengano enunciati da
uno come il giovane Bernard Dika, attivista renziano fino all’altro ieri, oggi
nominato da Mattarella “Alfiere della Repubblica”, ha lasciato il PD quando gli
è convenuto darsi credibilità di “sardina” fuori dai giochi del partito conosciuto
come scivolo dalla padella alla brace.
E non fa meraviglie che il loro
primitivissimo programma, scritto in forme linguistiche e sintattiche da
analfabeti funzionali ( Forse lo hanno tradotto da Soros) abbia quell’unico
obiettivo, Salvini e i populisti.
Obiettivo diabolizzato oltre ogni misura se paragonato alla sedicente sinistra
o al centrosinistra. Politici che dai loro vituperi sono però risparmiati.
Eccone il testo, presentato non come il rigurgito di frustrazioni e
aggressività di un bulletto di seconda media, fanatizzato da videogiochi di
guerra e nazismo, ma come loro manifesto ufficiale: https://www.agi.it/politica/sardine-6596346/news/2019-11-21/.
Avete mai letto un peggiore concentrato di intimidazioni, minacce,
protervia, violenza verbale, intolleranza? E dovrebbe rappresentare il non
plus ultra di una società della solidarietà e dell’inclusione. Sentite
questa: “Per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare… lasciato campo
libero… siete gli unici a dover avere paura…dobbiamo liberarci della vostra
presenza… non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare…
siamo pronti a dirvi basta…” Gentili, democratici, rispettosi. Manca
solo il fez. Un concentrato d’odio come piace al “manifesto”, che infatti gli
dedica una standing ovation.
L’odio degli anti-odio
Manifesto-programma pieno di contenuti come un guscio d’uovo dopo che ne abbiamo
succhiato il rosso e il bianco. E campagna monotematica e apodittica, che non
ammette contradditorio o mezzetinte, come tutte le grandi operazioni diversive
e divise, di distrazione di massa da ciò che caratterizza la storia dell’uomo
ieri, oggi, domani: lo scontro tra dominati e dominanti. E penso al
machofemminismo di “Non una di meno”, “Se non ora quando”, “Me too”, alle accuse di omofobia e LGBTQ-fobia, a Greta
e discepoli del catastrofismo climatico, bullismo, dirittoumanismo-migrantismo,
all’antifascismo dove non c’è fascismo (trascurando quello vero che si maschera
da democrazia), all’antisemitismo dove c’è solo islamofobia e antisemitismo (nel
senso di semiti arabi), all’antirazzismo che mimetizza i razzisti del
neocolonialismo, alle fake news tutte esclusivamente della rete,
finalizzate a coprire la mendacità ontologica dei grandi media, all’odio trasformato
da legittimo sentimento umano in categoria politica da chi ha in odio chiunque
esca dal recinto di filo spinato del pensiero unico.
E’ necessario e sacrosanto fare lotte su temi specifici, figuriamoci: No
Tav e Grandi Opere, Grandi Navi a Venezia, gasdotti, maltrattamenti di animali.
Ma se parli di commercio d’armi e non dici dove vengono usate, da chi e perché,
o lotti contro l’inquinamento climatico e non coinvolgi i grandi inquinatori, o
denunci la violenza contro le donne e non tiri mai in ballo le violenze di
donne come Madeleine Albright o Hillary Clinton, o gridi contro gli odiatori
nel web e sei complice di quelli sugli schermi o nei giornali, c’è da pensare a strumentalizzazioni.
Quelli del transfert
E qui si rincorrono tutti i giornali di autentica estrema destra, quella
liberale finanzcapitalista all’arrembaggio del pianeta, ma che si definiscono
di sinistra. Li confermano tali amici del giaguaro, accademici e mediatici,
così guadagnando credito presso chi ne garantisce protezione, successo e
profitto. Guardate cosa s’è inventata la “Repubblica”, col “manifesto” massima
fucina di odio per gli “odiatori”. Ingrandite e leggete. E’ lo stesso giornale
che, a fianco, pubblica un soffietto alle “sardine” di quel simpaticone da farsa di Plauto che è Enzo
Bianchi, definitosi “monaco laico” e perciò idolo della trash-tv. Sempre a
fianco non poteva mancare un’intervistona dai fumi d’incenso a Joshua Wong, il
giovanotto che ha guidato le formazioni squadriste di Hong Kong a distruggere e
dar fuoco, anche a persone, e far sembrare boy scout i casseur dei Gilet
Gialli. Dopodichè Wong è andato a Berlino a congratularsi col fondatore degli
Elmetti Bianchi.
