La sanità mentale sarà pure pazzia, ma la pazzia più pazza di tutte è vedere la vita com'è e non come dovrebbe essere.
(Don Chisciotte)
La più brillante tecnica di propaganda non avrà successo se non si tiene a mente costantemente un principio fondamentale: deve limitarsi ad alcuni punti e ripeterli all'infinito.
(Joseph Goebbels)
La stampa è tanto potente nel creare immagini da poter far apparire vittima il criminale e far sembrare un criminale la vittima... Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono.
(Malcolm X)
La grande maggioranza dell'umanità si accontenta di apparenze, come se fossero realtà ed è spesso influenzata più dalle cose che sembrano che da quelle che sono.
(Niccolò Machiavelli)
Si tratta di immagini, qui sotto, che fanno valere il vecchio detto: le chiacchiere stanno a zero. Non perchè non valgano mai niente. Anzi. Ma perchè queste immagini stanno a mille. E le parole sono pleonastiche.
A mio parere questo parallelismo, questa e/involuzione è, insieme alla biblica menzogna dell'11 settembre, la chiave per capire e combattere il nostro mondo. La matrice è una e quando l'avremo riconosciuta avremo iniziato il cammino verso la vittoria. Vi lascio con questo post, che basta per i prossimi dieci giorni. Buon tutto a tutti.
17 commenti:
http://www.meltingpot.org/articolo15669.html
E' l'animale u-mano che è "bacato". Parallelando dalla mia "bassa" posizione, riflettiamo: mai visto un Gatto che tortura altri Gatti? Mai visto un Cane che bombarda altri Cani? Per parlare dei due Animali che frequentiamo maggiormente. Gli agnellini, i porcellini, i vitellini e loro antenati NON li frequentiamo... li MANGIAMO! Ed i "creTINIdenti" di "giove" e "dov'è?" neanche li anestetizzano....!
Cosa dire caro Fulvio...le immagini che ci hai proposto in sequenza parallela e distaccate nel tempo sono una mazzata emozionale e lasciano dentro spunti per tante riflessioni...non è solo una ricerca del male che è insito nell'animo umano...sarebbe limitativo...quello che mi fa rabbia e che colpisce la mia parte sensibile è il fatto che non siamo stati capaci di elaborare le tragedie dell'olocausto...il ricordo esiste ancora ma è avvolto da strati di ovatta che anno dopo anno hanno creato un distacco dal reale...un oblio sensoriale....un vuoto emozionale che alla lunga ci fa dimenticare e le tragedie di nuovo perpetrare. Boh...forse non c'è speranza....forse qualcuno vuole e desidera che il ricordo venga nel tempo prima sospeso...poi rimosso. Vedere queste immagini in parallelo forse può aiutarci a risvegliare il ricordo...
HASTA SIEMPRE
COPAGNOPABLO
nulla da dire: israele è un paese strano soprattutto nel quadro della propria storia.
hanno subito un devastante eccidio, la shoa, ed ora il loro comportamento non è disgiunto da quello riservato a loro dai nazisti.
sono sincero: o grimaldi è un agente provocatore oppure israle deve delle spiegazioni.
ma forse dovremmo chiederle noi delle spiegazioni a loro; o no?
io comuqnue sono dell'avviso che la fine del macello medio-orientale potrebbe essere la creazione di uno stato bi-nazionale, che porrebbe fine non solo alla degradazione umana in quel territorio, ma anche un fortissimo segnale di pace a tutte le divisioni del mondo su base etnica o nazionale.
vabbè sono utopista, è vero!!
saluti
alb
Non so se questo c'entra .Ma sì che c'entra, quando qualche moccioso nostrano se la prende con un gigante buono solo perché ha il papà poliziotto che gli para il culo, i nazisionisti c'entrano sempre!.
“Non vorrei che dopo Berlusconi arrivasse Chavez”. Con questa poco illuminata ma certo illuminante frase, Pierluigi Bersani ha chiosato un suo discorso tenuto il 6 luglio 2010 sulla presunta fine dell’esperienza politica berlusconiana. Queste parole, di primo acchito liquidabili come un ennesimo esempio della naturale pulsione dei notabili di “sinistra” italiani a dimostrare Urbi et Orbi che non sono mai stati comunisti, sono un’ autentica Stele di Rosetta per chi non avesse ancora capito la natura del regime che ci governa.
