A Fiorenzo Capriotti che combatté nella gloriosa Unità di avanguardia
“la Decima Flottiglia Mas” della Marina Italiana nella seconda guerra mondiale; Che ci fu di grande aiuto per fondare e addestrare l’unità di Comando della nostra marina, durante la Guerra d’Indipendenza, identificandosi completamente, con devozione e spirito di sacrificio, a suo rischio e pericolo.
In cambio di questo contributo alla rinascita dello Stato d’Israele gli porgiamo come omaggio il titolo: COMANDANTE AD HONOREM DELLA TREDICESIMA FLOTTIGLIA.
Il sottoscritto Ammiraglio Ami Ayalon, Comandante in capo della Marina Israeliana.
(Pergamena nell’Achivio-museo dell’Immigrazione clandestina e della Marina – Haifa. Ne potete trovare la copia esatta in Eric Salerno: "Mossad base Italia". La trovate anche in rete)
(Cari amici, questo pezzo è spropositatamente lungo. Leggetelo, se volete, negli intervalli delle vostre più interessanti attività. Prometto che, dopo un prossimo post di saluto a coloro che mi hanno affettuosamente accompagnato nello scontro con Liberazione e il PRC, mi taccerò per un po’.)
Non richiede spiegazioni quanto sopra. E’ il documento che esalta il ruolo avuto dalla punta di diamante nazimafiosa del fascismo repubblichino, la banda criminale X Mas di Junio Valerio Borghese, nel tenere a battesimo e addestrare il militarismo neonazista israeliano. E’ l’avvio, già preparato dall’intesa tra Bund ebraico e regime hitleriano sulle deportazioni a fini di colonizzazione della Palestina, di una sinergia basate sull'affinità ideologica e operativa tra questo Stato, fuorilegge in tutti i suoi aspetti, i fascismi e le estreme destre mondiali, o al potere, o cospiratori contro poteri democratici. E anche l’avvio di una collaborazione tra Mossad ed eversione antidemocratica italiana che vanta punte alte come il sequestro dell’eroico smascheratore di Israele nucleare, Mordechai Vanunu, o l’eliminazione di Aldo Moro. E neanche lo scritto del finto anti-mafia e vero sicofante mossadiano Roberto Saviano, che aggiungo in calce al post, merita commenti. Se c’era chi ancora si abbarbicava all’icona costruita dall’unanimità destra-sinistra, ora dovrebbe essere servito. Non c’è bisogno di confutare lo spurgo tossico di questo trombettiere dell’imperialismo-sionismo e dei suoi metodi mafio-terroristici. Bastano le foto sulla contiguità tra gli orrori hitleriani e quelli della dinastia terroristico-militarista che va da Ben Gurion a Netaniahu. E basta la constatazione di come il modello della pulizia etnica e sociale sionista sia ora lo strumento unitariamente adottato dalle “democrazie” occidentali per perpetuare la dittatura interna e realizzare la riconquista colonialista planetaria. Il nazifascismo razzista e teocratico israeliano, mascherato nei suoi connotati ideologici e nei suoi arnesi pratici dalla complicità mediatica universale, è stato assunto come modello dai governi della “comunità internazionale”.
“la Decima Flottiglia Mas” della Marina Italiana nella seconda guerra mondiale; Che ci fu di grande aiuto per fondare e addestrare l’unità di Comando della nostra marina, durante la Guerra d’Indipendenza, identificandosi completamente, con devozione e spirito di sacrificio, a suo rischio e pericolo.
In cambio di questo contributo alla rinascita dello Stato d’Israele gli porgiamo come omaggio il titolo: COMANDANTE AD HONOREM DELLA TREDICESIMA FLOTTIGLIA.
Il sottoscritto Ammiraglio Ami Ayalon, Comandante in capo della Marina Israeliana.
(Pergamena nell’Achivio-museo dell’Immigrazione clandestina e della Marina – Haifa. Ne potete trovare la copia esatta in Eric Salerno: "Mossad base Italia". La trovate anche in rete)
(Cari amici, questo pezzo è spropositatamente lungo. Leggetelo, se volete, negli intervalli delle vostre più interessanti attività. Prometto che, dopo un prossimo post di saluto a coloro che mi hanno affettuosamente accompagnato nello scontro con Liberazione e il PRC, mi taccerò per un po’.)
Non richiede spiegazioni quanto sopra. E’ il documento che esalta il ruolo avuto dalla punta di diamante nazimafiosa del fascismo repubblichino, la banda criminale X Mas di Junio Valerio Borghese, nel tenere a battesimo e addestrare il militarismo neonazista israeliano. E’ l’avvio, già preparato dall’intesa tra Bund ebraico e regime hitleriano sulle deportazioni a fini di colonizzazione della Palestina, di una sinergia basate sull'affinità ideologica e operativa tra questo Stato, fuorilegge in tutti i suoi aspetti, i fascismi e le estreme destre mondiali, o al potere, o cospiratori contro poteri democratici. E anche l’avvio di una collaborazione tra Mossad ed eversione antidemocratica italiana che vanta punte alte come il sequestro dell’eroico smascheratore di Israele nucleare, Mordechai Vanunu, o l’eliminazione di Aldo Moro. E neanche lo scritto del finto anti-mafia e vero sicofante mossadiano Roberto Saviano, che aggiungo in calce al post, merita commenti. Se c’era chi ancora si abbarbicava all’icona costruita dall’unanimità destra-sinistra, ora dovrebbe essere servito. Non c’è bisogno di confutare lo spurgo tossico di questo trombettiere dell’imperialismo-sionismo e dei suoi metodi mafio-terroristici. Bastano le foto sulla contiguità tra gli orrori hitleriani e quelli della dinastia terroristico-militarista che va da Ben Gurion a Netaniahu. E basta la constatazione di come il modello della pulizia etnica e sociale sionista sia ora lo strumento unitariamente adottato dalle “democrazie” occidentali per perpetuare la dittatura interna e realizzare la riconquista colonialista planetaria. Il nazifascismo razzista e teocratico israeliano, mascherato nei suoi connotati ideologici e nei suoi arnesi pratici dalla complicità mediatica universale, è stato assunto come modello dai governi della “comunità internazionale”.
Nulla da dire in proposito, caro sindacato dei giornalisti che a Piazza Navona, il 1. luglio, ti vesti di prosopopea legalitaria, strabicamente protestando contro i bavagli del guitto mannaro e ignorando gli autobavagli che ti imponi sulle architravi della menzogna capitalista mondiale: terrorismo islamico, 11 settembre, Balcani e Milosevic, Iraq, Saddam, una strategia della “crisi” finalizzata al restauro del rapporto padroni-schiavi durato tanti bei secoli? Nulla da dire sulla singolarità di un giornalismo anti-bavaglio che tra veli ginofobi, fondamentalismo islamico, clericalismo, diritti civili, pari opportunità, in cui si compiace di sciacquare i panni della sua libera espressione, non trova da inserire un trafiletto su 150mila trogloditi ashkenaziti d’Israele, polacchi, russi, lituani, caucasici, mai stati semiti, che l’altro giorno, europeamente razzisti, hanno urlato contro la convivenza in scuola tra i loro figli e quelli dei sefarditi, minoranza araba, semita, convertitasi nei tempi all’ebraismo? E che hanno imposto, nell’unica democrazia del Medioriente, settori separati negli autobus tra donne e uomini. Roba da far morire di gelosia un emulo becero come il leghista Salvini. Dove è finita Giuliana Sgrena, l’irriducibile pasionaria delle donne svelate, dall’Algeria a Gaza, da Tehran a Kabul? Nulla da dire, soprattutto, sulle gigantesche montature e i megainganni, le bufale grossolane, le truffe cosmiche diffuse dagli apparati del dominio e della guerra, che la “libera stampa” in tutti i suoi componenti ha passivamente, se non gioiosamente recepito e propagandato. Hanno mai solleticato, non dico la censura, la condanna, ma anche solo l’attenzione dell’Ordine dei Giornalisti (guai, comunque, ad abolirlo come vorrebbe Pannella per far posto ad ancor più velinari e corifei), custodi della deontologia, o della Federazione della Stampa, che dice di sorvegliare correttezza e veridicità dei suoi iscritti? E di un Claudio Pagliara, TG1, che fornisce notizie della stessa qualità del fosforo bianco defecato dai suoi padrini su Gaza, nulla da rilevare? Emilio Fede può continuare a sputtanare la sua, la nostra categoria, come nemmeno l’Appelius del Duce, e Vittorio Feltri e Bruno Vespa possono continuare a dimostrare raffinate competenze di provocatori e pali del regime e nessuna di natura professionale, senza che Roberto Natale, presidente FNSI, fluente e tonitruante sul palco dell’anti-bavaglio di Piazza Navona contro cancellazione e manipolazioni del diritto alla verità, neppure arricci il naso?
Israele e i suoi necrofori non sono solo attivi ovunque si tratti di condurre operazioni sporche per eliminare contrasti all’avanzata dei lanzichenecchi imperiali e dei loro fantocci locali, dall’America Latina tutta al Kurdistan, dal Pakistan all’Asia Centrale, dall’Italia da sempre centrale europea del Mossad (vedi Brigate Rosse), a qualsiasi area di crisi dove occorrano alla fascistizzazione provocazioni terroristiche, attentati, infiltrazioni, squadroni della morte assassinii mirati, falsi oppositori, opposti estremismi, stragi. Il modello culturale, psicologico, comportamentale, di questo carcinoma dell’umanità muove anche gli squadristi di Pacifici che assaltano chi, sotto l’effige dell’occupante killer Shalit appesa al Campidoglio dall’omologo sindaco fascista (i suoi camerati Fini e Gasparri, intanto, si crogiolano nell’ospitalità nazisionista a Gerusalemme), osa ricordare gli 11mila esclusi dalla libertà, dal diritto, dalla salute, dall’incolumità, che marciscono nelle carceri della tortura israeliane. C’è il veleno del cobra israeliano nei rastrellamenti, nei sequestri di persona, nelle mazzate e nei gas tossici che gli energumeni in divisa da sbirro infliggono a inermi cittadini in marcia contro l’olocausto umano e ambientale che la genìa dei licantropi capitalisti vuole allestire per quattro quinti degli esseri viventi, da Genova a Toronto, da Derry ad Atene, da Scanzano a qualsiasi capannello di operai, studenti o pensionati, da Cucchi ad Aldovrandi, dal sovraffollamento delle carceri contenuto a forza di botte e alleggerito dai suicidi, alla liquidazione di qualsiasi soggetto irregolare. Irregolare rispetto alla regola di chi costruisce un mondo immerso nell’oscurità per abbeverarsi di sangue prima che torni la luce.
