VISIONE TV “Dietro il Sipario”, con Enzo Pennetta, Fulvio
Grimaldi Mark Bernardini. Conduce
Francesco Toscano
https://www.youtube.com/watch?v=7y_PnKPmsCA
Nelle ore in cui lo Stato celebra i suoi attentati del 1993
a Milano e Roma, nei giorni in cui Melonsky va a baciare la pantofola di
Bidensky per la periodica, ormai quasi secolare, dichiarazione di obbedienza e
sottomissione alla criminalità organizzata imperiale, in questo “Dietro il
Sipario”, con Francesco, Enzo e Bernardini da Mosca, ci proviamo a capire come
stanno, come vanno e come sono andate le cose.
E’ anche il giorno in cui Mattarella offre il suo contributo
nucleare all’operazione PAURA DA CLIMA, e alla obliterazione di qualsiasi
inchiesta dei rappresentanti eletti del popolo sulle macchie nere che più fanno
paura a lui e ai suoi: quelle di Manuela Orlandi (cioè di Woytila santo) e del
Covid (cioè sui masskiller Big e Little Pharma e relativi valletti). Roba da
far venire giù il Palazzo, anzi, i due Palazzi. La morte fulminea “per errore”
di Purgatori, la calunnia pedofila e le gomme squarciate alla famiglia Orlandi
ammoniscono.
Sono anche i giorni in cui Putin, a dispetto di sanzionatori
e rancorosi detrattori, riesce a raccogliere attorno alla Russia una
cinquantina di governi africani, compresi 17 capi di Stato o di governo, per
vedere come la Russia possa contribuire a salvaguardare il continente
pluriabusato dall’Occidente colonialista, dal virulento revanscismo dei
colonialisti nel ruolo di predatori e stimolatori di sradicamenti e dispersioni
umane definite migrazioni. Metti questi violatori del diktat imperiale accanto
ai BRICS in fase di superfetazione e misura chi sta meglio tra Mosca,
Washington e Bruxelles.
E a questo proposito, è anche il giorno successivo alla
quasi completa liberazione del Sahel, ex-franco-schiavizzato. Liberazione nello
sventolio di bandiere russe sulla rivolta popolare in Niger, interpretata, come
nelle precedenti liberazioni di Mali e Burkina Faso, dalle forze armate del
paese, spesso unica struttura nazionale
in grado di esprimere la volontà collettiva (anche in America Latina, a
dispetto della “Scuola delle Americhe” riservata dagli USA ai suoi caudilli e
gorilla)..Qui è toccato a tale Mohamed Bazoum, uno degli ultimi lacchè di
Parigi installati da quelle parti a copertura della rapina a mano armata (che
si pretende contro figuranti jihadisti) delle risorse di quei paesi, in primis
uranio, il metallo del futuro
Cacciata dei francesi (con annesso corpetto di pace di 1.500
italiani) da quasi tutto il Sahel, all’insegna di un modello Algeria e di un
ricordo Libia e di un conforto Egitto, Restano in bilico Ciad e Repubblica
Centroafricana, ma dura minga. E trovando che dove non c’è presenza coloniale
europea c’è il vuoto, ecco che Bidensky e Melonsky, si sono impegnati, oltre a
continuare a svenarsi, fino a totale dissanguamento, per il vampiro Zelensky, a
occuparsi di Africa.
Rinnegata da Melonsky, ancor prima che Bidensky sollevasse
il dito (anche quello malfermo) ammonitore, l’insolenza di quegli smanierati di
5Stelle che, nel 2019, avevano pensato di far approfittare l’Italia della prosperosa
benevolenza affaristica della Cina, il nano e la ballerina hanno concordato di
sventare la minaccia russo-cinese sull’Africa. E se fa la brava, Giorgia può
provare a rimediare qualche benefit in Africa, dove però butta male, vist4o
che, cacciati i francesi, le carte le danno Russia e Cina.
Non c’è il Fronte Sud della Nato da rinforzare, ora che Macron
se la deve dare a gambe? E chi meglio che il dirimpettaio mediterraneo crosettista
dell’Africa, memore dell’epopea dei marescialli Balbo e Graziani in Libia e
subito dimentico della porta sbattuta in faccia al FMI e al messaggero dei suoi
ricatti, Melonsky, dall’ottimo presidente di Tunisia Kaim Saied.
Morale della favola 1: che peccato che neanche lì, come in
Egitto e Algeria, ci siano più i Fratelli Musulmani.
Morale della favola 2: Tra il dire di Washington e il fare
di S. Pietroburgo c’è di mezzo il mare (che da mo’ non è più quello di “Britannia
rules the waves…”)
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