Già, perché in apparenza tirare in ballo il presidente venezuelano non ha alcun senso. Un Chavez de noantri dopo Berlusconi? E chi sarebbe costui? Un leader di un partito di “estrema” sinistra tipo Vendola o Ferrero che, dopo la fine ignominiosa del berlusconismo, in uno scenario della più comica fantapolitica salirebbe al potere in barba all’affidabile e moderato Partito Democratico? O, facezie a parte, si riferisce ad un’ escrescenza della destra al potere che potrebbe essere peggio dello spocchioso nanetto? L’elemento che fa drizzare le orecchie ai pochi illuminati è proprio la scelta del paragone con Chavez, persona totalmente agli antipodi di Berlusconi. Descrivere una deriva dittatoriale della già soffocante situazione attuale avrebbe richiesto l’uso di paragoni più appropriati come Franco o Mussolini. L’uscita del pizzicagnolo di Bettola serve a rassicurare chi realmente comanda in Italia sulla totale continuità fra il governo fantoccio attuale e quello futuro auspicato dal Nostro e da tanti italiani onesti ma all’oscuro di vivere in una colonia. “Tranquilli, Signori Padroni, qui non si fa nessuna rivoluzione! I Vostri nemici sono i nostri. Se Voi dite che Chavez, Morales, Haniyeh, Ahmadinejad, tutti eletti in elezioni democratiche, sono feroci dittatori, poffarre, la nostra dedizione alla Nobile Causa è tale da spingerci ad utilizzarli come antonomasia del Male anche quando non c’entrano un cazzo. Tanto la figura di merda la facciamo solo nei confronti dei pochi che ancora rifiutano la Vostra dottrina e che, come sempre, ci adopereremo affinché siano sempre meno. In un modo o nell’altro”.
Mauro Murta
Non so se questo c'entra .Ma sì che c'entra, quando qualche moccioso nostrano se la prende con un gigante buono solo perché ha il papà poliziotto che gli para il culo, i nazisionisti c'entrano sempre!.
“Non vorrei che dopo Berlusconi arrivasse Chavez”. Con questa poco illuminata ma certo illuminante frase, Pierluigi Bersani ha chiosato un suo discorso tenuto il 6 luglio 2010 sulla presunta fine dell’esperienza politica berlusconiana. Queste parole, di primo acchito liquidabili come un ennesimo esempio della naturale pulsione dei notabili di “sinistra” italiani a dimostrare Urbi et Orbi che non sono mai stati comunisti, sono un’ autentica Stele di Rosetta per chi non avesse ancora capito la natura del regime che ci governa.
Già, perché in apparenza tirare in ballo il presidente venezuelano non ha alcun senso. Un Chavez de noantri dopo Berlusconi? E chi sarebbe costui? Un leader di un partito di “estrema” sinistra tipo Vendola o Ferrero che, dopo la fine ignominiosa del berlusconismo, in uno scenario della più comica fantapolitica salirebbe al potere in barba all’affidabile e moderato Partito Democratico? O, facezie a parte, si riferisce ad un’ escrescenza della destra al potere che potrebbe essere peggio dello spocchioso nanetto? L’elemento che fa drizzare le orecchie ai pochi illuminati è proprio la scelta del paragone con Chavez, persona totalmente agli antipodi di Berlusconi. Descrivere una deriva dittatoriale della già soffocante situazione attuale avrebbe richiesto l’uso di paragoni più appropriati come Franco o Mussolini. L’uscita del pizzicagnolo di Bettola serve a rassicurare chi realmente comanda in Italia sulla totale continuità fra il governo fantoccio attuale e quello futuro auspicato dal Nostro e da tanti italiani onesti ma all’oscuro di vivere in una colonia. “Tranquilli, Signori Padroni, qui non si fa nessuna rivoluzione! I Vostri nemici sono i nostri. Se Voi dite che Chavez, Morales, Haniyeh, Ahmadinejad, tutti eletti in elezioni democratiche, sono feroci dittatori, poffarre, la nostra dedizione alla Nobile Causa è tale da spingerci ad utilizzarli come antonomasia del Male anche quando non c’entrano un cazzo. Tanto la figura di merda la facciamo solo nei confronti dei pochi che ancora rifiutano la Vostra dottrina e che, come sempre, ci adopereremo affinché siano sempre meno. In un modo o nell’altro”.
Mauro Murta
Si secondo me Grimaldi è decisamente un agente provocatore.
Guarda spero fosse una domanda retorica...