Il cannibale si nutre di sangue e dove non riesce a succhiarlo a forza di usura bancaria, macelleria sociale, randellate poliziesche, rapina di risorse, Fondo Monetario, Banca Mondiale, ONU, Organizzazione Mondiale della Sanità (o delle epidemia da laboratorio), immunità dei predoni e criminalizzazione dei depredati, si lancia in guerre di sterminio. E indovinate chi è di nuovo il capofila, lo stratega, l’incendiario, il più bulimico di morte? Finora avevo evitato di inserirmi nello tsunami dei vaticinatori di un’imminente aggressione all’Iran. Consideravo la complicità tra occupanti Usa dell’Iraq e colonizzatori persiani troppo preziosa per il mostro bicefalo USraele da rischiarne la rottura a favore di un Iran che in Iraq vanta una quinta colonna ben più efficace dei detestati marines e dei controllori israeliani dei due capibanda kurdi. Ma ora sono entrati in gioco fattori nuovi che potrebbero, in aggiunta alla psicopatologia bellica di quasi tutta la società che ha invaso e occupa la Palestina, far saltare quell’equilibrio di collisione-collusione che è costato agli iracheni dall ‘80 al 2010, dall’aggressione iraniana su mandato USraeliano al settimo anno di occupazione, quattro milioni e mezzo di morti e quattro milioni di erranti.
Di fronte all’appannamento, sotto i colpi del proprio agire criminale, dello status internazionale di Israele, al di là della storica intesa colonialista e guerrafondaia con gli Usa, all’entità sionista è rimasto poco più della complicità dello Zio Tom palestinese dell’ANP che, peraltro, continua a superare asticelle sempre più alte della vergogna e del disonore. Prima, bloccando l’accettazione della Commissione ONU di Goldstone sulle efferatezze di Piombo Fuso, poi sollecitando il Fuehrer sionista a non allentare l’embargo sui propri fratelli a Gaza, infine cercando di impedire che al Consiglio ONU dei Diritti Umani passasse la richiesta turca di un’inchiesta indipendente sui lanzichenecchi all’attacco della flottiglia “Free Gaza”. E c’è un Valentino Parlato che rimbrotta coloro che al decaduto, ma non dimissionario, presidente Abu Mazen riservano la qualifica di “quisling”. Vada, Valentino, a dare un’occhiata al sito electronicintifada.net/v2/article11350.shtml e al documento autentico inviato dal governo di Abu Mazen al suo rappresentante a Ginevra Ibrahim Khraishi perché stoppasse la sacrosanta richiesta turca.
A Israele non sono serviti gli squallidi servitorelli del suo fantoccio ANP. Nè per la commissione Goldstone, che è diventato patrimonio di ogni coscienza non contaminata, né per l’inchiesta sul massacro della flottiglia, che è stata approvata, alla faccia da manichino Upim di Frattini. Sta a mezz’asta la bandiera con la stella di Davide, lacerata dall’irriducibilità di una resistenza di popolo e dalla crescente solidarietà che a essa arriva, infangata dagli schizzi delle infamità commesse. Il contesto geopolitico e d’immagine è tale da richiedere, nella mentalità forsennata di chi pensa di prevalere costi quel che costi, un’ulteriore e più forte cataclisma. Ha sempre campato, il neonazismo sionista, sulla presenza, vera o inventata, di un nemico mortale. Quello palestinese era predeterminato dalle parole dell’ideologo Vladimir Jabotinsky nel 1937, più tardi supportate dalle grandi potenze cristiane: Il popolo palestinese ha ogni diritto e tutte le ragioni, come tutti i popoli colonizzati, di battersi contro l’invasione e la costituzione di una maggioranza alloctona Non ci darà mai il suo consenso, salvo con una piccola cricca di corrotti e venduti. Perciò è necessario costringerlo ed eliminarlo. Questa deve essere l’unica nostra politica araba. Vada a leggersi i pronunciamenti democratici di questo padre fondatore, il lottatore anti-crimine Saviano. Ma ad irrobustire una colonizzazione genocida, fatta passare per avanzata della civiltà e della democrazia, ci voleva una cornice più vasta e di perenne utilizzo: l’antisemitismo. Concetto fondato su una falsità storica (il semitismo di un popolo indoeuropeo venuto dall’Asia centrale) e su un episodio storico (la Shoah), ma collocato sullo sfondo cosmico di un’ideologia onnipervasiva e non sradicabile, tanto da poter essere fatta riemergere all’occorrenza, specie quando Israele fa il suo passo di licantropo più lungo della gamba, come nel massacro di Gaza, o l’assalto alla flottiglia, o gli assassinii del Mossad in giro per il mondo, o quando gli infanticidi di Re Erode diventano troppo famelici..
Oggi il nemico, rinchiuso Hamas nella sua striscia e reclutato l’ANP tra i suoi domestici, reso sbrindellato e sempre più discutibile, anche tra i suoi storici come Ilan Pappé e Shlomo Sand, il paradigma dell’eterna vittima, del ritorno alla terra dei padri, dell’identità semitica perseguitata a prescindere, doveva essere uno davvero grosso. Uno che ti costringe a giocarti il tutto per il tutto. Lo richiede una collettività nazionale tenuta insieme esclusivamente da un isterico sciovinismo determinato da paure indotte, che però inizia a dare segni di lacerazione e conflittualità interna. Lo rende necessario la già descritta caduta d’immagine, come ribadita da un crescendo internazionale di critiche e, quanto meno, di abbandono di una tolleranza senza limiti. C’è perfino nella conclamata “comunità internazionale” chi rabbrividisce di fronte a uno Stato, sempre più evidente nella sua arbitrarietà (anche qui, grazie ai “nuovi storici” soprattutto israeliani), che nel suo delirio di impunità, immunità e onnipotenza, rischia di mandare a ramengo ogni equilibrio mondiale, i suoi meccanismi economici, sociali, propagandistici, politici, con conseguenze di una portata catastrofica come l’umanità non se l’era neppure mai immaginate. Infine, un nemico che ancora una volta sappia far accodare dietro ai nazisionisti il colto e l’inclita, le destre e le sinistre, è diventato di urgenza estrema di fronte alle nuove configurazioni geopolitiche e geostrategiche che stanno emergendo.
Dopo il fronte dei paesi latinoamericani, che hanno strappato quasi un intero continente alla disponibilità di Usa e alleati, l’asse del tutto inaspettato tra Iran, Siria e Turchia, nuovi protagonisti della regione, legati alla realtà emancipata latinoamericana e con alle spalle, a dispetto delle sanzioni opportunisticamente votate contro l’Iran in cambio di contingenti concessioni, i due grandi poli planetari Cina e Russia. Un asse a baricentro islamico che potrà procurare ansie alla satrapie sunnite in Egitto e Arabia Saudita, ma che esercita sicuramente fascino e stimolo alla mobilitazione tra le masse arabe in potenziale rivolta contro governi parassitari, oppressivi e sfruttatori, riconosciuti come rinnegati rispetto sia alla comunità araba, sia all’umma islamica.
Potrà aver sorpreso solo i soliti naives, pronti a incoronare il primo pagliaccio magniloquente alla Obama, il fatto che la grande armada passata per Suez e ora davanti alle coste persiane, a congiunzione con la più vasta concentrazione bellica mai vista da quelle parti, includesse accanto ai sommergibili nucleari dei dementi di Tel Aviv, anche portaerei e altre navi da guerra statunitensi. Ma come, non aveva Obama fatto quel bel discorso del Cairo di apertura all’Islam? Ma come, non aveva ripetuto che con le sanzioni e le ri-sanzioni ci si sarebbe acquietati in vista di un accomodamento con gli ayatollah? Ma come, non era già sufficientemente impelagato in Afghanistan e aveva promesso di uscirne entro il 2011? A parte il fatto che l’uomo è una totale mistificazione, come doveva bastare a convincercene la burla della riforma sanitaria, la svolta a U sulla politica ambientale, la rinuncia a qualsiasi pur lieve mordacchia alle sanguisughe della finanza, l’estensione della sua “politica di pace con le bombe” a Pakistan, Yemen, Somalia, è profondamente cambiata la configurazione di una scacchiera su cui pareva che l’unica superpotenza rimasta avesse dato scacco matto al resto. Dall’Afghanistan, che registra per gli invasori la più alta mortalità dal 2001, ormai una decina di mercenari al giorno, e una totale adesione della popolazione alla pluralistica coalizione di resistenza, trovano pretesti per fuggire alla disfatta generaloni che fino a ieri si atteggiavano a Rommel. L’intero paese è sotto controllo delle forze di liberazione, salvo qualche enclave disperatamente difesa per garantire la sopravvivenza dei briganti collaborazionisti e del loro traffico di eroina, indispensabile fondo di garanzia per le speculazioni di Wall Street e affini, e si è dovuto ricorrere al solito Petraeus perché, come in Iraq, intorbidasse un po’ le acque di una crisi senza scampo, comprando a suon di miliardi qualche capotribù. Si sa come è andata a finire l’operazione “Consigli del Risveglio”, o “Figli dell’Iraq”, con cui si era cercato di formare una milizia di venduti sunniti da controbilanciare i tagliagole sciti e da usare contro la Resistenza, in cambio di soldo e protezione dall’epurazione confessionale scito-iraniana.
Il soldo è finito, gli Usa hanno ritirato ogni sostegno e il regime scita ha ripreso indisturbato a fare pulizia confessionale. In compenso, nonostante che Tehran abbia imposto alle varie fazioni di ex-fuorusciti sciti di unificarsi per esprimere un regime cliente con cui perpetuare la liquidazione dei nazionalisti sunniti, a quattro mesi dalle cosiddette elezioni quella combriccola di fetecchie corrotte non è ancora riuscita a mettere in piedi una parvenza di governo. Caos e probabile nuova guerra civile, assolutamente inopportuni per gli avvoltoi Usa del petrolio e per una strategia che doveva fare dell’Iraq un retroterra per gli assalti all’Iran e all’Asia centrale. C’è da ridere a pensare come i proconsoli sciti dell’Iran reagiranno all’eventuale guerra USrealiana al loro padrino.
