domenica 22 ottobre 2023

QUASI CENT’ANNI, RIVOLUZIONANDO QUA E LA’

 



Anima giornalistica del nostro mensile “Visione. Un altro sguardo sul mondo”, Fulvio Grimaldi collabora anche al sesto volume dedicato al tema della rivoluzione, raccontando le “sue” rivoluzioni, quelle osservate, quelle vissute, quelle supportate.

Ho sentito dire che di rivoluzioni ce ne sarebbero state solo due, quella francese del 1789 e la russa del 1917. Intanto, chiariamo che le rivoluzioni hanno una loro ragione d’essere nelle società che si sono collocate nel tempo lineare, perlopiù anche inevitabilmente deterministiche, mentre non trovano né motivazioni, né necessità, in quelle che si sono stabilite nell’eternità del tempo circolare. Quali delle due abbiano compiuto la scelta migliore è una bella offerta di dibattito. Più felici i Sioux di Cavallo Pazzo, o i prussiani di Kant?

A me sembra che ce ne sia stata qualcuna di più di quelle due, più o meno riuscita, più o meno solidificata o, peggio, mummificata. Ne ho visto persino io alcune e a una, nostra, ho addirittura partecipato. Si deve ammettere che alla Rivoluzione francese va ascritto il risultato eccezionale di aver messo in discussione il millenario principio di autorità di derivazione divina, come incorporato nelle monarchie assolute, consentendo solo la sopravvivenza temporanea di forme epigonali di trascendenza (peraltro non tutte stentate, se vaghiamo sul mappamondo dal Regno Unito alle petromonarchie del Golfo e a certe autocrazie coronate africane e asiatiche).

Il percorso carsico, ma inarrestabile, iniziato dalla Rivoluzione francese per quanto riguarda il principio di autorità (da monarchica, con corredo aristocratico, di legittimazione divina, a popolare, legittimata dalla ragione e dal consenso), trova il suo parallelo in quello altrettanto carsico innescato dalla Rivoluzione d’Ottobre. Qui il riferimento è al superamento di una classe dalla minoranza numerica e prevalenza economica (capitalista borghese), e al diritto da essa rivendicato e praticato di estrarre plusvalore a ricostruzione di un potere che, gradualmente, da Lenin a Stalin, torna a essere assoluto. Azzardando, si può congetturare che, in entrambi i casi, dalla “ragion teorica” si è passati alla “ragion pratica”.

Per leggere la restante parte dell’articolo e il sesto volume della rivista, effettua il tuo ordine al link: https://visionetv.it/prodotto/tempo-di-rivoluzione-06-2023/



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