Una stampa cinica, mercenaria, demagogica produrrà nel tempo una società
altrettanto degradata. (Joseph Pulitzer).
Non temere il nemico, il nemico ti può togliere solo la vita. E’ molto
meglio temere i media, giacchè essi ti ruberanno l’onore. Quell’ orribile
potere, l’opinione pubblica, viene creata da un’orda di sempliciotti ignoranti
e narcisisti che, non riuscendo a zappare o a fare i ciabattini, evitarono l’ospizio
dedicandosi al giornalismo. (Marc Twain)
Dedicato a coloro che spapagallano le
cose su Grillo e il M5S che vengono diffuse da chi né è terrorizzato.
Cari interlocutori, ci sarebbero
parecchie cose su cui intrattenerci, tipo le provocazioni che gli Usa, con il
cagnolino sudcoreano al guinzaglio, stanno perpetrando contro la dignitosissima
Corea del Nord allo scopo di giustificare la mastodontica militarizzazione in
atto in Sudcorea, nel quadro dello spostamento strategico verso il Pacifico deciso
dal serial killer Obama in vista dell’aggressione alla Cina. Quelle che, con
toni di rampogna e panico, i media, il moderato manifesto in testa, definiscono
le “minacce e provocazioni di Pyongyang” equivalgono alle provocazioni “giapponesi”
a Pearl Harbour, “vietnamite” nel Golfo del Tonchino, “Al Qaida” l’11 settembre
e poi a Londra e Madrid, “serbe” a Racak in Kosovo o a Srebrenica..
Aspettiamoci un remake.
Un esercito che dal 1943 ha perso la faccia
C’è l’oscenità del quartetto Terzi-Di
Paola-Due Marò, assassini per diletto, che hanno perpetuato il carattere
proditorio della classe dirigente italiana; c’è l’ennesimo colpo di Stato
effettuato dal proconsole della Cupola, con l’imposizione dei dieci saggi
cialtroni cencellianamente scelti per sodomizzare parlamento, popolo democrazia, costituzione e far fare al
terminator Monti qualche altra notte dei morti viventi.
Poi ci sarebbe la patetica riedizione a
Tunisi di un Forum Sociale Mondiale, defunto e imbalsamato da tempo, dove sono
riemersi dalle plaghe dell’inutilità foderata di nebbia personaggi arcaici come
Agnoletto, Marcon, Bersani (Attac), festosi manifestaioli, tutta la gioconda
compagnia di giro che, a Porto Alegre, aveva annunciato il “nuovo mondo
possibile” (viene da vomitare). Un mondo realizzato attraverso lo 0,16% di un “bilancio
partecipativo” dal ridicolo carattere puramente consultivo, attraverso il “rinnovamento
dal di dentro di ognuno di noi”, realizzando il “cambiamento del mondo senza la
presa di potere”, farfugliato dal teorico del disarmo unilaterale che ogni par
d’anni fa le sue folkloristiche epifanie in Chiapas, offrendo in grazioso dono
ai genocidi di Stato la “nonviolenza”.
Forum Sociale che si è consolato della
propria irrilevanza politica, economica, sociale, culturale, facendosi paladino
dell’unica causa che non comporta pericoli, ma unanimità di caritatevoli
consensi, la Palestina, non accennando nemmeno di sfuggita al vecchio mondo
possibile che insiste a uccidere e che avevano a vista d’occhio: la Libia
squartata e la Siria maciullata, l’Iran minacciato di olocausto atomico da chi,
dietro al suo di conclamato olocausto, insiste a celare il progetto più
necroforo mai concepito.
Quella Siria
in cui i diritti umani, così venerati dai socialforumisti, vengono disintegrati
dalla peggiore feccia mercenaria raccattata dai mandanti genocidi in giro per
il mondo, ora anche dotati di armi chimiche. Ma che bravi! Un profumo di onore
e dignità deve avere lambito le stanze del FSM, stagnanti di cavoli andati a
male: lo hanno sparso le migliaia di tunisini che hanno manifestato attorno
alla kermesse, svergognandola inneggiando alla resistenza eroica del popolo
siriano e maledicendo gli orchi del nazionicidio.
Insomma ne avremmo avute, in questi
giorni, di discussioni da accendere. Solo che sono ancora impelagato nel
montaggio di “Target Iran”, il nuovo docufilm su un paese visto senza i
paraocchi di tungsteno con cui vengono bardati, o si autobardano, quella razza
di ignoranti e lacchè che sono i giornalisti di esteri, dal Corriere al manifesto,
l’aristocrazia della professione. Film che sarà pronto e a disposizione per
ordinazioni e presentazioni a partire da fine aprile. Nel frattempo, a
proposito di discussioni oramai da spegnere, indirizzo soprattutto a quelli
che, senza anatemi da frustrati emarginati dalla storia e dalla volontà
popolare, la sottostante problematica riflessione su Grillo e il MoVimento 5 Stelle. Non la condivido in toto, ma è
seria, competente, priva di ossificazioni ideologiche, fondata invece su
un’ideologia critica di netto sapore comunista, dice il bene e il temuto male,
le possibili evoluzioni e involuzioni e, come del resto nel suo lisergico video
Casaleggio, prevede a buona ragione l’inevitabilità, a scanso di rivoluzioni di
tipo latinoamericane, di una conflagrazione bellica mondiale scaturita
dall’agonia del capitalismo. Che questo scritto possa, meglio di me, levare
qualche scaglia di polvere dalle lenti dei chierici di una “sinistra” che non
ha più niente da dire.
