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TUTTI PER BIDEN, IL SACRO E IL PROFANO, RE MIDA E RE FRANCIS
Mentre gli amanuensi Italiani dei Grandi Poteri occidentali si sforzano disperatamente a tenere in piedi un presidente, vacillante anche sul piano psicofisico, ma eletto da CNN e sue donne delle pulizie, escono allo scoperto dati e fatti che rendono la questione per niente risolta, a dispetto delle sguaiate messe di celebrazione delle varie chiese, laiche e non. Fatti incontestabili come, ex-ante, la promessa di colpo di Stato, fatta da grossi calibri e rispettive milizie fondamentaliste, come Hillary Clinton, l’altra faccia di Obama, e Nancy Pelosi, speaker del Senato e del Deep State (ma dagli acrobati del “manifesto” attribuiti al suo bersaglio). O come, durante i conteggi e poi ex-post, la proliferazione di trucchi, brogli, campagne di intossicazione e i cento milioni di voti postali facilitati dal ben pensato incentivo Covid
Carta (moneta) canta
I dati che emergono fanno chiarezza su quali forze, legate
agli istinti totalitaristi e alle grandi ricchezze impegnate nella
trasformazione distopica del Nuovo Ordine Mondiale, abbiano sostenuto, od
osteggiato, l’uno e l’altro candidato alla presidenza. E qui non mi riferisco
al corteo di scalmanate tifoserie mediatiche che hanno seguito questo stonato pifferaio
di Hamelin nel burrone di quel futuro distopico che i di lui mandanti ci hanno
predisposto. Parlo invece di coloro senza i quali il senile coadiuvatore di
tutte le scelleratezze di Obama sarebbe probabilmente andato per stracci. Se,
come è straprovato, la democrazia statunitense è una plutocrazia, quindi, i
suoi funzionamenti ed esiti, devono essere determinati dal dollaro, ecco come
il dollaro, nella partita presidenziale, ha provato a far fare gol al suo acciaccato
bomber. Ed ecco che, nella classifica dei donatori a Biden, compaiono tutti
coloro che, negli Usa e nel mondo, di dollari ne hanno predati di più e sono
esattamente quelli che vanno cercando, non più con le buone o con le cattive,
ma solo con queste ultime, di cambiare indirizzo al mondo.
Infatti, noterete in alto nella classifica i nomi che ci
promettono un futuro integralmente digitale e robotizzato, con al primo posto
assoluto, Alphabet (Google), il conglomerato di Larry Page che si occupa di biotecnologie
(invecchiamento), bioricerca, WI-FI, banda larga, satelliti, droni, robotica,
città smart, intelligenza artificiale, internet delle cose, spazio, satelliti,
droni, finanza .… Dalle cifre potete dedurre quanto poco Trump e i suoi
colletti blu piacessero a costoro e quanto pensassero gli convenisse investire
in Biden.
Io ti do una cosa a te, tu mi dai…
Tra i colossi tecnologici, quelli che ci vorrebbero
trasformare in transumani con chip sottocutanei (vedi Agenda ID200 programmata
dal loro consesso FEM a Davos a gennaio), secondo il “Center for responsive
politics” di Washington, il comparto elettronico-teconologico ha donato nel
ciclo elettorale 2020 ai Democratici 259,3 milioni, contro 58,3 ai
Repubblicani. A Joe Biden personalmente sono andati quasi 49 milioni, a Trump
8.
I dollari dati da Alphabet complessivamente ammontano a 11.373.000,
di cui il 93% ai Democratici. Da Microsoft (Bill Gates) sono arrivati 8.847.000
dollari, di cui l’89% al partito del ciuco. Facebook ha donato 3.600.000, con
il 90% ai soliti Democratici. Stesso discorso per Amazon dei cui 6.187.000
dollari l’84% sempre all’asinello. Apple è andata oltre: il 99,1% dei suoi
3.864.000 dollari, ancora ai Dem. Dei rispettivi tycoon, Jeff Bezos, Bill
Gates, Marc Zuckerberg e altri predatori, le congratulazioni si sono
precipitate su Biden.
Mancava, per l’investitura, l’infallibile
spirito santo
La chicca, la ciliegina, anzi la ciliegiona, sulla torta, irrora di afflato sacro tutti questi soldi ben spesi. Il saluto, l’augurio, corrispondente al santo endorsement del candidato che tutta la brava gente vorrebbe presidente, non poteva che venire da papa Francesco, nome d’arte di Jorge Mario Bergoglio. Che non è mai venuto meno alla sua missione apostolica. Sempre in linea, fin da quando, capo dei gesuiti argentini, se la passava bene con i generali e il suo nunzio, Pio Laghi, con loro giocava a tennis. Magari dopo aver benedetto qualcuno di quei voli sull’oceano…(Vedi Horacio Verbitsky, il più stimato giornalista argentino)
E non vorrete mica che a tutti questi benefattori materiali
e spirituali non gliene venga niente per la loro generosità?
Ai nostri signori della malavita sociale organizzata,
ovviamente non gliene potrebbe fregare di meno della famiglia politica più
corrotta d’America, con le sue prodezze speculative in Ucraina e Cina, favorite
dallo status di vicepresidente del capofamiglia. Lui e loro allestiscono il
futuro nostro e dei nostri figli, nipoti, pronipoti, fino al giorno del
Giudizio. Che vorranno far arrivare presto.
E ora andiamo, con “il manifesto desinistra”, a celebrare
la vittoria, forse, di Joe Biden. Distanziati e con mascherina, mi raccomando. Ma prima voglio fare una domandina al "quotidiano comunista". Chi secondo voi, caro "manifesto", è il candidato dei ricchi e chi quello degli altri?
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