C’è però chi a Washington considera che un attacco all’Iran potrebbe rimettere in questione l’egemonia perduta in Iraq. I gaglioffi messi in sella a Baghdad, pur di non soccombere a una collera nazionale sempre pronta a riesplodere e, del resto, di nuovo in evoluzione armata negli ultimi sei mesi, annichilito il mandante e garante persiano, non dovrebbero – si spera - avere troppi scrupoli a riaccucciarsi sotto il tacco a stelle e strisce. Ecco perché la flotta congiunta israelo-statunitense nel Golfo, ecco perché non si notano più quelle increspature nell’unità sacra con Israele, quei tentennamenti di settori anche militari, in particolare Petraeus, davanti a ogni virulenza aggressiva in cui venivano trascinati gli Usa dal socio di maggioranza. Maggioranza parlamentare, mediatica e criminale. Uno, la guerra in Afghanistan è perduta e, perduta quella, non si verrà più a capo neanche della colonizzazione del Pakistan. Non basta raccontare ai quattro venti che l’ISI, il servizio segreto pakistano, è in combutta con i Taliban, anzi li dirige. Non pare che questa denuncia abbia raccolto attorno alle mire Usa (e indiane) sul Pakistan nucleare una nuova “coalizione dei volenterosi”. Insisteranno ancora con le “operazioni speciali”, con le stragi dei droni Cia nei villaggi, con le incursioni dei delinquenti Blackwater tra una popolazione renitente al richiamo del colonizzatore. Ma dell’insieme Afghanistan-Pakistan non ne verranno a capo. Non in questo modo, non con questi mezzi.
A Obama e alla conventicola di furfanti spiritati che lo fa ballare dai fili non basta mascherare e diluire nel tempo una sconfitta epocale (che comunque ha fruttato ai suoi burattinai nel Pentagono e nelle multinazionali, qualcosa come 400 miliardi di dollari sottratti ai cittadini). A questi, come a Israele, occorre una nuova guerra. Obama non ne vedrà l’esito, come non vedrà quello afghano, pakistan, iracheno, come neanche Bush l’ha visto. Fra due anni è fuori. Forse per allora l’Iran non si sarà rivelato un’altra catastrofe totale (anzi, ai saprofiti dell’economia di guerra avrà colmato nuovi forzieri). Ma di sicuro Obama non potrà andare alla rielezione puntandosi sul petto almeno il nastrino di una vittoria, quella vittoria. La perseguirà, magari in termini nucleari, un suo successore alla Sarah Palin. Intanto, calcolano a Washington e a Tel Aviv, la crociata delle democrazie e della civiltà contro gli oscurantisti fanatici col turbante (“turbanti” li chiamano, umanisticamente rispettosi, gli inviati “Lettera 22” del “manifesto”), promossi con qualche attentato ben firmato a nuova fucina del terrorismo internazionale, avrà cementato una volta di più complici, vassalli e opinioni pubbliche mobilitate dal terrore.
Il capo dell’agenzia Usa addetta alla soppressione di persone, Stati e verità, Leon Panetta, sistemata la Colombia con l’insediamento alla presidenza colombiana dell’amico inventore dei locali squadroni della morte, Manuel Santos, ha detto due cose complementari. La prima è che da dieci anni non si hanno più notizie di Osama Bin Laden (e nessuno ha rilevato che con ciò ha ridicolizzato e annichilito una montagna di video e audio che ce lo rifilavano a sparare cazzate utili a Bush e Obama nei momenti di stanca del sostegno popolare). E ce lo sapevamo, come tutti gli addetti alla questione. Salvo i giornalisti anti-bavaglio e i loro sindacalisti. Lo spaventapasseri Cia era morto di diabete nel dicembre del 2001. La seconda: l’Iran è a due anni dall’approntamento della bomba atomica. Il significato dell’uscita doppia e simultanea è trasparente: molliamo l’Afghanistan, dato che quelli di “Al Qaida sono ormai appena una sessantina” (McChrystal) e non hanno più nemmeno Satana per loro capo, ma blocchiamo i preti con la bomba. Ne esce un Obama pacifista tra le macerie e le ecatombi di Iraq e Afghanistan, difensore dei lumi e dell’umanità di fronte a musulmani ottenebrati, in preda a delirio di riconquista moresca. E’ un deja vu ? Che fa. Ci si ricasca sempre, anche perché una bella spinta la danno le solite “sinistre”. Tant’è vero che sono da contare su un dito indice i giornalisti, di solito invisi al sindacato perché ne evidenziano i deragliamenti dalla libertà di stampa, che hanno sottolineato la clamorosa contraddizione di questo fuffarolo al cianuro, tra quanto afferma su una bomba persiana tra due anni e quanto la sua agenzia, poco tempo fa, sancì in un documentato rapporto: che cioè l’Iran aveva dismesso fin dal 2003 ogni progetto nucleare militare. Ma questo era prima che Israele e Usa tornassero ad artigli sottobraccio.
Ma c’è anche un Obama che deve sciogliere con un lavacro all’uranio e al fosforo la crosta di greggio che gli si è rovesciata addosso, spurgata dal buco che i suoi mallevadori hanno fatto nel fondo del Golfo del Messico. Il sangue della Terra va lavato col sangue degli uomini. Per eliminare dalla scena la più grande e significativa catastrofe ecologica, quella dalle conseguenze irrimediabili – e già il Grand Guignol della Crisi, i tagli alle condizioni di vita dei popoli, i mondiali di calcio, hanno fatto un bel lavoro in questo senso – ci vuole qualcosa di più impressionante ancora. Qualcosa che quanto meno terrorizzi e superi ogni altra preoccupazione.
Se non la guerra, la minaccia della guerra imminente, inesorabilmente nucleare. Una guerra che potrebbe, in modo più diretto delle cosiddette misure di austerità e di quelle di polizia che le accompagnano, porre davvero fine alla convivenza e alla sopravvivenza come ancora le conosciamo, o piuttosto come dobbiamo incominciare a ricordarle. Nel Golfo del Messico è successo qualcosa che potrebbe abbattere un Abraham Lincoln. Per mesi hanno occultato fatti, misfatti, colpe. Fiducioso nei suoi sponsor petroliferi, BP del complice britannico in testa, al punto di una totale obnubilazione, Obama la prima settimana di quest’emergenza, non solo degli Stati sud dell’Unione, ma del mondo, l’ha passata in vacanza alle Hawai. Fidava nelle bugie che gli spin-doctors, i manipolatori mediatici suoi e della BP, facevano circolare e nella militarizzazione del territorio con i gorilla delle solite compagnie private che impedivano a giornalisti e investigatori di avvicinarsi all’area. E’ stata una foto satellitare del National Geographic a rivelare la dimensione e la portata dell’emorragia: almeno 100mila barili al giorno, fatti passare finchè si è potuto, per 5mila. Poi si è passati agli “interventi”, bruciando nel processo altre due vite di operai, oltre alle 9 già disintegrate nello scoppio di un condotto per la cui valvola di sicurezza la BP non aveva voluto spendere un centesimo di quanto dà in dividendi oggi. Una pagliacciata dopo l’altra: campane, perforazioni laterali, bome, solventi tossici, roghi… Obama sa, la BP sa, sa l’uomo della BP, Ken Salazar, che fa il ministro degli interni e dirige il più corrotto ente statale Usa, quello delle attività minerarie, zeppo di lobbisti ed ex-dirigenti delle petrolifere. Sanno che a quell’emorragia dalla pancia della Terra non c’è rimedio tecnologico. Che quella ferita scavata dalla demenziale voracità degli avvelenatori del pianeta continuerà a sanguinare per anni, che, uccisi l’economia e gli ecosistemi del mare e costieri, la macchia lunga quanto non si potrà più calcolare e alta più di un chilometro seguirà le correnti e azzannerà la vita di continente in continente. La corrente del Golfo che determina le condizioni climatiche e quindi di vita dell’Atlantico lungo l’Europa fino all’Artico, trascinerà fin lì, fin qui, alle porte del Mediterraneo e oltre, l’infernale misciotto di greggio e di solventi chimici. In buona sostanza, si sta uccidendo il mare, con il mare tutto ciò che il mare tocca, la terra, l’aria. Un’aria nella quale si leveranno vapori mefitici che ne muteranno la composizione e il comportamento e che ricadranno su di noi. Insomma, è partito un effetto a catena che non si ha la minima possibilità, oggi, di fermare, ma che di sicuro cambierà molte cose. Tutte in termini di catastrofe.
Ecco perché l’Iran, ecco perché alla frenesia di stragi israeliana gli sta andando bene con gli Usa. Sempre che prima non capiti sottomano qualcuno dalla vittoria meno improbabile, che so, un Chavez, un Castro, un Morales, un Mugabe. Anche se la posta in gioco, credo, meriti un Iran. Intanto cosa fa il duo Scajola-Prestigiacomo, quello che si è affannato a negare ogni presenza di nave dei veleni nel mare calabrese, prima ancora che l’apposita nave attrezzata iniziasse la sua ricerca e dopo che un po’ di gente, che le aveva scoperte e denunciate, scomparisse, probabilmente nel calcestruzzo? Che fa? Prosegue con coerenza nella cura appassionata del mare e di chi ci vive dentro e attorno: 95 nuove concessioni di trivellazione per petrolio, 24 nel Mediterraneo, per un’estensione vasta come l’intero Abruzzo. Non ci facciamo mancare niente. Obama docet.
E ora leggetevi, a consolazione, Roberto Saviano, eroe.
Israele e i suoi necrofori non sono solo attivi ovunque si tratti di condurre operazioni sporche per eliminare contrasti all’avanzata dei lanzichenecchi imperiali e dei loro fantocci locali, dall’America Latina tutta al Kurdistan, dal Pakistan all’Asia Centrale, dall’Italia da sempre centrale europea del Mossad (vedi Brigate Rosse), a qualsiasi area di crisi dove occorrano alla fascistizzazione provocazioni terroristiche, attentati, infiltrazioni, squadroni della morte assassinii mirati, falsi oppositori, opposti estremismi, stragi. Il modello culturale, psicologico, comportamentale, di questo carcinoma dell’umanità muove anche gli squadristi di Pacifici che assaltano chi, sotto l’effige dell’occupante killer Shalit appesa al Campidoglio dall’omologo sindaco fascista (i suoi camerati Fini e Gasparri, intanto, si crogiolano nell’ospitalità nazisionista a Gerusalemme), osa ricordare gli 11mila esclusi dalla libertà, dal diritto, dalla salute, dall’incolumità, che marciscono nelle carceri della tortura israeliane. C’è il veleno del cobra israeliano nei rastrellamenti, nei sequestri di persona, nelle mazzate e nei gas tossici che gli energumeni in divisa da sbirro infliggono a inermi cittadini in marcia contro l’olocausto umano e ambientale che la genìa dei licantropi capitalisti vuole allestire per quattro quinti degli esseri viventi, da Genova a Toronto, da Derry ad Atene, da Scanzano a qualsiasi capannello di operai, studenti o pensionati, da Cucchi ad Aldovrandi, dal sovraffollamento delle carceri contenuto a forza di botte e alleggerito dai suicidi, alla liquidazione di qualsiasi soggetto irregolare. Irregolare rispetto alla regola di chi costruisce un mondo immerso nell’oscurità per abbeverarsi di sangue prima che torni la luce.
