ALESSANDRO
DI BATTISTA, TROPPO POCO TROPPO TARDI?
Fra pochi giorni ci
saranno i cosiddetti Stati Generali del Movimento 5 Stelle. La denominazione
data richiama la procedura francese con cui la monarchia tentò di evitare la
rivoluzione di poco dopo. Non ci riuscì. Ci riuscirà di sicuro il vertice
monarchico del Movimento che, copiando il modello tripartito istituzionale
francese – aristocrazia, clero, popolo – si è precostituito una maggioranza di
due a uno: parlamentari, amministratori e attivisti. Vale a dire due categorie
di poltrone redditiere e una di volontari dell’impegno politico idealista.
Dagli esiti politico-morali ai quali Grillo e Di Maio, l’emissario del Nuovo
Ordine Mondiale digitale e il ragazzotto incolto, arrivista e furbetto, con i
rispettivi cortigiani, hanno portato le due componenti di grillini diventati
mestieranti della politica al servizio dei poteri antipopolari, questo
pseudocongresso ha il risultato prestabilito.
Invio un documento
di Alessandro Di Battista, che verrà discusso a questi Stati Generali del
Movimento 5 Stelle. Movimento che continua a intestarsi un nome che valeva per
una realtà politica del tutto diversa, addirittura opposta.
Penso che questo
programma per il futuro del movimento, seppure privo di una visione complessiva
di una società che intendeva por fine allo “stato di cose presenti” (e invece
lo ha rafforzato), possa essere di interesse per individuare quali ne sono le
posizioni e direttrici. E’ sicuramente un segnale di netta opposizione a quanto
si è andato configurando/degenerando ai vertici di un movimento che rimane
ormai se stesso solo in settori della base, quelli della terza componente, e in
alcuni rappresentanti europarlamentari.
Comunque, in questo
paese, rispetto alla coalizione politico/partitica, quasi onnicomprensiva,
dall’estrema destra consociativa della sedicente “sinistra”, attraverso una
democrazia cristiana imbarbarita (PD), con in funzione di supporto il M5S, fino
alla destra-destra, che esprime qualche sprazzo populista, cioè della sinistra
possibile oggi, siamo a uno stato di omologazione che neanche il più tragico
Pasolini si sarebbe immaginato.
L’unica forza, per
ora minuscola, in formazione e con qualche posizione non risolta, ma attiva, di
netta, coraggiosa e cosciente opposizione, è quella della fuoruscita dai 5
Stelle dalle idee chiare su chi combattere: Sara Cunial, con Davide Barillari e
altri. Di Paragone e del suo giustificatissimo Italexit non si sente un granchè
e dispiace non esservi dialogo con il movimento di Sara.
Per Dibattista per
lunga pezza ho nutrito affetto e fiducia, fiducia però ampiamente messa in
discussione dal suo incredibile apprezzamento per come questo Governo e, in
particolare, l’emissario di Bill Gates, di Padre Pio e del Nuovo Ordine
Mondiale, Giuseppe Conte, ha gestito l’operazione disumana/anti-umana del
Coronavirus. Oggi posso solo augurare a tutti coloro che nel Movimento hanno creduto e che dagli opportunisti,
rinnegati, comici, sono stati menati per il naso, che il suo intervento non sia
troppo poco troppo tardi. La condivisione di Dibba dell’operato di questo
sciagurato regime in materia di virus e della conseguente apocalisse sociale,
culturale, biologica, lo rende meno attendibile.
Fulvio
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