Ucraina e … chi era Andrea Purgatori? E Patrick
Zaki?
QUANTO CI MANCA ASSANGE!
Visione TV : “Dietro il Sipario” con Stefano Orsi, Fulvio
Grimaldi e Mark Bernardini. Conduce Francesco Toscano
https://visionetv.it/lesercito-di-zelensky-e-avanzato-di-18-cm-dietro-il-sipario-talk-show/
Dove si prova a tracciare un percorso dell’Ucraina di
Zelensky da prima del Vertice NATO a Vilnius a dopo. Un dopo bruttissimo per il
comico, tiranno sanguinario, di Kiev, e abbastanza brutto anche per i suoi
mandanti e corresponsabili dello sbranamento dell’Ucraina.
Il dato è che, a dispetto della più voluminosa e prolungata
valanga di armamenti e miliardi rovesciati sulla banda di mercenari al “potere”
nella sciagurata Ucraina, la controffensiva ha fatto pufffff, come un qualsiasi
mortaretto bagnato. Ne hanno cambiato la situazione le varie uscite
terroristiche, coadiuvate dai servizi anglosassoni, tipo ordigni su Kerch, su dighe,
centrali nucleari, gasdotti sottomarini, sotto le macchine di cittadini russi
et similia.
L’ingresso formale nella NATO (quello sostanziale è in atto
da almeno il 2014, ma serve quello formale per scatenarci tutti contro Russia e
Cina) è rinviato a dopo le “riforme”, la “democratizzazione”, ha detto Biden, i
più esilarante dei capi di Stato del famoso globoterracqueo, per togliersi
d’impaccio e per non essere subissato dallo stigma di una seconda Kabul. Che si
avvicina.
E mentre procede la contro-controffensiva russa, abbiamo
svolto qualche considerazione sulla rinnovata pantomima del grano ucraino che
la Russia affamatrice vorrebbe negare ai popoli poveri del Sud del mondo. Già,
quei popoli in effetto boccheggiano. Non per un surriscaldamento addossato alle
malefatte di quelli, come alle nostre, dagli imbonitori del baraccone
climatico. No. Invece boccheggiano davvero, stremati dalla spoliazione multi-e
transnazionale delle mega corporations del grano.
Che mica sono ucraine. E’ da mo’ che i ladroni ciarlatani,
messi su dagli USA a Kiev, si sono venduti l’Ucraina tutta, terre fertili e
suoi prodotti, ai padroni anglo-multinazionali dei cereali: Archer-Daniels-Midland Company, Bunge, Cargill e
Louis Dreyfus, le
Quattro Sorelle del cibo. E della fame nel mondo. Non riusciamo a portare e
vendere il grano dall’Ucraina agli africani? Poco male. La carenza fa salire i
prezzi e noi sappiamo come speculare e rifarci.
PATRICK ZAKI
Detto questo passiamo ad Andrea Purgatori. Anzi, prima a
Patrick Zaki, il giovane egiziano laureato in gender che ha permesso ai nostri
pennivendoli, tifosi della curva a stelle e strisce, di perpetuare un altro po’
il mito di Giulio Regeni, giovane difensore dei diritti umani, fatto fuori da
Al Sisi (e mica virgulto dell’intelligence occidentale spedito dai
fiduciari Fratelli Musulmani a vedere se
in Egitto si poteva far partire un’altra “primavera araba” e poi fatto fuori
dai suoi perché bruciato da un video in cui prometteva un sacco di soldi a chi
avesse fatto un po’ di casino al Cairo).
Su Patrick, graziato dei tre anni di carcere da Abdelfattah
Al Sisi, dico solo questo. Cosa sarebbe successo in Italia se il sottoscritto
avesse diffuso sui suoi social e non-social comunicati su comunicati che
affermavano che il regime di Meloni perseguita, incarcera, tortura, fa sparire
migliaia di ebrei, o protestanti, o musulmani, o buddisti, o seguaci di
Scardovelli? Avrebbero, magistrati,
giornalisti, politici detto “ma che fa, ha espresso un’opinione politica”,
come hanno ripetuto a disco rotto Enrico Mentana e tutta la ciurma che si
abbevera al trogolo della comunicazione inquinata dei “liberal”? O avrebbero
scoperto nel Codice Pensale che si trattava di qualcosa come vilipendio, diffamazione,
turbamento dell’ordine pubblico, attentato alla sicurezza dello Stato, eccetera
eccetera?