Il cannibale si nutre di sangue e dove non riesce a succhiarlo a forza di usura bancaria, macelleria sociale, randellate poliziesche, rapina di risorse, Fondo Monetario, Banca Mondiale, ONU, Organizzazione Mondiale della Sanità (o delle epidemia da laboratorio), immunità dei predoni e criminalizzazione dei depredati, si lancia in guerre di sterminio. E indovinate chi è di nuovo il capofila, lo stratega, l’incendiario, il più bulimico di morte? Finora avevo evitato di inserirmi nello tsunami dei vaticinatori di un’imminente aggressione all’Iran. Consideravo la complicità tra occupanti Usa dell’Iraq e colonizzatori persiani troppo preziosa per il mostro bicefalo USraele da rischiarne la rottura a favore di un Iran che in Iraq vanta una quinta colonna ben più efficace dei detestati marines e dei controllori israeliani dei due capibanda kurdi. Ma ora sono entrati in gioco fattori nuovi che potrebbero, in aggiunta alla psicopatologia bellica di quasi tutta la società che ha invaso e occupa la Palestina, far saltare quell’equilibrio di collisione-collusione che è costato agli iracheni dall ‘80 al 2010, dall’aggressione iraniana su mandato USraeliano al settimo anno di occupazione, quattro milioni e mezzo di morti e quattro milioni di erranti.
Di fronte all’appannamento, sotto i colpi del proprio agire criminale, dello status internazionale di Israele, al di là della storica intesa colonialista e guerrafondaia con gli Usa, all’entità sionista è rimasto poco più della complicità dello Zio Tom palestinese dell’ANP che, peraltro, continua a superare asticelle sempre più alte della vergogna e del disonore. Prima, bloccando l’accettazione della Commissione ONU di Goldstone sulle efferatezze di Piombo Fuso, poi sollecitando il Fuehrer sionista a non allentare l’embargo sui propri fratelli a Gaza, infine cercando di impedire che al Consiglio ONU dei Diritti Umani passasse la richiesta turca di un’inchiesta indipendente sui lanzichenecchi all’attacco della flottiglia “Free Gaza”. E c’è un Valentino Parlato che rimbrotta coloro che al decaduto, ma non dimissionario, presidente Abu Mazen riservano la qualifica di “quisling”. Vada, Valentino, a dare un’occhiata al sito electronicintifada.net/v2/article11350.shtml e al documento autentico inviato dal governo di Abu Mazen al suo rappresentante a Ginevra Ibrahim Khraishi perché stoppasse la sacrosanta richiesta turca.
A Israele non sono serviti gli squallidi servitorelli del suo fantoccio ANP. Nè per la commissione Goldstone, che è diventato patrimonio di ogni coscienza non contaminata, né per l’inchiesta sul massacro della flottiglia, che è stata approvata, alla faccia da manichino Upim di Frattini. Sta a mezz’asta la bandiera con la stella di Davide, lacerata dall’irriducibilità di una resistenza di popolo e dalla crescente solidarietà che a essa arriva, infangata dagli schizzi delle infamità commesse. Il contesto geopolitico e d’immagine è tale da richiedere, nella mentalità forsennata di chi pensa di prevalere costi quel che costi, un’ulteriore e più forte cataclisma. Ha sempre campato, il neonazismo sionista, sulla presenza, vera o inventata, di un nemico mortale. Quello palestinese era predeterminato dalle parole dell’ideologo Vladimir Jabotinsky nel 1937, più tardi supportate dalle grandi potenze cristiane: Il popolo palestinese ha ogni diritto e tutte le ragioni, come tutti i popoli colonizzati, di battersi contro l’invasione e la costituzione di una maggioranza alloctona Non ci darà mai il suo consenso, salvo con una piccola cricca di corrotti e venduti. Perciò è necessario costringerlo ed eliminarlo. Questa deve essere l’unica nostra politica araba. Vada a leggersi i pronunciamenti democratici di questo padre fondatore, il lottatore anti-crimine Saviano. Ma ad irrobustire una colonizzazione genocida, fatta passare per avanzata della civiltà e della democrazia, ci voleva una cornice più vasta e di perenne utilizzo: l’antisemitismo. Concetto fondato su una falsità storica (il semitismo di un popolo indoeuropeo venuto dall’Asia centrale) e su un episodio storico (la Shoah), ma collocato sullo sfondo cosmico di un’ideologia onnipervasiva e non sradicabile, tanto da poter essere fatta riemergere all’occorrenza, specie quando Israele fa il suo passo di licantropo più lungo della gamba, come nel massacro di Gaza, o l’assalto alla flottiglia, o gli assassinii del Mossad in giro per il mondo, o quando gli infanticidi di Re Erode diventano troppo famelici..
Oggi il nemico, rinchiuso Hamas nella sua striscia e reclutato l’ANP tra i suoi domestici, reso sbrindellato e sempre più discutibile, anche tra i suoi storici come Ilan Pappé e Shlomo Sand, il paradigma dell’eterna vittima, del ritorno alla terra dei padri, dell’identità semitica perseguitata a prescindere, doveva essere uno davvero grosso. Uno che ti costringe a giocarti il tutto per il tutto. Lo richiede una collettività nazionale tenuta insieme esclusivamente da un isterico sciovinismo determinato da paure indotte, che però inizia a dare segni di lacerazione e conflittualità interna. Lo rende necessario la già descritta caduta d’immagine, come ribadita da un crescendo internazionale di critiche e, quanto meno, di abbandono di una tolleranza senza limiti. C’è perfino nella conclamata “comunità internazionale” chi rabbrividisce di fronte a uno Stato, sempre più evidente nella sua arbitrarietà (anche qui, grazie ai “nuovi storici” soprattutto israeliani), che nel suo delirio di impunità, immunità e onnipotenza, rischia di mandare a ramengo ogni equilibrio mondiale, i suoi meccanismi economici, sociali, propagandistici, politici, con conseguenze di una portata catastrofica come l’umanità non se l’era neppure mai immaginate. Infine, un nemico che ancora una volta sappia far accodare dietro ai nazisionisti il colto e l’inclita, le destre e le sinistre, è diventato di urgenza estrema di fronte alle nuove configurazioni geopolitiche e geostrategiche che stanno emergendo.
Dopo il fronte dei paesi latinoamericani, che hanno strappato quasi un intero continente alla disponibilità di Usa e alleati, l’asse del tutto inaspettato tra Iran, Siria e Turchia, nuovi protagonisti della regione, legati alla realtà emancipata latinoamericana e con alle spalle, a dispetto delle sanzioni opportunisticamente votate contro l’Iran in cambio di contingenti concessioni, i due grandi poli planetari Cina e Russia. Un asse a baricentro islamico che potrà procurare ansie alla satrapie sunnite in Egitto e Arabia Saudita, ma che esercita sicuramente fascino e stimolo alla mobilitazione tra le masse arabe in potenziale rivolta contro governi parassitari, oppressivi e sfruttatori, riconosciuti come rinnegati rispetto sia alla comunità araba, sia all’umma islamica.
Potrà aver sorpreso solo i soliti naives, pronti a incoronare il primo pagliaccio magniloquente alla Obama, il fatto che la grande armada passata per Suez e ora davanti alle coste persiane, a congiunzione con la più vasta concentrazione bellica mai vista da quelle parti, includesse accanto ai sommergibili nucleari dei dementi di Tel Aviv, anche portaerei e altre navi da guerra statunitensi. Ma come, non aveva Obama fatto quel bel discorso del Cairo di apertura all’Islam? Ma come, non aveva ripetuto che con le sanzioni e le ri-sanzioni ci si sarebbe acquietati in vista di un accomodamento con gli ayatollah? Ma come, non era già sufficientemente impelagato in Afghanistan e aveva promesso di uscirne entro il 2011? A parte il fatto che l’uomo è una totale mistificazione, come doveva bastare a convincercene la burla della riforma sanitaria, la svolta a U sulla politica ambientale, la rinuncia a qualsiasi pur lieve mordacchia alle sanguisughe della finanza, l’estensione della sua “politica di pace con le bombe” a Pakistan, Yemen, Somalia, è profondamente cambiata la configurazione di una scacchiera su cui pareva che l’unica superpotenza rimasta avesse dato scacco matto al resto. Dall’Afghanistan, che registra per gli invasori la più alta mortalità dal 2001, ormai una decina di mercenari al giorno, e una totale adesione della popolazione alla pluralistica coalizione di resistenza, trovano pretesti per fuggire alla disfatta generaloni che fino a ieri si atteggiavano a Rommel. L’intero paese è sotto controllo delle forze di liberazione, salvo qualche enclave disperatamente difesa per garantire la sopravvivenza dei briganti collaborazionisti e del loro traffico di eroina, indispensabile fondo di garanzia per le speculazioni di Wall Street e affini, e si è dovuto ricorrere al solito Petraeus perché, come in Iraq, intorbidasse un po’ le acque di una crisi senza scampo, comprando a suon di miliardi qualche capotribù. Si sa come è andata a finire l’operazione “Consigli del Risveglio”, o “Figli dell’Iraq”, con cui si era cercato di formare una milizia di venduti sunniti da controbilanciare i tagliagole sciti e da usare contro la Resistenza, in cambio di soldo e protezione dall’epurazione confessionale scito-iraniana.
Il soldo è finito, gli Usa hanno ritirato ogni sostegno e il regime scita ha ripreso indisturbato a fare pulizia confessionale. In compenso, nonostante che Tehran abbia imposto alle varie fazioni di ex-fuorusciti sciti di unificarsi per esprimere un regime cliente con cui perpetuare la liquidazione dei nazionalisti sunniti, a quattro mesi dalle cosiddette elezioni quella combriccola di fetecchie corrotte non è ancora riuscita a mettere in piedi una parvenza di governo. Caos e probabile nuova guerra civile, assolutamente inopportuni per gli avvoltoi Usa del petrolio e per una strategia che doveva fare dell’Iraq un retroterra per gli assalti all’Iran e all’Asia centrale. C’è da ridere a pensare come i proconsoli sciti dell’Iran reagiranno all’eventuale guerra USrealiana al loro padrino.
