Il mondo a rovescio dell’”Occidente Democratico”
ZAKI,
CHE HA COMMESSO BUGIE, STA BENE IN GREMBO A MELONI & Co.
Io
a Zaki libero inneggerei nella misura in cui inneggio a qualsiasi uomo libero
se innocente. Ma i festeggiamenti ufficiali fanno schifo, sono pura propaganda
neocolonialista e razzista. E, come per quelli per Giulio Regeni e per quelli
negati al sostegno alla liberazione di Julian Assange, sono segnati da
ipocrisia e sudditanza al crimine politico occidentale organizzato. Dove, poi,
si rasenta il sublime dell’impostura è con la traduzione di un atto di clemenza
volontario del Capo di Stato in cedimento alle pressione di un governo di
avventizi e dei suoi sotto-arnesi diplomatici e di intelligence.
Il
tipo ha ammesso e confessato un reato che da noi avrebbe comportato una pena
maggiore: attentato contro la sicurezza dello Stato, vilipendio, calunnia,
diffamazione, diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine
pubblico, disfattismo, sabotaggio, eccetera. Ha accusato il governo di colpe
gravissime (persecuzione, carcerazione, tortura e sterminio di copti in quanto
tali), totalmente inventate e, semmai, da attribuire al predecessore, Fratello
Musulmano, Mohammed Morsi. Come ammesso dallo stesso Zaki nel corso del
processo che lo ha visto condannato a tre anni di carcere. In massima parte
condonati. Reati puniti in qualsiasi paese del mondo, ma che, per essere stati
commessi nell’Egitto dell’insubordinato presidente laico Abdelfattah Al Sisi,
per l’ineguagliabile (deontologicamente) Mentana sono da definirsi “opinioni politiche”.
Il
despota integralista arrivato al potere con un voto che ha visto il
boicottaggio dell’83% degli elettori e spazzato via da una rivolta popolare. Impositore della
Sharìa con la forza, del divieto degli scioperi e dei sindacati, fomentatore
degli incendi delle chiese copte e della persecuzione dei cristiani, ma amico
degli Usa e del Regno Unito, complice dei Fratelli Musulmani di Tripoli che si
reggono al potere grazie alle bande terroristiche del jihadismo più feroce.
Ma
nei paesi sgraditi ai nostri padroni arconti, ogni malvivente o criminale
diventa per definizione un "dissidente" da celebrare e mitizzare.
Vedi Navalny, o i terroristi stragisti anti-Iran del MEK custoditi a Parigi,
finanziati da Washington e addestrati in Albania.
REGENI-ZAKI,
DUE ARMI COLORATE SPUNTATE
Vale
per Giulio Regeni, martire dello spionaggio imperiale, di cui si riattiva il
mito col pretesto Zaki. Regeni, "ricercatore e difensore dei diritti
umani", formato negli istituti e nelle agenzie e imprese multinazionali
dell'Intelligence Occidentale, spedito, dai Fratelli Musulmani e dai servizi
britannici MI6, in Egitto per provare a destabilizzare un governo che si
permette giri di valzer indipendenti, con Russia, Italia, ENI. Giri di valzer a
scapito dei padroni d’Egitto per vocazione coloniale: BP, SHELL, TOTAL Ammazzato
dai suoi stessi mandanti, quando le sue mosse avventate lo avevano “bruciato”,
poi buttato tra i piedi del governante sgradito per sabotare i rapporti con il
concorrente italiano.
Senza
mai chiedere ai mandanti britannici spiegazioni sulla sciagurata spedizione
egiziana del loro inviato, la componente ossequiosa della magistratura italiana
allestisce un processo virtuale, anch’esso di pura propaganda, cogliendo
imputati a casaccio perché primi nella lista degli organi di Sicurezza
egiziani, o indicati da testimoni risibili.
La
santificazione di eroi dell'impero, della guerra, della devastazione sociale,
della frode sistemica, tipo Zelensky, o Obama, o Draghi, o Bassetti,
dovrebbe averci insegnato almeno circospezione.
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