Lasciatemi ancora dire che è incredibile
con quale unanime e viscerale violenza tutti quanti, dai media ai politici,
cercano di rompere i coglioni a Grillo e ai pentastellati. Cosa che permette di
attribuire altro credito al MoVimento. Le intemperanze virulente sparate
dall’universo mondo da sbaraccare sono altrettante ciambelle di salvataggio cui
attaccare le proprie disperazioni di naufraghi. E così, accanto alle frasi colte
dai buchi della serratura, debitamente rielaborate e svuotate di contesto, ecco
i nuovi Favia costruiti da burattinai nel teatro dei pupi, o spontaneamente
sorti innaffiati da ignoranza e presunzione (o intenti inconfessabili). Quanta
ragione ha Beppe Grillo quando intima a questa spuria zavorra, che ambisce a coniugarsi
con il partito che ha lubrificato per decenni la via della depredazione di beni
e diritti, di togliersi dalle palle!
Meglio estirpare subito la gramigna seminata dai venti dei sepolcri.
Ultima notizia: I deputati del M5S hanno
presentato una mozione che chiede l’immediato ritiro dei militari italiani dall’Afghanistan.
Naturalmente questo, secondo chi mi dà dell’illuso o del rincoglionito per la
mia non condivisione degli anatemi contro Grillo, farà tanto felice i
burattinai di Grillo oltre Atlantico, quanto ha fatto felici quelli domestici
il protagonismo assoluto del M5S in Val di Susa. E’ per questo che gli astuti
critici sinistri del M5S non hanno mai fatto niente di simile in parlamento.
Mica vogliono passare per burattini di Rockefeller!
Da INFOAUT
Proficue
ambivalenze del grillismoIn primo piano
di Nicola Casale e Raffaele Sciortino_
Le elezioni di febbraio hanno sconvolto il quadro politico italiano. Le
politiche rigoriste di Monti, appoggiato dalla Chiesa, hanno subito una sonora
bocciatura. Si conferma che la borghesia che conta non è in grado di proporre
un suo partito, mancandole sia il personale credibile che la capacità di
costruire consenso (bisognerà tornarci su, se è vero che non è dato solo
italiano).
Vittoria simile a una disfatta per Pd-Sel che si proponevano di continuare
Monti con qualche pennellata di “attenzione” al lavoro. Credibilità decrescente
per Berlusconi con la sua proposta di fare come se debito e crisi non fossero
un problema per i ceti sociali di riferimento. Ridimensionamento secco per la
Lega. Batosta senza attenuanti per la “sinistra alternativa”, di cui
l’elettorato ha giustamente sancito la perfetta inutilità. Unico vincitore il
M5S. Una vittoria che spariglia le carte, non a caso vista con grande
preoccupazione dall’establishment politico nazionale ed europeo. Assai meno preoccupato
quello Usa che intravede la possibilità di un maggiore incasinamento
dell’Europa quale concorrente monetario nonché l’emergere di altri segnali
favorevoli (di cui più innanzi).
Prima di esaminare
questo successo, tre annotazioni minori ma non troppo: Berlusconi, dato per
finito, ha parzialmente rigalvanizzato la sua base nella battaglia per
scaricare i costi della crisi esclusivamente sugli altri settori utilizzando
anche l’attacco al rigorismo di Berlino[1]; i ceti di riferimento del centro-sinistra escono ancor
più depressi e spaesati dall’anno di sostegno a Monti, assieme ai loro
sindacati, Cgil e Fiom; la Lega conquista la Lombardia contando di conservare
forze sufficienti ad affrontare frangenti di precipitazione della crisi per
riproporre la prospettiva padanista.
Grillo, grillini, grillismo
Il successo del M5S[2], è chiaro a tutti, ha rivelato l‘esistenza di una diffusa
e trasversale opposizione alle politiche di “salvataggio” basate sull’austerity
a senso unico. Ha anche evidenziato il prender piede di una certa
consapevolezza che non si può affrontare la drammatica situazione presente, e
quella più drammatica che si prepara dietro le nubi minacciose di un’irrisolta
crisi, con i soliti mezzucci, ma serve qualcosa di “rivoluzionario”. Pur
nell’assenza di ampie mobilitazioni sociali, gli spostamenti molecolari in atto
nella società hanno portato alla luce quasi di
colpo un’aspettativa di cambiamento diffusa. Nessun soggetto di sinistra
intercetta il minimo briciolo di questi sentimenti di massa. Non quella
governativa a ogni costo (Sel), non quella “extraparlamentare” per forza
(Ferrero & c.), e neanche la sinistra a-parlamentare per scelta. Le prime
due sono percepite come compartecipi del disastro cui si è giunti, la terza
verifica che non basta la crisi della sinistra ufficiale per vedere riempirsi
le piazze e ingrossarsi le proprie fila. A quelle istanze ha invece dato voce,
in parte intercettandole in parte anche costruendole online e offline, Grillo. Ma è importante per approssimare un’analisi non impressionistica di quanto sta accadendo aver presente
che né tra Grillo e grillini c’è piena identità -la dialettica tra i due poli è
anzi solo agli inizi- né il grillismo esaurisce la dinamica
sociale e politica di cui al momento è laboratorio, ma che è più profonda e va
ben oltre l’Italia.
Verso il M5S si è
orientata un grande parte di giovani con un presente precario e senza speranza
di futuro. Ma anche una parte significativa di lavoratori, dipendenti e
autonomi, che vedono crollare le prospettive e ormai in pericolo anche il
presente. Vecchio e nuovo proletariato che sta esaurendo la fiducia nella
politica del compromesso a tutti i costi, perseguita con l’aspettativa di
“contenere i danni” col “meno peggio” per poi accedere al “secondo tempo” di
ripresa del capitalismo. Il secondo tempo non arriva, e se anche arrivasse non
ne beneficerà chi sopporta lo sforzo lavorativo ma chi su tale sforzo già
ingrassa. Meglio, dunque, rifiutare ogni ulteriore compromesso e alleanza al
ribasso e aspirare a una “presa di potere” in proprio, come si
propone di fare il M5S, sul quale si riversa infatti un mix che combina la
”conquista del mondo senza presa del potere”, retaggio dei no global, con
l’istanza sempre più urgente di far fuori la casta dominante, inetta e cleptomane,
e imporre un proprio programma.