C’è però chi a Washington considera che un attacco all’Iran potrebbe rimettere in questione l’egemonia perduta in Iraq. I gaglioffi messi in sella a Baghdad, pur di non soccombere a una collera nazionale sempre pronta a riesplodere e, del resto, di nuovo in evoluzione armata negli ultimi sei mesi, annichilito il mandante e garante persiano, non dovrebbero – si spera - avere troppi scrupoli a riaccucciarsi sotto il tacco a stelle e strisce. Ecco perché la flotta congiunta israelo-statunitense nel Golfo, ecco perché non si notano più quelle increspature nell’unità sacra con Israele, quei tentennamenti di settori anche militari, in particolare Petraeus, davanti a ogni virulenza aggressiva in cui venivano trascinati gli Usa dal socio di maggioranza. Maggioranza parlamentare, mediatica e criminale. Uno, la guerra in Afghanistan è perduta e, perduta quella, non si verrà più a capo neanche della colonizzazione del Pakistan. Non basta raccontare ai quattro venti che l’ISI, il servizio segreto pakistano, è in combutta con i Taliban, anzi li dirige. Non pare che questa denuncia abbia raccolto attorno alle mire Usa (e indiane) sul Pakistan nucleare una nuova “coalizione dei volenterosi”. Insisteranno ancora con le “operazioni speciali”, con le stragi dei droni Cia nei villaggi, con le incursioni dei delinquenti Blackwater tra una popolazione renitente al richiamo del colonizzatore. Ma dell’insieme Afghanistan-Pakistan non ne verranno a capo. Non in questo modo, non con questi mezzi.
A Obama e alla conventicola di furfanti spiritati che lo fa ballare dai fili non basta mascherare e diluire nel tempo una sconfitta epocale (che comunque ha fruttato ai suoi burattinai nel Pentagono e nelle multinazionali, qualcosa come 400 miliardi di dollari sottratti ai cittadini). A questi, come a Israele, occorre una nuova guerra. Obama non ne vedrà l’esito, come non vedrà quello afghano, pakistan, iracheno, come neanche Bush l’ha visto. Fra due anni è fuori. Forse per allora l’Iran non si sarà rivelato un’altra catastrofe totale (anzi, ai saprofiti dell’economia di guerra avrà colmato nuovi forzieri). Ma di sicuro Obama non potrà andare alla rielezione puntandosi sul petto almeno il nastrino di una vittoria, quella vittoria. La perseguirà, magari in termini nucleari, un suo successore alla Sarah Palin. Intanto, calcolano a Washington e a Tel Aviv, la crociata delle democrazie e della civiltà contro gli oscurantisti fanatici col turbante (“turbanti” li chiamano, umanisticamente rispettosi, gli inviati “Lettera 22” del “manifesto”), promossi con qualche attentato ben firmato a nuova fucina del terrorismo internazionale, avrà cementato una volta di più complici, vassalli e opinioni pubbliche mobilitate dal terrore.
Il capo dell’agenzia Usa addetta alla soppressione di persone, Stati e verità, Leon Panetta, sistemata la Colombia con l’insediamento alla presidenza colombiana dell’amico inventore dei locali squadroni della morte, Manuel Santos, ha detto due cose complementari. La prima è che da dieci anni non si hanno più notizie di Osama Bin Laden (e nessuno ha rilevato che con ciò ha ridicolizzato e annichilito una montagna di video e audio che ce lo rifilavano a sparare cazzate utili a Bush e Obama nei momenti di stanca del sostegno popolare). E ce lo sapevamo, come tutti gli addetti alla questione. Salvo i giornalisti anti-bavaglio e i loro sindacalisti. Lo spaventapasseri Cia era morto di diabete nel dicembre del 2001. La seconda: l’Iran è a due anni dall’approntamento della bomba atomica. Il significato dell’uscita doppia e simultanea è trasparente: molliamo l’Afghanistan, dato che quelli di “Al Qaida sono ormai appena una sessantina” (McChrystal) e non hanno più nemmeno Satana per loro capo, ma blocchiamo i preti con la bomba. Ne esce un Obama pacifista tra le macerie e le ecatombi di Iraq e Afghanistan, difensore dei lumi e dell’umanità di fronte a musulmani ottenebrati, in preda a delirio di riconquista moresca. E’ un deja vu ? Che fa. Ci si ricasca sempre, anche perché una bella spinta la danno le solite “sinistre”. Tant’è vero che sono da contare su un dito indice i giornalisti, di solito invisi al sindacato perché ne evidenziano i deragliamenti dalla libertà di stampa, che hanno sottolineato la clamorosa contraddizione di questo fuffarolo al cianuro, tra quanto afferma su una bomba persiana tra due anni e quanto la sua agenzia, poco tempo fa, sancì in un documentato rapporto: che cioè l’Iran aveva dismesso fin dal 2003 ogni progetto nucleare militare. Ma questo era prima che Israele e Usa tornassero ad artigli sottobraccio.
Ma c’è anche un Obama che deve sciogliere con un lavacro all’uranio e al fosforo la crosta di greggio che gli si è rovesciata addosso, spurgata dal buco che i suoi mallevadori hanno fatto nel fondo del Golfo del Messico. Il sangue della Terra va lavato col sangue degli uomini. Per eliminare dalla scena la più grande e significativa catastrofe ecologica, quella dalle conseguenze irrimediabili – e già il Grand Guignol della Crisi, i tagli alle condizioni di vita dei popoli, i mondiali di calcio, hanno fatto un bel lavoro in questo senso – ci vuole qualcosa di più impressionante ancora. Qualcosa che quanto meno terrorizzi e superi ogni altra preoccupazione.
Se non la guerra, la minaccia della guerra imminente, inesorabilmente nucleare. Una guerra che potrebbe, in modo più diretto delle cosiddette misure di austerità e di quelle di polizia che le accompagnano, porre davvero fine alla convivenza e alla sopravvivenza come ancora le conosciamo, o piuttosto come dobbiamo incominciare a ricordarle. Nel Golfo del Messico è successo qualcosa che potrebbe abbattere un Abraham Lincoln. Per mesi hanno occultato fatti, misfatti, colpe. Fiducioso nei suoi sponsor petroliferi, BP del complice britannico in testa, al punto di una totale obnubilazione, Obama la prima settimana di quest’emergenza, non solo degli Stati sud dell’Unione, ma del mondo, l’ha passata in vacanza alle Hawai. Fidava nelle bugie che gli spin-doctors, i manipolatori mediatici suoi e della BP, facevano circolare e nella militarizzazione del territorio con i gorilla delle solite compagnie private che impedivano a giornalisti e investigatori di avvicinarsi all’area. E’ stata una foto satellitare del National Geographic a rivelare la dimensione e la portata dell’emorragia: almeno 100mila barili al giorno, fatti passare finchè si è potuto, per 5mila. Poi si è passati agli “interventi”, bruciando nel processo altre due vite di operai, oltre alle 9 già disintegrate nello scoppio di un condotto per la cui valvola di sicurezza la BP non aveva voluto spendere un centesimo di quanto dà in dividendi oggi. Una pagliacciata dopo l’altra: campane, perforazioni laterali, bome, solventi tossici, roghi… Obama sa, la BP sa, sa l’uomo della BP, Ken Salazar, che fa il ministro degli interni e dirige il più corrotto ente statale Usa, quello delle attività minerarie, zeppo di lobbisti ed ex-dirigenti delle petrolifere. Sanno che a quell’emorragia dalla pancia della Terra non c’è rimedio tecnologico. Che quella ferita scavata dalla demenziale voracità degli avvelenatori del pianeta continuerà a sanguinare per anni, che, uccisi l’economia e gli ecosistemi del mare e costieri, la macchia lunga quanto non si potrà più calcolare e alta più di un chilometro seguirà le correnti e azzannerà la vita di continente in continente. La corrente del Golfo che determina le condizioni climatiche e quindi di vita dell’Atlantico lungo l’Europa fino all’Artico, trascinerà fin lì, fin qui, alle porte del Mediterraneo e oltre, l’infernale misciotto di greggio e di solventi chimici. In buona sostanza, si sta uccidendo il mare, con il mare tutto ciò che il mare tocca, la terra, l’aria. Un’aria nella quale si leveranno vapori mefitici che ne muteranno la composizione e il comportamento e che ricadranno su di noi. Insomma, è partito un effetto a catena che non si ha la minima possibilità, oggi, di fermare, ma che di sicuro cambierà molte cose. Tutte in termini di catastrofe.
Ecco perché l’Iran, ecco perché alla frenesia di stragi israeliana gli sta andando bene con gli Usa. Sempre che prima non capiti sottomano qualcuno dalla vittoria meno improbabile, che so, un Chavez, un Castro, un Morales, un Mugabe. Anche se la posta in gioco, credo, meriti un Iran. Intanto cosa fa il duo Scajola-Prestigiacomo, quello che si è affannato a negare ogni presenza di nave dei veleni nel mare calabrese, prima ancora che l’apposita nave attrezzata iniziasse la sua ricerca e dopo che un po’ di gente, che le aveva scoperte e denunciate, scomparisse, probabilmente nel calcestruzzo? Che fa? Prosegue con coerenza nella cura appassionata del mare e di chi ci vive dentro e attorno: 95 nuove concessioni di trivellazione per petrolio, 24 nel Mediterraneo, per un’estensione vasta come l’intero Abruzzo. Non ci facciamo mancare niente. Obama docet.
E ora leggetevi, a consolazione, Roberto Saviano, eroe.
Roberto Saviano 11 giugno alle ore 18.02 Segnala
sostenere che Israele "è pronto a rendere impossibile la vita di un milione e mezzo di innocenti nella striscia di Gaza pur di ottenere la liberazione di un unico soldato tenuto prigioniero" per me non sarebbe illegittimo. Se così stessero le cose. Invece, guarda un po', è una cazzata: Ghilad Shalit è stato rapito il 25 giugno 2006 e l'embargo è stato varato dopo che Israele ha dichiarato Gaza "entità nemica" dopo che Hamas ha preso il potere a Gaza espellendo Fatah nel giugno 2007. Nello stesso momento l'embargo è statao annunciato anche dall'Egitto.
Ciò significa anche che l'embargo non è stato applicato nemmeno dopo la vittoria di Hamas alle elezioni nel gennaio 2006 (altra cazzata che si legge). Tutto questo come politica della mano tesa di Israele verso Abu Mazen e nonostante Hamas non abbia rinunciato alla sua carta fondativa.
L'islam radicale è marcio. non può essere che estirpato. Gaza è assediata dagli arabi semmai. L'Egitto ha edificato un muro per difendersi dagli estremisti di Hamas. Al fatah (il partito di Arafat corrotto sin nel midollo ma con un principio democratico) è stato espulso da Gaza.