Comunque.. terribili le foto.. io vedrei bene accanto a queste, quelle del macello piemontese al Sud, quelle dei pellerossa e quelle dei campi di concentramento ITALIANI in Libia.
Queste immagini non possono lasciare spazio al solito umanitarismo generico: qui ci sono precise responsabilità del governo israeliano e dei cittadini israeliani (e no) che lo sostengono con il voto. Qui c'è golia-Israele contro davide-Palestina e alla fine c'è da augurarsi che, nello scontro, si arrivi allo stesso esito finale.
Io sto con Hamas, perché è l'unica forza politica, legalmente eletta dal suo popolo, che difende in modo adeguato gli interessi strettamente vitali dei palestinesi, cioè con le armi.
Quando la Palestina armata vincerà, spero anche con il nostro aiuto più o meno fattivo, vincerà l'intero suo popolo e Israele verrà cancellata dalle carte politiche per far posto ad un unico Stato multietnico e multiculturale: la Palestina.
taras
Forse neanche questo c'entra. La "sostituzione" linguisticamente ambigua, CIA inqu-lato inframmezzando l'infame vocabolo "la legge". Partigiani... Veri Comunisti...sfucilati, v'hanno anche sfrattati! I rinnegati traditori dell'Ideale, affondazione scostumista e kameraten... sono sul libro paga di pirlaskony...senza di loro il nonnodorcore non avrebbe rEgione di esistere.
La cosa che offende di più, oltre all'orrore conclamato di queste immagini impietose, è il doppiopesismo della stampa occidentale, quasi che vi siano morti di serie A e di serie Z. Intanto l'eroico Pagliara ci rompe i coglioni sul soldato Shalit pigolando nel suo comodo giubbottino antiproiettile a 3 km dalla striscia, mentre Tsahal infligge, alla popolazione inerme di Gaza, il castigo del maledetto dio di Israele, sotto forma di manna incandescente. Spirito di Che Guevara dove sei? Io ti invoco.
taras
Chiedo scusa a tutti per l'attacco di "commentite" che mi ha colpito: passerà presto, ma leggete questo articolo riportato da peacereporter e rovinatevi la giornata.
taras
sab, 17 lug ore 09:25
GAZA, PRIMA O POI ARRIVANO GLI ASSASSINI
Pubblicato in: Numero755-10
Nonostante la posizione sfavorevole , Piombo Fuso non ha macinato vittime nella famiglia Abu Said. Il massacro si è tuttavia perpetrato quattro giorni fa. Gli Abu Said sono beduini, e da quarant'anni vivono dei frutti della loro terra in una fattoria isolata nei pressi di Johr el-Diek, davanti al confine a Est di Gaza City, e per quarant'anni dichiarano di non avere avuto grossi problemi con il bellicoso vicinato israeliano. In realtà, approfondendo il discorso con il
capofamiglia, dopo la prima intifada, la seconda intifada e l'inizio dell'assedio, sotto la minaccia delle armi hanno dovuto progressivamente arretrare di molto le loro coltivazioni, se vent'anni aravano a ridosso al confine ora sono retrocessi di 400
metri, con perdite rilevanti: dei bei frutteti che una volta prosperavano carichi di frutta non sono rimaste neanche le radici.
E' martedì sera, sono circa le ore 20:45, alcune donne stanno prendendo il fresco nel cortile dinnanzi a casa, quando odono un colpo sordo seguito subito dopo da un'altro e da un forte ronzio, come di una migliaia di insetti sparati a tutta forza contro di
loro. Lo sciame di api metalliche inizia a infierire sulla facciata dell'abitazione, riducendola presto un colabrodo, poi con il loro pungiglione di acciaio attaccano fameliche la carne delle beduine.
Senza nessuna ragione per giustificare un attacco, un carro armato israeliano ha
sparato due colpi di artiglieria: Amira Jaber Abu Said, 30 anni, è colpita e ferita alla spalla da schegge di esplosivo e frecce di acciaio, mentre la cognata
ventiseienne Sanaa Ahmed Abu Said perde sangue da un piede. Si rifugiano in preda la panico all'interno dell'abitazione e chiamano un'ambulanza, mentre dalla torretta militare sotto la quale staziona il blindato israeliano, una mitragliatrice spara verso di loro ininterrottamente per dieci minuti.