Ambivalenze del grillismo
Come imporre un proprio programma? Il
meccanismo della delega, utilizzato dalla “sinistra” per rappresentare le
istanze proletarie nei precedenti sessant’anni, sgarrupa assieme a lei. Se la delega
è fonte di raggiri e tradimenti, non resta che muoversi in prima persona. Su
questo piano la proposta di Grillo di attivizzazione dei cittadini sembra molto
più promettente della vecchia rappresentanza tramite partiti e sindacati.
Inoltre, essa ha il pregio di affrontare un altro serio problema: la politica
deve essere un servizio e non una professione.
Non deve servire a procurare arricchimenti, ma neanche a creare rendite di
posizione di status sociale: il politico professionista non è necessariamente
più esperto di una qualunque casalinga, e sicuramente magna di più.
Quale programma imporre? Sul punto le spinte
confluite verso il M5S sono composite e rispecchiano le istanze dei diversi
ceti sociali. Nondimeno, alcuni elementi ne tracciano il terreno comune. Qui la
percezione di massa, confusa quanto si vuole, varca la soglia inibita agli
“esperti/propagandisti” del mercato: il sistema così com’è oggi non avrà più
fasi di sviluppo prorompente che diffonda benefici per tutti, tranne forse che
nei paesi emergenti fino a quando non saranno definitivamente emersi (o, nei
desideri occidentali, sommersi). C’è bisogno, dunque, di adattarsi alla nuova
realtà di minore e decrescente ricchezza e affrontare il problema che la crisi
e le difficoltà finanziarie degli stati mettono all’ordine del giorno: la
sopravvivenza di masse sempre più ampie. L’adeguamento deve essere ugualitario,
coinvolgere tutti, ma a partire dalle classi superiori in modo da lenire i sacrifici di quelle inferiori. Questa istanza
dettata da aspettative economiche decrescenti è oggi diretta principalmente se
non essenzialmente contro la casta politica, ma contiene
in embrione una delle questioni centrali che riguardano il sistema capitalista
in quanto tale: non solo l’appropriazione della ricchezza sociale avviene in
modo inversamente proporzionale -guadagna di più non chi produce ma chi
esercita il comando, soprattutto finanziario- ma in gioco in questa crisi c’è
sempre di più la questione dellariproduzione dell’intera società (nel suo rapporto con la natura).
La riduzione delle
risorse esige inoltre un’accurata selezione nell’impiego e la
discussione dei criteri da utilizzare. Il M5S raccoglie qui uno dei significati
generali contenuti nei movimenti sui beni comuni degli ultimi anni, a partire
dal No Tav, che hanno trovato nel Pd un sistematico avversario e nella sinistra
“alternativa” un sostegno solo strumentale.
Nel voto al M5S si ritrovano poi, in modo più confuso, altre questioni
decisive: cosa e come produrre, e chi decide in merito. La “civiltà dell’auto”
e l’edilizia infinita sono in affanno come traino all’attività economica. Per
altro verso, il lavoro ha smesso di essere strumento di miglioramento delle
condizioni di vita e riscatto per i figli e somiglia sempre più a una schiavitù
per chi lo fa in modo (precariamente) stabile e in una schiavitù peggiore per
chi lo fa in modo instabile o non ne ha proprio. Fa capolino allora la domanda
sul fine della produzione: per alimentare la bestia del vortice della finanza o
per soddisfare i bisogni sociali?
Il voto al M5S non è
stato dunque di sola protesta ma ha espresso, pur con le ambiguità dello
strumento elettorale rispetto a quello delle lotte sociali, il maturare di una
resistenza alle politiche di uscita dalla crisi ai danni dei soliti noti e allo
stesso tempo spunti di programma alternativi dal contenuto di classe, nel senso
attuale di una classe proletaria che ha ampiamente debordato i confini della
fabbrica. Per comprenderne anche gli sviluppi immediati bisogna allora cercare
di indagare nelle dinamiche di più lungo periodo che nella crisi possono
aprirsi a partire dalleambivalenze delle istanze fin qui emerse.
Anche senza entrare
nel dettaglio, è infatti evidente come al tema del potere in proprio e alla
critica della delega e della mediazione partitico-sindacale si accompagna nel
M5S il tentativo di rivitalizzare “senza intermediari” la rappresentanza
elettorale istituzionale proprio mentre il mito della democrazia della rete fa
premio sui processi di “democrazia reale” del tipo Occupy (come dire: indignados o comodi a cliccare… indivanos?). Così pure, il tema della crisi dello sviluppo, se
non indirizzata verso una riappropriazione sociale della ricchezza, rischia di
risolversi in una sorta di “socialismo della miseria” propedeutico all’accettazione
di quei sacrifici purchè equiportati avanti dalla sinistra fin qui giustamente criticata. Inoltre,
l’istanza di selezione dal basso delle risorse e di taglio delle “spese
inutili” che in sé può portare alla messa in discussione del meccanismo dell’indebitamento
in quanto tale, può facilmente risolversi nell’inconcludente distinzione tra
debito “legittimo” di cui farsi carico e debito “illegittimo” da ricontrattare
per rilanciare la competitività nazionale. Senza contare che sembra scarsa tra i
grillini, ma non sono gli unici!, la consapevolezza della portata globale dello scontro sul debito e sulle politiche di “uscita”
dalla crisi, spesso e volentieri ridotto al recinto europeo: di qui a pensare
di risolvere tutto con qualche ricetta nazionale anti-euro e antitedesca il
passo non è poi così lungo (con gli Usa a fregarsi le mani…). Infine,
permangono sullo sfondo, anche contraddittoriamente alla percezione che il
sistema in qualche modo si è inceppato, la volontà di non incasinarlo del tutto
e la speranza di potersi comunque limitare alla modifica del solo sistema
politico.
