Il capo imbroglia? Tutti ciechi, sordi e muti
Toltomi dalle lenti gli schizzi di deiezioni che mi sono
arrivati dalla, purtroppo, indispensabile (per capire come si muove la destra
neocon USA) lettura del “manifesto” e anche di altri media, però meno
oscenamente ipocriti, provo a scorgere nello scenario delle elezioni americane
qualche barbaglio di realtà. Bagliori che, per quanto accecanti e che
illuminano a giorno l’intero evento (verificatosi di notte e anche nella notte
della deontologia dei nostri mezzi d’informazione) sono rimasti invisibili.
Del resto i nostri giornali e tv hanno la vita facile e ben
ricompensata per fare da amanuensi che copiano i testi sacri degli organi
statunitensi devoti a Clinton-Bush-Obama e, dunque, alle guerre armate, farmacologiche
e digitali. Su una massa umana allevata alla paura dall’escalation
strategica “AIDS, Terrorismo, catastrofe climatica, crisi fabbricate,
terrorismo e Covid”, hanno gioco sempre più facile. Per cui almeno metà
mondo e quasi tutti i cittadini nostri, oggi sono convinti che per Joe Biden e
la sua famigliola di corruttori in Ucraina e trafficanti tra oligarchi cinesi, sia
ormai per tre quarti aperta la Casa Bianca.
Tanto che nessuno ha da obiettare quando succede
l’incredibile per un paese sedicente democratico: prima Twitter e Facebook,
dell’unico Zuckerberg, cancellano i tweet del presidente degli Stati Uniti. Poi
NBC, CBS, CNN, tutte imprese private, arrivano a interrompono la diretta tv, la
notte scorsa, dell’intervento della massima istituzione, mentre commenta quanto
succedeva nel paese. Che una roba del genere passi, si spiega con un terreno, già
ben seminato e irrorato di glifosato giornalistico, da anni di falsità,
invenzioni, frodi della grande comunicazione anglo-sion-massonica: Washington
Post, New York Times, NBC e quattro quinti di Hollywood.
2006: il precedente del mini-Biden, Prodi
Mentre scrivo, e siamo a fine-settimana, continuano i
conteggi in cinque grandi Stati USA. Sono quelli decisivi per l’assegnazione
dei Grandi Elettori e non tanto del voto popolare, in cui primeggia definitivamente
l’uomo venuto da un futuro non gradito all’ Intelligenza Artificiale dei
globalisti bio-tecno-fascisti. Il ritardo è dovuto al fantastico botto che ha
percosso il mondo intero (ma non le redazioni italiane), nel pieno della notte,
in quei cinque stati: Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, North Carolina, Nevada.
Di colpo s’è fatto buio, i conteggi si sono fermati e, dopo ore di sospensione
in un’altra dimensione, il futuro degli Stati Uniti appariva un altro, opposto.
Un po’ come accadde da noi la notte delle elezioni del 2006, quando nella
centrale del Viminale si spensero le luci e i conteggi. Quando ripresero, al
vantaggio di Berlusconi si era andato sostituendo quello del piccolo Grande
Vecchio, Prodi.
Cinque Stati dell’Unione che decidono per il
mondo
Dato che gli Usa sono ancora la superpotenza che riesce a
fare più casino nel mondo, se vince Trump, nonostante il rozzo e incalcolabile
trambustone che è, sappiamo che la
degradazione globale dell’Umanità in transumanità automatizzata, il cosiddetto
Nuovo Ordine Mondiale, non partirà da quel paese, che risulterà sovranista,
anti-cibernetico e anti-Covid. Se vince il fantoccio minus habens dei malformati
digitali spurgati da Madre Terra, parte da lì e dalla Cina. E saremo fatti.
I cinque Stati in questione, tutti governati da
Democratici, a un certo punto dei conteggi indicavano una prevalenza di Trump, o
netta, o modesta. Ognuno di essi, a un certo punto della notte, fermò i conteggi.
Quando ripresero, quasi dappertutto i nuovi voti risultarono tutti per Biden.
Più tardi, dalla commissione elettorale venne la “spiegazione”
secondo cui l’inconcepibile dato era dovuto a un errore nella contea di
Shiawassee, dove si era aggiunto uno zero al totale dei voti per Biden! Cosa
che non spiega affatto lo zero assoluto dell’uno e il 100% dell’altro.
Il cilindro dell’illusionista
In Wisconsin il candidato di Obama, Clinton, Bush
e del complesso militar-digital-covidiano, supera miracolosamente, a metà notte,
un vantaggio trumpiano di 4,1 punti, grazie a un’alluvione di voti al 100% per
Biden, anche qui contro il corrispondente 0% per Trump.