In linea con lo spirito di questo manifesto delle “sardine” è un
incredibile appello, sempre sul giornale dei De Benedetti, in cui la famiglia
Regeni, il ragazzo che lavorava per la centrale di spionaggio angloamericana
Oxford Analytica e ha provato di sobillare sindacati contro il governo
egiziano, annuncia una piattaforma offerta da “Repubblica”. Piattaforma per
anonimi che, così protetti dalla vendetta degli sgherri egiziani, vorranno
comunicare “rivelazioni” sulla sorte del figlio la cui morte ha scatenato una
canea contro il presidente Al Sisi (e contro l’ENI che minacciava di sfilare i
grandi giacimenti di petrolio egiziani alle varie BP, Shell, Exxon,Total). Avremo
così uno sfogatoio di odiatori dell’Egitto e spunterà chi ha visto Al Sisi
strangolare con le proprie mani e marchiare a fuoco il giovane Regeni. Spazio
alla delazione, calunnia, nevrosi, ma soprattutto all’odio
Violenza delle “Sardine” e violenza sulle donne
Sono i turbopropellenti mediatici che, dopo girotondi e popoli viola, grete
e gretisti, Fridays For Future ed Extinction Rebellion, oggi
fanno dilagare le “sardine”. Per capire a cosa sono intese queste campagne
basta analizzare la prima, quella della violenza sulle donne e sulla
conseguente, ma non legittima, demonizzazione degli uomini. Do per scontato che
nessun maschio raziocinante può ignorare e non combattere le discriminazioni
sociali e culturali di cui sono vittime le donne in quanto tali, e che sospetto
si sentano umiliate da certe categorie di donne alla Lilli Gruber che, nel suo
libro “Basta!”, dopo i “Chador” e “Prigionieri dell’Islam”
d’ordinanza islamofobica, vede la questione della parità unicamente nella
competizione per il potere in termini di rivalsa del genere, il suo, avendo
come riferimento coloro che lei onora nelle sue partecipazioni al Club
Bilderberg. Ovvio che lei si dovesse spendere, nel contesto della sua guerra
per il PD e contro il M5S, a corpo morto per le “sardine”. Tout se tien.
Lasciamo da parte esperienze personali che potrebbero falsare la vista, non
solo di uno il cui padre non lo ha mai sfiorato e la cui madre gli ha inferto
infinite punizioni corporali e psicologiche, di figli picchiati dalle madri
fisicamente e moralmente. Ma è onesto che le donne sorvolino sulle madri di cui
letteratura e psicologia secolari narrano il possesso totalitario dei figli
(specie maschi, da cui probabilmente in parte la violenza maschile) attraverso la
violenza fisica e il ricatto affettivo? Quando si sancisce la superiorità della
donna per sensi e comportamenti umani, suscitando la guerra dei generi e,
dunque, quell’altro diversivo dalla lotta unitaria contro i dominanti, è
onesto oscurare il ruolo di migliaia di donne che esercitano un potere politico
ed economico sui deboli altrettanto feroce, a volte maggiore, di quello degli
uomini?
E, soprattutto, non è segno di settarismo fino alla malafede e di
scellerate motivazioni politiche, mobilitare il mondo contro la violenza sulle
donne, cancellando totalmente la massima violenza, sofferenza e morte loro
inflitte da guerre e sanzioni, perlopiù solo da Stati – paradosso solo
apparente - nei quali prosperano le campagne antiviolenza? Quante erano le
donne tra le 40mila vittime di soli due anni di sanzioni Usa al Venezuela
constatate dall’ONU? Quante donne, dagli zero anni in su, sono rimaste sotto le
macerie delle bombe lanciate dai paesi che si mobilitano per le donne, quante
sotto gli stupri e le esecuzioni dei carnefici terroristi sguinzagliati da
quegli stessi paesi? Quanto è l’odio delle donne per le donne che non stanno
contro Assad, o Morales, o Maduro?
Sinite parvulos venire ad me
Dunque, le “sardine” chiamano a raccolta tutti gli
antipopulisti, antirazzisti, accoglitori senza se e senza ma, salviniani e
altri. Cioè dovrebbe accorrere la metà degli italiani in età di voto. Cioè
almeno la metà di quel 73% che ha votato. Resterebbe fuori quasi un terzo,
oltre il 51% che sarebbero i populisti, sovranisti e razzisti, “che non si
devono poter far ascoltare”.Che popolo di merda! Deve farsi travolgere da
questi bravi ragazzi che, essendo giovani, spesso senza aver ancora finito le
scuole, o mai letto un giornale, o mesmerizzati dallo smartphone, sono più
saggi, informati, maturi di tutti gli altri. Basta che siano adolescenti,
meglio bambini. Vedi Greta che non ha bisogno di studiare. Le basta
terrorizzare il mondo con l’apocalisse che incombe perchè si sottometta a quelle
emergenze con cui aldenaro è più facile governare.