Per dirlo in una
battuta: tutti i temi agitati, singolarmente e nel loro insieme, contengono in
potenza una critica radicale al
capitalismo come sistema di produzione e riproduzione della vita umana ma
potrebbero, allo stesso tempo, avere differenti esiti “imprevisti”: risolversi
per inconseguenza in un nulla di fatto disperdendo così le energie catalizzate
oppure portare acqua al mulino di altre opzioni, al momento solo sotto traccia,
nell’ennesimo tentativo di rilancio dello stesso sistema
capitalistico. Sarebbe però perfettamente inutile approssimare queste
ambivalenze con spocchia. Nelle condizioni date generali e nel quadro italiano,
il grillismo è al momento una pratica embrionale di riformismo dal basso che ha colmato, con
caratteristiche proprie e relative alla fase attuale del capitalismo, il vuoto
lasciato da una sinistra oramai al capolinea. Alla quale risulta
incomprensibile -di qui il suo sconcerto[3]- il fatto che vecchio e nuovo proletariato si va, come di
colpo, ridislocando su un piano nuovo avendo preso atto del tramonto definitivo
di quanto ancora residuava, nel postfordismo, del tradizionale rapporto
capitale-lavoro.
Il passaggio va
filmato, non fotografato, ed è pregno di nodi irrisolti. Lo scioglimento di
queste contraddizioni va al di là della banale contrapposizione
grillismo/antigrillismo, attiene allo sviluppo delle forze sociali e politiche
nell’approssimarsi dei gironi peggiori della crisi. Per comprendere la portata
di questo scontro si deve guardare, ben oltre il personaggio-Grillo, a quelle forze nuove[4] sociali che si muovono
nel sottosuolo e che hanno prodotto il movimento raccoltosi al momento nel M5S.
L’esame di questo deve servire appunto a meglio comprendere quelle.
31 commenti:
ciao fulvio,
dopo tutto il male che gli ho augurato il povero ricucci è caduto o nelle mani di al nusrah o nelle mani di assad.
http://www.corriere.it/cronache/13_aprile_05/giornalisti-siria-italiani-rapiti_74aee606-9e31-11e2-9da0-834a30d18cb2.shtml
allah ha ascoltato le mie preghiere!
Allahu a'llam!
(stavolta però non ci sono i verdi a liberarli -vedi Tripoli, agosto 2011 - gli auguro tutto il bene, sono ansioso di sentire la loro versione dei fatti, visto che quella analoga di due anni fa non l'ha ancora raccontata con un minimo di coerenza nessuno dei protagonisti)
Emilio
Coraggio, dai "giornalisti" rapiti ci aspettano copiose sbrodolate intrise di sindrome di Stoccolma sui "ribelli rudi ma d'animo nobile, che hanno diviso i magri pasti con noi raccontandoci la loro lotta per una Siria libera e democratica".
Prepariamo i sacchetti per il vomito.
...a proposito com'è che il sito di Thierry Meissan è inaccessibile, "contaminato" da trojan ecc.???
Emilio
Condivido le grasse risate sulla cattura di Ricucci e pifferai Nato sodali da parte delle belve terroriste, pardon,dei "giovani rivoluzionari". Voglio proprio vedere come si arrampicherà sugli specchi quando racconterà da Minoli la sua avventura. Ne uscirà sicuramente un eroe. Sempre che questi salafiti sulla complicità col velinaro non faranno prevalere l'odio per il cristiano. Potrebbe finire a pane e acqua come le migliaia di cristiani cacciati dagli sgherri del Qatar nei campi profughi.
Quanto a Thierry Meissan, anch'io no ricevo più le sue newsletter. E' la libertà di stampa, bellezza.
Vorrei avere una tua valutazione sulla Boldrini e sull'attività del suo Commissariato ONU in relazione a guerre umanitarie ecc...anche perchè la sinistra si va infatuando di questa Papessa e vorrei capire che ha fatto veramente.
Ti invio il post che ho pubblicato poco fa sul Blog.lo divido in due tranche.
ASSASSINI!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E' il grido della gente di Civitanova Marche all'indirizzo dei governanti, di quei millantatori che per decenni hanno brigato, malversato, intrallazzato fingendosi, autoreferenziandosi AMMINISTRATORI di un Paese, di una Nazione che hanno illusa ed ingannata. Fino a prima delle elezioni le pressoché quotidiane notizie di suicidi di imprenditori, pensionati, disoccupati, venivano stigmatizzate con depressioni, crisi familiari o più semplicemente occultate. Oggi la gente ha capito che può alzare la voce, ha capito che se un Renzi va in televisione col chiodo a farsi propaganda da Maria De Filippi allora anche un comico come Grillo – che i palcoscenici li ha calcati per lavoro - è legittimo che si metta una mano sulla coscienza e prenda il posto di politici da avanspettacolo. E le notizie delle infamie di Equitalia non le difende nemmeno più il presidente della Repubblica coi suoi moniti stantii e minacciosi all'indirizzo dei sudditi che hanno osato “uccidere un cervo nel parco del re”, che hanno osato ribellarsi alla casta.
Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati, nuova cronologicamente, non nuova per il tipo politico – stantìo, conformista, falsobuonista - che rappresenta, è di coloro – e sono tanti - che della solidarietà han fatto mestiere, vagando per i posti più maledetti del pianeta, per lo più su auto blindate dalle lunghe antenne ricurve, dalle targhe rassicuranti degli intoccabili.
La Boldrini ci dicono è avvezza – pei suoi avventurosi e filantropici trascorsi, appunto – alle situazioni difficili, non si perde l'occasione di un po' di solidarietà casareccia, tre suicidi (esodati, pensionati, i nuovi poveri di quell'Italia, se non benestante tranquilla, che non esiste più, grazie anche all'ultimo atto del disgraziato e criminale Governo dei Tecnici voluto da Napolitano per chiudere in bellezza una carriera iniziata all'aria buona della piazzetta di Capri, nel 1945, mentre in terraferma si combatteva ), è nella circostanza dei funerali di questi poveretti che esordisce con uno scellerato “Non sapevo che in Italia vi fossero situazioni di tale povertà” che altro non fa che confermare l'assoluto distacco di questi soggetti dalla vita reale della gente, e conclude con una battuta che crede molto filosofica “Non si deve vergognarsi di esser poveri!” che suona grottescamente incongrua, certo lo abbiamo già ascoltato questo ritornello: beati gli ultimi, beati gli umili....pittoresco, molto pittoresco l'ascetismo imposto agli altri. Se ci son episodi tra i fatti dell'esistenza che impongono cautela si tratta proprio del suicidio ed il senso dell'onore e della dignità di una persona. Con che coraggio questa lobbysta si permette di giudicare la dignità di un suicida? Lei che non si era accorta del disastro di una nazione e indossa la veste di Presidente della Camera cosa ne può sapere di povertà? Forse perchè ne ha annusato il frazio in qualche campo profughi di qualcuna delle tante “operazioni umanitarie” in giro per i paesi in cui il sottosuolo cela qualche ricchezza?