In Pennsylvania ci hanno provato in modo diverso.
Il Segretario di Stato Dem ha ordinato che si validino voti postali giunti dopo
la data del 3 novembre, come se fossero arrivati in tempo, anche se non mostrassero
il timbro postale, o non coincidesse la firma sulla scheda con quella della registrazione
elettorale. In tal modo, ovviamente, non è possibile sapere quando, o da dove,
le schede fossero state spedite.
Se si osservano queste procedure all’insegna di tale
meravigliosa correttezza contro lo sfondo dei 100 milioni di voti per corrispondenza
accanitamente sollecitati dai Democratici, dei voti di persone defunte, dei
voti con firme contraffatte, delle masse di voti pro-Trump trovate nelle
discariche, del doppio voto per posta e al seggio, del divieto a osservatori repubblicani
di accedere ai seggi e svolgervi il proprio lavoro, se non dopo interventi dei
tribunali, ci si pongono alcune domande.
Quelli che avevano previsto tutto
A volte succede che qualcuno abbia previsto, se non
pianificato tutto. Ricordate la Fondazione Rockefeller che, nel 2015, aveva previsto
la pandemia? O la simulazione fatta da Bill Gates, nell’ottobre 2019,
perfettamente coincidente con quanto ci è piombato addosso nel febbraio scorso?
Vediamo come queste cose, nelle grandi
occasioni, si perpetuano.
E’questo un processo elettorale trasparente e del tutto
privo di manipolazioni? Cosa ne è stato della “landslide”, della valanga
democratica, che avrebbe travolto quella screditatissima anomalia di un Trump
che, ora, quanto meno, lotta testa a testa con quelli della “landslide”?
A cosa fa pensare il “Transition Integrity Project” (TIP), nato un
anno fa, composto per intero da alti esponenti neocon del complesso
militar-industriale, dell’Intelligence, delle Fondazioni di Soros e simili,
legati, o attivi nella precedenti amministrazioni di Obama (tipo John Podesta),
Bush e Clinton? Autorevoli e potenti personaggi che avevano simulato quattro
scenari elettorali e post elettorali, tutti risoltisi in scontro istituzionale,
violenza e caos. Salvo nel caso di una vittoria schiacciante di Biden a livello
sia di Grandi Elettori che di voto popolare. Il progetto è stato pubblicato
nell’agosto scorso e prevedeva, come più probabile, un iniziale vantaggio di
Trump e poi una rimonta di Biden, fino alla sua vittoria di misura. Su quali
Stati si è concentrata l’attenzione del TIP? Indovinato: su quelli in cui si
sono verificate i miracoli di cui sopra.
Di imbroglio in imbroglio, verso lo splash
finale
Chiudo ricordandovi l’eccellenza “comunista” del “manifesto”,
la cui appassionata campagna di disinformazione per Biden ricorda quelle con
cui il sovvenzionato giornale “de sinistra” si è sempre impegnato per le
meravigliose rivoluzioni democratiche e di popolo, sorosianamente
rivoluzionario. Quelle che si coloravano di arcobaleno ad Algeri, Hong Kong,
Bielorussia, Venezuela, Nicaragua, Iran, Russia, Tailandia, Libano, Egitto,
Libia e ovunque un governo e un paese non si ritrovassero nella stessa squadra
in cui milita quel giornale, da tutti noi tenuto in piedi. A nostra insaputa.
Ci dibattiamo nel grande imbroglio del virus. Ma di
imbrogli è oggi disseminato il mondo. Ci sono quelli nostri, vernacolari, tipo 5Stelle,
tutto il centrosinistra e la sinistra. Più grave è quello a 28 gambe, due teste,
una succursale bancaria di Washington e un cappello a stelle e strisce, che
vorrebbe chiamarsi Europa. Quanto a quello NATO, c’è solo da ridere a leggerne
lo statuto di organismo per la difesa e vederne le baionette infilate in molti
degli organi vitali del pianeta Terra. Sorvoliamo su quello ecclesiastico, noto
padre di tutti gli altri, e vediamo la scala degli imbrogli USA. Prima c’è quello
del “Faro della Democrazia” (copyright “il manifesto”) a cui nessuno fa
più caso, è un dato assodato e tollerato. Poi quello, storico, della “nazione
speciale dal destino manifesto”, che, come tale, e come l’analoga Israele,
tutto si può permettere. Infine, l’imbroglio all’ennesima potenza, perché frega
i suoi stessi cittadini e, come il cosiddetto virus, contagia tutti gli altri
Stati. E’ quello a cui stiamo assistendo.
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