Il “sistema Soros”
Il trucco è sempre quello e ne è il più classico degli
interpreti, George Soros, l’uomo di tutte le campagne del “manifesto”, colui
che ha messo l’Italia, con l’assalto alla lira assieme a Draghi, sul banchetto
dei saldi. E’ la frode classica di tutte le religioni post-classiche. L’ho
osservato in diretta in tante “primavere arabe”. Si fa appello ai buoni
sentimenti di brave persone con valide ragioni per rivendicare qualcosa, ragioni
che, a corto di perfezione umana, non mancano mai in nessuna società. Si
forniscono ricchi e avanzati strumenti di comunicazione, rifornimenti,
logistica, attrezzature, pubblicistica. E insieme a tutto questo, i preparati e
addestrati esperti nell’utilizzare i buoni sentimenti per azioni che servono
solo ai manovratori in alto. Una normale protesta politica, o sociale, o
ambientale, o giuridica, viene pompata fino a mettere in discussione l’intero
“regime”.
Nel caso specifico, si parte dal sacrosanto disgusto per il
più rozzo degli operativi, Salvini, guerriero delle finte contrapposizioni nel
quadro delle compatibilità con cui la Cupola manomette la nostra idea del vero,
e si spiana la strada all’altro operativo, quello della finta alternativa, più
raffinata e collaudata, inducendo l’idea che il bene abbia vinto sul male. La
posta in palio a cui, nella congiuntura, sono chiamate le sardine? Le elezioni
in varie regioni d’Italia. In particolare, un piedistallo per il governatore
della regione e delle cementificazioni, Bonaccini, nel momento in cui gli è
venuto a mancare lo sgabello dei Cinquestelle.
Non molto diversamente, lo scatenamento della violenza
terroristica sull’imminente annientamento da clima, affidato a bambini e
adolescenti che, si sa, ci contagiano con la loro purezza e innocenza, a cosa
deve servire? Strategicamente a imporci i ferri e i ceppi necessitati da ogni
“emergenza” e, a questo scopo, favorire le forze politico-economiche che puntano
al rilancio di un turbocapitalismo oligarchico basato sulla Green New
Economy, contro tutto quello che chiamano “populismo” e “sovranismo”. Sul
piano tattico, far vincere certe elezioni agli schieramenti amici. Per esempio,
visto il ruolo del Regno Unito nei confronti dell’Europa, neutralizzare la
Brexit.
Una rivolta dei padroni
Non per nulla è in Inghilterra, dove George Soros ha
condotto il suo primo assalto a una moneta nazionale, demolendola e facendoci
una montagna di miliardi, che si è messa all’opera una delle sue creature più
recenti. Quell’Extinction Rebellion, con nel logo la clessidra a segnare
la fine del mondo, che, bloccando Londra, lì ha fatto il botto più
grosso, mutuando, con gli scontri duri e i droni a sabotare addirittura gli
aeroporti, i metodi dei fratelli di Hong Kong. Nel grafico, Soros (Open
Society) e “ribelli” vari a sostegno di XR. Tutti anitifascisti,
antirazzisti, antipopulisti e antisovranisti. Tutti zitti su liberalismo,
imperialismo e guerre.
Il fondatore di XR, Roger Hallam, colloca il suo movimento
nella tradizione di Ghandi e Luther King. Però calcola la rivoluzione, le sue
vittime, i suoi arrestati, con un algoritmo. In un convegno dell’affine
“Amnesty International”, ha proclamato, con toni che ci fanno capire da dove
viene il linguaggio delle sardine: ”Costringeremo il governo ad agire. E
se non lo farà, lo abbatteremo e creeremo una democrazia adatta allo scopo. E,
sì, alcuni potrebbero morire nel processo”. In un video Hallam raccomanda di farsi dare “i
soldi dai capitalisti, che abbiamo riempito di ansia per il cambiamento
climatico”. E dunque chi trovi, ansioso o no, tra i bancomat di XR? Oltre
Soros, con Bill Gates e Ted Turner nella Global Business Association (una
specie di Confindustria mondiale), la catena di abbigliamento C&A, una
serie di Fondi d’Investimento che fioriscono sui derivati, la famiglia Kennedy,
la famiglia Buffett, la famiglia Rockefeller, il neocandidato miliardario
Bloomberg, tanti altri. Insomma XR è il pupetto nato dall’impegno della
necrocratica créme de la crème
imperialcapitalista mondiale.
