martedì 31 ottobre 2023

AUSCHWITZ A GAZA – NETANIAHU A ROMA

 


https://youtu.be/aZA-4MAaXys

https://www.youtube.com/watch?v=aZA-4MAaXys

Visione TV “Dietro il sipario”: Francesco Toscano cone Fulvio Scaglione, Moreno Pasquinelli e Fulvio Grimaldi

 

Un’umanità sopravvissuta alla decimazione operata da inganni pandemici, truffe climatiche, terrorismi di Stato e di Impero, manipolazioni migratorie, sterminio di poveri, Zelensky, Trump, Biden e Draghi, prosseneti mediatici, si ritrova in piazza sotto i vessilli della Palestina (alla faccia dei “pacifisti “equidistanti”).

IL Sud emisferico e politico e il cuore del mondo eurasiatico si schierano con i martiri combattenti di Gaza e della Palestina. L’ultimo e il più feroce dei colonialismi, quanto a sostegni internazionali, può contare solo sui colpi di coda del Jack lo Squartatore di Washington. Ha, cioè, gli anni, probabilmente i mesi, contati. Al netto dell’armageddon tuttora in bilico sui neuroni bacati di quelli dell’11 settembre.

Agitando lo stendardo, lacerato da testimonianze e prove avverse, del falso terrorismo Hamas del 7 ottobre, Israele, sempre sconfitta sul campo, bombarda ciò che c’è da bombardare, privilegiando ospedali e rifugi ONU. Tecnica del cojio dove mi va di cojere. Per fare del lago di sangue, creato 75 anni fa, un mare. Morto.

Tecnica in atto a Gaza e in Cisgiordania, propedeutica in Siria e Libano, progettata per l’Iran. Il disegno, nel quale è storicamente incastonata la Grande Israele dal Nilo all’Eufrate, l’avevano iniziato a tratteggiare con la demolizione dei custodi storici di quelle lande: guerre a Iraq, Libia, Siria, Libano, Yemen e le cosiddette primavere arabe, fallite in Egitto, Tunisia, Algeria. Fondamentale, a questo punto, seccare la sorgente di ogni diritto, e relativa resistenza, a partire da quella palestinese, cordone ombelicale del mondo giusto e libero.

E’, insieme alla fine dell’ucrainizzazione dell’Occidente, rimasta appigliata soltanto a regimi europei dall’istinto mignottaro, la fine della globalizzazione a regime totalitario unipolare. Sancita da BRICS, Russia, Cina, Sud del mondo.

C’è ancora chi, come Zelensky e Netaniahu, cerca la scappatoia del topo. Divorare tanto formaggio, fino ad affrontare spavaldamente il rischio di scoppiarne, congenito nei divoratori. Nella Roma prima zelenskizzata, ora netaniahuzzata, perennemente atlantizzata, ontologicamente dalla parte dei genocidari dei poveri, si prova il calcio d’angolo contro la squadra Popolo.

Messa alle strette da incompetenza, cialtronaggine familista e clientelare, malaffare, spudoratamente inetta, la cosca Meloni-Salvini-Nordio-Crosetto fa il lancio al primo palo: la Costituzione. Premierato subito, un feldmaresciallo eletto dal popolo (libero e bene informato!) e perciò inamovibile grazie a un parlamento funambolo sulla corda dell’autoconservazione economica, a una magistratura eunuchizzata, a un popolo pettinato da sinistra e ammanettato da destra.

Cosa ci guadagniamo noi? Una trionfale secessione dei ricchi travestita da autonomia differenziata, nella quale ciò che studiano i ragazzi è dettato da una manica di ignorantoni e come – e se - ci si cura la salute lo organizza l’associazione a delinquere delle cliniche  a gettone.

A Gaza, amici carissimi, stanno male, ma neanche noi ci sentiamo tanto bene.

Forza e coraggio. E organizzazione. Non solo per la piazza. Costruire la trincea in cui resistere e poi uscirne a conquistare il territorio. I movimenti smuovono le acque, ma è l’organizzazione che le fa diventare corrente.

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