Le ambulanze raggiungono la zona dopo un quarto d'ora, ma sono costrette a tornare indietro: le Forze di Occupazione Israeliana non concedono loro il coordinamento per passare e minacciano di fare fuoco anche contro i paramedici.
Dopo circa un'ora di apparente quiete, Nema Abu Said, trentatreenne madre di cinque
bambini, si accorge disperata che il suo figlio più piccolo Nader, dorme ancora all'esterno della casa inconsapevole del pericolo che sta correndo. Si getta fuori
per raccoglierlo, quando si ode un altro corpo sordo e l'ennesimo sciame di frecce assassine la colpisce. Nema muore all'istante. Suo cognato, Jaber Abu Said, 65 anni, è ferito dalle schegge del proiettile alla coscia destra.
La famiglia ha continuato a chiamare i soccorsi invano: un'ambulanza della mezza luna
rossa ottiene il permesso israeliano per arrivare sul posto solo dopo due ore, e raccoglie 3 feriti e una donna ormai cadavere.
(...)
Chiedo scusa a tutti per l'attacco di "commentite" che mi ha colpito: passerà presto, ma leggete questo articolo riportato da peacereporter e rovinatevi la giornata.
taras
sab, 17 lug ore 09:25
GAZA, PRIMA O POI ARRIVANO GLI ASSASSINI
Pubblicato in: Numero755-10
Nonostante la posizione sfavorevole , Piombo Fuso non ha macinato vittime nella famiglia Abu Said. Il massacro si è tuttavia perpetrato quattro giorni fa. Gli Abu Said sono beduini, e da quarant'anni vivono dei frutti della loro terra in una fattoria isolata nei pressi di Johr el-Diek, davanti al confine a Est di Gaza City, e per quarant'anni dichiarano di non avere avuto grossi problemi con il bellicoso vicinato israeliano. In realtà, approfondendo il discorso con il
capofamiglia, dopo la prima intifada, la seconda intifada e l'inizio dell'assedio, sotto la minaccia delle armi hanno dovuto progressivamente arretrare di molto le loro coltivazioni, se vent'anni aravano a ridosso al confine ora sono retrocessi di 400
metri, con perdite rilevanti: dei bei frutteti che una volta prosperavano carichi di frutta non sono rimaste neanche le radici.
E' martedì sera, sono circa le ore 20:45, alcune donne stanno prendendo il fresco nel cortile dinnanzi a casa, quando odono un colpo sordo seguito subito dopo da un'altro e da un forte ronzio, come di una migliaia di insetti sparati a tutta forza contro di
loro. Lo sciame di api metalliche inizia a infierire sulla facciata dell'abitazione, riducendola presto un colabrodo, poi con il loro pungiglione di acciaio attaccano fameliche la carne delle beduine.
Senza nessuna ragione per giustificare un attacco, un carro armato israeliano ha
sparato due colpi di artiglieria: Amira Jaber Abu Said, 30 anni, è colpita e ferita alla spalla da schegge di esplosivo e frecce di acciaio, mentre la cognata
ventiseienne Sanaa Ahmed Abu Said perde sangue da un piede. Si rifugiano in preda la panico all'interno dell'abitazione e chiamano un'ambulanza, mentre dalla torretta militare sotto la quale staziona il blindato israeliano, una mitragliatrice spara verso di loro ininterrottamente per dieci minuti.
Le ambulanze raggiungono la zona dopo un quarto d'ora, ma sono costrette a tornare indietro: le Forze di Occupazione Israeliana non concedono loro il coordinamento per passare e minacciano di fare fuoco anche contro i paramedici.
Dopo circa un'ora di apparente quiete, Nema Abu Said, trentatreenne madre di cinque
bambini, si accorge disperata che il suo figlio più piccolo Nader, dorme ancora all'esterno della casa inconsapevole del pericolo che sta correndo. Si getta fuori
per raccoglierlo, quando si ode un altro corpo sordo e l'ennesimo sciame di frecce assassine la colpisce. Nema muore all'istante. Suo cognato, Jaber Abu Said, 65 anni, è ferito dalle schegge del proiettile alla coscia destra.
La famiglia ha continuato a chiamare i soccorsi invano: un'ambulanza della mezza luna
rossa ottiene il permesso israeliano per arrivare sul posto solo dopo due ore, e raccoglie 3 feriti e una donna ormai cadavere.