Emilio 1
3141visooraASSASSINI? Si, ma chi e quanti? Ma dopo i decenni di misteri e di prese in giro sul dramma di Ustica chi volete si interessi di un paio di pezzenti di pescatori del Kerala (e che è il Kerala?! uno shampoo?). Cambiano il nome alle cose per camuffare la sostanza: la viltà è coraggio. Eroe è un appellativo che non si nega più a nessuno, non occorre grande disciplina quando la criminalità è fraintesa per senso dello Stato. La questione dei marò e dei pescatori rischia di diventare ancora più vile di quello che potesse apparire d'emblée. Avevamo già letto della presenza di almeno altri quattro di questi militari sulla nave italiana, poi non se ne era più avuta notizia. A Bari al loro rimpatrio (ma perché solo 4 su 6?) erano stati accolti al solito come eroi e pare si fossero dichiarati preoccupati per i colleghi rimasti là, tutti soli. Beh, stando alla tanto declamata etica virile e patriottica avrebbero potuto – come nei film dei marines – non abbandonarli (i francesi nel 1964 ritardarono la partenza dall'Algeria dell'ultimo loro contingente, fino a che un certo tenente Santoni, agli arresti da qualche giorno, non venne liberato), magari si sarebbe anche capito come funziona la distribuzione dell'armeria nei contingenti nostrani, in cui Tizio spara col fucile di Caio, Sempronio usa l'altrui fucile non pulito da egli stesso che magari si inceppa...ma che siamo, davvero, un'armata Brancaleone? Altro che esercito di professionisti! E in quanti – di quei 6 militari - hanno fatto il tiro al bersaglio su un peschereccio? Nella circostanza la7, novello Verbo, ospitava iersera l'altro illustre pusillanime, il vero fuggiasco giuliomariaterzimarchesedisantagata (povera Agata! E povera aristocrazia, se questo individuo meschino è il suo campione!). Nell'occasione mi allineo alla critica fattami un anno addietro da Fulvio Grimaldi, che mi aveva rampognato per avere io perso tempo ad affrontare nell'agosto 2011 in un dibattito alla Versiliana due soggetti come Fausto Biloslavo e Toni Capuozzo, prototipi italiani del giornalismo embedded che sta a significare notizie manipolate, notizie battute dalle ambasciate, di terza, quarta o quindicesima mano. Mano di mercenari, beninteso. Stavolta non perdo tempo a sentire biascicare fasulli aristocratici, aveva ragione Fulvio (è più vecchio di me, e ne ha viste di cotte e di crude, il vissuto conta) a un certo punto devi fare delle scelte, certa gente va abbattuta, come le idee di cui sono i “piazzisti”, e poi come disse qualcuno – lui si, davvero saggio – se discuti con un imbecille finisce che ti abbassi al suo livello ed è allora che lui ti batte in esperienza.
FESSI E PEZZENTI!!!! Gli italiani silenziosi appoggiano la macelleria qaedista statunitense in Siria, due anni fa con i loro denari spesi in tasse hanno brigato per distruggere un paese – la Libia – che aveva già massacrato con Giolitti prima e Graziani poi. Hanno fatto la guerra a un paese dove la benzina si paga 7 centesimi di dinaro al litro (un dinaro corrisponde circa a 70 centesimi di euro) per continuare a pagarla quasi due euro al litro. Pezzenti, e stanno dietro ai racconti di scandali dei carburanti, con la novella di due centesimi in più o in meno “sottratta” dai petrolieri di casa nostra. Fessi, non sono i centesimi, sono i milioni e miliardi che vi fottono. Michel Collon un giornalista belga (giornalista non come Biloslavo o Capuozzo) ha appena svelato i retroscena di una trattativa del 2010 tra la Total (Francia) e l'emiro del Qatar per lo sfruttamento di un giacimento libico di gas naturale: per i soli diritti (quindi senza pompare un solo litro di gas) una transazione da 140 milioni di dollari. E i fessi con carburanti che costano più del vino d'annata si affannano a cercare l'ultima versione dell'auto a consumi ridotti (non c'entra niente l'ecologia, si tratta di strategia di mercato, si sono inventati una nuova fascia di richiesta, sennò chi venderebbe più auto?).
Emilio 2biketsi2391
penultima tranche
SUDDITI! “Giorgio Napoletano, my favourite communist”, come lo definiva giocosamente Henry Kissinger anni fa, sottolineandone la grande statura di interlocutore avversario, è ancor più degno di affetto per i padroni americani, ha appena graziato uno dei protagonisti della extraordinary rendition italiana consumata sulla pelle di un barbuto Abu Omar, rapito con l'aiuto di qualcheduno dei nostri James Bond di Centocelle nel delirio delle svariate e periodiche guerre al terrore (sic) di questo o quello psicopatico della Casa Bianca. E come indignarsi per gli aviatori responsabili della tragedia del Cermis addirittura promossi di grado?!
