Consistere melius quam speculari
MEGLIO
DALLA PARTE DEL TORTO CHE DALLA PARTE DEL MALE
Visione TV: Francesco Toscano ed Enrica Perucchietti, con
Andrea Legni, Giammarco Landi e Fulvio Grimaldi
https://www.youtube.com/watch?v=RahSRF5YU84
Perdonatemi se, pescando nelle nebbie del mio latinorum
liceale e cercando di dire che schierarsi è meglio che considerare, ho scritto
una puttanata. Il che non toglie niente alla mia convinzione che mai come oggi,
mai come guardando prima all’Ucraina e poi alla Palestina/Israele, con in mezzo
i disastri da crimini contro l’umanità di Afghanistan, Libia, Siria, Iraq,
Yemen, Libano, Somalia, Armeni, più colpi di Stato USA vari, tocca stare con coloro
cui il vociferare dominante dà torto. Coloro contro i quali sbraita la spia CIA
Giuliano Ferrara, con dietro, a passo dell’oca e insegne svasticate coperte, le
armate di altrettanti sodali CIA-e-affini, travestiti da giornalisti e rappresentani
del popolo.
Io ho visto Sabra e Shatila dove, sotto gli occhi del generale
Sharon e dell’esercito invasore, 1.300 donne e bambini sono stati fatti a
pezzi; io conosco la Palestina
torturata, ammazzata, negata da 75 anni e la frequento da 56. Io ho vissuto a
Gaza con Vittorio Arrigoni l’esperienza di cosa fa un gatto enorme a un topo
piccolo piccolo. Io ho raccolto le testimonianze e le immagini di chi s’è visto
bruciare vivi i fratelli, figli, padri, madri, sorelle, con addosso il fosforo
bianco lanciato da uno dei più potenti, nuclearizzati, spietati e immorali
esercito del mondo.
Io, sulle pareti delle case di Gaza invase, ho letto e
riletto la scritta “Ammazzare arabi!”, accompagnato da graffiti che
disegnavano cimiteri. Scritte che insistono a ricordarmi quel capitano
israeliano che, nel giugno 1967, a guerra dei Sei Giorni vinta, mi disse: “L’unico
arabo buono è l’arabo morto”. Detto che percuote anche gli abitanti di
Gerusalemme Est, ogni volta che bande di teppisti ispirati da Netaniahu, Ben Gvir Smotrich,
percorrono quella che doveva essere, secondo l’ONU, la capitale dello Stato
palestinese.
Io sono stato nella casa di quel medico arabo che, in pieno
“Piombo Fuso”, mentre era in collegamento con una TV israeliana, si è visto
arrivare un missile che gli ha incenerito le tre figlie piccole. Io ho visto,
ridotti a neo-cavernicoli, vivere tra le macerie buona parte di 2 milioni di
persone innocenti. Io ho ascoltato una bimba di 12 anni raccontarmi come 13
membri della sua famiglia siano stati trucidati quando erano in casa sotto le
bombe, o in fila, prigionieri con fazzoletti bianchi, sparati prima ancora di
giungere alle fosse comuni.
Io mi sono beccato una bronchite cronica a Ramallah, per
aver tentato di documentare una manifestazione pacifica di studenti
universitari sotto un diluvio di gas tossici, proibiti da convenzione
internazionale, ma respirati dai palestinesi ininterrottamente da 50 anni. Io
sono anche quello che, proprio di questi tempi, ha visto terroristi veri -
quelli, cioè, inventati, rastrellati, addestrati, armati, pagati, dalle nostre
note centrali terroristiche e False Flag – scuoiare, bruciare vivi, annegare in
gabbie, stuprare, impiccare civili siriani, non disposti a fare del loro paese
quello che la banda Zelensky fa dell’Ucraina; mentre i feriti di questi stessi
terroristi venivano amorevolmente riparati in territori occupati da Israele e
visitati dal premier dell’ “Unica Democrazia del Medioriente”.
Sono stato in Israele, dopo la spartizione ONU della
Palestina tra autoctoni e neoarrivati, quando gli invasori si erano già fatti
largo a Deir Yassin, inaugurando il terrorismo sionista con il massacro dei 200
abitanti di quel villaggio. E ci sono stato prima degli accordi di Oslo, 1991,
quando, dopo la Guerra dei Sei Giorni, tutta la Palestina da spartire era
diventata tutta Israele. Ci sono stato anche dopo Oslo, con la nuova
spartizione risultata in qualche frammento di Palestina lasciato ad
amministratori collaborazionisti, alla Abu Mazen, ma con addosso 500.000 coloni
fatti arrivare da fuori e garantiti nelle loro incursioni e rapine di terra, da
occupanti armati che non avrebbero dovuto starci.
Io sono figlio di un Occidente europeo dei cui valori è
stata riempita la mia formazione e dei cui valori gocciolano tuttora cronache e
istorie. Valori basate su:
crociate genocide, guerre di religione all’interno della
stessa religione, colonialismo e neocolonialismo, predatori e saccheggiatori,
guerre di sterminio di innocenti ma di esportazione della democrazia,
trasposizione di popoli poveri perché facessero più poveri i popoli che stavano
meglio perché meglio i loro capi avevano rubato, guerre di terroristi là dove
non conveniva più impegnare i propri cittadini armati, e sempre guerra
sociocida dei quattro ricchi contro 7,5 miliardi di poveri, di cui Gaza, la
Palestina sono l‘icona.
Gaza, la Palestina, sono l’ombelico del mondo, Reciso
quello, moriamo tutti.
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