sabato 28 dicembre 2024

EMBEDDED, SPIE E MARTIRI

 


Cinque giornalisti della testata al Quds uccisi a Gaza nella loro macchina contrassegnata “PRESS” portano a 200 i giornalisti sterminati nella Striscia, in aggiunta ai propri famigliari, colpiti con loro nelle rispettive abitazioni, e a quelli abbattuti in Cisgiordania. E’ democrazia.

Un cittadino iraniano arrestato a Fiumicino su richiesta degli USA perché avrebbe a che fare con la produzione dei droni iraniani utilizzati in Ucraina. E’ democrazia.

Cinque cittadini pakistani, tra cui una donna, colpevoli di assolutamente nessun reato, ma sospettati di volersi unire a una qualche Jihad terroristica (non quella al potere per conto USA-Sion-Turchia a Damasco), arrestati a Bologna. E’ democrazia.

Uno dei più rinomati giornalisti britannici, Richard Medhurst, prelevato a forza dall’aereo a Londra, trattenuto per giorni in arresto, privato degli strumenti di lavoro, sulla base di nessunissima accusa, minacciato, intimidito. Aveva parlato male dei “liberatori della Siria”. E’ democrazia.

Qualche accenno sulla stampa mainstream e via. Succede dove comandano i buoni. Quelli della dittatura della sorveglianza e della repressione, delle leggi antioperai, del carcere a chi si oppone a Grandi Opere devastatrici, o occupa un’aula scolastica, o mette su un picchetto. Quelli delle guerre e dei genocidi.

Poi nel mondo delle autocrazie e dei cattivi succede una cosa mostruosa: in Iran viene fermata tale Cecilia Sala, inviata del giornale di un confesso spione e provocatore CIA, impegnato in ogni sua espressione a propagandare menzogne e inviti alla guerra contro la teocrazia (islamica, non quella ebraica). Succede nel paese marchiato dagli autori dell’11 settembre come uno dei 7 da eliminare (con sei ci sono già riusciti), ininterrottamente diffamato, calunniato, aggredito da agenti della destabilizzazione. E’ dittatura.

Viene rinchiusa in un carcere per detenuti di ogni tipo che, però, per i nostri embedded viene definito “famigerato” e “riservato ai dissidenti”, dove si verifica “ogni genere di nefandezze” (tipo quelle attribuite al carcere di Assad, ridicolizzate da foto che si scoprono fabbricate in altri tempi e altri luoghi). Nefandezze per le quali non è mai stata esibita una prova (ma tutto serve, come in Siria, a satanizzare uno Stato non Nato, in Siria distrutto, qui imperdonabilmente in piedi)

Non viene espletata la più elementare forma di rispetto del diritto internazionale e della sovranità, anche giuridica, dello Stato in questione, rispetto consistente nell’attesa delle motivazioni del provvedimento. Trattandosi di cattivi senza se e senza ma, si scatena la canea sugli “abusi inflitti all’innocente eroina della libera informazione” (come concepita dal giornale dello spione e guerrafondaio ad oltranza).

E’ democrazia.

Intanto, senza attendere neanche un minuto gli esiti dell’indagine e dell’esame della scatola nera, nel caso dell’aereo azero (cioè della colonia caucasica degli USA) precipitato in Kazakistan, dove si era diretto per scampare a una pioggia di droni ucraini sul Grozny in Cecenia, lo si dichiara abbattuto da un missile russo. E anche questo è libera informazione nelle libere democrazie.

Ho frequentato i “colleghi” occidentali, italiani in primis, nelle aree del mondo in cui i buoni provano a fare democrazia: Iraq, Libia, Siria, Serbia, Irlanda, Africa,  America Latina. So di cosa parlo.

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