PULITORI ETNICI E VENDITORI DI
PESCHE
Fulvio Grimaldi: in
Nagorno Karabakh (Artsakh in lingua armena) si è consumata una pulizia etnica
https://www.youtube.com/watch?v=qg3yCbj5O6w
L’Occidente,
altro nome per la NATO, aveva assistito cieco, sordo e muto al tentato
genocidio degli ucraini russi da parte di un regime neonazista ucraino, installato
con un colpo di Stato a guida USA, denominazione Obama-Clinton e manovalanza
terroristica nazista. Poi si era svegliato di colpo, all’atto del salvataggio
dall’estinzione di tali russi da parte di Mosca, ma solo per inveire contro
“l’aggressione” da parte di una Russia assediata tutt’intorno ai propri confini
da basi USA e per portare in giro sugli
scudi l’eroe di un nuovo nazismo da proiettare sul mondo intero.
In
cambio, la parte europea della NATO, quella subordinata, aveva ottenuto di
essere rescissa dalla Russia, dai suoi mercati di esportazione e dalle sue
forniture energetiche che alla stessa Europa avevano garantito decenni di una
prosperità ora avviata verso il baratro della recessione.irrimediabile.
Irrimediabile
nonostante i 30 denari pagati all’Azerbaijan dittatoriale e violatore sistemico
dei diritti umani in cambio di forniture di gas e petrolio, a parziale
sostituzione di quelli persi nei fondali del Baltico grazie al botto CIA su
quei gasdotti.
I
silenzi e le spalle voltate sul Donbass si sono ripetuti pari pari nel
genocidio, culturale e sociale, operato in questi giorni dal tiranno azero
Aliyev, con il concorso delle armi israeliane, la potenza militare NATO della
Turchia e la benedizione degli antropofagi di Washington. Zitte le ONG
impegnate a salvare solo chi naviga, zitta l’ONU dei famigerati Caschi Blu,
zitto il papa, davanti a questa Lepanto a rovescio dove i mori si mangiano i
cristiani (a partire dalle loro terre e dai loro beni). Quelli che 100.000
profughi armeni (su 140.mila dello statarello dichiaratosi indipendente (con
ragioni mille volte più fondate di quelli del Kosovo, strappato alla Serbia per
impiantarvi la più grande base USA d’Europa), hanno dovuto lasciarsi dietro:
case, scuole, ospedali, chiese, orti, campi, memorie.
Ma
che fortuna che noi ci troviamo dalla parte illuminata della luna, quella della
democrazia, dei diritti umani e bla bla bla.
„Denn die einen sind im Dunkeln
Und die anderen sind im Licht. Und man
siehet die im Lichte, Die im Dunkeln sieht man nicht. “ Bertolt Brecht (copiate
e incollate su Google)
L’altro tema, la pesca della bambina, marcia di
zuccherosità, ruffianeria, intimidazione, trash. Cresciuta sull’albero nutrito
dalla schiavitù di migranti accolti per garantire prezzi accessibili alla
Grande Distribuzione e innaffiato dallo sfruttamento dei lavoratori (per il
quale, questa qui, è sotto inchiesta).
Detto che, secondo le statistiche ci sono anche
separati che stanno meglio di prima, compresi i figli, e che ci sono famiglie
unite in cui ci si sbrana dalla mattina alla sera, la normalità oggi è quella
dei separati e divorziati, circa la metà delle famiglie, compresi tutti quei
nostri governanti che hanno lacrimato sulla bimbetta e sul trio recitante, sciropposo quanto
ricattatorio.
Detto anche che un commerciante evasore del
fisco e spietato sfruttatore di lavoratori non ha titoli per fare la morale a
nessuno, resta il dato terrificante dello sfruttamento di bambini. Per recitare
e vendere cose che non pensano e che non hanno, né capito, né deciso, si
prostituiscono bambini. Complementi ai genitori prosseneti. Ottima lezione a
una politicamente corretto (e moralmente abietto) dove il bambino è indotto a
fingere, recitare, mentire, a favore di tutto, anche di pesche marce. Sarà un
ottimo adulto dell’era Schwab. Ma noi siamo a posto: ci preoccupiamo dei feti.
Sarà pure giusto, ma dei bambini manipolati e corrotti no?
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