venerdì 13 novembre 2020

Follow the money ---- TUTTI PER BIDEN, IL SACRO E IL PROFANO, RE MIDA E RE FRANCIS

 

Follow the money

TUTTI PER BIDEN, IL SACRO E IL PROFANO, RE MIDA E RE FRANCIS


Mentre gli amanuensi Italiani dei Grandi Poteri occidentali si sforzano disperatamente a tenere in piedi un presidente, vacillante anche sul piano psicofisico, ma eletto da CNN e sue donne delle pulizie, escono allo scoperto dati e fatti che rendono la questione per niente risolta, a dispetto delle sguaiate messe di celebrazione delle varie chiese, laiche e non. Fatti incontestabili come, ex-ante, la promessa di colpo di Stato, fatta da grossi calibri e rispettive milizie fondamentaliste, come Hillary Clinton, l’altra faccia di Obama, e Nancy Pelosi, speaker del Senato e del Deep State (ma dagli acrobati del “manifesto” attribuiti al suo bersaglio). O come, durante i conteggi e poi ex-post, la proliferazione di trucchi, brogli, campagne di intossicazione e i cento milioni di voti postali facilitati dal ben pensato incentivo Covid

 I media italiani soffiano da dietro

Carta (moneta) canta

I dati che emergono fanno chiarezza su quali forze, legate agli istinti totalitaristi e alle grandi ricchezze impegnate nella trasformazione distopica del Nuovo Ordine Mondiale, abbiano sostenuto, od osteggiato, l’uno e l’altro candidato alla presidenza. E qui non mi riferisco al corteo di scalmanate tifoserie mediatiche che hanno seguito questo stonato pifferaio di Hamelin nel burrone di quel futuro distopico che i di lui mandanti ci hanno predisposto. Parlo invece di coloro senza i quali il senile coadiuvatore di tutte le scelleratezze di Obama sarebbe probabilmente andato per stracci. Se, come è straprovato, la democrazia statunitense è una plutocrazia, quindi, i suoi funzionamenti ed esiti, devono essere determinati dal dollaro, ecco come il dollaro, nella partita presidenziale, ha provato a far fare gol al suo acciaccato bomber. Ed ecco che, nella classifica dei donatori a Biden, compaiono tutti coloro che, negli Usa e nel mondo, di dollari ne hanno predati di più e sono esattamente quelli che vanno cercando, non più con le buone o con le cattive, ma solo con queste ultime, di cambiare indirizzo al mondo.

Infatti, noterete in alto nella classifica i nomi che ci promettono un futuro integralmente digitale e robotizzato, con al primo posto assoluto, Alphabet (Google), il conglomerato di Larry Page che si occupa di biotecnologie (invecchiamento), bioricerca, WI-FI, banda larga, satelliti, droni, robotica, città smart, intelligenza artificiale, internet delle cose, spazio, satelliti, droni, finanza .… Dalle cifre potete dedurre quanto poco Trump e i suoi colletti blu piacessero a costoro e quanto pensassero gli convenisse investire in Biden.

 


 

 Le cifre nel grafico si riferiscono solo a quanto è stato versato direttamente ai due contendenti. Sono ben altre le cifre donate ai rispettivi partiti.

Io ti do una cosa a te, tu mi dai…

Tra i colossi tecnologici, quelli che ci vorrebbero trasformare in transumani con chip sottocutanei (vedi Agenda ID200 programmata dal loro consesso FEM a Davos a gennaio), secondo il “Center for responsive politics” di Washington, il comparto elettronico-teconologico ha donato nel ciclo elettorale 2020 ai Democratici 259,3 milioni, contro 58,3 ai Repubblicani. A Joe Biden personalmente sono andati quasi 49 milioni, a Trump 8.

I dollari dati da Alphabet complessivamente ammontano a 11.373.000, di cui il 93% ai Democratici. Da Microsoft (Bill Gates) sono arrivati 8.847.000 dollari, di cui l’89% al partito del ciuco. Facebook ha donato 3.600.000, con il 90% ai soliti Democratici. Stesso discorso per Amazon dei cui 6.187.000 dollari l’84% sempre all’asinello. Apple è andata oltre: il 99,1% dei suoi 3.864.000 dollari, ancora ai Dem. Dei rispettivi tycoon, Jeff Bezos, Bill Gates, Marc Zuckerberg e altri predatori, le congratulazioni si sono precipitate su Biden.

Mancava, per l’investitura, l’infallibile spirito santo



La chicca, la ciliegina, anzi la ciliegiona, sulla torta, irrora di afflato sacro tutti questi soldi ben spesi. Il saluto, l’augurio, corrispondente al santo endorsement del candidato che tutta la brava gente vorrebbe presidente, non poteva che venire da papa Francesco, nome d’arte di Jorge Mario Bergoglio. Che non è mai venuto meno alla sua missione apostolica. Sempre in linea, fin da quando, capo dei gesuiti argentini, se la passava bene con i generali e il suo nunzio, Pio Laghi, con loro giocava a tennis. Magari dopo aver benedetto qualcuno di quei voli sull’oceano…(Vedi Horacio Verbitsky, il più stimato giornalista argentino)

E non vorrete mica che a tutti questi benefattori materiali e spirituali non gliene venga niente per la loro generosità?

Ai nostri signori della malavita sociale organizzata, ovviamente non gliene potrebbe fregare di meno della famiglia politica più corrotta d’America, con le sue prodezze speculative in Ucraina e Cina, favorite dallo status di vicepresidente del capofamiglia. Lui e loro allestiscono il futuro nostro e dei nostri figli, nipoti, pronipoti, fino al giorno del Giudizio. Che vorranno far arrivare presto.

E ora andiamo, con “il manifesto desinistra”, a celebrare la vittoria, forse, di Joe Biden. Distanziati e con mascherina, mi raccomando. Ma prima voglio fare una domandina al "quotidiano comunista". Chi secondo voi, caro "manifesto", è il candidato dei ricchi e chi quello degli altri?



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