Gli attivisti di XR sono quasi tutti volontari…pagati. Fino
a 450 euro la settimana. Si riempie un modulo in cui si illustrano i propri
bisogni vitali e si chiede il VLE, Volunteer Living Expense che dà
diritto al “rimborso”. Non stupisce che le piazze di XR siano affollate. Del
resto, chi ci salva dall’estinzione non merita questo modesto guiderdone?
Quando Hallam, un agricoltore biologico e ricercatore
presso il King’s College, fondò XR nel 2018, insieme a Gail Bradbrook, altra
ricercatrice convinta alla causa, scoperta facendosi di LSD in Costarica, alla
comitiva si aggiunse una vasta schiera di studiosi, soprattutto psicologi e
psichiatri, quanto occorre per trasformare una preoccupazione in isteria
collettiva. C’era anche Antony
St.John, XXII barone St.John of Bletso, uno dei novantadue membri ereditari
della Camera dei Lord, presidente del consiglio di amministrazione della banca
commerciale Strand Hanson e direttore esecutivo di un lungo elenco di società
minerarie, informatiche, telematiche, energetiche e finanziarie,
sia in Sud Africa sia in Europa. Quelle che fanno tanto bene al clima. Nella Camera
dei Lord è membro della Commissione Esecutiva del gruppo parlamentare
sull’Africa. Come tale, grande sponsor delle migrazioni. Il cerchio si chiude.
E chiudo anch’io.
5 commenti:
Qui ormai siamo in pieno delirio. Neanche Gail Bradbrook "scoperta facendosi di LSD" riuscirebbe a racimolare tante farneticazioni.
Caro Fulvio oltre ad avere apprezzato in passato i tuoi reportages, i tuoi libri, il tuo pensiero, apprezzo i post che scrivi e scoprire per caso il tuo blog é stata una splendida sorpresa. Leggere i tuoi posto condividere quanto scrivi é come prendere una boccata d'aria fresca, come aprire una finestra da una stanza ammorbata di aria penstilenziale, su un giardino fiorito, colorato e profumato. Ormai sono in "trepidante" attesa del tuo prossimo post. Quanto scrivi rispecchia appieno i miei pensieri e la mia visione del "mondo" che scaturisce da esperienze personali e numerose letture. A parte i salamelecchi di cui sopra, altra cosa che mi stupisce é la mancanza di commenti dei tuoi post. Spero che ci siano comunque abbastanza persone che ti leggono anche se non commentano, perché sarebbe un vero peccato di disinformazione se cosi' non fosse. Anzi stupidamente mi domando come mai questi scritti che tu posti non siano ospitati su qualche giornale on-line ad maggiore visibilità e che magari si definisce libero e indipendente senza sovvenzioni.... poi mi rendo conto del perché vedendo qual'é lo loro linea edioriale di politica estera e ora anche interna.
Va beh, quello che cercvhero' di fare é di pubblicizzare il piu' possibile questo tuo blog tra le persone che conosco, perché mi sembra veramente un peccato o meglio un eresia non leggere quanto scrivi.
Con stima e affetto platonico.
Saluti
Caro Fulvio oltre ad avere apprezzato in passato i tuoi reportages, i tuoi libri, il tuo pensiero, apprezzo i post che scrivi e scoprire per caso il tuo blog é stata una splendida sorpresa. Leggere i tuoi posto condividere quanto scrivi é come prendere una boccata d'aria fresca, come aprire una finestra da una stanza ammorbata di aria penstilenziale, su un giardino fiorito, colorato e profumato. Ormai sono in "trepidante" attesa del tuo prossimo post. Quanto scrivi rispecchia appieno i miei pensieri e la mia visione del "mondo" che scaturisce da esperienze personali e numerose letture. A parte i salamelecchi di cui sopra, altra cosa che mi stupisce é la mancanza di commenti dei tuoi post. Spero che ci siano comunque abbastanza persone che ti leggono anche se non commentano, perché sarebbe un vero peccato di disinformazione se cosi' non fosse. Anzi stupidamente mi domando come mai questi scritti che tu posti non siano ospitati su qualche giornale on-line ad maggiore visibilità e che magari si definisce libero e indipendente senza sovvenzioni.... poi mi rendo conto del perché vedendo qual'é lo loro linea edioriale di politica estera e ora anche interna.
Va beh, quello che cercvhero' di fare é di pubblicizzare il piu' possibile questo tuo blog tra le persone che conosco, perché mi sembra veramente un peccato o meglio un eresia non leggere quanto scrivi.
Con stima e affetto platonico.
Saluti
questa non la sapevo: quindi il movimento per l'acqua pubblica sarebbe in qualche modo imparentato con l'open society?
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