E pensare, poi, che la sollevazione popolare contro il
fondamentalista presidente egiziano, dei Fratelli Musulmani, Mohamed Morsi
(2013), era stata determinata anche dal rifiuto di un popolo eminentemente
laico di farsi imporre a forza la sharìa e dall’orrore degli scherani di Morsi
che andavano incendiando una chiesa copta dopo l’altra. Al Sisis ha posto fine
a tutto questo. Ed è da allora che Zaki e l’Occidente Nato lo bastonano. Nell’interesse
di coloro – concorrenti energetici franco-anglosassoni – cui premeva di fregare
all’ENI Zhor, il più vast giacimento di gas del Mediterraneo, proprio davanti
alle coste egiziane. E noi, patrioti….
ANDREA PURGATORI
Andrea Purgatori era bravissimo, sia come sceneggiatore
cinematrografico, sia come conduttore televisivo. Grande giornalista
d’inchiesta. A livello nazionale. A livello internazionale era dall’altra parte
della mia barricata: fedele e accanito sostenitore delle furbate e dei crimini
di chi ci tiene sotto il suo anfibio: Ucraina, Russia, guerra alla Siria, dittatori
da abbattere, vaccini, non se ne è persa una di occasioni per sostenere il
falso e il feroce. Per cui santo subito, per il coro dei laudatores suoi
affini.
Ma sui crimini occultati dei nostri gruppi dirigenti ne ha
combinato delle belle. Al punto da, forse, morirne. Come Pecorelli, Siani,
Calvi, Pisciotta… Lo ha fregato il naso dell’investigatore irrefrenabile, il
cui ossigeno è lo scoop. Il suo film sul crimine NATO di Ustica, “Il muro di
gomma”; la sua inchiesta sull’assassinio del nemico di Andreotti, Mino
Pecorelli, che aveva rivelato a Papa Luciani la lista dei suoi 150 cardinaloni
massoni (e Luciani ne morì la notte dopo); la sua inchiesta sull’assassinio
camorristico del collega Giancarlo Siani…
E ora, soprattutto, le sue formidabili inchieste
sull’agghiacciante marcio, criminale, morale, finanziario, che circonda la
scomparsa di Manuela Orlandi, le operazioni dello IOR, la pedofilia, miliardi
del crimine presi e fatti diventare virtù politiche; e quella sullo Stato delle
stragi, con i suoi padrini storici, lontani ma sempre addosso al nostro paese,
con la sua gestione ai fini di un’eterna stabilizzazione della partnership Stato-mafia,
con tanto di manovalanza vero-fascista e finto-rossa.
In quest’ultima inchiesta, ritrasmessa 24 ore dopo la sua
“fulminea morte”, ha fatto parlare Nino Di Matteo, Roberto Scarpinato, Pietro
Grasso, giornalisti all’indice della mafia e della combriccola
politico-mediatica contigua. Magistrati e comunicatori veri, quelli di cui si
deve fare a meno secondo il vangelo del nuovo ministro della Giustizia.
Il dato è che chi tocca certi fili non deve farlo, se ci
tiene a non rimetterci la pelle. Evidentemente Purgatori non ci teneva
abbastanza. Quindi, con Andrea Purgatori, vaccinista, zelenskista, Nato-ista,
tutto quello che volete, niente manicheismi. Il manicheismo è degli gnostici. E
quelli sono davvero la schiuma dell’umanità.
JULIAN ASSANGE
Tutta una serie di città italiane hanno ottenuto che il
Comune concedesse la cittadinanza onoraria al primo dei giornalisti del mondo,
Julian Assange. Primo, perché per primo e più di ogni altro ha strappato al
potere la maschera dell’ipocrisia e della menzogna, mostrandone le efferatezze.
Primo per persecuzioni subite. Primo pretesto per togliere ai giornalisti la
voglia di fare il loro mestiere e alla società di rendersi conto del mondo in
cui vive. Con Assange, libero, o giustiziato al rallentatore, ne va della possibilità
di un nostro rapporto non inquinato con la realtà.
Oggi ci abbiamo provato a Roma, in Campidoglio, con
l’appoggio generoso di Virginia Raggi. Eravamo pochi. Onore a quei pochi. C’è
chi ci ha creduto, con un sindaco come Gualtieri e una maggioranza come la
sua….
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