Chiedo scusa a tutti per l'attacco di "commentite" che mi ha colpito: passerà presto, ma leggete questo articolo riportato da peacereporter e rovinatevi la giornata.
taras
sab, 17 lug ore 09:25
GAZA, PRIMA O POI ARRIVANO GLI ASSASSINI
Pubblicato in: Numero755-10
Nonostante la posizione sfavorevole , Piombo Fuso non ha macinato vittime nella famiglia Abu Said. Il massacro si è tuttavia perpetrato quattro giorni fa. Gli Abu Said sono beduini, e da quarant'anni vivono dei frutti della loro terra in una fattoria isolata nei pressi di Johr el-Diek, davanti al confine a Est di Gaza City, e per quarant'anni dichiarano di non avere avuto grossi problemi con il bellicoso vicinato israeliano. In realtà, approfondendo il discorso con il
capofamiglia, dopo la prima intifada, la seconda intifada e l'inizio dell'assedio, sotto la minaccia delle armi hanno dovuto progressivamente arretrare di molto le loro coltivazioni, se vent'anni aravano a ridosso al confine ora sono retrocessi di 400
metri, con perdite rilevanti: dei bei frutteti che una volta prosperavano carichi di frutta non sono rimaste neanche le radici.
E' martedì sera, sono circa le ore 20:45, alcune donne stanno prendendo il fresco nel cortile dinnanzi a casa, quando odono un colpo sordo seguito subito dopo da un'altro e da un forte ronzio, come di una migliaia di insetti sparati a tutta forza contro di
loro. Lo sciame di api metalliche inizia a infierire sulla facciata dell'abitazione, riducendola presto un colabrodo, poi con il loro pungiglione di acciaio attaccano fameliche la carne delle beduine.
Senza nessuna ragione per giustificare un attacco, un carro armato israeliano ha
sparato due colpi di artiglieria: Amira Jaber Abu Said, 30 anni, è colpita e ferita alla spalla da schegge di esplosivo e frecce di acciaio, mentre la cognata
ventiseienne Sanaa Ahmed Abu Said perde sangue da un piede. Si rifugiano in preda la panico all'interno dell'abitazione e chiamano un'ambulanza, mentre dalla torretta militare sotto la quale staziona il blindato israeliano, una mitragliatrice spara verso di loro ininterrottamente per dieci minuti.
Le ambulanze raggiungono la zona dopo un quarto d'ora, ma sono costrette a tornare indietro: le Forze di Occupazione Israeliana non concedono loro il coordinamento per passare e minacciano di fare fuoco anche contro i paramedici.
Dopo circa un'ora di apparente quiete, Nema Abu Said, trentatreenne madre di cinque
bambini, si accorge disperata che il suo figlio più piccolo Nader, dorme ancora all'esterno della casa inconsapevole del pericolo che sta correndo. Si getta fuori
per raccoglierlo, quando si ode un altro corpo sordo e l'ennesimo sciame di frecce assassine la colpisce. Nema muore all'istante. Suo cognato, Jaber Abu Said, 65 anni, è ferito dalle schegge del proiettile alla coscia destra.
La famiglia ha continuato a chiamare i soccorsi invano: un'ambulanza della mezza luna
rossa ottiene il permesso israeliano per arrivare sul posto solo dopo due ore, e raccoglie 3 feriti e una donna ormai cadavere.
Grimaldi, non è che con la calura lei è andato a bere l'acqua dalla ciotola del suo bassotto? Lei -che rappresenta a mela pena se stesso nei peana o nei collage fotografici a suo uso e consumo- è l'icona vivente dell'antisemita di estrema sinistra, cui non va bene nè l'Unità, nè il Manifesto, nè altri partener troppo moderati (provi con forza nuova!): culturalmente inesistente, lontano dalla realtà dei fatti come la terra dalla luna, predica il suo antisemitismo ributtante e mette santini del Che per gli allocchi che come sempre, non mancheranno.
L'Iran, il venezuela, la Corea del Nord: che incredibile pastone terzomondista, ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
Con la consueta stima.
Grazie per la gentile dialettica, di chiarissima origine.
Osservo solo che sono 43 anni, dalla gloriosa guerra d'aggressione nazisionista del 1967,che sostengo i semiti.Ben 300 milioni. Tutti arabi. Quei quattro semiti arabi che si sono fatti infinocchiare dall'ebraismo glieli lascio tutti. Così può continuare a sparare la balla dell'antisemitismo.
bandini è tu sei il solito sionista democretino.
davide
makicazzèstòbandini? annichiliamo le pubblicità ingannevoli!
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