Nel merito: appunto, a Gaza non c'è crisi umanitaria, chi lo sostiene non conosce i dati e ignora il fatto che a) Israele fa passare aiuti tramite i valichi di terra, b) Hamas si impossessa degli aiuti come denunciato da Ong, c) l'Egitto, la grande sorella araba, fino al 1 giugno non faceva passare nessun aiuto e sta costruendo un muro al confine con Rafah. Ora hanno aperto momentaneamente perché hanno paura, giustamente, di essere identificati con il nemico israeliano. Non solo, ma l'altro ieri gli egizi hanno bloccato un convoglio "umanitario" dei fratelli mussulmani diretto a Gaza dopo l'apertura del valico, chissà come mai.
Sul punto che sollevi riguardo all'efficacia dell'embargo (non "assedio" attento alla terminologia dio), ti rimando a questa cosa sotto che ho scritto proprio su questo tema in uno dei tanti dibattiti di questi giorni. Il punto è che sono tutti buoni a fare questa critica, ma tra quelli che l'hanno posta, non ce n'è uno che abbia proposto una soluzione alternativa. Il dramma è veramente grande, Israele non ha nessun interesse nella striscia di Gaza, e quindi il fatto stesso di doversene occupare è una tragedia.
Cerca di essere aperta. la roba che gira nei siti di sinistra è vergognosa, come le balle che raccontavano sull'est comunista. I comunisti non cambiano mai.
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A Saviano, ma anche alle organizzazioni dei giornalisti che tanto clamoreggiano contro bavagli, censure e disinformazione, presentiamo questo biglietto da visita dello Stato d’Israele:
- vanta il primato mondiale dei centri abitati distrutti ed etnicamente puliti (550)
- vanta il primato mondiale degli alloggi demoliti (oltre 6000)
- vanta il primato mondiale delle condanne ONU (oltre 500) e dei veto Usa in sua difesa (100 e passa)
- Israele ha ucciso più civili innocenti in proporzione al totale della popolazione di qualsiasi altro paese (più di 50.000)
- Israele ha sequestrato e imprigionato più civili in proporzione alla popolazione di qualsiasi altro paese (più di 400.000)
- Israele ha reso invalidi più civili, in proporzione alla popolazione, di qualsiasi altro paese
(oltre 50.000)
- Israele ha ferito più civili innocenti in proporzione alla popolazione globale di qualsiasi altro paese (oltre 200.000)
- Israele è il solo paese al mondo che nega il diritto al ritorno dei profughi
- Israele è l’unico paese al mondo che occupa un paese intero e parti di altri paesi
- Israele è l’unico paese al mondo che ruba tutta l’acqua ai suoi vicini
- Israele è l’unico paese al mondo che sradica alberi e distrugge case a titolo di punizione collettiva
- Israele è l’unico paese al mondo che ha legalizzato l’assassinio
- Israele è l’unico paese che costruisce colonie su territori occupati
- Secondo il Guinness, Israele ha dichiarato il più alto numero di coprifuoco della storia e ha installato il più alto numero di posti di blocco del mondo
- Insieme agli Usa, Israele è il solo paese ad aver costruito un muro di segregazione
- Insieme al Sudafrica del passato, Israele è il solo paese a praticare l’apartheid
- Israele è l’unico paese i cui partiti perseguono apertamente la pulizia etnica della popolazione autoctona
- Israele è l’unico paese al mondo che imprigiona bambini per motivi politici
- Israele………
Alla Sapienza, il 17 giugno scorso, hanno appassionatamente conversato di ideologia neofascista di ritorno e di razzismo, protagonisti della comunità ebraica italiana come Tullia Zevi, Gad Lerner, Luciano Eusebi. C’era pure il vecchio amico di Israele e di ogni causa ambigua ma di poco rischio, Pietro Ingrao. Hanno invitato con forza la politica a misurarsi con questi problemi. Quali? Gli immigrati in Italia e… l’antisemitismo.
25 commenti:
SBrimilde detto il nano d'orcore... stavolta ha ragione...
non comprare giornali...
Io è da quel dì che ho "sfankulat-ed" liber.azione pei dazzi l'oro... ed il mani lesto..., cui ho aggiunto anche il rifatto quotidiano... tutti "beatipaoli" della stessa merdbrodaglia....
In ogni caso, che i bank masons se la facciano se vogliono.. la rivoluzione... noi abbiamo da "VIVERE" e vivendo i n'ani boycottar...Stop The Shit! Shut Wall Street! Abbronzato... non avrai l'internet scalpo...
Fulvio
come hai ragione:
"Il nazifascismo razzista e teocratico israeliano, mascherato nei suoi connotati ideologici e nei suoi arnesi pratici dalla complicità mediatica universale, è stato assunto come modello dai governi della “comunità internazionale”."
Questo è il modello che vogliono imporre in ogni stato.
E l'ipocrisia di coloro che domani manifesteranno per la libertà di
stampa, e tacciono sulle reali condizioni degli abitanti di L'Aquila, ancora oggi, e tacciono sugli orrori perpetrati da Israele.
A loro manca la tua visione d'insieme, manco si sognano di parlare di signoraggio, NWO, e
delle finzioni dell'11 Settembre,
dell'attentato del duomino di Milano al guitto mannaro,
altro bel teatrino messo in piedi
per i gonzi.
Pensavo che avessimo toccato il fondo, invece pare che bisogna cominciare a scavare.
In italia la libertà di informazione non esiste, ne mai è esistita, poichè non sono liberi gli informatori (i giornalisti), servi di padroni o schiavi di ideologie tramontate.
Da chavista, in italia avrei chiuso più di un giornale, ad iniziare da rep & corr, e tappato la bocca a più di una tv (fede/mineo x la par condicio).
L'informazione in italia fà schifo, meno male c'è internet.
E saviano fà schifo ancora di più, l'altro giorno si è permesso di affermare, parlando di camorra, che nel sud italia si muore più che a gaza.
Un paragone inesistente dal punto di vista pratico, quanto efficace da quello propagandistico.
saviano è una merda, infatti puzza.
Neoprog
hanno fretta, Fulvio,una maledetta fretta.turchia,siria,brasile,iran.russia,cuba,si stanno organizzando per costruire un'alternativa economica e sociopolitica ad usraele ed europa.rimane la cina che tutti la stanno corteggiando e che puo' rappresentare il vero ago della bilancia.
conoscendo i cinesi se ne staranno ad osservare l'evolversi della situazione,per poi agire per il loro esclusivo tornaconto.
che alla fine risultino loro i veri vincitori,come nel caso della guerra dei balcani?
torneremo forse a girare tutti noi europei in bicicletta?visto che siamo la parte piu' debole dello scacchiere?
Saviano:un pennivendolo mediocre-basti leggere questa sua risposta a una utente di facebook,se non erro-è il classico esempio di ottusità meschina made usraele
Pensare che c'è stato pure un tempo lontano dove lo difendevo a spada tratta:l'eroe sotto scorta ...A uso e consumo fazio e democretinismo reazionario a destra e ultradestra.
Per quanto riguarda la guerra in Iran:segnati i nomi.
Si,i nomi di certi rivoluzionari i quali hanno sostenuto la rivoluzione verde-vedendo fantomatiche masse operaie pronte a prenderne la direzione-ma che si schiereranno contro gli americani ed israele in caso di guerra.
Come se difendere i verdi non fosse aiutare america e israele.
Invece sulla situazione del petrolio in mare,niente paura:attendo come Hollywood farà finire la storia.
Sai gli americani -da sempliciotti-son convinti che la vita sia un film e che alla fine attraverso una frase ad effetto e a qualche cazzata salveranno il mondo.
Hanno già l'attore -obama- la frase ad effetto -voglio sapere quale culo dovrò prendere a calci,roba che nemmeno john wayne-manca solo l'happy end..forse dovranno farne a meno!
Eli e Anonimo, non facciamo di tutta l'erba un fascio. Siamo una minoranza infima,del giornalismo, ma ci siamo.
Rossoall'osso, non mi pare proprio che la Cina c'entri con i Balcani. Li hanno vinto i capitalisti colonialisti occidentali. Quanto alle biciclette, ci finiremo sopra comunque ed è un gran bene, fisologico, biologico e ambientale.
PER FABORE NON MANDATEMI ROBA TROPPO PESANTE, TIPO LINK PIENI DI VIDEO O FOTO. IL COMPUTER NON LI REGGE.
Scusa Fulvio, dove saresti?
Sei senza padroni, ok, te lo riconosco, ma come ho scritto sei schiavo della nostalgia dell'era industriale.
Anche l'abuso della parola fascismo, questo vederlo dappertutto, non fà altro che mistificarne il significato stesso, del fascismo.
Mi pare anche inutile stare a gridare al lupo, identificarsi in minoranze, quando si sostiene, e qui siete tutti compatti, la "menzogna fondante il XXI secolo", ossia la frode mediatica dell'11 settembre.
Neoprog
@fulvio
sei sicuro?
ricordi il bombardamento dell'ambasciata cinese a belgrado?
di come gli stati uniti,come risarcimento,permisero alla cina l'ingresso nel WTO?
chi ne ha guadagnato in termini di profitti e crescita economica a discapito proprio di quella occidentale?
http://www.repubblica.it/online/mondo/cina/cina/cina.html
Stupefacente questo anonimo! Sentenzia senza aver evidentemente mai letto un mio articolo o visto uno dei miei documentari, o attraversato uno dei miei libri. Il fascismo è anzittutto un fenomeno culturale che si avvale di vari strumenti, vuoi camicia nera, olio di ricino e dopolavoro, vuoi democrazia finta e vera dittatura culturale, mediatica, psicologica, pulizia etnica e sociale. Il principio del forte o furbo o cinico che schiaccia il debole e onesto è un principio totalitario, fascista. E come tale va individuato e denunciato ovunque imperversi o faccia capolino. Arzigogolare su filologia ed etimologia non serve che a distrarre dal cuore della faccenda.
Nostalgico dell'era industriale? Ma se è una vita che mi batto contro sviluppisti e industrialisti rossi e neri!
11 Settembre? ma se siamo in due o tre in tutto il paese ad aver detto dal primo istante che si trattava di un autoattentato e in ogni mio articolo, fin da quello scritto dal Libano tre giorni dopo l'attentato, illustro ragioni, prove e obiettivi di quell'operazione Mossad-Cia.
Si documenti, l'anonimo, prima di sparare nel vuoto.
a mio discutibile giudizio ,il fascismo è un fenomeno politico,storico,culturale.Come tutti i regimi,anche quello delle democrazie occidentali,e della loro deriva in democrazia americanizzata.
Chiaramente i suddetti fenomeni non potranno ripresentarsi-se non in minoranze,serbatoi di utili idioti -nello stesso identico modo.Nulla si crea e nulla si distrugge,quindi alle radici rimangono tracce evidenti di ispirazione anche nei nuovi regimi e movimenti.Liquidare come finito e sepolto il comunismo e il fascismo hanno dei lati probabilmente convincenti,ma finiscono subito dopo quando spuntano i soliti rossobruni.Fautori delle MINCHIATE ATOMICHE,gente che sproloquia ,insulta,si erge come elite del pensiero..Quindi anche laddove mi potrebbe interessare il discorso,frana tutto miseramente.Sai,i fascisti si riconoscono proprio perchè voglion far credere a tutti di non esserlo.
