La nomina del Segretario del Consiglio dei Ministri, su
decisione del capo terrorista Ahmed Sharaa (già al Joliani), è avvenuta
nell’Hotel Quattro Stagioni di proprietà del Qatar e in presenza delle di esso
autorità diplomatiche festanti.
La Repubblica Araba Siriana aveva un sistema presidenziale
che non prevedeva un Primo Ministro, titolo ora assegnato a Mohammed al Bashir.
Lo vedete qui all’ombra della nuova bandiera siriana. Che è quella che i
francesi imposero alla nazione (che a
suo tempo comprendeva Libano, Giordania, Siria e Palestina) quando era una
propria colonia.
Mohammed al Bashir, alto dirigente della Fratellanza
Musulmana, di cui sono membri il Qatar e la Turchia e che dalla sua fondazione
è collegata al governo e ai Servizi britannici e, dunque, a quelli USA,
condivideva con Al Jolani la direzione dell’organizzazione jihadista Hayat
Tahrir al Sham (HTS) fin da quando, nel 2011, si chiamava Al Qaida e poi Al
Nusra e, in altre aree, ISIS-Stato Islamico. La sua prima apparizione pubblica è
avvenuta in una presentazione allestita dal MI6, il Servizio Segreto Regno
Unito
Da autoproclamato governatore della provincia siriana di
Idlib, strappata al controllo di Damasco grazie al soccorso dell’esercito
turco, al Bashir aveva imposto ai 3 milioni di abitanti della provincia una
dittatura jihadista. Si è trattato di un regime terrorista, brutale, vessatorio
e che ha espropriato la popolazione e le sue autorità elette di ogni diritto e
potere. Tutte le attività economiche della provincia venivano sequestrata dagli
occupanti e gestite da miliziani jihadisti e soldati neo-ottomani
nell’interesse loro e della Turchia. Chi si opponeva, anche solo allo stile di
vita imposto dalla Sharìa, finiva in carcere sotto tortura, o veniva eliminato.
Costui è oggi, per grazia di Fratelli Musulmani, Israele,
USA, UE e la nostra urlatrice invasata, la massima autorità di una Siria già a
brandelli e contesa da una serie di sciacalli in rissa fra di loro. Siria che
gli viene ulteriormente polverizzata e occupata dai propri sponsor e padroni,
mentre le nuove “Forze dell’ordine” sono impegnate a proseguire pratiche e
strumenti collaudati in 15 anni di terrore.
La nuova Siria, cara al mondo democratico, nasce dall’annientamento
nei burka (che, diversamente da quelli afghani, sono ariosi, protettivi ed
eleganti) delle donne che erano l’avanguardia emancipata di tutto il Medioriente.
Burka, velo integrale, accompagnati dalla pulizia etnica di chi faceva il
maestro, o l’impiegato comunale, o la ministra dell’economia, o la saltatrice
con l’asta nello Stato dittatoriale che ora, invece, si va godendo la libertà.
Membri della Fratellanza Musulmana e tagliagole riabilitati
sono molti ministri del nuovo gabinetto. A partire da Haitham Manna, tagliagole
e ministro dell’Istruzione, l’ex capo serial killer al Jolani, ministro della “Difesa”,
Faisal al Qasim, giornalista di Al Jazeera, proprietà privata di Tamin bin Hamad
Al Thani, emiro del Qatar che si finge caritatevole nei confronti dei
palestinesi, ministro dell’Informazione. Poi tutta una serie di Imam, virtuosi
fautori del modo di intendere l’Islam come viene utilizzato dai poteri
occidentali, tra Bataclan e Mosul, per esercitare colonialismo e tenere sotto
tacco e scacco le proprie popolazioni.
Riferisco nell’interesse di coloro che ritengono di propinarci
salvacondotti per Erdogan, diffamazioni postume dello Stato siriano e riabilitazione
di assassini e torturatori perché trionfatori della causa dell’Occidente.
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