IMBECILLI : La questione dell'indebitamento degli Stati è all'origine delle più marchiane inadeguatezze degli stessi nei confronti dei propri cittadini. Oltre che la pressione fiscale più iniqua (oltretutto perché i denari sottratti alla collettività vengono sperperati in progetti demenziali o divisi tra sodali, preti che si inventano realtà missionarie in giro per il Congo - ma sarà allora proprio Signoriddio in persona che ha condannato quella fogna di paese a venir sempre fregato? Belgi, inglesi, francesi, preti, zanzare, sono secoli che si fottono quei quei negracci... ah, scusate, li ho definiti negracci, no, si dice neri, oppure gente di colore...si fottono con educazione) godiamo del peggior livello di investimento in cultura ed istruzione dell'intera Europa. E' grazie alle varie TAV Torino Lione, ai vari Ponti sullo Stretto ed alle tante Grandi Opere che il debito degli Stati cresce a dismisura. E' quello l'investimento della finanza usuraia che lucra sugli interessi dei prossimi cinquant'anni: il debito perenne.
Emilio
ultima tranche
Come nel film di Sordi il marchese del Grillo lancia dalla finestra alla folla dei questuanti le monete arroventate il governo che non può governare allenta i cordoni di chissà quale borsa e proclama il lancio di quaranta miliardi a coprire i crediti delle imprese fornitrici dello Stato. Ma allora i denari li avevano!! il lacché di Goldman-Sachs nega che questi grandi numeri verranno coperti da un ennesimo salasso. Ma allora se non sono da reintegrare perché hanno atteso il tracollo? Qual'è la regìa di questi mercenari della speculazione?
Signori cari, è l'epilogo di un modello di sviluppo. Certo, i politici sono degli incapaci, non hanno saputo né amministrare né pianificare, a loro si sono allineati gli amministratori locali che hanno creduto, pompando all'estremo le due risorse fasulle (risorse di un paese distrutto dalla guerra) l'automobile e l'edilizia, di poter far andare avanti un meccanismo che non è autosufficiente. Uno svuppo a somma perennemente positiva non è in natura. Non è di questo mondo, che di per sé è un sistema chiuso. Oggi si sono inventata la fanfaluca della non occupazione di nuovo territorio, dopo aver ascoltate le stupidaggini sulla città del futuro esposte da archistar come Massimiliano Fuksas dobbiamo ascoltare i saggi dell'ultim'ora che pontificano su Piani di Recupero per trasformare i vecchi opifici in abitazioni...e per farci cosa? Ulteriori vacui dormitori per città in cui non è più possibile vivere? Ma se volevano ottenere ulteriori risorse (gli oneri di urbanizzazione prima che per fare scuole e riparare strade vengono impiegati nella spesa corrente dalle amministrazioni comunali, vuole dire che ci pagano lo stipendio alle migliaia di impiegati ) potevano farlo semplicemente spolpandoci un altro po', senza premiare ancora quei mentecatti di fasulli imprenditori che affollano la provincia d'Italia e che se ne sono andati all'estero a produrre in Tunisia o in Vietnam o in Romania. Con la benedizione della signora Emma Bonino, negli anni '90 alto commissario CEE per l'appunto preposto a distribuire da Bruxelles le provvigioni miliardarie per i famigerati progetti di partenariato. No, signori, il mondo e gli equilibri che conoscevate come unici – nella vostra presunzione (presunzione ed ignoranza vanno da sempre a braccetto) – non stanno più in piedi. Ben lo sappiamo che le stesse organizzazioni sindacali hanno finto per anni la sopravvivenza di un modello sociale di proletariato che in realtà si era dissolto, vivacchiando di fatto sulle spalle della collettività (non mi direte che la FIAT è una azienda che produce e vende auto, vero?), lo hanno fatto per mantenere in vita una propria illusoria credibilità o forse – assai più prosaicamente – per mantenere in vita i propri quadri.
Peccato che - in molti - fossero anni che lo si predicava, avremmo almeno potuto credere tutti insieme ad un vero progetto di società alternativa. Invece abbiamo subìto, anzi stiamo subendo le conseguenze delle farneticazioni velenose dei Brzezinski de La grande scacchiera però forse il grande stratega dell'instabilità dell'Europa non sa che il gioco degli scacchi è stato inventato col nome di Gioco dei Re in una regione che si chiamava Persia...
Il gioco degli scacchi è un gioco che richiede intelligenza, memoria e fantasia. Le sue regole immutate da migliaia di anni, una delle poche sfide che il computer ha perduto con l'uomo.
Emilio
Emilio, per favore, i commenti, impone il webmaster, devono essere più brevi! Anche perchè ciò agevola i lettori. E dovrebbero riguardare essenzialmente il tema del post in questione. Grazie e scusami.
A Giorgio: penso che Emilio, nei suoi saggi, abbia già detto quanto necessario sullo sgorbio pacifinto e fintobuonista dell'agente della Cupola, Boldrini.
...sono io che mi scuso con tutti, era un pezzo lungo e fuoritema ma la Tua tribuna è assai stimolante e poi mi si era chiusa la vena
Emilio
"e sulle politiche di “uscita” dalla crisi, spesso e volentieri ridotto al recinto europeo: di qui a pensare di risolvere tutto con qualche ricetta nazionale anti-euro e antitedesca il passo non è poi così lungo (con gli Usa a fregarsi le mani…)." ma possibile che la sinistra ancora non abbia capito una mazza sull'euro?io non ci credo, oramai chi è ancora pro-euro ci sta marciando sopra quasi sicuramente, o ha paura di dire che ci ha mentito per 30 anni! Comunque che non si preoccupino, presto i tedeschi usciranno e noi resteremo senza una guida perché nessun partito ha un piano B (forse l'unico che ci ha pensato è Tremonti in tempi non sospetti, pensate voi che bellezza, e qualche grillino). Buona fortuna.
Il piano B l'hanno già illustrato diversi economisti, tra cui Alberto Bagnai (libro "Il tramonto dell'euro") oltre a Jacques Sapir, che ha scritto cose interessanti anche sul caso cipriota.
Avercene di Emilio!Non ti preoccupare,sei stato un po' lungo ma interessante e le cose non vacue si leggono volentieri.
Consiglio:Io avrei usato epiteti peggiori!!