Come l'attorone prematuramente scomparso,che per caso passa da quelli di casa pound e così via.
Io credo nell'evoluzione/devoluzione delle ideologie e anche delle prassi di intervento politico.Tutto scorre,ma anche niente scompare.Oggi combattiamo un nemico chiamato usraele,dobbiamo concentrarci su questo.Però trovo da mentecatti non allenare la memoria,non avere la capacità di riflessione storica e politica.Sapere cosa era il fascismo,il nazismo è utile.D'altronde Hitler prese d'esempio le riserve indiane per i suoi campi di concentramento.Muta la pelle e certe direzioni,ma la sostanza :genocidio,razza superiore,civilizzare i selvaggi,disprezzo per le vite ritenute minori si vedono chiaramente anche in questo colonialismo yankee-sionista-inglese.
Insomma un tema interessante,ma sviluppato un po' male.
Sviluppismo?Perchè no?Cosa sarebbe diventata l'unione sovietica senza la forzatura-anche tragica per carità- dei piani quinquennali?
Dovrebbe essere un passaggio,non una costante.Però nn ci vedo niente di male nell'industrializzazione-non ci vedeva niente di male nemmeno Trockji,Bucharin,Stalin-
Magari sbaglio e mi piacerebbe sentire un fautore della decrescita per capire un po' meglio le cose.
ps:non ci sto capendo più un cazzo sul signoraggio-per non parlare delle scie chimiche-per favore:si potrebbe discutere di queste cose con razionalità?Già ho i miei problemi economici quotidiani..Più chiarezza ed esposizione sincera ,che da un po' di tempo la rete mi pare un centro di infiltrati e lotte tra fazioni assai indigesta!
ps:ma sei ancora incatenato?Come va con liberazione?
Così per saper se devo ancora scrivere del tuo caso e farlo conoscere a destra e manca!
cordiali saluti broziani a tutti!
fascismo,nazismo,comunismo,sono fenomeni storici,politici,culturali,sociali.
Chiaramente irripetibili sotto moltissimi aspetti,nondimeno essi possono anche essere fonte di ispirazione ,seppure modificati e rinnovati,per le politiche odierne.
Un tema importante e profondo,purtroppo maldestramente usati dai rossobruni.Cioè quelle teste di cazzo fasciste che vogliono farci creder di non esserlo.
Ho semplificato al massimo,ma internet è pieno di queste immondizie umane.
Io non credo alla liquidizione dei movimenti politici,semmai si dovrebbe analizzare con calma e serietà la mutazione di essi.
Sull'industrializzazione..Ma Fulvio alla base del comunismo non c'è forse essa-tra le altre cose più nobili.
Non so...se qualcuno volesse spiegarmi la decrescita economica e i suoi miracoli,io prendo nota.
ps:sul signoraggio..abbiate pietà non ci capisco più un cazzo!
Anche il vecchio Fidel Castro che in molti davano per morto e sepolto da tempo ha rilasciato una serie di riflessioni che alla base hanno una forte preoccupazione per il futuro...
www.contropiano.org/Documenti/2010/Giugno10/30-06-10VeritaInTempo.htm
Caro Fulvio....continua a scrivere...ogni articolo contiene spunti di riflessione e ricerca...se anche sono troppo lunghi basta stamparli e leggerli con calma...
Condivido l'immagine del MOSTRO BICEFALO USRAELE....rende bene l'idea di questa unione vampira che giorno dopo giorno sta succhiando il sangue dei diseredati del mondo...
Lascio qualche articolo correlato al post che potrebbero aiutare ad avere una visione più ampia...
www.contropiano.org/Documenti/2010/Giugno10/30-06-10GuerraObama.htm
www.contropiano.org/Documenti/2010/Giugno10/28-06-10IranBomba.htm
www.contropiano.org/Documenti/2010/Giugno10/30-06-10IranGuerraNervi.htm
HASTA SIEMPRE
COMPAGNOPABLO
A Davide, di corsa. D'accordo su fascismo e fascismi. Per la decrescita cerca Latouche. E' un grande.Non sono più incatenato e tutta la vicenda, con la sua conclusione, verrà raccontata nel prossimo post sul blog.
Che per caso alla "manopippattone" di ieri a piazza navetta c'era anche al fano? Ho saputo che non ci si fa mancare saviano...ed il mio hardsoftdisk cerebrale.. paff...li ha accoppiati... chi si somiglia si piglia...!
A proposito di immagini: stamane alla radio hanno sproloquiato che Raffele Ciriello fu "ucciso" da terroristi internazionali... dove si intende "palestinesi". Non credo di avere le traveggole, ma se m sbaglio, fatemelo sapere.
La scena ripresa dalla TV-allora ce l'avevo..?...Boh?...mi colpì e la rivedo ogni volta che ci penso. Una specie di crocevia... un carro armato...un bambino che getta un sasso al carrarmato... Raffaele Ciriello che sta lì, guardando, come se si trattasse di un "set"...
magari per far vedere che non è vero che i "soldati israeliani" sono poi così cattivi...all'improvviso, INASPETTATAMENTE... sottolineo improvviso..inaspettatamente...dal carramato sparano...e ammazzano Ciriello...è come se la telecamera che riprendeva la "scena" avesse avuto la bocca ed avesse URLATO...
"ma che fate?!!!!" Ricordo bene?
Su Saviano, aggiungerei che la sua posizione nei programmi di propaganda in atto in Italia è intuibile già dall'atteggiamento, costruito e studiato per le sedi televisive, che assume quando parla di scrittori e intellettuali che secondo lui sarebbero stati perseguitati dal potere. Oltretutto, alcuni dei personaggi che cita sono difficilmente ascrivibili alle categorie in causa. Tutti i suoi "eroi" sono però accomunati dal fatto di essere vittime di poteri lontani e indefiniti, i quali, soprattutto, sono assurti tradizionalmente al ruolo di eterni portatori di male in questa terra di sano liberismo, in cui ciascuno può onestamente rendersi schiavo e prostituirsi per uno dei pochi, rispettabilissimi, insaziabili padroni pronti ad incatenarlo con affetto e amore ai loro macchinari (che producono benessere e libertà per tutti noi, è chiaro).
I "feroci persecutori" degli "intellettuali" buoni e umanamente liberisti di cui Saviano parla sono sempre gli stessi ectoplasmi indefiniti che tanto fanno comodo alla propaganda di quei paesi e di quelle ideologie che non hanno mai perso il vizio dell'oppressione dell'altro, del colonialismo e dello sfruttamento assoggettato al capitale delle risorse naturali. I principali di questi persecutori sono: l'Unione Sovietica - luogo comune dalla rispondenza storica indefinita che sta ad indicare ogni sorta di cieca perversione e sadismo che un essere vivente possa mai concepire -; la Cina - che in parte costituisce una versione aggiornata dell'Unione Sovietica, con l'aggravante che sguinzaglia per il mondo libero un'incontrollabile schiera di persone che non muoiono mai, lavorano per pochi centesimi, devastano le nostre economie, e luoghi comuni continuando...-; l'Islam - spesso assurdamente identificato con il complesso delle genti arabe, a loro volta confuse con un miscuglio di etnie e nazionalità che hanno poco o niente di cultura comune; Vari ed Eventuali, tipo Zingari, Romeni, Albanesi (a seconda della moda e dell'utilità del momento).
Parallelamente si ha un altro luogo comune indefinito, ma di diverso tipo, vale a dire l'Africa, che serve non a creare eroi, ma a diffondere l'idea che esista un male cosmico pilotato dal destino. Entità che viene solitamente trattata come se avesse la popolazione, l'estensione e la complessità culturale, ecologica e politica del Sud-Tirolo, l'Africa e il luogo dove si muore di fame, si verificano progetti di pulizia etnica, guerre civili, dittature, etc. Non si parla mai di cosa davvero stia accadendo o non stia accadendo, ad esempio, nessuno ritiene mai di dover precisare da dove e come sbuchino fuori quei grossi quantitativi di armamenti di cui si usa fare largo uso in diverse aree di quel continente.
Per tornare a Saviano, è curioso come eviti puntualmente di citare, quando parla degli intellettuali perseguitati, segregati, uccisi dai potenti, figure di grande rilievo culturale, come Ghassan Kanafani, scrittore palestinese di alto spessore (tradotto anche in italiano, in buone pubblicazioni) ucciso dall'esercito con la stella di Davide in Libano nel 1972, Wael Zwaiter, intellettuale e letterato ucciso dal Mossad a Roma nel 1972, Naji al-Ali, vignettista e intellettuale (autore del celebre Handala), ucciso a Londra nel 1987, Marwan Barghuti, ancora nelle carceri dei necrocrati (come direbbe il buon Grimaldi), e tanti altri...
Di Saviano basta questo a farmi ritenere che sia un eroe da intervallo pubblicitario televisivo e da edizioni mondadori.
Su Saviano, aggiungerei che la sua posizione nei programmi di propaganda in atto in Italia è intuibile già dall'atteggiamento, costruito e studiato per le sedi televisive, che assume quando parla di scrittori e intellettuali che secondo lui sarebbero stati perseguitati dal potere. Oltretutto, alcuni dei personaggi che cita sono difficilmente ascrivibili alle categorie in causa. Tutti i suoi "eroi" sono però accomunati dal fatto di essere vittime di poteri lontani e indefiniti, i quali, soprattutto, sono assurti tradizionalmente al ruolo di eterni portatori di male in questa terra di sano liberismo, in cui ciascuno può onestamente rendersi schiavo e prostituirsi per uno dei pochi, rispettabilissimi, insaziabili padroni pronti ad incatenarlo con affetto e amore ai loro macchinari (che producono benessere e libertà per tutti noi, è chiaro).
I "feroci persecutori" degli "intellettuali" buoni e umanamente liberisti di cui Saviano parla sono sempre gli stessi ectoplasmi indefiniti che tanto fanno comodo alla propaganda di quei paesi e di quelle ideologie che non hanno mai perso il vizio dell'oppressione dell'altro, del colonialismo e dello sfruttamento assoggettato al capitale delle risorse naturali. I principali di questi persecutori sono: l'Unione Sovietica - luogo comune dalla rispondenza storica indefinita che sta ad indicare ogni sorta di cieca perversione e sadismo che un essere vivente possa mai concepire -; la Cina - che in parte costituisce una versione aggiornata dell'Unione Sovietica, con l'aggravante che sguinzaglia per il mondo libero un'incontrollabile schiera di persone che non muoiono mai, lavorano per pochi centesimi, devastano le nostre economie, e luoghi comuni continuando...-; l'Islam - spesso assurdamente identificato con il complesso delle genti arabe, a loro volta confuse con un miscuglio di etnie e nazionalità che hanno poco o niente di cultura comune; Vari ed Eventuali, tipo Zingari, Romeni, Albanesi (a seconda della moda e dell'utilità del momento).
