Visione TV Francesco Toscano intervista Fulvio Grimaldi
https://www.youtube.com/watch?v=oWrNPIYgp3w
Tre tappe del giro d’Europa in bici tandem con Francesco e
me.
Tragedia del bus elettrico, andato a fuoco. Andato a fuoco
prima o dopo il volo di 15 metri dal cavalcavia sopra i binari di Mestre? A chi
devono chiedere spiegazioni i morti e feriti di questa vicenda sconvolgente?
All’autista con il suo presunto malore, a un qualche altro imprevisto non
ancora scoperto e calcolato, o al veicolo commerciale elettrico? This is the
question.
Se pensate che i media si attardino a considerare e
ricercare elementi che considerino altro che la fatalità, l’imprevedibile malore
del conducente, o uno sgambetto del guardrail, vi tocca ripensare. Se pensate
che vi saranno meticolose e coscienziose indagini dirette a scoprire se l’incendio
del bus sia scoppiato magari prima di precipitare, come dichiarazioni di
sopravvissuti e testimoni avrebbero riferito, e non solo all’atto dello
schianto, vi tocca ripensare di nuovo. Anche sul dato che i vigili del fuoco quell’incendio
anomalo non riuscivano a spegnarlo.
All’atto delle indagini non ci è consentito sostenere una
qualsiasi ipotesi. Ma ciò che ci è consentito è chiederci che cosa abbia fatto
divampare l’incendio, anche se solo nel momento dell’impatto. Trattandosi di
vettura elettrica, priva di carburante, che cosa può aver innescato le fiamme? Siamo
sospettosi per natura del mondo in cui viviamo, al punto da osare l’inosabile e
l’inconsueto, tracciare una linea che congiunga i puntini. Quella che parte dall’incendio
del bus, con le sue povere vittime sotto al cavalcavia di Mestre, e arriva alle
auto elettriche incendiatesi nel corso dell’alluvione della Romagna, forse, si
opina, per corti circuiti provocati dal bagnato. Linea che poi continua la sua
corsa fino ad arrivate a tutta una serie di macchine elettriche finite
incenerite semplicemente perché avevano subito un urto e che non si riusciva a
spegnere, con esito fatale per gli occupanti.
Ubbie? Complottismi? Pregiudizio antimodernista? Come no.
Vedrete come ve lo confermeranno i media di cui sopra. Ma che vuoi, mettere in
discussione il nuovo ordine economico mondiale basato su IA di cui è rete
arteriosa l’eletttricità?
Quanto all’Artsakh, nome armeno del Nagorno Karabakh, oltre al
genocidio programmato di un popolo amico della Russia, seppure governato da un
fantoccio Nato insediato dai soliti colorati, sul quale ONU, UE, ONG, Amnesty e
prostitute umanitarie varie sono piombati con il silenzio, pari alla
complicità, è l’ennesima vittoria di una dittatura, come coltivata in
Occidente, su una democrazia (peraltro tradita e abbandonata da chi doveva
proteggerla). E c’è chi ancora è convinto che siamo nello schieramento delle
democrazie contro le autocrazie.
Il dato geopolitico, accuratamente occultato, oltre a
togliere di mezzo una presenza dotata di vita, identità, storia e cultura,
sterminandola come suole con gli europei,, per aprire un altro fronte contro la
Russia, quella di impedire un grande progetto Nord-Sud che, affiancato a quello
Est-Ovest della Via della Seta, avrebbe di molto neutralizzato il controllo
occidentale sul centro mondiale della popolazione e delle risorse.
E’ l’asse infrastrutturale in costruzione che, attraverso Iran,
Caucaso, repubbliche centroasiatiche, unisce il subcontinente indiano, con le
sue appendici sudest-asiatiche, all’artico russo. Il progetto taglia fuori l’area
di controllo Nato tra Corno d’Africa, Mar Rosso e Mediterraneo e riduce in misura
drastica costi e tempi di trasporto, Un asse verticale che si unisce a quelle
orizzontale della Via della Seta e che sancirebbe, grazie alla forza geografica,
di risorse, di popolazione, dunque geopolitica, la definitiva crisi del progetto
occidentale unipolare. Hanno delegato il compito all’Azerbaijan, con tanto di
armi israeliane e sostegno militare turco.
Resta l’Ucraina, oggetto di disgusto generalizzato e,
attraverso la moltiplicazione nell’Europa, appendice USA, di vascelli in
navigazione ostinata e contraria, a partire dalla nuova Slovacchia di Fico e,
più rilevante, dal sentire comune antiguerra degli indigeni, destinata a
progressivo abbandono, nientemeno che anche dal Congresso USA.
C’è chi, disperato, a tutto ciò non si rassegna. Mentre
Francesco Toscano e il sottoscritto dialogavano su Visione TV a commento dell’appannamento
del figuro Zelensky e della sua sempre più vana pretesa di trascinare il mondo
intero in un’apocalisse che continuasse a favorire le ruberie sue e dei compari,
su SKY, noto organo dell’eclissi imperialista, si provava a reagire. Nel tg di
massimo ascolto con un’ora di intervista scendiletto a Volodomyr Zelensky. Come
se SKY potesse salvarlo. Ovviamentee Zelensky ne ha fatta un’altra delle sue:
si è prestato a oscurare l’incendio indomabile di un autobus elettrico.
Alla faccia dello spot del governo che ci dovrebbe far
indignare di fronte alla fake news di pale eoliche spezzate, pannelli fotovoltaici
ghiacciati, macchine elettriche a fuoco. Tutte cose successe.
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