Ciao Fulvio,
scusa ma se ti va, quando hai tempo, mi argomenteresti il "dignitosissima Corea del Nord"?
sai com'è, qui arrivano opinioni un po' differenti.
Se per caso ne hai già scritto ignora pure questo post.
grazie.
Anonimo, so che molti economisti hanno la proposta di un piano B, ma a livello politico nessun partito ne ha parlato (tranne purtroppo il centro-destra), anche il M5S non è pronto. Se domani la Germania dovesse uscire dall'euro o le condizioni imponessero un'uscita, noi Italia non avremmo la prontezza di reagire, siamo messi male perché l'implosione politica ed economica dell'eurozona è ormai alle porte.
Mi piacerebbe sentire Fulvio cosa ne pensa.
Da quanto ho letto in un trafiletto sul Corriere della Sera, il governo serbo dimostra molta dignità rifiutando la "proposta" UE di riconoscere piena indipendenza al Kossovo ridotto ormai a terra di addestramento militare di "ribelli" e di traffico di droga. L'offerta di un regime di autonomia ai pochi ma dignitosissimi serbi rimasti in cambio di una completa rescissione di tutti i legami con la loro nazione mi sapeva di bantustato o peggio di riserve indiane. Anche se lo stesso Corriere parlava poi di "autogol" con "conseguenze" per la stessa Serbia e per il suo percorso di entrata nell'UE (ma c'è vera intenzione da parte dei serbi di sottomettersi completamente a chi gli ha promosso contro un decennio di guerre e di sanzioni?). Un esempio a chi ripete alle obiezioni di tagli, opere inutili e sacrifici "l'Europa ce lo chiede...
Alessandro
Mario@
Penso che fra qualche giorno scriverò qualcosa sulla "dignitosissima Corea", da 60 anni prima distrutta e poi costantemente minacciata e provocata dagli Usa, che non fa che sacrosantamente difendersi. Quanto al sistema Nord Corea, qui non interessa. Interessa chi è il carnefice e chi la vittima.
Sulla dignitosissima Corea Popolare concordo in pieno con Fulvio. Ovviamente ognuno è libero di criticarne il sistema politico, purchè lo si faccia comunque al netto delle infinite menzogne e demonizzazioni propinate dai nostri mezzi di comunicazione.
Detto questo saranno sempre migliori i nordcoreani di chi distrugge e affama il modo intero e a ben guardare sono anche stati sufficientemente lungimiranti da ignorare le sirene occidentali sul disarmo nucleare, cosa che gli ha consentito di non essere ancora stati sbranati.
Un saluto
Marco
Salve
vorrei condividere questo video del pessimo Repubblica con voi, che ne pensate dei bombardamenti aerei? Sinceramente mi sembrano immagini sconnesse dal resto delle altre ma mi farebbe piacere avere le vostre opinioni. Saluti
http://video.repubblica.it/mondo/la-siria-massacra-i-civili-con-attacchi-aerei-la-videodenuncia-di-hrw/125053/123539?ref=HREC2-4
Volevo segnalare una petizione, abbastanza disgustosa sostenuta dall'associazione charge.org (un'associazione americana pronta a sostenere dei casi individuali anche condivisibili cui pure anche io ho prestato attenzione) a favore della Gabanelli querelata dall'ENI per il servizio abbastanza disgustoso fatto sugli accordi con la Russia (il "nemico" evidentemente) in una trasmissione di Report. La cosa piu' sconcertante e' che tale petizione e' stata diffusa da "conques" un sito che fa riferimento a rifondazione (o meglio quello che ne rimane) della sede di Padova.
Lo stesso sito a suo tempo ha diffuso a suo tempo un'articolo di Sartori sull'Alenia e sulle vendite di armamenti. Fra le varie colpe, secondo Sartori, dell'Alenia, ci sarebbe stata quella di un accordo per vendere (udite, udite...) dei droni alla jamairia, accordo non portato a termine a causa della guerra del 2011. Insomma meno male che c'e' stata la guerra...altrimenti "chissà che cosa di terribile sarebbe successo". Fate attenzione ai siti pseudo umanitaristi e pacifisti...
Gentile Sig. Anonimo,
per quantom concerne l'uso dell'aviazione da parte dell'Esercito Arabo Siriano vorrei precisarle che prima dell'invio da parte dei suoi amici americani, turchi e qatarioti di missili spalleggiabili terra aria l'Esercito Arabo Siriano utilizzava per le operazioni di controterrorismo elicotteri del tipo MI-8, Mi-24 e aerei leggeri da addestramento armato L-39 albatros, che permettevano ai piloti una precisione estrema. Con l'introduzione dei sopra citati missili l'SAA ha dovuto adeguare le proprie tattcihe utilizzando Sukhoi su-22 e Mig.23/25. Questi aerei più potenti sono anche però meno precisi anche se l'SAA utilizza bombardamenti a bassa quota (vedere video) e mai idniscriminati a tappeto come i suoi amici americani utilizzando flares per ovviare al problema dei missili terra aria.
La storia dell code del pane è una abominevole cazzata basta vedere il video originale dove si vedono i barbuti al nusrini che buttano focacce per fare credere che un centro comando del fsa era invece una panetteria (frequentata da soli uomini? gay friendly?).
L'Saa (fonte iranmilitaryforum.net) agisce con l'utilizzo di intelligence civile sul posto che nelle zone occupate dai terroristi indivudua i centri comando e i gathering dei wahabity per poi colpirli con l'aviazione e o la'rtiglieria. naturalmente nessuno nega la presenza di vittime "collaterali" come vengono chiamate dai suoi amici americani questa è una guerra non voluta dall'SAA.
Per sua informazione poi guardi i cognomi di due speaker del video (Human right watch ah ah ah vadano nella striscia di Gaza) Solvang e Neistat e veda un po' da dove provengono. Senza offesa per nessuno naturalmente perchè forse anche lei si chiama Cohen di cognome.
