Anima giornalistica del
nostro mensile “Visione. Un altro sguardo sul mondo”, Fulvio Grimaldi collabora
anche al sesto volume dedicato al tema della rivoluzione, raccontando le “sue”
rivoluzioni, quelle osservate, quelle vissute, quelle supportate.
Ho sentito dire che di rivoluzioni ce ne sarebbero state solo
due, quella francese del 1789 e la russa del 1917. Intanto, chiariamo che le
rivoluzioni hanno una loro ragione d’essere nelle società che si sono collocate
nel tempo lineare, perlopiù anche inevitabilmente deterministiche, mentre non
trovano né motivazioni, né necessità, in quelle che si sono stabilite nell’eternità
del tempo circolare. Quali delle due abbiano compiuto la scelta migliore è una
bella offerta di dibattito. Più felici i Sioux di Cavallo Pazzo, o i prussiani
di Kant?
A me sembra che ce ne sia stata qualcuna di più di quelle due,
più o meno riuscita, più o meno solidificata o, peggio, mummificata. Ne ho
visto persino io alcune e a una, nostra, ho addirittura partecipato. Si deve
ammettere che alla Rivoluzione francese va ascritto il risultato eccezionale di
aver messo in discussione il millenario principio di autorità di derivazione
divina, come incorporato nelle monarchie assolute, consentendo solo la
sopravvivenza temporanea di forme epigonali di trascendenza (peraltro non tutte
stentate, se vaghiamo sul mappamondo dal Regno Unito alle petromonarchie del
Golfo e a certe autocrazie coronate africane e asiatiche).
Il percorso carsico, ma inarrestabile, iniziato dalla
Rivoluzione francese per quanto riguarda il principio di autorità (da
monarchica, con corredo aristocratico, di legittimazione divina, a popolare,
legittimata dalla ragione e dal consenso), trova il suo parallelo in quello
altrettanto carsico innescato dalla Rivoluzione d’Ottobre. Qui il riferimento è
al superamento di una classe dalla minoranza numerica e prevalenza economica
(capitalista borghese), e al diritto da essa rivendicato e praticato di
estrarre plusvalore a ricostruzione di un potere che, gradualmente, da Lenin a
Stalin, torna a essere assoluto. Azzardando, si può congetturare che, in
entrambi i casi, dalla “ragion teorica” si è passati alla “ragion pratica”.
Per leggere la restante parte
dell’articolo e il sesto volume della rivista, effettua il tuo ordine al
link: https://visionetv.it/prodotto/tempo-di-rivoluzione-06-2023/
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