Parallelamente si ha un altro luogo comune indefinito, ma di diverso tipo, vale a dire l'Africa, che serve non a creare eroi, ma a diffondere l'idea che esista un male cosmico pilotato dal destino. Entità che viene solitamente trattata come se avesse la popolazione, l'estensione e la complessità culturale, ecologica e politica del Sud-Tirolo, l'Africa e il luogo dove si muore di fame, si verificano progetti di pulizia etnica, guerre civili, dittature, etc. Non si parla mai di cosa davvero stia accadendo o non stia accadendo, ad esempio, nessuno ritiene mai di dover precisare da dove e come sbuchino fuori quei grossi quantitativi di armamenti di cui si usa fare largo uso in diverse aree di quel continente.
Per tornare a Saviano, è curioso come eviti puntualmente di citare, quando parla degli intellettuali perseguitati, segregati, uccisi dai potenti, figure di grande rilievo culturale, come Ghassan Kanafani, scrittore palestinese di alto spessore (tradotto anche in italiano, in buone pubblicazioni) ucciso dall'esercito con la stella di Davide in Libano nel 1972, Wael Zwaiter, intellettuale e letterato ucciso dal Mossad a Roma nel 1972, Naji al-Ali, vignettista e intellettuale (autore del celebre Handala), ucciso a Londra nel 1987, Marwan Barghuti, ancora nelle carceri dei necrocrati (come direbbe il buon Grimaldi), e tanti altri...
Di Saviano basta questo a farmi ritenere che sia un eroe da intervallo pubblicitario televisivo e da edizioni mondadori.
Su Saviano, aggiungerei che la sua posizione nei programmi di propaganda in atto in Italia è intuibile già dall'atteggiamento, costruito e studiato per le sedi televisive, che assume quando parla di scrittori e intellettuali che secondo lui sarebbero stati perseguitati dal potere. Oltretutto, alcuni dei personaggi che cita sono difficilmente ascrivibili alle categorie in causa. Tutti i suoi "eroi" sono però accomunati dal fatto di essere vittime di poteri lontani e indefiniti, i quali, soprattutto, sono assurti tradizionalmente al ruolo di eterni portatori di male in questa terra di sano liberismo, in cui ciascuno può onestamente rendersi schiavo e prostituirsi per uno dei pochi, rispettabilissimi, insaziabili padroni pronti ad incatenarlo con affetto e amore ai loro macchinari (che producono benessere e libertà per tutti noi, è chiaro).
I "feroci persecutori" degli "intellettuali" buoni e umanamente liberisti di cui Saviano parla sono sempre gli stessi ectoplasmi indefiniti che tanto fanno comodo alla propaganda di quei paesi e di quelle ideologie che non hanno mai perso il vizio dell'oppressione dell'altro, del colonialismo e dello sfruttamento assoggettato al capitale delle risorse naturali. I principali di questi persecutori sono: l'Unione Sovietica - luogo comune dalla rispondenza storica indefinita che sta ad indicare ogni sorta di cieca perversione e sadismo che un essere vivente possa mai concepire -; la Cina - che in parte costituisce una versione aggiornata dell'Unione Sovietica, con l'aggravante che sguinzaglia per il mondo libero un'incontrollabile schiera di persone che non muoiono mai, lavorano per pochi centesimi, devastano le nostre economie, e luoghi comuni continuando...-; l'Islam - spesso assurdamente identificato con il complesso delle genti arabe, a loro volta confuse con un miscuglio di etnie e nazionalità che hanno poco o niente di cultura comune; Vari ed Eventuali, tipo Zingari, Romeni, Albanesi (a seconda della moda e dell'utilità del momento).
Parallelamente si ha un altro luogo comune indefinito, ma di diverso tipo, vale a dire l'Africa, che serve non a creare eroi, ma a diffondere l'idea che esista un male cosmico pilotato dal destino. Entità che viene solitamente trattata come se avesse la popolazione, l'estensione e la complessità culturale, ecologica e politica del Sud-Tirolo, l'Africa e il luogo dove si muore di fame, si verificano progetti di pulizia etnica, guerre civili, dittature, etc. Non si parla mai di cosa davvero stia accadendo o non stia accadendo, ad esempio, nessuno ritiene mai di dover precisare da dove e come sbuchino fuori quei grossi quantitativi di armamenti di cui si usa fare largo uso in diverse aree di quel continente.
Per tornare a Saviano, è curioso come eviti puntualmente di citare, quando parla degli intellettuali perseguitati, segregati, uccisi dai potenti, figure di grande rilievo culturale, come Ghassan Kanafani, scrittore palestinese di alto spessore (tradotto anche in italiano, in buone pubblicazioni) ucciso dall'esercito con la stella di Davide in Libano nel 1972, Wael Zwaiter, intellettuale e letterato ucciso dal Mossad a Roma nel 1972, Naji al-Ali, vignettista e intellettuale (autore del celebre Handala), ucciso a Londra nel 1987, Marwan Barghuti, ancora nelle carceri dei necrocrati (come direbbe il buon Grimaldi), e tanti altri...
Di Saviano basta questo a farmi ritenere che sia un eroe da intervallo pubblicitario televisivo e da edizioni mondadori.
a proposito di saviano,da leggere il libro di Alessandro Dal Lago,Eroe di Carta ed Manifestolibri. Nel quale viene analizzato e demistificato Gomorra.
Anche Paolo Barnard tempo fa faceva delle buone considerazioni sullo spessore di saviano-ad esempio sulla modalità della condanna da parte della camorra,sul suo esser uno scortato di immagine tv e "star" e tanto altro.
A mio avviso si dovrebbe indagare a lungo su questo "eroe"
Secondo me però è da evitare anche il "bigottismo" militante. Mi spiego meglio. Saviano è un ottimo scrittore e credo che meglio di chiunque altro abbia denunciato con gomorra lo schifo camorristico imperante nel meridione e non solo. Perché non possiamo rendergli atto di questo anche se è anti-comunista e filo-israeliano? Sono posizioni dalle quali dissento ma che non c'entrano nello specifico con il suo impegno anti-camorra. Io lavoro nel campo dell'edilizia e mi trovo sempre a contatto con ragazzi rumeni e moldavi, lavoratori seri, gente cazzuta che si guadagna onestmente il pane. Nel 99% dei casi sono ferocemente anticomunisti ma questo non intacca affatto la loro integrità morale di gente perbene. E a ben vedere è davvero difficile trovare una persona dell'est con meno di 70 anni che si dica comunista. E allora che si fa? Si diventa tutti razzisti contro i migranti dell'est perché a loro non piace la falce e martello? La mia è una provocazione ovviamente, ma credo che può essere utile per spiegare che secondo me non si può trasformare Saviano in un "falso eroe" solo per una frase o una presa di posizione.
Manlio - Ostia (RM)
che c'entra?Conosco moltissimi stranieri per nulla comunisti-tanti sono anche sudamericani-ci discuto spesso e volentieri.Non li considero da abbandonare in mezzo al mare perchè non comunisti
Dico solo che Saviano anche come denunciatore dei mali della criminalità organizzata non è che ci abbia detto cose innovative .Non credo che sia un buon scrittote,leggi anche i suoi articoli tipo la recensione a 300,cosa noti?Il suo fascismo guerrafondaio,il suo disprezzo per le popolazioni arabe.
Ribalto la sitauzione,un buon scrittore-e saviano non lo è-non merita di essere ferocemente duramente attaccato per il suo pensiero?Siccome ci dice che esiste la camorra ed è cattiva,allora perdoniamogli il suo nazisionismo?Mah...
Come meglio non si potrebbe Davide risponde alla peregrina definizione di "bigottismo militante" di Anonimo e alla sua formidabile tolleranza verso chi, costruito e presentato come eroe dei miseri e poi invece emerso come grande trombettiere dei miserabili, riesce fare un cerchiobottismo che fa comodo solo al cerchio. "Grande scrittore"? Chi si accontenta gode.
Roberto Israeliano: eroe sionisticamente corretto. Io l'ho gettato nella spazzatura dopo questa risposta che ha dato nel suo blog, ma già da tempo ne diffidavo:
http://solponente.splinder.com/post/21812407/il-giornalismo-d%25E2%2580%2599inchiesta-si-ferma-alle-alpi-%25E2%2580%2593-lettera-a-roberto-saviano
http://solponente.splinder.com/post/22469905/par-condicio-ovvero-il-partito-dell%25E2%2580%2599amore-yankee-sionista
http://solponente.splinder.com/post/22808126/berlusioni-fassion-sionino-tutti-insieme-appas-sionatamente
http://solponente.splinder.com/post/22971967/anniversari-memoria-a-corrente-alternata-piu-una-nota-di-demerito-su-roberto-israeliano-saviano
http://it.peacereporter.net/articolo/22891/Alla+Cina+la+guerra+commerciale+d%27Iraq
A Rossoallosso: prego te e tutti di non utilizzare questo blog come un proprio blog, nel senso di inserirvi, come in questo caso (il link su Cina e Iraq), testi che con il post in questione c'entrano poco. I commenti sono assai utili e preziosi quando danno vita a un dibattito sul tema in questione. Non sono una bacheca per argomenti vari. Grazie.
scusa Fulvio,
non volevo approfittare,e' che mi sembrava pertinente riguardo al discorso sulla cina ,guerra dei balcani e imminente ,a sentire Fidel,guerra tra usraele ed iran.
la posizione della cina mi sembra molto importante,soprattutto riguardo noi europei che veniamo messi all'angolo in modo impercettibile ma costante.
la stessa turchia e' alla ricerca di altri lidi,visto che l'europa,riguardo a decisionalita',conta come il due di picche.
spero di sbagliarmi ,ma credo che il prossimo conflitto possa determinare,credo in senso negativo,il nostro futuro.
da un punto di vista ideologico puo' essere pure un bene,cosi' si spera un risveglio di coscienze assopite da troppo tempo,ma dal lato puramente umano ci sara' da soffrire parecchio.
scusa ancora,ma a volte il tempo e' poco e si preferisce fare copiaincolla,che non e' sicuramente bello,senza commentare,in futuro cerchero' di essere piu' esaustivo.
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