Gloria ai soldati dell'Esercito Arabo Siriano difensori dell'ultimo bastione del nazionalismo e del socialismo arabo, del secolarismo e dell'Asse della resistenza contro i boia israeliani e i loro servi wahabity del Golfo
Sento puzza di infiltrati.
Condivido sostanzialmente l'analisi tecnico-strategica, a parte i MiG-25 che sono intercettori puri e non bombardano. Ma attaccare con questi insulti l'Anonimo, che mi pare volesse solo affrontare l'argomento senza sposare la tesi di Repubblica, mi sembra fuori luogo. Tanto più se condito da isteria degna di Informazione Corretta mescolata a grugniti forzanuovisti.
Ciao Fulvio,
una notizia ancora migliore.
Senti che forza questa mozione sul rapimento operato dai "ribelli" siriani.
E' QUASI perfetta... e c'è voluto Grillo!
http://napolinowar.wordpress.com/2013/04/11/ci-volevano-i-grillini-per-sentire-finalmente-una-voce-contro-la-guerra-in-parlamento/
Per Mario Murta
Voglio solo dirti numero tre cose.
Questa storia dei bambini è trita e ritrita, chi ci crede o è fesso o fa finta di esserlo. Ecco il perchè della mia risposta.
Sul Mig-25 hai ragione, era Mig-23 ma credo che poco importi.
Sui rigurgiti forzanovisti. L'ultima volta che li ho visti ti parlo di un paio di anni fa a Bergamo mentre partecipavo a una manifestazione contro di loro. Ma li avevo anche incontrati quel bell'11 novembre del 2000 a MIlano e ti assicuro che non c'era stato molto dialogo. Chi c'era sa perchè. Io credo che queste pseudo associazioni per i diritti umani che sono finanziate dal "sionista" soros e piene di altri "sionisti" hanno scopi ben precisi. Proprio come le Ong in Russia. E non ho paura di dirlo, anche se devo essere chiamato fascista nonostante il mio nickname su youtube sia INFOIBATOREROSSO, giusto epr capire da che parte sto.
Ricordati che in Unione Sovietica era attivo un comitato antisionista diretto dal PCUS e che se posso insultare gli estremisti sunniti e wahabity, lo posso fare anche con gli estremisti ebrei sionisti.
A proposito di anonimo, Mauro Murta, Andrea e una polemica che mi pare stia trascendendo e non abbia in fondo un oggetto degno di tanto fervore, credo che tutto possa ridursi a un equivoco. Non so se Anonimo, pubblicando quella robaccia di Repubblica, sia stato boccalone o abbia voluto provocare. Non lo conosco. Le risposte di Andrea su bombardamenti ecc. mi sono sembrate giuste e opportune e la reazione di Mauro frutto di un cattivo risveglio. Succede. Calma e birra. Comunque "infoibatore rosso" non mi piace per niente. Nickname che davvero apre la porta a strumentalizzazioni e sospetti.Mentre invece è del tutto condivisibile il giudizio sulle ONG (giustamente cacciate da Russia, Bolivia, Venezuela, Bielorussia...)
Salve
vorrei chiarire: essendo il primo video "ufficiale" dove si vedono immagini di presunti bombardamenti da parte del governo Siriano(visto che fino ad ora non c'era stato mai un riscontro oggettivo alle notizie, a mio giudizio stra-false, propinate dai media sulle azioni di Assad) ed essendo questo un luogo dove ritengo si possa parlare della situazione in Siria in maniera oggettiva,volevo solamente avere un vostro parere su queste riprese in particolare. Non sono un provocatore e non mi ritengo neanche un "boccalone" ma penso che il messaggio precedente fosse abbastanza chiaro. Ringrazio il sig. Murta per avere semplicemente capito il senso del mio intervento e sinceramente mi dispiaccio per interventi come "perchè forse anche lei si chiama Cohen di cognome" e simili. Ripeto, volevo solo avere una vostra opinione in merito a quei determinati fotogrammi. In futuro eviterò.
Mi scuso per non essermi firmato precedentemente
Saluti
Andrea
Nickname Infoibatore Rosso? Belin, neanche una talpa della Digos oserebbe tanto!
L’atteggiamento di anonimo che, lo ricordo, definisce Repubblica “pessimo”, non mi pare quello di un provocatore. Forse sarò un boccalone anch’io ma mi sembra uno dei pochi cittadini “normali” che cercano di sottrarsi alla disinformazione e per questo chiede lumi a chi ne sa di più. Prendersi per questo una botta di sionista da uno che si offre ai peggiori luoghi comuni imperialisti mi sembra un atteggiamento da buttafuori del Billionaire. Questo blog è frequentato perlopiù da persone consapevoli e con le idee chiare su bombardamenti, ONG e “regimi” di turno. Se costui voleva semplicemente informarsi ora si sarà già abbonato a Repubblica, mentre se fosse davvero un provocatore allora la risposta che ha avuto è esattamente quello che voleva.
Insisto, la polemica è in un bicchiere d'acqua. E ad anonimo-Andrea chiedo scusa per il "boccalone" e "provocatore", ma mi pareva un po' curioso che in questo blog si facesse circolare roba di Repubblica di cui tutti sappiamo dove sta. Comunque, chiunque ha il diritto di chiedere delucidazioni. Anzi, la cosa è gradita. Per cui chiedo ad anonimo-Andrea di non "evitare affatto in futuro" di frequentarci. Anche perchè, prescindendo dall'illazione malevola di chi ti ha aggredito, di Cohen ne conosco che sono più antisionisti di tanti, anche di quelli che si chiamano "infoibatore rosso" (orribile).
Ok
chiudo ogni polemica e mi scuso con Fulvio per aver occupato il suo blog con polemiche inutili tipiche della sinistra.
Ora che mi avete scoperto di essere un orribile agente della digos, me ne torno in questura a mangiare ciambelle e leggere Libero.
Tanto da Rifondazione mi hanno già cacciato due volte, sono abituato.
Saluti comunisti,
Andrea Bentoglio
Infoibatore Rosso
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